Basilica di San Marco-VENEZIA
LA COSTRUZIONE venne edificata sui resti di due chiese precedenti 828 - leggenda di Buono da Malamocco e Rustico da Torcello il doge ordinò la costruzione LA COSTRUZIONE 1063 - inizio costruzione sotto il Doge Domenico Contarini 1094 – nuova consacrazione DIMENSIONI : lunga 76,5 metri e larga 62,60 (al transetto), mentre la cupola centrale è alta 43 metri (28,15 all'interno).
Facciata della Basilica Per una migliore comprensione tattile degli elementi architettonici che la compongono, la facciata è stata ripartita in tre livelli. Partendo dal basso: (A) i 5 portali con i due livelli di colonne; (B) la terrazza al primo piano dominata, in posizione arretrata, da un grande arcone centrale e da altri archi laterali, tutti coronati da ricchi fastigi trecenteschi; (C) il tetto e le grandi cupole.
La Pianta 1. Facciata 2. Il Lato affacciato sul Palazzo Ducale 3. Si accede alla basilica attraverso l'atrio, ornato di mosaici dei secoli XII e XIII, che presentano vicende del Vecchio Testamento. 4. Raggiungendo l'interno si notano le cinque cupole dell'XI secolo, ma soprattutto le pareti e le volte, coperte da più di 4200 mq di mosaici, realizzati nel corso di seicento anni. 5. Il presbiterio, in stile bizantino, si trova dietro un'iconostasi marmorea. 6. L'urna di San Marco è custodita nell'altar maggiore, dietro il quale si può notare la magnifica pala d'Oro, realizzata in argento e oro da abili orefici bizantini, a Costantinopoli intorno al 976, per volere del doge Pietro Orseolo 7. In fondo alla navata destra si trova la cappella della Madonna Nicopeia (operatrice di vittoria), raffigurata in un'icona bizantina del X secolo. 8. Salendo dall'atrio si accede alla galleria, nella quale si possono ammirare i mosaici più da vicino e dalla quale si raggiunge la Loggia che si affaccia sulla piazza. Arrivati qui si possono osservare le copie dei celebri cavalli bronzei.
Elementi decorativi all’interno della Basilica Pianta della basilica (A) Facciata con i 5 portali che danno sulla piazza. (B) Battistero, che confina con Palazzo Ducale. (C) All’interno, in rilievo, sono posizionati l’insieme delle pareti, dei pilastri e delle colonne Il livello di rilievo più alto indica la pianta a croce greca, il livello di rilievo più basso indica le navate laterali. Con un tratteggio sottile sono invece indicate le proiezioni degli archi e delle cupole sovrastanti. Elementi decorativi all’interno della Basilica A sinistra, frammento del pilastro di San Giovanni d’Acri. Nella pagina, dettagli ornamentali scultorei sui capitelli e composizioni decorative di diversa ispirazione. (A) (B) vegetazione stilizzata; (C) parte anteriore di un animale trafitto da una croce (su colonna quadrata) (D) fregio di animale (E) (F) motivo ornamentale geometrico.
La parte esterna Il giudizio universale I tetrarchi Quadriga Mosaici dell’ordine superiore
Particolare della Decorazione di San Marco - Venezia
I mosaici e gli interni La chiesa è anche definita la "Basilica d'Oro", in quanto l'interno è rivestito da oltre 4.000 m2 di mosaici a fondo oro. I mosaici hanno un ordine logico (o forse propagandistico!) ben preciso, si possono, infatti, rintracciare tre sezioni di rappresentazioni: 1. rappresentazioni relative all'antico testamento; 2. rappresentazioni relative a Cristo e alla chiesa cattolica; 3. rappresentazioni relative a San Marco e, quindi, all'operato della chiesa di Venezia. Il presbiterio è rialzato sulla cripta e chiuso da un recinto marmoreo(iconostasi), sormontato da statue. L'altare maggiore in marmo, che racchiude il corpo di S. Marco, è sostenuto da quattro colonne di alabastro scolpite con episodi dei Vangeli.
Interno della Basilica di San Marco- Venezia
Negli appoggi viene usata la soluzione del tetra-pilastro, cioè quattro pilastri invece di uno solo, in modo da ripartire il peso su un’area più ampia. Questa condizione è essenziale a San Marco, perché gran parte del pavimento della basilica poggia sulla cripta, cioè su un vuoto. Presbiterio è un termine liturgico e architettonico per indicare quella parte della chiesa che circonda l’altare maggiore e riservato al clero officiante
Cattedrale di Modena STORIA 1099-fondazione come documentato dalla “relatio translationis corporis Sancti Geminiani”. committenti sono il popolo guidato dal vescovo con l’assenso e l’appoggio di Matilde di Canossa (feudataria filopapale). Lanfranco,magistro murario di probabile origine lombarda, fu chiamato dai modenesi per costruire la cattedrale dedicata al santo protettore della città.
il lavoro inizia contemporaneamente dall’abside e dalla facciata lunghi tempi di costruzione: il rosone di Anselmo da Campione e i portali laterali furono inseriti nel XII secolo; la copertura originariamente a capriate lignee,nel XV secolo fu sostituita con una a volte a crociera a sesto acuto
Cattedrale di Modena: pianta STRUTTURA Interno diviso in tre navate senza transetto e triabsidato. Navata centrale suddivisa in quattro campate, navate laterali in rapporto di 2:1 Campate poggianti su pilastri compositi , alternati a colonne Cripta che sopraeleva lo spazio presbiteriale Finestre poche e strombate
CAMPATA Costituita da quattro pilastri compositi, collegati da archi trasversali a tutto sesto, che reggono una volta a crociera, suddivisa in quattro vele da due nervature diagonali che si intersecano nella chiave di volta CHIAVE DI VOLTA Viene evidenziata perché simbolicamente importante: la definizione biblica di Cristo è Caput anguli, cioè ‘vertice di compasso’; così la chiave di volta è l’ultima pietra nell’ordine dell’umano costruire, ma prima e unica pietra a garantire la stabilità del costruito MATRONEO Galleria sovrastante le navate laterali, con la funzione di controspinta delle volte della navata centrale
Cattedrale di Modena:facciata Struttura a salienti con il tetto a due spioventi. La larghezza è uguale alla sua massima altezza. Esterno che riflette la scansione modulare dell’interno con arcate cieche in corrispondenza del matroneo e contrafforti costruiti da pietre (materiale di spoglio) squadrate regolarmente. Presenza di un elegante protiro. Elementi classicheggianti del linguaggio architettonico sono i pausati intervalli ritmici che impostano la struttura modulare.
IL PROTIRO monumentale portale d’accesso costituito da: leoni stilofori, baldacchino con volta a botte,edicola.
ARTISTI Lanfranco architetto commemorato nell’iscrizione absidale “famoso per ingegno, sapiente, esperto”. Dirige piccoli gruppi di magisteri (operarii e artifices con capacità tecniche distinte), il lavoro è organizzato in settori diversi dalla cui aggregazione nasce l’edificio (ad es. campate coordinate tra loro) Wiligelmo scultore commemorato dall’iscrizione in facciata con un distico elegiaco “di quanto onore tu sia degno, o Wiligelmo, tra gli scultori, è ora reso manifesto dalla tua scultura”. Enoc ed Elia, profeti che non conobbero la morte, sostengono l’iscrizione quali credibili testimoni della validità dell’elogio quale simbolo di immortalità Particolari artifices sono gli scultori che solo in un secondo momento diventano artisti autonomi costituiti in dinastie familiari che lavorano per altari, pulpiti,plutei, transenne (Anselmo da Campione, pontile, 1165)
“Quanto tra gli scultori / tu sia degno di onore / e' chiaro ora, o Wiligelmo, per le tue opere scolpite”