L’attesa di ogni cristiano può essere sintetizzata nel desiderio di «vedere Gesù». Che significa per noi oggi? L’esperienza della fede non assicura una.

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Transcript della presentazione:

L’attesa di ogni cristiano può essere sintetizzata nel desiderio di «vedere Gesù». Che significa per noi oggi? L’esperienza della fede non assicura una vita di successi, poiché seguire Lui significa accettare di confrontarsi con l’esperienza della croce. Nel linguaggio giovanneo questa idea si esemplifica nell’immagine del chicco di grano seminato.

La V domenica di Quaresima porta a compimento la rassegna della storia della salvezza dell’AT, proponendo il quadro della promessa profetica di una NUOVA ALLEANZA. La NOVITA’ pronunciata dal profeta è quella di una LEGGE SCRITTA NEL CUORE, non più una legge scritta su pietra e così infranta dai padri nel deserto (prima lettura). Il brano liturgico tratto dalla Lettera agli Ebrei (seconda lettura) afferma che Cristo è divenuto CAUSA DI SALVEZZA eterna. Il suo SERVIZIO sta nella sua obbedienza e nel DONO DELLA VITA PER AMORE di ogni essere umano. L’immagine della croce/del chicco seminato (Vangelo) diviene per il cristiano desideroso di seguire Gesù un vero e proprio progetto: IL SERVIZIO GRATUITO, DISINTERESSATO, DECENTRARE IL NOSTRO INTERESSE NON PIU’ IN NOI STESSI MA VERSO GLI ALTRI...

Il breve testo di Geremia proviene dal centro del suo libro, dedicato soprattutto alla CONSOLAZIONE. Proprio nel momento della massima crisi, Geremia pronuncia oracoli di salvezza. L’ultima parola non è la condanna, bensì l’intervento salvifico di YHWH.

Qui è riconoscibile il cuore del messaggio teologico di Geremia: Nella consapevolezza che il male è umanamente irrecuperabile, la sua predicazione si oppone ai falsi profeti che annunciavano una «salvezza facile». Cioè, un intervento miracoloso di Dio che eviti la crisi e la sofferenza. Il vero profeta non è annunciatore della salvezza al posto della distruzione, bensì della... SALVEZZA ATTRAVERSO LA DISTRUZIONE! SALVEZZA ATTRAVERSO LA DISTRUZIONE!

Il brano della NUOVA ALLEANZA scritta nel CUORE rappresenta per Geremia l’autentica novità, la cosa nuova che Dio crea. Questa idea è accolta con entusiasmo dagli autori cristiani e la Lettera agli Ebrei cita per intero questo testo. In esso, i cristiani vi riconoscono la promessa di ciò che Gesù ha realizzato, creando comunione piena fra Dio è l’umanità.

Il messaggio di Geremia è proprio questo: La salvezza passa attraverso la morte, attraverso il dono generoso di sé è possibile che il lutto si cambi in gioia. Attraverso questa strada il Signore si impegna a consolare e rendere felici i suoi. L’annuncio della salvezza passa proprio attraverso la rovina e riguarda l’inaugurazione di una nuova alleanza grazie alla vita che sorge dalla morte.

Nel corso dell’omelia teologica sul sacerdozio di Cristo (= Lettera agli Ebrei), dove Gesù è presentato come sacerdote misericordioso Incontriamo questi versetti importanti che mostrano la sua solidarietà piena alla condizione umana proprio nel momento più drammatico della sua vita.

L’esperienza umana e terrena di Gesù, segnata dal limite del dolore, viene presentata come......I GIORNI DELLA SUA CARNE... In essi Egli offrì non oggetti né animali, ma preghiere e suppliche.

Dio è presentato come «Colui che poteva salvarlo da morte» e paradossalmente l’autore precisa che Gesù «venne esaudito»: Gesù non fu esonerato dal morire, ma venne liberato dai lacci degli inferi con la risurrezione. Come per Geremia, la salvezza passa attraverso la distruzione.

Ma, precisa l’autore, Gesù venne esaudito... PER IL SUO PIENO ABBANDONO eulàbeia PIETA’. Così è interpretato il termine greco eulàbeia, che la precedende versione rendeva con PIETA’. L’uomo Gesù fu solidale con l’umanità e visse concretamente l’obbedienza filiale nelle cose che soffrì. Proprio da tale atteggiamento trae origine la forza della sua mediazione sacerdotale.

Questi versetti segnano la fine della seconda parte della lettera, in cui l’autore dimostra che il Cristo ha le condizioni indispensabili per essere un sacerdote. Anzi, è l’unico nella posizione ideale per poter creare buona relazione fra Dio e l’uomo.

Il brano evangelico della liturgia trova il suo contesto in Gv 11,55, dove viene annunciata la vicinanza della festa di Pasqua: è la terza volta e questa sarà la Pasqua decisiva, quella di Gesù. Il testo liturgico si colloca immediatamente dopo la cena di Betania (6 giorni prima di Pasqua) e l’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme (12,12-19), datato da Giovanni il giorno dopo. Le tematiche della pericope possono essere due:

«Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni greci» “Greco” significa non giudeo. Potevano essere proseliti o semplici simpatizzanti. Il gruppo che aderisce a Gesù diventa universale: gente di altri popoli va dietro a lui. L’ostilità contro i greci contenuta in Zaccaria 9,13: «Ecciterò i tuoi figli, Sion, contro i tuoi figli, Grecia...» «Ecciterò i tuoi figli, Sion, contro i tuoi figli, Grecia...» Si trasforma in accoglienza da parte di Gesù.

«Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù» I greci non hanno bisogno di invito come fu per Natanaele (1,46). Mostrano loro stessi il desiderio di avvicinarsi a Gesù. Cercano di conoscerlo, di avere un’esperienza personale, di avere un rapporto con la LUCE. Ma Filippo che aveva invitato Natanaele ad avvicinarsi a Gesù, non osa fare lo stesso con i greci. Ma nemmeno Andrea prende da solo l’iniziativa, consulta Gesù.

«Gesù rispose loro: “E’ venuta l’ora che il figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”». In questa dichiarazione solenne e centrale Gesù spiega come si produce il frutto della sua missione e della comunità.