Esiste, Signore, una voce che Tu possa ascoltare con più tenerezza, con più emozione con più sollecitudine di quella del pianto di un bimbo appena nato?
Nel silenzio di questa notte ascolta, Signore, nel pianto di Tuo Figlio la voce di tutte le nostre lacrime trattenute
La voce dei nostri desideri che non si realizzarono degli amori che non poterono essere vissuti e delle nostre aspirazioni che non poterono essere realizzate
dei nostri diritti che non furono riconosciuti e dei nostri errori che non hanno avuto l’opportunità di essere perdonati
delle risposte chiare che non siamo riusciti a dare e delle spiegazioni che non abbiamo ricevuto
del nostro bene che non ha impressionato e della nostra debolezza che ha scandalizzato dei ringraziamenti che non abbiamo dato e delle ricompense che non sono venute
della nostra vita che il mare ha portato via e dei nostri castelli di sabbia che restarono incompiuti sulla spiaggia
di tutto il seme che hai seminato e non è germinato
ascolta, Signore, nella voce di Tuo Figlio la voce di tutti noi.
Cosi sia. Testo di autore brasiliano ignoto diffuso in web come preghiera degli emigrati traduzione e voce di Salvatore Inguaggiato, italiano, in Brasile dal 1951. Grafica e montaggio: GiEffebis@alice.it
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