La Percezione secondo la Psicologia della Gestalt

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Transcript della presentazione:

La Percezione secondo la Psicologia della Gestalt Atteggiamento fenomenologico

INDIRIZZO FENOMENOLOGICO si consolida in Europa attraverso la Psicologia della Gestalt OGGETTI di STUDIO: a) la percezione; b) il funzionamento del pensiero; c) il processo di problem solving.

GESTALT Corpo di affermazioni teoriche e di impostazioni metodologiche sviluppate a partire dai lavori di Wertheimer; Köhler e Koffka. Nata e sviluppata in Europa venne a contatto con la psicologia americana. Risposta tedesca alla psicologia di Wundt che scompone il fenomeno nei suoi aspetti elementari. La Gestalt rifiuta l’atteggiamento elementarista. È stato Von Ehrenfels ad individuare le qualità gestaltiche: Il tutto è più della somma delle singole parti (una melodia è diversa dalla somma delle singole note) La qualità della melodia è qualità gestaltica data dalle relazioni intercorrenti fra elementi.

La Gestalt critica correnti di pensiero quali l’associazionismo e il comportamentismo. Per i gestaltisti inefficacia e labilità del ricorso all’esperienza passata (alcuni gestaltisti attenuano tali affermazioni sostenendo che l’esperienza passata non è l’unico fattore di organizzazione percettiva)

Figura 1

Il nostro sistema percettivo seleziona la figura e lo sfondo che rappresentano la struttura minima della percezione visiva. Nel caso delle figure ambigue (le prime due) tale selezione è molto evidente: in un caso si pone in figura una donna vecchia e nell’altro una donna giovane; nella seconda immagine possiamo vedere una coppa o due profili a seconda della selezione degli stimoli che operiamo

Figura 2

Concetti cardine Diversità tra realtà fisica e fenomenica; Leggi non arbitrarie secondo le quali gli elementi vanno a formare un tutto Il tutto e le parti (il tutto è più della somma delle singole parti) Abbandono fiducia modello basato sulla corrispondenza puntuale tra stimolazione e sensazione. Inadeguatezza delle teorie del mosaico (tutto= somma di singole parti)

Realtà fenomenica Metzger INCONTRATA Dato percettivo immediato: ciò che percepisco qui e ora FUORI DI ME DENTRO DI ME Ciò che vedo, sento, tocco… ciò che provo ( es: stanchezza) RAPPRESENTATA Ciò che è presente mentalmente Ricordi fantasie pensieri credenze

1. REALTÀ FENOMENICA E TRANSFENOMENICA La realtà fisica è il prodotto mediato dell’attività razionale dei ricercatori; La realtà fenomenica per i gestaltisti si costruisce tramite processi di auto-organizzazione insiti negli apparati sensoriali e si impone con immediatezza al soggetto percepiente.

Diversità tra oggetti Oggetto fisico Oggetto incontrato Oggetto rappresentato La luna dell’astronomo; Il quarto di luna che appare in cielo stasera La luna che immagino rossa

Qualcosa e nulla; pieno e vuoto Nell’ambito dell’incontrato è possibile percepire - qualcosa (che occupa uno spazio ed è corposo, pieno) - niente (vuoto) Sono percepibili e vissuti con l’immediatezza dell’Incontrato, non solo i bicchieri pieni di acqua o le stanze affollate ma anche i bicchieri e le stanze vuoti (come pure, per l’incontrato dentro di me, un vuoto di memoria o il vuoto lasciato dalla morte di una persona cara). NULLA e VUOTO sono connessi con l’ASSENZA, LA PRIVAZIONE, LA PERDITA ECC…(vedo il buio = mancanza di luce; odo il silenzio= assenza di suoni e rumori)

I gradi di realtà Per il fenomenicamente incontrato occorre distinguere tra: ciò che è vissuto come realtà da prendere sul serio; ciò che è vissuto come apparente (es. fotografie, ombre, immagini allo specchi, quadri ecc…) Anche per il rappresentato possiamo distinguere tra realtà ed apparenza fenomenica: - il ricordo di ciò che ho fatto ieri è più reale rispetto a un volo di fantasia (casi intermedi congetture, ipotesi…)

Perché le cose appaiono come appaiono? La risposta del REALISTA INGENUO: vedo le cose così perché sono così. Per il REALISTA CRITICO la percezione è una costruzione attiva alla quale contribuiscono: l’ambiente fisico (stimoli); Il sistema percettivo. PERCEZIONE = RISULTATO DI UNA SERIE DI PROCESSI DI MEDIAZIONE TRA O. FISICO O. FENOMENICO

Dal realismo ingenuo al realismo critico: alcune prove 1) assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici: Se mettiamo in corrispondenza lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche, quale ci è dato dalla fisica, con lo spettro visivo, vediamo come le nostre capacità percettive coprono solo una minima parte di queste realtà fisiche (noi non vediamo gli ultravioletti e le api sì). […] Per i suoni le nostre possibilità di percezione sono limitate ad un piccolo intervallo di frequenza (molti animali riescono invece ad udire gli ultrasuoni)

2) Presenza fenomenica in assenza di un corrispettivo fisico: es: il movimento stroboscopico; triangolo Kanitza,

Figura 3

3) Discrepanza fra oggetto fenomenico e corrispondente oggetto fisico (le illusioni: ad esempio la luna che all’orizzonte appare più grande di quando si trova allo zenit pur essendo, invece, delle stesse dimensioni) 4) Discrepanza numerica tra oggetto fisico e e fenomenico (1 oggetto fisico, tanti oggetti fenomenici quanti sono i soggetti posti di fronte all’oggetto)

2. Wertheimer (1923): leggi di segmentazione del campo visivo. Producendo variazioni sperimentali dello stimolo, tali da consentire il viraggio dalla polivalenza strutturale alla dominanza percettiva di un’unica struttura (o gestalt), Wertheimer ha individuato i seguenti fattori gestaltici del campo visivo: VICINANZA; SOMIGLIANZA; CHIUSURA; CONTINUITÀ; BUONA FORMA FATTORE EMPIRICO (ESPERIENZA PASSATA: l’azione di tale fattore non particolarmente intensa e si fa sentire solo quando non entra in competizione con altri fattori autoctoni; cfr Canestrari fig. 20 e 21)

Figura 4

Figura 5 • • • • • • • • • • • • • • • • •

Figura 6 • • • • • • • • • • • • • • • • •  

Fattore vicinanza “La forma di raggruppamento dei punti che risulta come naturale è quella dove la distanza tra gli stessi è minore; le altre forme di raggruppamento con maggiore distanza tra i punti si realizzano con maggiore difficoltà e appaiono artificiose, labili o addirittura impossibili. […] la connessione risulta – a parità di condizioni – nel senso della minore distanza”

Figura 7

Fattore somiglianza “Quando sono contemporaneamente attivi più tipi di stimoli, allora – a parità di condizioni – tende a costituirsi quella forma nella quale la connessione avviene per somiglianza delle componenti”

Fattore della vicinanza (la forma di raggruppamento che risulta naturale è quella dove la distanza tra gli elementi è minore) Fattore della somiglianza (a parità di condizioni tende a costituirsi la forma in cui la connessione avviene per somiglianza degli elementi) Conflitto o sinergia

▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • Figura 8 (predomina vicinanza) ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ •  

Figura 9 (predomina somiglianza) • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ • ▲ •  

Fattore chiusura “Ciò che risulta a prima vista sono due contorni punteggiati che racchiudono superfici irregolari e non una curva aperta (A, C) a cui si aggiunge la curva (B, D). Si mette così in evidenza un altro fattore, il fattore chiusura” (G. Galli, Conoscere e conoscersi, Clueb, Bologna, 1991, p. 17)

Figura 11

Figura 12

Fattore continuità di direzione A parità di altre condizioni si impone quella unità percettiva il cui margine offre il minor numero di cambiamenti o interruzioni

Figura 12bis (predomina la chiusura sulla continuità di direzione)

Fattore buona forma 1 1) date due fig. poste l’una sopra l’altra o l’una nell’altra, quali configurazioni percettive si impongono?

Figura 13: La sovrapposizione non modifica i due esagoni;

Figura 14: La sovrapposizione modifica i due esagoni; il risultato: una struttura più buona

Fattore buona forma 2 2) data una fig. di partenza, quali aggiunte sono in grado di portare alla distruzione della struttura di partenza?

Figura 15

La fig. scompare e lascia il posto a configurazioni (non sempre migliori) ma tali che l’intera costellazione risulti organizzata senza resti

“La struttura (Gestalt) appare come quel tipo di organizzazione a cui non può essere aggiunto o sottratto alcunchè, pena la sua dissoluzione o metamorfosi” (G. Galli, Conoscere e conoscersi, Clueb, Bologna, 1991, p. 17)

La più importante delle leggi individuate da Wertheimer sul funzionamento delle gestalt percettive è la legge della pregnanza: ciò che viene percepito contiene una forma organizzata che è la migliore possibile. Pregnanza o bontà di una forma: una serie di caratteristiche che rendono questa forma particolarmente armonica, simmetrica, semplice, ecc. (esempio dei due esagoni) Le parti di un campo percettivo tendono a costruire le Gestalt più pregnanti possibili nelle condizioni date. Vi sarebbe una tendenza spontanea verso la pregnanza

Figura 16

Figura 17 Fattore convessità (sono percepite come figure gli elementi convessi)

Rapporti tra realtà visiva e fisica Se tra realtà visiva (percepita) e realtà fisica non ci fossero delle SOMIGLIANZE avremmo difficoltà a muoverci nel mondo. Ciò che vedo mi fornisce informazioni attendibili sull’ambiente. ATTENDIBILITÀ : A QUALCOSA DI REALE IN SENSO FENOMENICO CORRISPONDE QUALCOSA DI REALE IN SENSO FISICO. “Le due realtà sono sostanzialmente, essenzialmente diverse, ma possono essere formalmente, strutturalmente corrispondenti: non sono con-sostanziali, possono essere con-formi” (Zuczkowski, 1995, p. 43)

Caratteristiche dell’esperienza visiva 1) IMMEDIATA: a) temporalmente; b) Ciò che vedo in questo momento è vissuto da me con immediatezza come realtà genuina, autentica, vera e non come realtà apparente, oltre o dietro la quale si nasconde un’altra realtà. c) mentre guardo le cose non sono consapevole dei processi fisici e biologici che intercorrono fra cose fisiche cose fenomeniche

2) COERCITIVA: Ciò che vedo si impone in modo talmente coercitivo da essere vissuto come oggettivo, indipendente da me. La percezione visiva sembra dominata dal principio di necessità. 3) STRUTTURATA: l’esperienza visiva non è caotica ma si presenta come dotata di ordine, strutturata. L’organizzazione più semplice: una figura e uno sfondo 4) una figura È DOTATA DI QUALITÀ GLOBALI (una figura è una totalità, un tutto unico)

Le qualità globali (Metzger, 1966) Una figura in quanto tutto appare dotata di determinate qualità globali che comprendono: Qualità strutturali o formali (dritto, rotondo, angoloso, chiuso, ecc..) Costitutive o materiali (relative al materiale di cui sono fatte: morbido, duro, trasparente, brillante, corposo…) Espressive (le caratteristiche della fisionomia: ad esempio allegro o triste) Contro teoria empatica. Effettuali o relazionali (effetto del rapporto fra oggetto percepito e soggetto percepiente: attraente, affascinante, noioso, ecc…)

Figura 16

Figura 17

Nesso tra qualità strutturali e qualità espressive del volto (esperimento delle cornici per volti tristi ed allegri)

Fig. 20

Principi teorici IL TUTTO E LE PARTI IL RUOLO DELLE PARTI NEL TUTTO; LA DIPENDENZA DELLE PARTI DAL TUTTO; LA STRUTTURA; IL PRINCIPIO TRASPONIBILITÀ

1) RUOLO DELLE PARTI NEL TUTTO: quando vengono inseriti in un tutto le parti subiscono modificazioni: perdono alcune proprietà e ne assumono altre. a seconda della posizione che una parte occupa nel tutto, la parte può assumere qualità (es: orizzontale -verticale), ruoli (base – altezza); rapporti reciproci (parallelo a – perpendicolare a)

DIPENDENZA DELLE PARTI DAL TUTTO: il tutto può cambiare in funzione del cambiamento di una parte. Il cambiamento di una parte determina il cambiamento del tutto.

3) QUALITÀ GLOBALI O STRUTTURALI : Il fondamento delle caratteristiche globali di una gestalt si trova nella struttura ossia nel sistema di rel. fra parti diversi ruoli delle parti nel tutto

PRINCIPIO TRASPONIBILITÀ Le figure sono diverse per grandezza e colore ma la forma è invariata. Il fatto che siano quadrati dipende dalla struttura. Se lascio immutati ruoli e rapporti reciproci fra parti continuerò a percepire la stessa Gestalt (forma, struttura)

La trasponibilità è possibile anche fra campi cognitivi diversi a patto che si lasci immutata la struttura: Uditivo: papa papa papa papa papa papa papa papa titi titi titi titi titi titi titi titi Visivo: .. .. .. .. .. .. .. .. Nella trasponibilità necessario lasciare immutata la struttura: coppie di elementi; intervelli temporali.

Nell’ambito delle interconnessioni proprietà del tutto e proprietà delle parti, Metzger ha messo in primo piano l’organizzazione gerarchica interna delle figure (il centramento)

T F P 7 7 PARTI PRINCIPALI E SECONDARIE PARTI NECESSARIE E SUPERFLUE Cappello Pom pon Fascia frange PARTI NECESSARIE E SUPERFLUE 7 7 PARTI PORTANTI E PORTATE T F P A parità di parte portante , le parti portate modificano le qualità globali delle figure e quindi i significati ad esse attribuiti.

Direzione principale ed ancoraggio Se assi principali orizzontali e verticali: quadrato o vela; Se assi principali obliqui: aquilone.

Se direzione principale alto – basso: freccia; Se direzione principale basso-alto: spiga di grano.

Ancoraggio: basso Ancoraggio: su Ancoraggio: punto o zona a partire da cui una figura appare fenomenicamente costruita: a partire da esso la figura riceve una direzione principale Ancoraggio: basso Ancoraggio: su Direzione : basso-alto Dir. alto-basso (manganello) (dente)

Interconnessione ancoraggio -direzione Ancor. alto Ancor. basso Dir. verso basso Dir. verso alto (goccia) (fiammella)

Figura 21

Fig. 21 = esempio complesso che comporta profonde trasformazioni figurali e serve a riassumere i significati inclusi nel termine centramento Quasi ogni tratto della figura assume due ruoli o funzioni diversi a seconda del tutto (vecchia o giovane) di cui fa parte

In questa figura: molte parti cambiano totalmente ruolo, significato funzionale (nasone-profilo; occhio-orecchio) Altre mantengono inalterato il loro ruolo (velo, capelli) però mutano qualcosa del loro aspetto (aderente/fluttuante) Le uniche parti che non cambiano né ruolo né qualcosa del loro aspetto sono le ciglia dell’occhio di profilo e la pelliccia.