Il pensiero politico moderno

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Transcript della presentazione:

Il pensiero politico moderno Prof. Daniele Pelini Email: gigantomachia2000@yahoo.it

Thomas Hobbes (1588-1679) “Se due uomini desiderano la stessa cosa, e tuttavia non possono entrambi goderla, diventano nemici, e sulla via del loro fine (che è principalmente la loro propria conservazione, e talvolta solamente il loro diletto) si sforzano di distruggersi o di sottomettersi l’un l’altro” (Leviatano, I, 13)

Leviatano (1651) Leviathan ossia la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile

Leviatano (1651) Conformandosi all’indirizzo proprio del giusnaturalismo e, più in generale, alla tendenza fondamentale del suo tempo – che vede nel procedimento delle matematiche l’unico modello possibile della trattazione dimostrativa rigorosa, ossia a priori, di certi fatti – Hobbes ritiene possibile edificare la “filosofia civile” come una geometria politica, vale a dire derivarla deduttivamente muovendo da un numero ridotto di “postulati certissimi della natura umana” (more geometrico), che hanno un’evidenza paragonabile a quella degli assiomi della geometria

I postulati della natura umana a) bramosia naturale (cupitidas naturalis) Agire umano b) ragione naturale (ratio naturalis)

Il primo postulato della natura umana La bramosia naturale è quella tendenza insita nella natura umana per la quale ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni. Sulla base di essa l’uomo si comporta come essere asociale, egoista e violento, dominato dall’esclusivo interesse per la propria autoconservazione, il proprio piacere e la propria potenza

Il primo postulato della natura umana La bramosia naturale è quella tendenza insita nella natura umana per la quale ognuno pretende di godere da solo dei beni comuni. Sulla base di essa l’uomo si comporta come essere asociale, egoista e violento, dominato dall’esclusivo interesse per la propria autoconservazione, il proprio piacere e la propria potenza L’uomo non è un animale politico, nel senso che non è dotato di un istinto naturale che lo porta alla benevolenza e alla concordia con il prossimo: non esiste alcun amore naturale dell’uomo verso il suo simile

Il primo postulato della natura umana “Se gli uomini si accordano per commerciare, ciascuno si interessa non del socio ma del proprio avere. Se per dovere d’ufficio, nasce un’amicizia formale, è più timore reciproco che amore, sicché da essa nasce talvolta una fazione, mai la benevolenza. Se si associano per diletto o a scopo di divertimento, ciascuno si compiace soprattutto di ciò che eccita il riso per sentirsi superiore (com’è nella natura del ridicolo) nel confronto con la bruttezza e l’infermità altrui. […] ogni associazione spontanea nasce o dal bisogno reciproco o dall’ambizione, mai dall’amore o dalla benevolenza verso gli altri” (De cive, I, 2)

(cupitidas naturalis) Il diritto naturale a) bramosia naturale (cupitidas naturalis) Agire umano b) ragione naturale (ratio naturalis)

(cupitidas naturalis) Il diritto naturale a) bramosia naturale (cupitidas naturalis) diritto naturale (ius omnium in omnia) Agire umano b) ragione naturale (ratio naturalis) Il diritto naturale, che è “diritto su ogni cosa, anche sul corpo dell’altro” è dunque “la libertà che ciascun uomo ha di usare il suo potere come egli vuole, per preservare la sua natura, cioè la sua vita e di fare perciò qualunque cosa, che secondo il suo giudizio e la sua ragione riterrà come mezzo più adatto per quello scopo” (ius omnium in omnia)

Lo stato di natura Lo stato di natura si configura come uno stato di guerra incessante di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes) in cui homo homini lupus. Lo stato di natura non è uno stato immorale, bensì amorale perché premorale: non essendoci ancora una legge pattuita è del tutto fuori luogo parlare di giustizia o ingiustizia, legittimità o illegittimità, in riferimento alle azioni degli uomini; tutto è lecito e ognuno, per quanto saggio o forte, si trova in uno stato di continua minaccia e di insicurezza rispetto alla possibilità “di giungere al termine naturale della sua vita”

Lo stato di natura “[nello stato di natura] v’è continuo timore e pericolo di morte violenta, e la vita dell’uomo è solitaria, misera, sgradevole, brutale e breve. […] non c’è posto per l’industria, perché il frutto di essa è incerto, e per conseguenza non v’è cultura della terra, né navigazione, né uso dei prodotti che si possono importare per mare, né comodi edifici, né macchine per muovere e trasportare cose che richiedono molta forza, né conoscenza della faccia della terra, né calcolo del tempo, né arti, né lettere, né società” (Leviatano, I, 13)

Il secondo postulato della natura umana a) bramosia naturale (cupitidas naturalis) diritto naturale (ius omnium in omnia) Agire umano b) ragione naturale (ratio naturalis) legge naturale (lex naturalis)

Il secondo postulato della natura umana Sebbene lo stato originario dell’uomo sia quello ora descritto, già vivendo in esso ognuno avverte l’altra tendenza presente nella sua natura, quella razionale, che gli comanda con altrettanta perentorietà il principio fondamentale della legge naturale, la quale consente di sfuggire al gioco spontaneo e autodistruttivo degli istinti garantendosi così la sopravvivenza e la possibilità della felicità (godimento dei beni della terra). Tale principio, comanda in sostanza, di rifuggire la morte violenta come il peggiore dei mali

La legge naturale “Una legge di natura (lex naturalis) è un precetto, o regola generale scoperta dalla ragione, che vieta ad un uomo di fare ciò che è lesivo della sua vita, o che gli toglie i mezzi per preservarla, e di omettere ciò mediante cui egli pensa possa essere meglio preservata” (Leviatano, I, 14)

La legge naturale La prima legge naturale afferma e consiglia di ricercare la pace finché è possibile (pax est querenda): “Cercare e conseguire la pace in quanto si ha speranza di ottenerla; e, quando non si può ottenerla, cercare e usare tutti gli ausili e i vantaggi della guerra” (Leviatano, 14; De Cive, II, 2)

La legge naturale La seconda legge di natura consegue alla prima e consiglia di rinunciare al proprio diritto naturale (ius in omnia est retinendum): “L’uomo spontaneamente quando anche gli altri lo facciano e per quanto giudicherà necessario alla pace e alla sua difesa, deve rinunciare al suo diritto su tutto e accontentarsi di avere tanta libertà rispetto agli altri quanta egli stesso ne riconosce agli altri rispetto a sé”

La legge naturale La terza legge di natura consegue alla seconda ed afferma che “bisogna stare ai patti, cioè osservare la parola data” (pactis standum). Hobbes enuncia altre diciotto leggi naturali ricavabili dalla ragione che, assieme alla prime tre, offrono “il compendio della filosofia morale” (ossia la risposta alla questione «che cosa devo fare?»). Queste leggi obbligano interiormente gli individui ma non vincolano le loro azioni fin quando questi non decidono tutti assieme di osservarle stipulando un patto di unione (pactum unionis) che istituisce lo stato o società civile, detto anche persona civile perché, conglobando la volontà di tutti, si può considerare una sola persona

Lo Stato o società civile Bramosia naturale (cupiditas naturalis) Ragione naturale (ratio naturalis) Diritto naturale (ius omnium in omnia) Legge naturale (lex naturalis)

Lo Stato o società civile Bramosia naturale (cupiditas naturalis) Ragione naturale (ratio naturalis) Diritto naturale (ius omnium in omnia) Legge naturale (lex naturalis) Stato di natura

Lo Stato o società civile Bramosia naturale (cupiditas naturalis) Ragione naturale (ratio naturalis) Diritto naturale (ius omnium in omnia) Legge naturale (lex naturalis) Stato di natura Pactum unionis Società civile

Lo Stato o società civile Qual è la natura del patto che istituisce lo stato e quali sono i caratteri dell’organo sovrano così istituito?

Il patto di unione Pactum unionis a) Pactum societatis: perché la società non esiste in natura e si fonda sull’accordo che accomuna i contraenti Pactum unionis

Il patto di unione Pactum unionis a) Pactum societatis: perché la società non esiste in natura e si fonda sull’accordo che accomuna i contraenti b) Pactum subiectionis o pactum de imperio: perché ciascun individuo, nell’atto in cui si associa agli altri, rinuncia al proprio ius naturale demandandolo a un terzo (l’organo sovrano), verso il quale contrae l’obbligo dell’obbedienza in cambio della garanzia del diritto alla vita Pactum unionis

Il patto di unione “io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso, a quest’uomo o a quest’assemblea di uomini a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto e autorizzi le sue azioni in maniera simile” (Leviatano, II, 17)

Lo Stato assoluto “Questa è l’origine di quel grande Leviatano o per usare maggior rispetto, di quel Dio mortale al quale, dopo il Dio immortale, dobbiamo pace e difesa: giacché per l’autorità conferitagli da ogni singolo uomo della comunità, ha tanta forza e potere che può disciplinare, col terrore, la volontà di tutti in vista della pace interna e dell’aiuto scambievole contro i nemici esterni” (Leviatano, 17)

Lo Stato assoluto “Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura. Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le bestie più superbe” (Giobbe, 40-41)

Lo Stato assoluto “Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura. Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le bestie più superbe” (Giobbe, 40-41) Il mostro biblico è eretto a simbolo dello Stato perché questo è concepito come detentore di un potere assoluto sui propri sudditi, che gli deriva essenzialmente dalla natura del patto che lo istituisce

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano)

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio c) identità di giustizia e legalità

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio c) identità di giustizia e legalità c¹) obbedienza incondizionata allo Stato

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio c) identità di giustizia e legalità c¹) obbedienza incondizionata allo Stato d) Il sovrano è legibus solutus

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio c) identità di giustizia e legalità c¹) obbedienza incondizionata allo Stato d) Il sovrano è legibus solutus e) L’autorità religiosa è conglobata in quella statale

Lo Stato assoluto a) unilateralità del patto di soggezione (non coinvolge il sovrano) b) irreversibilità del patto b¹) inammissibilità del tirannicidio c) identità di giustizia e legalità c¹) obbedienza incondizionata allo Stato d) Il sovrano è legibus solutus e) L’autorità religiosa è conglobata in quella statale f) Indivisibilità del potere sovrano