José Enrique Galarreta

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Transcript della presentazione:

José Enrique Galarreta Colui che ha conosciuto Dio, l’ ABBA’, sa di essere perdonato in anticipo. Che Dio è “perdono continuo” un’accoglienza incrollabile. E’ la pratica di quanto domenica scorsa abbiamo udito: mi sento amato e rispondo amando; mi sento perdonato e rispondo perdonando. José Enrique Galarreta Testo: Matteo 18, 21-35 // 24 Tempo Ordinario –A- . Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez. Musica: Ludwing van Beethoven. Romanza per violino.

Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» Pietro pone a Gesù la domanda sul perdono. Non parla per tutti, domanda a livello personale: “se mio fratello mi offende...” Pietro, forse credeva di proporre un numero esagerato. I rabbini pallavano delle 4 volte come il massimo, così Pietro pensava di proporre il colmo della generosità. Il sette indica “molte volte". Pietro offre un generoso perdono, ma ancora nella norma. In Pietro sorse la domanda: “se mio fratello mi offende..." Cioè non pensò che proprio lui, Pietro, poteva giungere ad offendere un fratello. E io, perdono con facilitò? Rimugino sull’offesa? Cerco di non offendere gli altri?

E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Gesù corregge Pietro con forza: il problema non sta in “quante volte”, ma nel sempre. La infinita capacità divina di perdonare deve convertirsi in modello per i seguaci di Gesù. Il perdono è la conseguenza dell’amore e l’amore non ha limiti. Gesù sconvolge legge e norma. Passa dal legalismo generoso di Pietro al perdono previo, incondicionato, gratuito, totale... di Dio. Gesù, immagine del Padre, ci insegna che cos’è il perdono e il modo di perdonare. Non c’è niente di più liberante e di più esigente dell’amore-perdono gratuito e illimitato, per tutto e per tutti. Come quello di Gesú.

Perciò il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: "Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto". Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito. La parabola è esclusiva di Matteo. In Gesù il perdono è presente non solo nelle parole ma – soprattutto - nelle opere, nella sua vita. Perdona constantemente e fa del perdono uno dei temi fondamentali della sua predicazione e del suo agire abituale. Non è un problema di numeri e di contabilità, ma è un cambio di mentalità. Non dobbiamo tenere il conto delle offese che ci fanno, o che crediamo ci vengano fatte, né delle volte che abbiamo perdonato mostrandoci generosi. Il perdono agli altri non è la condizione perché Dio ci perdoni, ma il risultato del percepire e usare l’amore e il perdono di Dio.

Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: "Paga quello che devi!" Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me, e ti pagherò". Ma l'altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?" Il perdono nasce dalla esperienza del sentirsi amati e perdonati. Chi prova la misericordia del Padre, il perdono totale, senza condizioni, la immensa tenerezza con cui Dio avvolge e sostiene, non può continuare a calcolare i limiti del perdono e dell’accoglienza. Chi non riconosce o dimentica la quantità di perdono di cui ha bisogno, diviene duro di cuore con sé stesso e con gli altri e si rende incapace di perdonarsi e di perdonare.

E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello». Non si tratta del fatto se Dio si comporterà con noi come ci siamo comportati: si tratta del fatto che dobbiamo comportarci con gli altri come Dio si comporta con noi. Dio è Amore. E l’amore deve caratterizzare i seguaci di Gesú: “Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete a vicenda". E uno degli aspetti più significativi dell’amore è il perdono.

Come Te, Padre Sui buoni e sui cattivi, Padre, fai brillare il sole e cadere la pioggia. Sostieni tutti, a tutti offri il tuo aiuto e sussurri parole di vita e di tenerezza, independentemente dai loro meriti, dalla loro bontà o malizia, dal loro credo. Ami tutti, Ami l’ingiusto, ma detesti l’ingiustizia. Ami il povero, ma aborrisci la povertà. Ami l’arrogante, ma ti disgusta l’orgoglio. Incidi in noi le chiavi del tuo cuore, e dona alle nostre viscere le vibrazioni che tu vuoi come atteggiamento di rispetto per i diversi, perché possiamo dialogare con i lontani, difendere i deboli, prestare senza attendere ricompensa, accogliere l’immigrato, e amare tutti al di là dei nostri gusti e delle preferenze. Insegnaci, Padre, ad essere come Te. Che tutti possano esclamare: “Sono figli degni di tale Padre”. Ulibarri, Fl