PARAMYXOVIRUS
Virus parainfluenzali [PIV types 1,2,3,4] Virus della Parotite PARAMYXOVIRUS Virus parainfluenzali [PIV types 1,2,3,4] Virus della Parotite Morbillivirus: Virus del morbillo Pneumovirus: Virus respiratorio sinciziale (RSV), Metapneumovirus umani (HMPV)
STRUTTURA dei PARAMYXOVIRUS GENOMA: RNA singola elica, non segmentato, a polarità negativa CAPSIDE: Nucleoproteina (NP), fosfoproteina (P) , proteina grande “large” (L) MATRICE: Proteina della matrice (M) ENVELOPE: Emagglutinina-Neuraminidasi (HN) – proteina di attacco, ad attività emoadsorbente e emoagglutinante Proteina di fusione (F) (Fo F1 e F2 associate attraverso ponti disolfuro)
REPLICAZIONE DEL GENOMA E TRASCRIZIONE
Virus parainfluenzali Agenti eziologici di malattie respiratorie acute nei bambini Negli adulti infezioni meno gravi Presentazioni cliniche I virus parainfluenzali sono una causa importante di patologie all’apparato respiratorio, soprattutto nei bambini e nei neonati (15% dei raffreddori, croup, bronchiti, bronchioliti e polmoniti infantili). La malattia dura in media dai 7 ai 10 giorni. Trasmissione La trasmissione avviene sempre attraverso aerosole e le mucose nasali e le alte vie aeree sono il sito iniziale dove avviene la replicazione virale. Lo shedding virale dura fino ad 11 giorni dopo l’infezione, e anche più a lungo negli immunocompromessi
Incidenza e rischio: Dipendono dal siero-tipo Tipo 1 e 2: nei bambini infezioni delle medie-alte vie respiratorie (laringo-treacheo-bronchite) - epidemie ogni 2 anni con maggiore incidenza nei bambini di 2-3 anni Tipo 3: bronchilotite e polmoniti - frequente sotto i 6 mesi di età Tipo 4: più raro e difficile da isolare La maggior parte delle infezioni sono endemiche, ma i tipi 1 e 2 possono causare piccole epidemie
Risposta immunitaria Infezioni ripetute Titoli IgG elevati Titoli IgA (protettive) calano tra 1-6 mesi dopo l’infezione
Diagnosi Una diagnosi di laboratorio. La diagnosi clinica è difficile Aumento titolo anticorpale: ELISA, inibizione della emoagglutinazione, fissazione del complemento, neutralizzazione (non identificative del siero-tipo) Isolamento: da secrezioni nasofaringee (difficile – virus instabile) in cellule di rene di scimmia e di embrione umano Immunofluorescenza o emoadsorbimento
Prevenzione e controllo L’immunità è specifica per sierotipo. Sebbene siano in corso studi per sviluppare un vaccino, non è disponibile alcun vaccino commerciale
Virus della parotite La parotite epidemica, gli orecchioni, è una si manifesta con un aumento di volume delle ghiandole parotidi Può avere un decorso asintomi, ma può anche interessare diversi organi Si manifesta con piccole epidemie alla fine dell'inverno/primavera Colpisce principalmente i bambini tra i 3 e 15 anni La parotite determina immunità permanente, anche se si sono verificati casi di soggetti esposti due volte alla malattia
Patogenesi della parotite Ingresso (tratto respiratorio – saliva e secrezioni respiratorie) Incubazione 16-18 giorni dopo esposizione Moltiplicazione a livello dell’epitelio del tratto respiratorio superiore e dei linfonodi regionali Viremia primaria Testicoli, meningi, pancreas, ovaio Ghiandole salivari Viremia viruria
Complicanze 1) Nel 20% dei maschi che hanno superato la pubertà e che vengono infettati, il virus può localizzarsi a livello organi genitali, determinando un'infiammazione dei testicoli (orchite). L'infiammazione compare tra il sesto e il settimo giorno di malattia; la febbre si alza improvvisamente, accompagnata da brividi, il testicolo colpito si gonfia, arrivando ad una dimensione di due o tre volte il normale. In 1/4 dei casi, l'orchite è bilaterale. Si manifestano sintomi quali dolore scrotale, nausea e vomito. La sterilità permanente è possibile, anche se abbastanza rara; più frequente un'impotenza su base psichica. Questa complicanza è rarissima nei bambini prima della pubertà.
Complicanze 2) Nel 10% dei pazienti Il virus può raggiungere il sistema nervoso, con meningite a liquor limpido. Si accompagnano febbre, cefalea, vomito e rigidità della nuca Normalmente la risoluazione è in 10 giorni, senza sequele. Più rara la comparsa di encefalite (1 caso su 6.000), che ha un‘elevata letalità (50%). 3) Possono essere colpite altre ghiandole: ghiandole salivari, la prostata nei maschi (prostatite) e il pancreas (pancreatite) 4) La parotite contratta in gravidanza può causare l'aborto o la morte del feto in utero. Non esistono studi che confermino la possibilità di malformazioni fetali
Prevenzione La prevenzione è legata all'isolamento del soggetto infetto, anche se non del tutto efficace, in quanto il virus viene trasmesso anche nella fase pre-sintomatologica. Ai fini preventivi esiste anche un vaccino che conferisce una protezione al 75-95%. La somministrazione del vaccino viene consigliata insieme a quelli per la rosolia e il morbillo, all'età di 15 mesi. La somministrazione deve essere ripetuta a 5 - 6 anni, da eseguire contemporaneamente alla dose di richiamo di vaccino DtaP (difterite - tetano - pertosse acellulare). Il vaccino è raccomandato per i soggetti maschi che abbiano superato la pubertà, senza aver contratto la malattia Vaccini: virus vivo attenuato – anticorpi protettivi per almeno 12 anni, utilizzato anche in Italia virus ucciso con formalina – anticorpi declinano dopo 3-6 mesi dalla vaccinazione
Diagnosi La diagnosi clinica è semplice Nei casi dubbi è possibile la ricerca degli anticorpi specifici (emoadsorbimento, inibizione emoagglutinazione, fissazione complemento)
Virus del morbillo Il virus del morbillo si trasmette da persona a persona per via respiratoria Il morbillo inizia con febbre alta seguita da tosse, naso che cola e congiuntivite Al calare della febbre compare una caratteristica eruzione (rossore) della pelle che a cominciare dal volto si estende a tutto il corpo Le complicazioni più frequenti sono le infezioni dell’orecchio medio (otite), la polmonite (nel 5-6% dei bambini ammalati di morbillo), la laringite e la diarrea Altra complicazione temibile è l’encefalite che si ha in 1 ogni 1000 casi di morbillo, può provocare la morte e nei pazienti che sopravvivono spesso vi è un danno cerebrale permanente o un ritardo mentale Da 3 a 10 bambini su 10.000 casi muoiono a causa della malattia. Il decesso è più frequente nei lattanti e tra gli individui con sistema immunitario compromesso.
Patogenesi del morbillo Ingresso (tratto respiratorio – saliva e secrezioni respiratorie – forse occhio) Moltiplicazione epitelio tratto respiratorio superiore e linfonodi regionali (sintomi prodromici: rinite, congiuntivite, tosse secca, angina, febbre, macchie di Koplik sulla mucosa buccale) Incubazione 10-12 giorni dopo esposizione Viremia primaria Tessuto linfoide pelle Esantema (capo, volto e estremità – deriva da interazione linfociti T con cellule infettate – assente in bambini con deficit di linfociti T in cui si manifesta polmonite a cellule giganti) Viruria, secrezioni respiratorie e oculari
Complicanze del morbillo Frequenza nei casi Diarrea 1 ogni 6 Otite 1 ogni 20 polmonite / bronchite 1 ogni 25 Convulsioni 1 ogni 200 Encefalite 1 ogni 1.000 Trombocitopenia 1 ogni 3.000 Morte 1 ogni 1.000 – 10.000
Panencefalite subacuta sclerosante (PESS) Oltre ad una malattia acuta contagiosa, occasionalmente il virus del morbillo può determinare nei bambini e negli adoloscenti una malattia cronica degenerativa (panencefalite subacuta sclerosante) Malattia cerebrale evolutiva, di solito fatale, che si presenta, abitualmente, da mesi ad anni dopo un episodio di morbillo ed è caratterizzata da deterioramento mentale, spasmi mioclonici e convulsioni
Panencefalite subacuta sclerosante (PESS) Il virus del morbillo si rileva a livello del cervello dei pazienti mediante microscopia elettronica e in biopsie cerebrali La PESS è stata descritta in bambini che non avevano riferimento anamnestico di morbillo, ma ai quali era stato somministrato il vaccino anti-morbillo, benché qualcuno di questi casi possa essere risultato da un’infezione non diagnosticato nel primo anno di vita La PESS si verifica in circa 6-22 casi di morbillo su 1 milione. Con la vaccinazione l’incidenza è anche più bassa (circa 1 caso per milione di dosi di vaccino) I maschi sono colpiti più frequentemente delle femmine. La malattia insorge abitualmente prima dei 20 anni di età. La PESS è estremamente rara negli USA e nell’Europa Occidentale.
Vaccino Il vaccino contro il morbillo è combinato con il vaccino contro rosolia e parotite (vaccino MPR). E’ costituito da virus vivo attenuato La vaccinazione contro il morbillo prevede la somministrazione di due dosi. La prima è eseguita a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro i 15 mesi d’età. La seconda dose, è attualmente prevista a 5-6 anni da eseguire contemporaneamente alla dose di richiamo di vaccino DTaP (difterite - tetano - pertosse acellulare). A chi è consigliato ? Ai bambini dopo l’anno di età Agli adolescenti e ai giovani adulti non immuni Alle persone non immuni che sono venute a contatto con malati di morbillo (la vaccinazione eseguita entro 72 ore può prevenire lo sviluppo della malattia); I bambini tra i 6 e i 12 mesi se è in corso una epidemia di morbillo; Individui con infezione da HIV ma senza i sintomi di AIDS
Efficacia del vaccino La vaccinazione contro il morbillo effettuata con due dosi, ha un’efficacia del 98 – 99 % L’immunità dura tutta la vita Poiché il vaccino contro il morbillo è disponibile solo nella forma trivalente, cioè associata con i vaccini antirosolia e antiparotite, con questa stessa vaccinazione si ottiene anche la protezione permanente contro la rosolia (efficacia 100 %) e contro la parotite (efficacia 95 %).
Diagnosi Clinica (durante epidemia) Nella fase prodromica: IF in strisci della mucosa naosfaringea Isolamento virale da secrezioni nasali, faringee, sangue, urine in cellule di rene di scimmia Sierologica: ELISA, fissazione complemento, emoagglutinazione (fase acuta vs convalescenza) Anticorpi nel liquido cerebro-spinale: suggestivi di danno barriera emato-encefalica – segno di disturbo neurologico
Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) RSV: principale causa di malattie respiratorie nei bambini (6 settimane-6 mesi di vita) di infezioni nosocomiali nei reparti pediatrici Epidemie circoscritte e brevi Trasmissione: secrezioni respiratorie Risposta immunitaria da IgA modesta Reinfezioni spesso nel 2° anno di vita e nell’adulto per rapido declino delle IgA
Previsione dell’andamento mensile dell’infezione da RSV in Italia sulla base della valutazione dei risultati dello Studio Osservatorio VRS. Conoscere l'andamento stagionale delle infezioni da RSV è importante per poter mettere in atto una prevenzione efficace
RSV Ingresso (tratto respiratorio) Moltiplicazione: epitelio tratto respiratorio superiore Negli adulti e nei bambini più grandi si conclude con questo stadio (Sintomi simil-raffreddore) Nel 50% dei bambini sotto 8 mesi di vita si diffonde a tratto respiratorio inferiore (bronchite, bronchiolite, polmonite) per mancanza di IgA nelle secrezioni respiratorie In alcuni casi morte per necrosi dell’epitelio dei bronchi e bronchioli, polmonite interstiziale, enfisema (danno diretto della replicazione virale)
Diagnosi Ricerca antigeni virali nelle cellule di sfaldamento dell’epitelio respiratorio: IF Isolamento virale da secrezioni nasali o faringee in cellule umane (formazione cellule giganti) Sierologica: aumento titolo anticorpale (ELISA; fissazione complemento)
RSV sequele Problemi respiratori ricorrenti
Terapia Ribavirina (analogo della guanosina) Palivizumab è un anticorpo monoclonale indicato per la prevenzione dell’infezione da virus respiratorio sinciziale nei bambini ad alto rischio d’infezione. È registrata anche la somministrazione mensile durante la stagione di maggiore diffusione del RSV; la prima dose dovrebbe essere somministrata prima dell’inizio della stagione di comparsa di questo virus.
METAPNEUMOVIRUS UMANI Strettamente correlati a RSV isolato per la prima volta in Olanda nel 2001 ubiquitario (sieropositivita entro i 5 anni) infezioni asintomatiche infezioni sintomatiche: -tipo raffreddore (15% dei casi nei bambini) -più gravi del tratto respiratorio superiore ed inferiore(bronchiti, polmoniti) 2 tipi principali (A, B) ciascuno con 2 sottotipi (A1, A2; B1, B2)
Togavirus Trasmissione: via respiratoria
Giorni dopo l’infezione Titolo anticorpale Giorni dopo l’infezione
Malattia Rosolia Rosolia congenita (lesioni emorragiche della cute, ritardo mentale, disturbi visivi, ciecità, disturbi cardiaci, altre anormalità) (ridotta con vaccinazione) Linfoadenopatia
Risposta immune L’immunità a cellule T ha un ruolo importante per la guarigione Le IgM possono persistere fino ad un anno di età Si sviluppano anche IgG e IgA
Complicazioni Sono estremamente rare (1 in 6000 casi). L’encefalopatia da rosolia (mal di testa, vomito, rigità nucale, letargia, convulsioni) si può verificare 6 giorni dopo il rash. Usualmente dura solo pochi giorni e la maggior parte dei pazienti si riprendono (non ci sono sequele). Nel caso in cui si verifica la morte, questa avviene in pochi giorni dai sintomi. Altre rare complicazioni includono orchiti, neuriti and panencefaliti
Diagnosi Clinica (virus ubiquitario, molte infezioni inapparenti o con sintomi simili ad altre infezioni virali (EBV, enterovirus, alcuni adenovirus…) Isolamento virale Sierologica
Vaccino Vivo attenuato