Ontologia 13-14 Lezione 20 Lunedì 18 Nov. 2013 1.

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Ontologia Lezione 20 Lunedì 18 Nov

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Calendario 18 Nov. (oggi): Orilia su slingshot Merc. 20 NOVEMBRE: LEZIONE RINVIATA Lez. 21, Ven. 22 Nov.: Potetti su: D. Davidson, “la causazione come relazione tra eventi” (cap. 6.3 in Metafisica, classici coontemporanei, a cura di A.C. Varzi) Lez. 22, ERA PREVISTA per Lun. 25 Nov.: Emili su H. Mellor, “la causazione tra fatti” (cap. 6.3 in Metafisica, classici contemporanei, a cura di A.C. Varzi). Possiamo recuperarla Merc. 27 Nov.? (per es. facendo 2 ore consecutive) 3

Calendario (cont.) Lez. 23, 27 Nov.: Buratti su M. Dummett, “Può un effetto precedere la sua causa?” (cap. 6.3 in Metafisica, classici coontemporanei, a cura di A.C. Varzi) Lez. 24, 29 Nov.: Andrea Zingaretti au J. F. Woodward, “Agency and interventionist theories” (cap. 11, part II di Oxford handbook of causation, a cura di HELEN BEEBEE, CHRISTOPHER HITCHCOCK, AND PETER MENZIES). Lez. 25, 2 Dic.: Caldarelli su causalità nella giurisprudenza Lez. 26, 4 Dic.: Nicole Matani su J. Williamson, “Probabilistic Theories”, cap. 9, part II da Oxford Handbook of Causation. Lez. 27, 6 Dic.: Paolini su agent causation Lez. 28, 9 Dic.: Orilia sulla causazione mentale Lez. 29, 11 Dic.: Orilia: Ehring su causation and persistence Lez. 30, 13 Dicembre: Orilia: conclusioni 4

Lo slingshot Questa argomentazione intende dimostrare che c'è un unico fatto corrispondente a tutte le proposizioni vere. Si può far risalire a Frege, secondo il quale tutti gli enunciati veri denotano IL VERO e tutti gli enunciati falsi denotano IL FALSO Una versione dell'argomentazione si ritrova in Goedel Una versione si ritrova in Quine, che la usa contro la logica modale 5

Davidson e lo slingshot Nell'articolo "Causal relations" (v. ant. di Varzi), l'argomento viene utilizzato per dimostrare che la "forma logica" degli enunciati causali non è – il fatto che P ha causato il fatto che Q Traducendo dal piano linguistico a quello ontologico, D. di fatto vuole argomentare che i relata causali sono eventi intesi come PARTICOLARI piuttosto che fatti (intesi come...?) 6

slingshot in "causal relations" (i) Nell'articolo in questione l'argomentazione è presente in modo non del tutto esplicito a p. 429 ed è utilizzata in una maniera un po' contorta per mostrare che vedere il causare come relazione tra fratti ci porterebbe a dire che "causa" è vero-funzionale, mentre di fatto non lo è 7

intermezzo sulla vero-funzionalità Esempio: & è vero-funzionale perché il valore di verità di P&Q dipende dai valori di P e Q. Quindi, se P ed R hanno lo stesso valore, P&Q ed R&Q hanno lo stesso valore. NB: data la vero-funzionalità (estensionalità) di "&", possiamo sostituire in "P" termini co- referenziali oppure parti logicamente equivalenti. Esempi: V(la stella della sera è un pianeta & Q) = V(la stella del mattino è un pianeta & Q) V(  S & Q) = V(S &Q) 8

Non vero-funzionalità di "causa" Invece "causa" non è vero-funzionale. Se (1) "P causa Q" è vero, sia P che Q sono veri. Se "causa" fosse vero- funzionale, potremmo allora sostituire P a Q e Q a P ottenendo un enunciato vero: (2) Q causa P Ma ovviamente, dato (1), (2) non è (in generale) vero. Quindi "causa" non è vero- funzionale (Davidson, p. 428) 9

slingshot in "causal relations" (ii) (1) il fatto che P causa il fatto che Q A p. 429 Davidson argomenta che nell'enunciato (1) noi possiamo sostituire in "P" termini co- referenziali o parti logicamente equivalenti e quindi finiamo per trattare "causa" come non vero-funzionale, contrariamente a quanto abbiamo appena visto. l'argomentazione di fatto mostra (con certe assunzioni) che, dati due qualsiasi enunciati veri P e Q, il fatto che P = il fatto che Q (slingshot) 10

indipendenza dello slingshot dalla relazione causale Lo slingshot può essere presentato indipendentemente da considerazioni che riguardano la causalità Come del resto fa Davidson in "Truth and Meaning" (1967); tra poco discuteremo questa versione generale che non tocca di per sé la causalità Ovviamente, c'è un'immediata ripercussione sul problema dei relata causali. Non possiamo sostenere, per es., che questi due enunciati sono altrettanto veri: il fatto che Mario ha tirato il sasso ha causato il fatto che il vetro si è rotto il fatto che la neve è bianca ha causato il fatto che il vetro si è rotto 11

Preliminari su operatore di astrazione {x: x è un cavallo} = l'insieme dei cavalli Notazione: si usa anche {ŷ: y è un cavallo} {x: x=x} = l'insieme degli oggetti autoidentici, in pratica l'insieme di tutte le cose Consideriamo una qualsiasi proposizione vera P (per es., che Roma è la capitale d'Italia). Chiaramente {x: x è un cavallo & P} = l'insieme dei cavalli {x: x=x & P} = l'insieme degli oggetti autoidentici. Quindi: {x: x=x} = {x: x=x & P} P  {x: x=x} = {x: x=x & P} (Perchè? v. prossima diap.!) 12

P  {x: x=x} = {x: x=x & P} Assumiamo P. Allora, per i motivi che abbiamo visto, identifico lo stesso insieme (l'insieme universale) sia con il predicato "x = x" che con "x =x & P". Quindi {x: x=x} = {x: x=x & P} Assumiamo {x: x=x} = {x: x=x & P}. Questa identità può essere vera solo se P è vero. Infatti, se P fosse falso, il predicato "x = x & P" sarebbe vero di nessun oggetto (per es., non c'è un oggetto x che è autoidentico ed è tale che la neve è nera). Ossia "{x: x=x & P}" denoterebbe l'insieme vuoto. Quindi, P deve essere vero 13

Assunzioni dello slingshot (Co-ref) dentro il contesto "il fatto che..." posso sostituire un termine singolare "a" con un termine co- referenziale "b", senza che cambi il denotatum. (Log-eq) dentro il contesto "il fatto che..." posso sostituire un enunciato "A" con un enunciato logicamente equivalente "B" senza che cambi il denotatum. In altri termini, "il fatto che..." è estensionale come "non è vero che..." oppure "P &..." E quindi non è intensionale, al contrario di "Giovanni crede che..." 14

Lo slingshot (0) Siano P e Q entrambe vere. (1) P  {x: x=x & P} = {x: x=x} (v. diapositiva 12) (2) Q  {x: x=x & Q} = {x: x=x} (v. diapositiva 12) (3) il fatto che P = il fatto che {x: x=x & P} = {x: x=x} (da 1 via Log-eq) (4) il fatto che Q = il fatto che {x: x=x & Q} = {x: x=x} (da 2 via Log- eq) (5) {x: x=x & P} = {x: x=x} (da 0 e diap. 12) (6) {x: x=x & Q} = {x: x=x} (da 0 e diap. 12) (7) {x: x=x & P} = {x: x=x & Q} (da 5 e 6 per transitività dell'identità) (8) il fatto che P = il fatto che {x: x=x & Q} = {x: x=x} (assumendo co- ref sostituisco in 3 " {x: x=x & P} " con " {x: x=x & Q} ", dato che 7 ci dice che sono co-referenziali; ) (9) il fatto che P = il fatto che Q (da 8 e 4 per transitività dell'identità) 15

Variante dello slingshot con descrizioni definite Obama = l'x tale che x = Obama & P P  l'x tale che x = Obama & P Oppure l'uomo più alto della terra = l'uomo tale che è più alto di ogni altro uomo ed è tale che la neve è bianca La neve è bianca  l'uomo più alto della terra = l'uomo tale che è più alto di ogni altro uomo ed è tale che la neve è bianca In ultima analisi l'astrattore per insiemi si può vedere come una descrizione definita: "l'insieme che ha come membri esattamente tutti gli oggetti che sono cavalli" 16

Problema con le descrizioni definite La neve è bianca  l'uomo più alto della terra = l'uomo tale che è più alto di ogni altro uomo ed è tale che la neve è bianca Assumendo la teoria delle descrizioni di Russell, il lato destro potrebbe essere falso perché fallisce la condizione di esistenza, oppure quella di unicità, senza che sia falso il lato sinistro (Potremmo avere un mondo possibile dove la neve è bianca e non ci sono uomini oppure ci sono due uomini che hanno esattamente la stessa altezza) Quindi non abbiamo un'equivalenza logica Ma sorvoliamo su questo 17

Accettare le assunzioni? (Co-ref) dentro il contesto "il fatto che..." posso sostituire un termine singolare "a" con un termine co- referenziale "b", senza che cambi il denotatum. (Log-eq) dentro il contesto "il fatto che..." posso sostituire un enunciato "A" con un enunciato logicamente equivalente "B" senza che cambi il denotatum. Molti filosofi respingono l'una o l'altra. Barwise & Perry 1981 respingono entrambi (v. appendice sullo slingshot in "Facts" nella SEP) Io di sicuro respingo (Log-eq). Vediamo perché. 18

Analizziamo alla Russell + Armstrong Cosa vuol dire, per es., "il fatto che la stella della sera riflette la luce del sole fa sì che la stella della sera è visibile"? Accettando la teoria delle descrizioni di Russell e un approccio ai fatti alla Armstrong: esiste esattamente un x tale che x è stella della sera; esiste una proprietà P corrispondente al predicato "riflette la luce solare"; esiste esattamente un fatto f che consiste nella esemplificazione di P da parte di x ; tale fatto f fa sì che

Con una tale analisi vediamo subito che non possiamo (seguendo (Log-eq)) sostituire a "la stella della sera riflette la luce del sole" il pur equivalente {x: x=x & la stella della sera riflette la luce del sole} = {x: x=x} Infatti otteniamo: 20

il fatto che {x: x=x & la stella della sera riflette la luce del sole} = {x: x=x} fa sì che la stella della sera è visibile Ossia, questo nonsense: esiste esattamente un insieme a contenente gli oggetti con la proprietà corrispondente a " x=x & la stella della sera riflette la luce del sole"; esiste esattamente un insieme b contenente gli oggetti con la proprietà corrispondente a "x = x"; esiste una relazione R corrispondente a "="; esiste esattamente un fatto f che consiste nella esemplificazione di R da parte di a e b e tale fatto f fa sì che fa sì che la stella della sera è visibile Ossia, l'identità tra due insiemi fa sì che la stella della sera è visibile! 21

Mellor, Neale Mellor (nell'antologia di Varzi, p. 454) respinge (Co-ref.) quando "il fatto che..." viene usato in un contesto causale. Ma come abbiamo visto il problema è più generale. S. Neale dedica un intero libro (Facing Facts) allo slingshot e fa notare che l'argomento è assolutamente generale e non riguarda solo i fatti. Infatti è riproducibile con espressioni quali "l'evento che...", "la proposizione che..." Neale sostiene che l'argomento sostanzialmente impone a chi usa queste locuzioni un'appropriata teoria delle descrizioni (Neale è un difensore dell'approccio russelliano) In effetti, Davidson... 22

e Davidson tratta i termini singolari per eventi come descrizioni alla Russell il bacio di Marta a Davide ha fatto ingelosire Tommaso esiste (esattamente) un evento x tale che x è un baciare e l'agente di x è Marta e il paziente di x è Davide e x causa... Rimane da vedere di che natura sono le entità su cui spaziano queste variabili. Tropi? Eventi/stati d cose alla Kim/Armstrong? 23

Il disposizionalismo Le disposizioni sono definite come proprietà del secondo ordine o proprietà di proprietà; sono il vero e proprio oggetto di cui parlano le leggi di natura. Proprietà disposizionale: concetto contrario alla proprietà occorrente o manifesta. Karl Popper: tutte le proprietà fisiche sono disposizionali. Sidney Shoemaker: le disposizioni non esistono ma sono dovuti al funzionamento di una lingua naturale. Rudolf Carnap: le disposizioni sono termini intermedi tra i termini osservativi e termini teorici. Il disposizionalismo 24

Le disposizioni codificano in modo sintetico informazioni sul tessuto relazionale del mondo dell’esperienza e della scienza. Problema della riducibilità delle disposizioni a proprietà occorrenti: ridurre non implica necessariamente eliminare. Ipotesi: una teoria delle leggi basata su proprietà disposizionali, intese come relazioni descritte in modo isomorfico da modelli matematici. Il disposizionalismo 25

Il disposizionalismo: soluzione probabile? Il carattere di controfattualità delle leggi è assicurato: le disposizioni sono presenti anche quando non si manifestano: questo spiega il perché le leggi si riferiscono anche a situazioni possibili reggendo controfattuali. Il carattere idealizzato delle leggi, per cui esse sono vere nel modello e sono approssimative nella realtà, è salvato: ammettono gradi. Le leggi non sono mere convenzioni prive di contenuto empirico, perché si riferiscono ai fenomeni per approssimazione. Le proprietà dei corpi vengono identificate sulla base delle loro relazioni causali e attribuiamo poteri causali nei singoli eventi. Conclusioni 26

La relazione causale è epistemicamente e ontologicamente prioritaria rispetto alle leggi causali, perché queste vengono ottenute quantificando sia sulle proprietà singole sia sulle circostanze causali. (Le leggi non-causali si ottengono considerando la variazione funzionale di proprietà o disposizioni non causali dei corpi). Il carattere di necessità delle leggi è ereditato dalle proprietà di un genere (type) o dai suoi poteri causali. Nella causalità deterministica, si concepiscono le cause come necessarie e sufficienti per l’effetto, la legge causale eredita la necessità. Il carattere di verità: le leggi fondamentali non sono né vere né false, ma più o meno adeguate a descrivere i fenomeni: mentre l’adeguatezza ammette gradi, anche se non misurabili precisamente, la verità non ne ammette. Conclusioni 27

La nozione di spiegazione scientifica: obiezione a questa teoria. Non è ovvio spiegare un fenomeno affermando che è la disposizione di un oggetto fisico che lo permette? (Es. un vetro si è rotto perché ha la tendenza/disposizione a rompersi…). Il carattere di adeguatezza alla pratica e ai fini generali della scienza: 1.Le disposizioni sono essenzialmente relazioni tra proprietà e la conoscenza delle entità naturali permessa dalla scienza è essenzialmente relazionale e strutturale. 2.Conferma nella scienza della nozione di potere causale o di capacità: meccanica quantistica. Essa si riferisce ad un sistema di disposizioni irriducibilmente probabilistiche (non in senso antropomorfico) che legano il mondo microscopico agli strumenti macroscopici 3.Realismo di tipo strutturale: ciò che si mantiene sempre invariata (a prescindere dalle leggi da Newton ad Einstein) è la struttura matematica, con le relative equazioni che stabiliscono relazioni tra fenomeni Conclusioni 28