Scienza e filosofia nell’età ellenistica e romana 323 – 31 a. C

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Transcript della presentazione:

Scienza e filosofia nell’età ellenistica e romana 323 – 31 a. C Scienza e filosofia nell’età ellenistica e romana 323 – 31 a. C.: età ellenistica 31 a. C. – 476 d. C.: età romana

Caratteristiche della cultura in età ellenistica Le conquiste di Alessandro Magno e la fine delle poleis mettono in crisi la filosofia dei secoli precedenti Il cittadino della polis sparisce, diventa suddito e si sente meno protagonista della vita dello Stato: Si diffonde una visione pessimistica della vita e la filosofia assume conseguentemente un compito consolatorio Il filosofo si sente meno protagonista e perde l’idea di poter abbracciare e dominare col suo sapere tutti gli aspetti della realtà  si diffonde l’idea della specializzazione e si sviluppano le scienze

La nascita delle scienze La scienza antica si sviluppa ad Alessandria d’Egitto, dove vengono create due grandi istituzioni: la Biblioteca e il Museo E’ segnata dalla scissione fra teoria e tecnica: la scienza non è finalizzata ad un uso pratico; mancano esperimenti

Settori principali Geometria e matematica: Euclide Fisica e matematica: Archimede Astronomia: Eratostene, Aristarco di Samo e Tolomeo Medicina: Galeno

Archimede di Siracusa Unisce fisica e matematica ed anticipa il pensiero di Galilei

Geometria e matematica Euclide negli Elementi di geometria elabora un sistema di dimostrazioni e teoremi, che ancora oggi sono insegnati nelle scuole senza grandi cambiamenti

Eratostene Dimostra la sfericità della terra Calcola con buona approssimazione il diametro della terra Per primo introduce il sistema di meridiani e paralleli nel tracciare le carte geografiche

Lo gnomone

Astronomia Partendo dalle difficoltà del modello geocentrico, Aristarco di Samo (310-230 ca) propone un modello eliocentrico che anticipa Copernico (1473-1543) La sua proposta non avrà successo e si imporrà definitivamente il modello geocentrico con Claudio Tolomeo (100-175 circa)

Galeno (129-216 d.C.) Riprende la tripartizione platonica dell’anima e mostra che per comprendere le malattie bisogna intrecciare fisicità e spiritualità

Le tre grandi correnti filosofiche dell’età ellenistica Stoicismo Epicureismo Scetticismo

Stoicismo la fisica: l’universo è costituito da due principi: un principio passivo, la materia, ed un principio attivo, la divinità concepita come spirito (logos) o soffio vitale (pneuma), che è all’origine della concatenazione necessaria degli avvenimenti, che ciclicamente si ripetono identici (“Socrate tornerà a bere la cicuta”), dopo una grande conflagrazione cosmica (ecpirosi) l’etica: il saggio è colui che sa accettare l’ordine dell’universo sradicando da sé le passioni (apatia, liberazione dalle passioni).

Epicureismo fisica: ripresa dell’atomismo di Democrito in cui però viene introdotto il concetto di clinamen (inclinazione) che rende la sua fisica indeterministica; molteplicità di mondi etica: obiettivo dell’individuo è il sereno distacco dal mondo circostante e dai suoi turbamenti (atarassia, imperturbabilità); Epicuro propone il tetrafarmaco contro le principali paure che affliggono l’uomo: 1) paura della morte 2) paura degli Dèi 3) paura del dolore 4) paura che il piacere sia irraggiungibile

Epicuro: come eliminare la paura degli Dèi Gli Dèi esistono ma non si occupano del mondo e lo dimostra il fatto che lasciano il male nel mondo Possono e vogliono togliere il male Possono e non vogliono “ Non possono e vogliono “ Non possono e non vogliono “

Scetticismo il nome della corrente viene da skepsis, “ricerca”, “indagine”, “dubbio” che porta a riconoscere ugualmente false tutte le dottrine filosofiche  cfr. i dieci argomenti di Enesidemo tale riconoscimento conduce alla sospensione (epoché) di ogni giudizio; solo così si potrà raggiungere l’imperturbabilità (atarassia)

I dieci argomenti di Enesidemo contro l’idea di verità Le conoscenze variano… … secondo i diversi animali (l’occhio della mosca non vede come quello umano) … secondo i diversi uomini (daltonici e non daltonici) … per la diversità dei sensi con cui si acquistano (“le pitture alla vista paiono aver rientranze e sporgenze, non certo al tatto”) … per le circostanze in cui si acquistano (da sobri o da ubriachi, ecc.) … per gli intervalli di tempo o luogo in cui ricorrono (es. stanza che rivista da grandi sembra più piccola) … per le varie mescolanze in cui si trovano (associare un cattivo odore a un bel luogo, ne altera la percezione) … per la quantità e la composizione degli oggetti che le producono (“i granelli di sabbia, presi a uno a uno, paiono ruvidi, messi in un mucchio danno impressione di morbidezza”) … per la variabilità delle relazioni delle cose tra loro o col soggetto giudicante (es. un farmaco da solo può far bene, mescolato ad altri essere dannoso; oppure fa bene a un soggetto e male a un altro) … per la diversa frequenza di incontri (es. qualcosa di famigliare fa meno paura) … per l’educazione, i costumi, le leggi e le credenze umane (es. mangiare il serpente)