INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 1 INFORMATICA CdL in Scienze e Tecniche Psicologiche Parte III Software e.

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INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 1 INFORMATICA CdL in Scienze e Tecniche Psicologiche Parte III Software e Sistema Operativo (Come usiamo un Computer?) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 2 Sul libro...  Console, Ribaudo, Avalle: Introduzione all’Informatica.  Capitolo 4: tutto  Capitolo 5:  Introduzione  tutta  5.1  tutto  5.2  fino al escluso  5.3  tutto ma:  di Partizioni Fisse, Partizioni Variabili, Segmentazione, Paginazione, Swapping e Demand Paging è sufficiente sapere su che principio si basano e quali sono le differenze (ciò che è svolto sui lucidi).  Va invece saputa bene la parte iniziale di e e la differenza fra Allocazione Contigua e Allocazione Non Contigua.  5.4  tutto  5.5  no  5.6  tutto

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 3 Il software  Il processore esegue istruzioni scritte in linguaggio macchina  Istruire un computer (cioè scrivere un programma) direttamente in linguaggio macchina sarebbe (al giorno d’oggi) impossibile  Il linguaggio macchina dipende molto dalle componenti fisiche  Bisogna conoscere in dettaglio la struttura fisica della macchina  Macchine diverse possono avere linguaggi macchina diversi  Si è perciò introdotto il concetto di macroistruzione  Insieme di istruzioni macchina che esegue un compito

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 4 Macroistruzione  Macroistruzione  porzione di programma che esegue un compito ben preciso  Quando il programmatore vuole dire alla macchina di eseguire quel compito non scrive tutte le istruzioni in linguaggio macchina  Scrive solo il nome della macroistruzione  Uno speciale programma chiamato compilatore traduce poi la macroistruzione nelle corrispondenti istruzioni macchina  Chi ha scritto il compilatore doveva ovviamente conoscere il linguaggio macchina!  Le macroistruzioni sono ovviamente parametriche  Come con le istruzioni macchina si specifica insieme al compito anche il dato su cui deve essere eseguito

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 5 Un esempio  Macroistruzione “Visualizza X Y”:  MOSTRA SULLO SCHERMO L’IMMAGINE CHE SI TROVA AGLI INDIRIZZI DI MEMORIA DA X A Y 1.ripeti le seguenti istruzioni per tutti i numeri N che vanno da 0 a X-Y: a.trasferisci nel registro PincoPallo il contenuto della cella di memoria all’indirizzo X+N b.scrivi il contenuto del registro PincoPallo nella cella N della memoria video 2.manda al video il segnale di visualizzare l’immagine  Per visualizzare un’immagine da 10 KB all’indirizzo di memoria 234 scrivo:  Visualizza

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 6 Macchina virtuale  L’insieme delle macroistruzioni definisce il comportamento di una macchina virtuale  virtuale  non reale, inesistente  infatti non c’è una macchina che esegue direttamente quelle istruzioni  Le istruzioni vengono tradotte nel linguaggio macchina  Il linguaggio macchina è il linguaggio della macchina reale  Si dice che la macchina reale implementa la macchina virtuale  Questo avviene tramite la traduzione delle istruzioni da un linguaggio all’altro  Vantaggio: macchine reali diverse possono implementare la stessa macchina virtuale  Uniformità di linguaggio  programmi portabili

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 7 Gerarchie di macchine virtuali  Posso portare oltre questo discorso  “super-macro-istruzioni”  programmi composti da più macroistruzioni che svolgono attività ancora più complesse  Tradotte in macroistruzioni, a loro volta tradotte in istruzioni macchina  Esempio:  Una super-macro-istruzione che deve mostrare un filmato usa più volte la macro istruzione che mostra la singola immagine  In pratica aggregando sempre di più le istruzioni ottengo macchine virtuali di livello sempre più alto

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 8 Astrazione Macchina Virtuale Liv. N+1 (applicativi) ‏ Macchina Virtuale Liv. N (linguaggi di programmazione ad alto livello) ‏ Macchina Virtuale Liv. 1 (macroistruzioni) ‏ Macchina Fisica (Linguaggio Macchina) ‏  Maggiore astrazione dalle caratteristiche fisiche della macchina  Maggiore facilità d’uso  Maggiore rapidità nell’istruire la macchina in compiti complessi

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 9 Astrazione Macchina Virtuale Liv. N+1 (applicativi) ‏ Macchina Virtuale Liv. N (linguaggi di programmazione ad alto livello) ‏ Macchina Virtuale Liv. 1 (macroistruzioni) ‏ Macchina Fisica (Linguaggio Macchina) ‏ Informatico Utente

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 10 Il ruolo del Sistema Operativo  Automatizza la gestione di molti compiti contribuendo ad alzare il livello di astrazione  È fondamentale nell’ultimo livello di astrazione  Permette all’utente di usare un computer senza conoscere in dettaglio i suoi meccanismi e senza saperlo programmare!  L’utente gestisce le attività del computer attraverso il sistema operativo  Esegue programmi già scritti per lui dai programmatori SISTEMA OPERATIVO

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 11 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui reare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 12 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui reare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 13 Avvio dell’elaboratore  Il sistema operativo viene mandato in esecuzione al momento dell’accensione del computer  Questa fase prende il nome di bootstrap  In questa fase una parte del sistema operativo viene caricata nella memoria principale

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 14 Avvio dell’elaboratore  In genere questa parte del sistema operativo comprende:  I programmi per la gestione del processore  I programmi per la gestione della memoria  I programmi per la gestione dell’input/output  I programmi per la gestione delle risorse hardware  I programma per la gestione del file system  Un programma che crea l’interfaccia verso l’utente

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 15 Avvio dell’elaboratore  Una parte del sistema operativo deve essere sempre mantenuta in memoria principale e deve essere sempre pronta per l’esecuzione N S.O. spazio utente

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 16 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui reare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 17 Esecuzione dei programmi  Quando si scrive un comando (oppure si clicca sull’icona di un programma) …. C:> print foo1.doc C:> oppure

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 18 Esecuzione dei programmi  Quando si scrive un comando (oppure si clicca sull’icona di un programma), il sistema operativo:  Cerca il programma corrispondente sulla memoria secondaria  Copia il programma in memoria principale  … Processore Stampante Memoria secondaria Memoria principale

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 19 Esecuzione dei programmi  Quando si scrive un comando (oppure si clicca sull’icona di un programma), il sistema operativo:  Cerca il programma corrispondente sulla memoria secondaria  Copia il programma in memoria principale  Imposta il registro Program Counter con l’indirizzo in memoria principale della prima istruzione del programma

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 20 Sistemi mono-utente, mono- programmati  Un solo utente può eseguire un solo programma alla volta  È forzato a “sequenzializzare” i programmi  Il programma viene lanciato, eseguito e quindi terminato  Ma il processore viene sfruttato al meglio?

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 21 Sistemi mono-utente, mono- programmati  No, il processore non viene sfruttato al meglio: si spreca molto tempo  Il processore è molto più veloce dei supporti di memoria secondaria e delle altre periferiche  Passa la maggior parte del suo tempo in attesa  Durante l’attesa si dice che il processore è un uno stato inattivo (idle) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 22 Esempio 1  Un processo è costituito da 1000=10 3 istruzioni  Ogni istruzione richiede secondi per essere eseguita dal processore  Tempo totale di esecuzione: 10 3 * = = 1 millisecondo  A metà esecuzione è richiesta la lettura di un dato dal disco. Il tempo di lettura è 1 millisecondo  Tempo totale di esecuzione = 2 millisecondi  Idle time = 1 millisecondo: 50% del tempo totale di esecuzione è tempo sprecato

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 23 Esempio 2  Un processo è costituito da 1000=10 3 istruzioni  Ogni istruzione richiede secondi per essere eseguita dal processore  Tempo totale di esecuzione: 10 3 * = = 1 millisecondo  A metà esecuzione è richiesta un dato al’utente. Il tempo di reazione è 1 secondo  Tempo totale dell’esecuzione = 1001 millisecondi  Idle time = 1 secondo: 99,9% del tempo totale di esecuzione è tempo sprecato

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 24 Esecuzione sequenziale Processo P1 Processo P2 Processore iniziofineiniziofine esecuzione in attesa attivo idle

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 25 Esecuzione sequenziale  Supponiamo che il nostro sistema sia un bar in cui il barista serve diversi clienti  Il barista è corrispondente del processore, i clienti sono l’equivalente dei processi da eseguire  Esecuzione mono-programmati: OrdinarePreparare il caffé Consumare Pagare OrdinarePreparare il caffé Consumare Pagare Client 1Client 2

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 26 Soluzione  In realtà: Ordinare (C1)‏ Preparare il caffé (C1)‏ Pagare (C1)‏ Ordinare (C2)‏ Preparare il caffé (C2)‏ Pagare (C2)‏ Client 1 Client 2

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 27 Soluzione: sistemi multiprogrammati  Quando il processore è nello stato di idle lo si può sfruttare per eseguire (parte di) un altro processo  Quando un processo si ferma (per esempio in attesa di un dato dall’utente) il processore può passare ad eseguire le istruzione di un altro processo  Il sistema operativo si occupa dell’alternanza tra i processi in esecuzione

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 28 Sistemi multiprogrammati Dal punto di vista dei processi Dal punto di vista del processore P1 P2 esec P1 esec P2

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 29 Sistemi multiprogrammati  Più programmi sembrano essere eseguiti “contemporaneamente”  In realtà in esecuzione c’è sempre un solo processo  Ma, se l’alternanza è molto frequente, si ha un’idea di simultaneità

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 30 Sistemi multiprogrammati  Un processo può trovarsi in tre diversi stati: in esecuzione, in attesa, pronto esecuzione attesapronto Quando sta utlizzando il processore Quando è in attesa del verificarsi di un evento esterno Quando è potenzialmente in condizione di poter utilizzare il processore che è occupato da un altro processo

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 31 Creazione di un processo pronto Quando un processo viene creato viene messo nello stato di pronto: in tale stato rimane fino a quando non arriverà il suo turno creazione

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 32 Pronto  Esecuzione esecuzione pronto scambio esecuzione creazione Quando il processore si libera, il primo processo pronto viene mandato in esecuzione

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 33 Uscita dall’esecuzione esecuzione pronto creazione  Un processo può abbandonare lo stato di esecuzione per tre diverse ragioni

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 34 Terminazione esecuzione pronto terminazione Il processo termina la sua esecuzione e abbandona il sistema creazione 1

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 35 Esecuzione  Attesa esecuzione attesapronto terminazione Il processo deve aspettare che qualche evento esterno si compia (caricamento da disco, input dell’utente,etc)‏ richiesta I/O o risorse creazione 2

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 36 Attesa  Pronto esecuzione attesapronto terminazione Una volta che l’evento atteso si è verificato, il processo tornerà ad essere pronto e dovrà aspettare il suo turno richiesta I/O o risorse creazione 2 I/O terminato o risorsa disponibile

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 37 Esecuzione  Pronto esecuzione attesapronto richiesta I/O o risorse terminazione Il processore decide “arbitrariamente” di lasciare spazio ad un altro processo. scambio esecuzione creazione 3 I/O terminato o risorsa disponibile

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 38 Sistemi multiprogrammati  In quali casi è opportuno fermare un processo e concedere il processore ad un altro processo?  Se un processo non si ferma mai in attesa di input/output o di una risorsa  Se più utenti vogliono usare il computer  In questi casi è necessario far sì che il processore sia distribuito tra i processi dello stesso utente e di utenti diversi  Si parla di scheduling del processore

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 39 Sistemi multi-utente  Più utenti possono usare allo stesso tempo il computer  … perché il processore viene assegnato periodicamente ai processi dei vari utenti (per esempio ogni 10 o 100 millisecondo) ‏  All’aumentare del numero di processi e del numero di utenti le prestazioni del sistema possono degradare

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 40 Gestione dei processi  Per gestire un insieme di processi “contemporaneamente” attivi il sistema operativo mantiene la tabella di processi  Per ogni processo vi è un descrittore nel quale sono memorizzate informazioni come:  L’identificatore del processo  L’identificatore dell’utente proprietario  Lo stato del processo  Ecc.  Queste informazioni servono per realizzare l’operazione di cambio di contesto

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 41 Gestione dei processi  Cambio di contesto:  Quando un processo rilascia il processore, le informazioni sul suo stato vengono memorizzate nel suo descrittore all’interno della tabella dei processi  In questo modo, quando tornerà nuovamente in esecuzione, il processo potrà ripartire dal punto in cui era stato interotto

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 42 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui reare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 43 Gestione della memoria  Due problemi fondamentali:  Multiprogrammazione  Più programmi in memoria contemporaneamente  Come lasciare a ciascuno il suo spazio senza che si modifichino i dati a vicenda per errore?  Programmi e/o dati di grandi dimensioni  Alcuni programmi potrebbero essere troppo grandi per essere contenuti in RAM  Oppure i dati che essi elaborano potrebbero essere troppo grandi  Esiste un modo che permetta a programmi in queste condizioni di funzionare ugualmente?

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 44 Partizioni  Per tenere più programmi in memoria contemporaneamente  Si divide la memoria in sezioni chiamate partizioni  In ogni partizione un programma con i suoi dati  Una partizione è individuata da  Un indirizzo di inizio partizione (base) ‏  Un indirizzo di fine partizione (limite) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 45 Partizioni  Quando il processore genera un indirizzo...  Una unità specifica (MMU) gli somma il valore della base  In questo modo si “sposta” tutto ciò che il programma fa nell’area di memoria di sua comptetenza  Inoltre la MMU controlla che non superi il valore del limite  I programmi non possono interferire fra di loro

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 46 Partizioni fisse vs. variabili  Partizioni fisse:  Dimensione delle partizioni decisa a priori una volta per tutte  Problema: spreco di spazio di memoria  All’interno di ciascuna partizione (perché il processo probabilmente sarà un po’ più piccolo della partizione)  Frammentazione interna  Complessivo (perché potrei avere tante partizioni libere tutte troppo piccole per contenere il mio processo, che però potrebbe stare in memoria se la partizione fosse unica)  Frammentazione esterna  Partizioni variabili:  Dimensione delle partizioni decisa al momento del caricamento del processo  Ovviamente più difficile da gestire della precedente, ma più flessibile  La frammentazione esterna esiste comunque

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 47 Allocazione non contigua  Partizioni in generale poco flessibili  Se non azzecco la dimensione giusta per la partizione il programma potrebbe non riuscire a girare!  La memoria potrebbe avere abbastanza spazio per un programma, ma non contiguamente  Tanti spazi liberi ciascuno di dimensioni troppo piccole  Sistema più flessibile: allocazione non contigua  I programmi (e i relativi dati) vengono spezzettati  Le tecniche per ottenere questo sono ovviamente molto sofisticate  Si deve in pratica memorizzare per ciascun pezzo di programma dove esso viene a trovarsi in memoria

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 48 Segmentazione vs. Paginazione  Segmentazione:  Il processo viene suddiviso in base ai contenuti  Posso separare la parte contenente le istruzioni da quella contenente i dati  Possono esserci analoghi criteri per suddividere ulteriormente, ad es. tipi di dati o pezzi di programma che vengono usati in momenti diversi  Problema: gestione di segmenti di dimensioni diverse piuttosto complicata  Paginazione:  Il processo viene diviso in pagine di uguale dimensione  La memoria viene divisa in frame [inglese, significa cornice] (simili alle partizioni) della stessa dimensione  Ad ogni pagina è assegnato un frame  Una zona particolare della memoria (tabella delle pagine) contiene le associazioni fra pagine e frame

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 49 Memoria virtuale  Permette di avere in esecuzione un insieme di processi la cui dimensione complessiva supera la capacità della memoria  Due tecniche principali  Swapping  Paginazione  Entrambe basate sull’idea di usare la memoria secondaria come deposito temporaneo per ciò che non sta in RAM  Ovviamente questo causa dei rallentamenti nell’esecuzione

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 50 Swapping  I processi sono in esecuzione uno alla volta  Quando un processo non è in esecuzione posso toglierlo temporaneamente dalla RAM e metterlo in memoria secondaria  Quando ritorna in esecuzione lo riporto in RAM spostando eventualmente un altro processo

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 51 Paginazione  Nella paginazione il processo è diviso in pagine e la memoria in frame  La tabella delle pagine associa ad ogni pagina un frame  Ma qualche pagina potrebbe anche non avere nessun frame, ed essere temporaneamente depositata sul disco fisso!  Quando una pagina serve al processore, viene “promossa” in RAM a scapito di un’altra  Il sistema operativo adotta tecniche particolari per cercare di “intuire” quali pagine non serviranno più per un po’ e possono essere spostate su disco, e quali invece serviranno quasi subito per cui conviene tenerle in RAM.

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 52 Thrashing  Se la memoria è troppo piccola per l’insieme di programmi caricato il processore va in thrashing:  Passa più tempo a spostare i processi dalla memoria secondaria alla RAM (e vicecersa) che a eseguire i programmi  Il computer rallenta tantissimo e non è più utilizzabile  Si capisce che il computer è in thrashing perché sebbene sembra non stia facendo nulla il disco è continuamente utilizzato  Unica soluzione: aspettare che abbia finito di “macinare” e quindi chiudere uno o più programmi.

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 53 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui reare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 54 Gestione della memoria secondaria  La memoria secondaria serve per memorizzare programmi e dati in modo permanente.  Il concetto centrale è quello di file (=archivio, dossier) ‏  File  insieme di informazioni omogenee che vengono memorizzate insieme e a cui viene associato un nome che permetta di reperirle  File di programma  contengono istruzioni che possono venire eseguite dal processore.  File di dati  detti anche documenti, contengono i dati dell’utente.  File system  parte del sistema operativo che si occupa di gestire e strutturare le informazioni memorizzate sulla memoria secondaria

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 55 Dal punto di vista dell’utente  File di programma  Un programma è solitamente fatto da più file.  Uno di questi è chiamato “principale” o “eseguibile”.  Installazione (copiatura “ordinata” dei file che costituiscono il programma, registrazione del nuovo programma presso il sistema operativo) ‏  Disinstallazione (cancellazione dei file e de-registrazione) ‏  Esecuzione (caricamento in memoria del file principale del programma e creazione del processo corrispondente) ‏  Documenti  A seconda del tipo di documento (immagine, testo, etc) esso potrà essere creato e elaborato con programmi specifici  Il file system permette inoltre di intervenire sulla organizzazione dei documenti  In realtà permette di intervenire anche sulla organizzazione dei file di programma, ma conviene lasciarli stare!

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 56 Organizzazione dei file  I file devono essere organizzati in memoria secondaria perché sia facile reperirli!  Immaginiamo ciascun file come un documento cartaceo e la memoria secondaria come un armadio: non è una buona idea impilare tutti i documenti nell’armadio in modo casuale!  Il primo passo è associare a ciascun file una denominazione che permetta di identificarlo univocamente  Le denominazioni dei file hanno solitamente questa forma:  Il nome è scelto da chi crea il file, e dovrebbe permettergli di ricordare con facilità cosa esso contenga  L’estensione viene solitamente scelta dal programma con cui viene creato il file, e identifica la tipologia di informazioni i n esso contenute NOME.EXT

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 57 Denominazione dei file  Chi crea il file ne sceglie il nome  Alcune regole:  Scegliere nomi che abbiano senso (no “a”, “mio”, “documento”...) ‏  Non usare nei nomi caratteri speciali (no”segni di punteggiatura, simboli, etc) ‏  Successivamente è possibile modificarlo  Non si devono modificare i nomi dei file di programma ma solo dei documenti!  L’estensione identifica il tipo di file, ed è solitamente di tre lettere  “.lib”, “.dll”, “.exe” sono estensioni tipiche dei file di programma  Per i documenti, dipende dal tipo di documento  Es. “.txt”  testo, “.bmp”  immagine bitmap, etc  È il programma con cui creiamo i documenti che stabilisce l’estensione, solitamente è meglio non modificarla  Modificare l’estensione non cambia il tipo di documento, così come cambiare il vostro nome non vi trasforma in un’altra persona!

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 58 Organizzazione dei file  Se i file sono molti, dargli un nome non è sufficiente a reperirli con facilità (ed è difficile non usare due volte lo stesso nome!) ‏  In un armadio useremmo delle cartellette o dei raccoglitori per dividere i documenti in modo logico...  Anche nel file system esiste il concetto di cartella (in inglese, folder o directory) ‏  Una cartella è file speciale che funziona come un contenitore  Una cartella può contenere dei file, e anche delle altre cartelle (chiamate in questo caso sotto-cartelle) ‏  A differenza del caso dell’armadio, si possono mettere cartelle dentro altre cartelle sino a che si vuole!  Due file in due cartelle diverse possono anche avere lo stesso nome: a distinguerli è la cartella di appartenenza  Questo porta alla organizzazione gerarchica dei file

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 59 Organizzazione gerarchica  La cima della gerarchia è l’unità di memoria secondaria  Windows usa le lettere dell’alfabeto per identificare le diverse unità: es. C  hard disk, D  cd o dvd, E  penna usb,... C

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 60 Organizzazione gerarchica  La cima della gerarchia è l’unità di memoria secondaria  Windows usa le lettere dell’alfabeto per identificare le diverse unità: es. C  hard disk, D  cd o dvd, E  penna usb,...  All’interno dell’unità si trovano file e cartelle... C Programmi Documenti config.log Sistema...

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 61 Organizzazione gerarchica  La cima della gerarchia è l’unità di memoria secondaria  Windows usa le lettere dell’alfabeto per identificare le diverse unità: es. C  hard disk, D  cd o dvd, E  penna usb,...  All’interno dell’unità si trovano file e cartelle... ...all’interno dei quali si trovano altri file e cartelle, etc. C Programmi Documenti config.log Sistema... Claudia Cristina ElabTesti ElabImg lucidi.ppt libro.txt lucidi.ppt spese.xls musica...

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 62 Organizzazione gerarchica C Programmi Documenti config.log Sistema... Claudia Cristina ElabTesti ElabImg lucidi.ppt libro.txt lucidi.ppt spese.xls musica... ALBERO DEL FILE SYSTEM

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 63 Visualizzazione

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 64 Pathname  Pathname = nome del percorso  Indica il percorso da seguire per raggiungere un file in memoria secondaria  Specifica l’unità (es.: “C”) ‏  la sequenza di cartelle che bisogna aprire per trovare il file (es.: “Documenti” quindi “Claudia” ) ‏  Il nome del file (es.: “lucidi.ppt”) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 65 Formato del pathname C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 66 Formato del pathname C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt Nome dell’unità di memoria secondaria, seguito dai due punti (:) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 67 Formato del pathname C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt Nomi delle cartelle nell’ordine in cui devono essere aperte

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 68 Formato del pathname C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt Per finire, nome del file vero e proprio

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 69 Formato del pathname C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt I diversi elementi sono separati dal carattere \ chiamato backslash

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 70 Formato del pathname

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 71 Manipolazione dei file  Un insieme di operazioni minimale:  Creazione di un file  Cancellazione di un file  Copia o spostamento di un file  Visualizzazione del contenuto di un file  Stampa di un file  Modifica del contenuto di un file  Rinomina di un file  Visualizzazione delle caratteristiche di un file

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 72 Operazioni sulle cartelle  Per organizzare gerarchicamente i file, il sistema operativo deve fornire all'utente un insieme di operazioni per:  creare una nuova directory  rimuovere una directory  rinominare una directory  elencare il contenuto di una directory  copiare o spostare i file da una directory ad un'altra

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 73 Organizzazione fisica dei file  L’organizzazione del file system vista fino ad ora è di tipo puramente logico  Cioè fa vedere come il file system “fa vedere” i propri contenuti all’utente per permettergli di manipolarli  Organizzazione fisica:  I file (e le cartelle) occupano dei blocchi su disco  Il sistema operativo deve  sapere quali sono i file memorizzati sul disco  sapere dove si trovano (in quali blocchi) per poterli reperire  ottimizzare lo spazio su disco (cioé evitare di sprecare spazio inutilmente) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 74 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Device directory  Una tabella memorizzata in una porzione prefissata del disco che contiene un elenco di file descriptor  I file descriptor sono numerati sequenzialmente  Ciascun file o cartella ha il suo file descriptor che contiene le info su di esso  Per ciascun file nome, dimensione, data di creazione e ultima modifica,... e soprattutto: dove si trova su disco  Per ciascuna cartella nome, dimensione, data di creazione e ultima modifica,... e soprattutto: l’elenco dei file descriptor (tramite i loro numeri d’ordine) dei file e delle cartelle in essa contenuti

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 75 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 76 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor è quello della cartella principale.

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 77 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor (0) è quello della cartella principale.  Cerco nel file descriptor 0 l’elenco dei contenuti della cartella, trovo che “Documenti” corrisponde al file descriptor 7

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 78 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor (0) è quello della cartella principale.  Cerco nel file descriptor 0 l’elenco dei contenuti della cartella, trovo che “Documenti” corrisponde al file descriptor 7  Cerco nel file descriptor 7 (che corrisponde a “Documenti”) e trovo che “Claudia” corrisponde al file descriptor 22

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 79 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor (0) è quello della cartella principale.  Cerco nel file descriptor 0 l’elenco dei contenuti della cartella, trovo che “Documenti” corrisponde al file descriptor 7  Cerco nel file descriptor 7 (che corrisponde a “Documenti”) e trovo che “Claudia” corrisponde al file descriptor 22  Cerco nel file descriptor 22 (che corrisponde a “Claudia”) e trovo che “lucidi.ppt” corrisponde al file descriptor 18

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 80 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor (0) è quello della cartella principale.  Cerco nel file descriptor 0 l’elenco dei contenuti della cartella, trovo che “Documenti” corrisponde al file descriptor 7  Cerco nel file descriptor 7 (che corrisponde a “Documenti”) e trovo che “Claudia” corrisponde al file descriptor 22  Cerco nel file descriptor 22 (che corrisponde a “Claudia”) e trovo che “lucidi.ppt” corrisponde al file descriptor 18  Cerco nel file descriptor 18 (che corrisponde a “lucidi.ppt”) e, dal momento che si tratta di un file, trovo la sua collocazione fisica su disco (ad esempio blocco 300) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 81 Sapere quali sono i file memorizzati sul disco e dove si trovano  Esempio: C:\Documenti\Claudia\lucidi.ppt  Vado nella device directory del disco C; il primo file descriptor (0) è quello della cartella principale.  Cerco nel file descriptor 0 l’elenco dei contenuti della cartella, trovo che “Documenti” corrisponde al file descriptor 7  Cerco nel file descriptor 7 (che corrisponde a “Documenti”) e trovo che “Claudia” corrisponde al file descriptor 22  Cerco nel file descriptor 22 (che corrisponde a “Claudia”) e trovo che “lucidi.ppt” corrisponde al file descriptor 18  Cerco nel file descriptor 18 (che corrisponde a “lucidi.ppt”) e, dal momento che si tratta di un file, trovo la sua collocazione fisica su disco (ad esempio blocco 300) ‏  Trovo anche che il file è grande 4 kB, cioè 4 blocchi, quindi so che per portarlo in memoria devo trasferire i blocchi 300, 301, 302 e 303

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 82 Ottimizzare lo spazio su disco  Allocazione contigua:  Il file è memorizzato in una sequenza di blocchi uno consecutivo all’altro.  Il file descriptor memorizza l’indirizzo del primo blocco + la dimensione del file (numero di blocchi) ‏  Problemi:  Se il file cresce di dimensioni e il primo blocco successivo non è libero devo spostarlo tutto da un’altra parte  Cancellando (o spostando) i file si creano dei buchi che è difficile riempire perché non è detto che si trovino file della dimensione giusta  È possibile ovviare a questi problemi con la compattazione: periodicamente si riordina il contenuto del disco per riunire i buchi liberi  Però la compattazione è lunga da effettuare.

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 83 Ottimizzare lo spazio su disco  Allocazione sparsa:  I blocchi che compongono il file possono trovarsi sparsi per il disco  Come fare a sapere in quali blocchi si trova il file?  Due metodi principali:  Allocazione (sparsa) indexata: il file descriptor contiene l’elenco di tutti i blocchi.  Ad es. per un file di 3 blocchi: 300, 275, 423  Ci si complica la vita con i file descriptor, le cui dimensioni dovrebbero allungarsi o accorciarsi insieme al file!  Allocazione (sparsa) linkata: il file descriptor contiene l’indirizzo del primo blocco (es. 300). In fondo a ciascun blocco che compone il file c’è l’indirizzo del blocco successivo.  L’accesso ai file diventa sequenziale (ossia per accedere al quarto blocco di un file devo prima leggermi i tre precedenti) ‏  Le tecniche più moderne adottano combinazioni di questi due metodi

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 84 Cosa fa il sistema operativo? 1. Avvia il computer 2. Permette di avere in esecuzione più programmi contemporaneamente  Gestione del processore  come “distribuire” il suo tempo fra programmi diversi?  Gestione della memoria principale  come “distribuire” il suo spazio fra programmi diversi? 3. Gestisce la memoria secondaria 4. Permette agli utenti di interagire con il computer  Gestione del sistema operativo stesso  Installare (e disinstallare) programmi  Configurare il computer e il sistema operativo  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma con cui creare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Eliminare e rinominare documenti creati e riorganizzarne la disposizione  Utilizzare le periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 85 Cosa può fare l’utente grazie al S.O.?  Gestione del sistema operativo stesso  Installazione di nuovi programmi (e disinstallazione) ‏  Configurazione del sistema  Attività vera e propria:  Mandare in esecuzione un programma  Tramite il programma, creare nuovi documenti o elaborare documenti esistenti  Manipolare il file system:  Eliminare documenti creati  Riorganizzare la disposizione dei documenti  Rinominare documenti esistenti  Accesso alle periferiche

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 86 Astrazione Macchina Virtuale Liv. N+1 (applicativi) ‏ Macchina Virtuale Liv. N (linguaggi di programmazione ad alto livello) ‏ Macchina Virtuale Liv. 1 (macroistruzioni) ‏ Macchina Fisica (Linguaggio Macchina) ‏ Informatico Utente Sistema operativo

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 87 Ricapitolando: il Software  Sistema operativo (software di base) ‏  Viene fornito a corredo dell’hardware  Programmi speciali per eseguire operazioni di base che  determinano in generale il comportamento del computer  permettono facilità d’uso da parte di un utente che eventualmente non ne conosca la struttura fisica  Consente l’esecuzione del software applicativo  Software applicativo  Ciascun applicativo permette di elaborare dati di natura diversa  editare testi, creare fogli elettronici, elaborare immagini  Richiede la presenza del sistema operativo

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 88 Una visione complessiva

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 89 Sistema Operativo  indispensabile (senza il SO il computer non funziona) ‏  dal SO dipendono le funzioni comuni a tutti i programmi  Esempi di sistemi operativi su PC: Windows XP, Unix Programmi Applicativi  opzionali  necessari per funzioni specifiche (come scrivere, archiviare dati …)  compatibili con il software di base  Esempi: Word, Excel, Access Programmi applicativi e sistema operativo

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 90 Software applicativo  Classificazione in base all'uso

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 91 Software di produttività  Videoscrittura

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 92 Software di produttività  Fogli elettronici

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 93 Software di produttività  Database

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 94 copyright vs copyleft  classificazione interessante (del software in generale e quindi anche degli applicativi):  copyright o software proprietario  è coperto da diritti d'autore  una volta venutone in possesso non posso copiarlo, modificarlo, rivenderlo…  Commerciale  occorre acquistarlo  Shareware  gratuito solo per un periodo di prova  Freeware  disponibile gratuitamente  senza copyright o open source  software di pubblico dominio non coperto da diritti di autore  posso modificarlo come voglio, migliorarlo, adattarlo alle mie esigenze...

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 95 Il manifesto del software libero  L'espressione "software libero" si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Più precisamente, esso si riferisce a quattro tipi di libertà per gli utenti del software:  Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo  Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità. L'accesso al codice sorgente (open-source) ne è un prerequisito.  Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo  Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito. (R. Stallman) ‏

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 96 Open-source  Dalla lettura del manifesto emergono tre concetti fondamentali  Accesso al codice sorgente  la traduzione letterale di software OPEN SOURCE è proprio software a "codice sorgente aperto"  libertà di copia e ridistribuzione  libertà di modifica per adattamento alle proprie esigenze o per migliorare il programma in sé  la disponibilità del codice sorgente, ossia del Dna del software, consente sia la sua libera circolazione, sia processi di modifica, produzione, ridistribuzione, evoluzione e riuso

INFORMATICA Scienze e Tecniche Psicologiche C. Gena, C. Picardi, J. Sproston 97 Open-source  Tipici fraintendimenti rispetto al software libero.  Il software libero è spesso gratuito MA non è detto che lo sia. Esistono programmatori che vengono retribuiti per aggiornare, modificare, adattare programmi liberi  il loro lavoro deve essere pagato!  Si paga una licenza che permette di usare il software libero come precedentemente visto.  Il software gratuito non è per forza libero. Molte aziende divulgano software proprietario gratuitamente per vendere altri prodotti, per attirare nuovi clienti o per porre fuori gioco un concorrente.  Si ha gratuitamente l’utilizzo del software, ma non si può modificarlo, ridistribuirlo, etc