Studio della politica regionale europea - La policy in generale - Il caso italiano.

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Studio della politica regionale europea - La policy in generale - Il caso italiano

Politica regionale e processo di integrazione dell’UE Lo sviluppo della politica regionale va di pari passo con il processo di integrazione e di ampliamento territoriale della Comunità europea: La costruzione del Mercato Unico e l’introduzione di una moneta comune richiedono la riduzione delle disparità tra le diverse aree dell’Unione, così come il consenso politico dei vari Stati membri. L’ingresso di Stati membri meno prosperi e con maggiori disparità interne rende più evidente e necessaria l’esigenza di ridurre il divario tra regioni

Le caratteristiche della politica regionale UE  Politica dotata di molte risorse finanziarie (attualmente più di un terzo del bilancio comunitario); contributi a fondo perduto per programmi di sviluppo, integrativi rispetto alle risorse nazionali.  Politica trasversale e non settoriale (strategia “integrata” di sviluppo territoriale, che riguarda vari settori: infrastrutture, ambiente, formazione professionale, politiche per l’occupazione, turismo ecc.)  Politica regionale (regioni – o parti di regioni - NUTS = destinatari finali dei finanziamenti e aree principali su cui gli aiuti europei vanno a insistere)  Politica redistributiva (principio di concentrazione: i principali beneficiari sono proprio quegli stati che contribuiscono in misura minore al bilancio comunitario)  Doppia logica: armonioso sviluppo o side payment? (Coesistenza di azione “imprenditoriale” della Commissione europea e giochi intergovernativi in seno al Consiglio)

LA STORIA Fino ai primi anni ‘70: Nessun intervento diretto della Comunità in materia di politica regionale

Gli strumenti di policy: Quali e quanti fondi?

Gli strumenti principali N. B. Siamo in presenza di strumenti misti – sussidi – abbinati a sanzioni  I Fondi strutturali  Fondo Sociale Europeo - FSE – 1962 (formazione professionale; occupazione)  Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola - FEOGA (agricoltura; sviluppo rurale) – nel periodo confluisce nella politica agricola.  Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - FESR (correzione dei principali squilibri interregionali)  Il Fondo di coesione (infrastrutture e ambiente; ne sono beneficiari i Paesi con PIL pro-capite < 90% media UE)  Lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca - SFOP (pesca) – Nel periodo attuale questo fondo va a finanziare programmi di sviluppo nell’ambito della PAC

Attribuzione dei fondi nei vari periodi di programmazione ( ) dati in milioni di Ecu/Euro

Fondi Struttural i Regioni ammissibili agli ob. 1 e 2

LA SFIDA DELL’ALLARGAMENTO (2004 e 2007)  L’impatto sulla politica di coesione: 1.L’effetto statistico 2.Le resistenze dei contribuenti netti 3.La revisione degli obiettivi 4.Il potenziamento della cooperazione transfrontaliera

L’effetto statistico  L’allargamento aggiunge poco meno del 5% al PIL dell’UE (in Euro), ma quasi il 20% della sua popolazione.  Il PIL medio pro-capite della UE25 diventa quindi del 12,5% circa inferiore a quello della UE15.  Ciò comporta che alcune regioni il cui PIL era < al 75% della media UE15 escano dall’obiettivo 1 dei fondi strutturali.

I nuovi obiettivi

Mappa aiuti Europa

Mappa aiuti Italia

Si tratta comunque di una politica ancora molto rilevante…

…che mobilita anche risorse nazionali Dati in Milioni di Euro correnti

CHI FA COSA? Gli attori principali nelle varie fasi della policy

La cornice delle regole: preparazione e scrittura dei regolamenti  Documento di impulso della Commissione europea (Presidente)  Pareri di stati membri, Parlamento europeo, Comitato delle Regioni  Negoziato intergovernativo in seno al Consiglio  Definizione del pacchetto finanziario e distribuzione delle risorse tra i vari obiettivi  Sulla base delle osservazioni ricevute e del documento del Consiglio, la Commissione elabora la proposta di regolamento  Pareri del Parlamento europeo e del Comitato delle Regioni  Nuovo invio al Consiglio, che discute la proposta e approva il regolamento definitivo.

Chi prende cosa? La fase di individuazione delle aree ammissibili 1.Il Governo nazionale (sentite le autorità locali e regionali interessati) propone alla Commissione una lista delle aree da ammettere ai diversi obiettivi (e le eventuali deroghe). 1.Negoziato tra Commissione e Stato membro. 1.Approvazione dell’elenco definitivo delle zone ammissibili 1.Informazione al PE.

La fase di formulazione dei piani 1.Gli stati membri, con la partecipazione delle autorità subnazionali interessate e delle parti socioeconomiche, elaborano i Piani Nazionali da inviare alla Commissione come “base” di preparazione e di negoziato per i programmi da cofinanziare. 1.I Programmi sono elaborati per ogni gruppo di regioni interessate dall’obiettivo in questione e fissano la durata, le priorità e le dotazioni di bilancio dell’intervento comunitario. 1.I programmi generali nazionali devono essere tradotti in Programmi operativi (PO), che possono essere a regia regionale o nazionale; nel primo caso sono elaborati dalle amministrazioni regionali, nel secondo dai ministeri competenti.

GESTIONE DEI FONDI STRUTTURALI e MESSA IN OPERA DELLA POLICY  I ministeri o le autorità regionali (o subregionali) competenti provvedono all’attuazione dei programmi e alla gestione delle risorse finanziarie.  Gli impegni finanziari sono realizzati in quote annuali.  Le spese devono essere certificate alla Commissione europea, che provvede al pagamento entro due mesi dalla richiesta. Se gli obiettivi di impegno e spesa non sono stati rispettati, la Commissione trattiene il finanziamento.  I responsabili della gestione devono provvedere ad elaborare rapporti di monitoraggio procedurale, finanziario e fisico delle varie misure dei programmi.  La Commissione europea, nell’ambito dei finanziamenti concessi, riserva una quota (variabile a seconda degli obiettivi) da destinare ad attività di assistenza tecnica.

LA VALUTAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI  Ogni programma è soggetto ad una valutazione ex ante, ad un monitoraggio in itinere e ad una valutazione ex post.  Le operazioni di valutazione ex ante (anche ambientale) sono a carico dell’amministrazione titolare del programma.  Per il monitoraggio, la Commissione europea ha previsto la creazione di un sistema di Comitati di Sorveglianza (uno per ogni programma), composto da rappresentanti della Commissione stessa, della BEI, dei ministeri, delle amministrazioni regionali competenti e, dal 1994, delle forze socioeconomiche.  La valutazione ex post è responsabilità della Commissione europea, ed è redatta da un valutatore indipendente.

L’impatto della politica di coesione sull’Italia: il “misfit” originario con le politiche di sviluppo nazionali

Elementi di novità per le pubbliche amministrazioni  Lavoro intersettoriale  Strumenti di monitoraggio e di valutazione ex ante, in itinere e ex post  Sistema di incentivi e sanzioni legati al tasso di realizzazione del programma  Gli incentivi: le riserve di premialità  Le sanzioni: la regola del disimpegno automatico delle risorse (n+2)

Le regioni italiane e la politica di coesione  Rafforzamento del livello regionale…  Più fondi nelle casse regionali  Maggior attrattività del livello regionale verso le organizzazioni degli interessi  Più competenze nelle relazioni con l’UE e nelle relazioni col governo centrale in materia di politiche di sviluppo

Le regioni italiane e la politica di coesione  …ma anche più responsabilità  Capacità di impegnare e spendere i fondi  Predisposizione di modelli organizzativi appropriati per la gestione di politiche integrate  Introduzione di strumenti di controllo e valutazione spesso del tutto inconsueti  Necessità di stabilire contatti con le istituzioni europee (in particolare la Commissione) e di risultare affidabili  Capacità di sviluppare partenariati interistituzionali e pubblico/privato per la formulazione e il monitoraggio dei programmi

Una panoramica del rendimento delle regioni italiane nella politica di coesione ( ) Risultati di una ricerca dell’Istituto Cattaneo condotta da S. Profeti su 17 casi regionali.  Quante risorse per le regioni  Misurazione e valutazione di:  Rendimento amministrativo  Attivazione verso Bruxelles

Ripartizione regionale dei fondi strutturali europei 1994 e (in Milioni di euro) Fonte: Commissione europea (1997 e 2001).

Ripartizione regionale dei fondi strutturali europei 1994/99 e 2000/06 – Quota pro capite (in euro) Fonte: Commissione europea (1997 e 2001).

Come misurare il rendimento?  Come è calcolato l’indice?

La capacità amministrativa

L’attivazione verso Bruxelles

I due versanti del rendimento