La forma della scuola IL TEMPO come operatore PEDAGOGICO.

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Transcript della presentazione:

La forma della scuola IL TEMPO come operatore PEDAGOGICO

SCUOLA = PERDITA DI TEMPO Scolè (dal greco): tempo dello spirito - otium - godimento intellettuale - riposo, tregua, tempo libero; Scolazo: perdere tempo, avere tempo libero, prendersi tempo per lo studio Scolè: avverbio, lentamente.

Quale rivoluzione ha portato ad associare alla scuola sofferenza, noia, ferocia e accanimento, tassonomie, ossessione temporale ?

Le rivoluzioni del tempo Dal tempo iniziatico - ritualizzato - familiare-sociale (la prova straordinaria - il viatico all’ingresso in società e nell’età adulta)……

…. Al tempo evolutivo - lineare - progressivo - seriale - graduale - cumulativo della scuola, fondato sul compito, l’esercizio, l’allenamento, il differimento, l’accumulazione e l’integrazione

TEMPO DISCIPLINANTE tempo altro, artificialmente scandito dalla sirena e da una cronologia interna specifica; tempo oggetto di investimento penale, regolato per essere costantemente capitalizzato tempo governata dalla logica dell’esercizio, ripetitivo, seriale, misurabile e computabile.

….Allo spiazzamento temporale attuale che si riflette nelle pratiche di apprendimento: “ Ciò che è importante è la velocità e non la durata” (Z.Bauman)

il tempo del consumo: istantaneo (flussi d’informazioni tramite bit) occasionale e simultaneo - de-spazializzato, tendente allo zero, banalizzante, schiacciato sul presente, che deroga il passato delegando alle macchine la memoria e rinuncia alla proiezione nel futuro Il tempo dell’incertezza regime della flessibilità, fine delle tiettorie lineari e indeterninate d’integrazione sociale... regime della velocità e del just in time

Il tempo dell’apprendimento Dall’apprendimento sequenziale all’apprendimento simultaneo (multitasking e ipertestualità) La pedagogia del tasto PLAY La compressione dei tempi di attenzione (loading…)

Fenomenologia del tempo scuola La campanella, le ore < minuti la lezione – la giornata – il calendario intervalli, pause, ore buche, tempi liberati extra-territorialità del tempo: gli eventi, le gite esami, interrogazioni, spiegazioni, esercitazioni, Inizi e congedi

Un’ETEROCRONIA Sono di I A Sono del III anno E’ la II ora Siamo alla fine dell’anno Inizia un nuovo ciclo E’ iniziato il II quadrimestre

4 universi temporali nella scuola Il tempo del soggetto in formazione Il tempo dell’insegnante Il tempo del curricolo Il tempo dell’istituzione scolastica

Il tempo del soggetto in formazione (genetico – evolutivo): temporalità educativa orientata allo sviluppo alla crescita – al superamento di prove – al cambiamento – alla morte

Il tempo dell’insegnante (sequenziale – ripetitivo – rituale) è il tempo del processo educativo, impersonale (insegnate ricomincia da capo ogni volta con un allievo nuovo, certo cambia ma riprende) il tempo dello svolgimento – delle sequenze – delle tassonomie – degli obiettivi formativi..

Il tempo del curricolo e del programma (graduale – seriale – studiale): è una temporalità propedetutica – progressiva – differenziale – ma anche un tempo di accumulazione lineare e di raggiungimento di mete parziali

Il tempo dell’istituzione scolastica: ciclico – inizatico – socialmente rituale ( gli ultimi riti di passaggio socialmente condivisi sono rimasti infatti gli esami di III media – la maturità)

“..una vita di letteratura che sfocia in una vita di matematica, la quale dà su un’intera esistenza di storia, che ti scaglia senza motivo in un'altra vita, inglese questo volta o chimica. Vengono fuori un bel po’ di reincarnazioni, in una sola giornata. Il vostro orario sembra Alice nel paese delle meraviglie” (D.Pennac, Diario di Scuola p.101)

Analisi e governo del tempo Inizi - esordi - riti d’inizio - orologi scansioni - orari - sequenze Livello di messa in produzione del tempo Congedi - fine - morte Durata (l’obbligo, l’educazione pemanente...) omogenità e etoregeneità del tempo

PISTE (dal dibattito contemporaneo sul tempo scuola) Ci vuole PIU’ tempo ? Ci vuole MENO tempo ? Oppure ci vogliono tempi DIFFERENTI ?

IL TEMPO PROLUNGATO Più tempo per l’innovazione e la sperimentazione Per i laboratori Per garantire flessibilità Per andare oltre il programma Più opportunità per ridurre svantaggi e diseguaglianze

IL TEMPO ACCORCIATO La scuola non può essere un parcheggio La scuola non può assumere il monopolio dell’educazione globale dei ragazzi La scuola deve allentare la presa sui ragazzi Bisogna de-scolarizzare la società

Ripensare la crono-logia della scuola Dalla programmazione alla progettazione dell’esperienza educativa Processi da accompagnare / percorsi da orientare Valutare per comprendere, per connettere, per ricomporre il percorso formativo (Cfr A.Rezzara, Un dispositivo che educa)

Le vie traverse della scuola “Laddove si raggiungono le mete ancor prima che ci si debba preparare al viaggio, è impossibile avere delle storie” (G.Anders)

Altri tempi Dal tempo istituito al tempo istituente (orientato al senso dell’esperienza che si sta facendo) Dal tempo standardizzato al tempo differenziato (ritmi e stili di apprendimento) Dal tempo efficentato al tempo estatico (per farsi rapire, portare nella temporalità della conoscenza dove si perde cognizione del tempo)

Una temporalità specificamente pedagogica Tempo esperienziale – esistenziale (il presente hic et nunc ma distaccato dall’immediatezza della vita sociale quotidiana) Tempo estatico. progettuale – trascendentale (spalancamento di mondi – prospetticità) Tempo dialettico – conflittuale Tempo della finitudine – essere per la morte

ALTRI TEMPI Essenzialità Non saturazione dei tempi Flessibilità Eterogeneità Differenziazione dei ritmi TEMPO DA PROGETTARE / TEMPO DELLA PROGETTAZIONE

TEMPO EDUCANTE Il tempo per fare un’esperienza Il tempo del problem solving Il tempo per ri-elaborare questa esperienza Il tempo del progetto Il tempo della ricerca

Imparare che “non è tutto qui” e “non sarà sempre così” Cambiare a scuola / la scuola

Mete, orizzonti e prove “ l’utopia è come l’orizzonte: quando ti muovi verso di lui, si sposta e si allontana. A che cosa serve, allora ? A farci camminare” (E.Galeano)