"La Parola si fece carne“ "La Parola si fece carne“. Accogliamo Dio nella nostra carne e godiamo nell’essere divinizzati. Diveniamo, anche noi, Parola fatta carne, come Gesù ha fatto: commovendoci, compatendo, curando le ferite, offrendo felicità, essendo felici nella bontà. José Arregi Luca 2, 1-14. Natale di Gesù // 25 dicembre 2011 Commenti e presentazione: M. Asun Gutiérrez. Musica: Brahms. Canzone della Culla.
Luca 2, 1-14 In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero. Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; Gesù nasce in un luogo e in un tempo reali. Nell’ambito e nel cuore della storia dell’uomo. Entra nella nostra storia “come uno dei tanti”. Condividendo la situazione di tanti uomini che nascono in condizioni di estrema povertà.
ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. Il movimento di Dio è come quello dei padri e delle madri quando si inginocchiano a terra per mettersi all’altezza del cuore e degli occhi dei loro figli, per comunicare meglio con loro. Dio, in Gesú, si colloca al nostro livello, sollecita la nostra tenerezza. Dio si umanizza e aiuta gli uomini a umanizzarsi e in più a divinizzarsi. Lo stile di Gesù non è l’imposizione, ma l’amore tenero. Non è la legge del più forte, ma la pedagogia del piccolo, la normalità, la semplicità. Ogni vita che ha bisogno di essere protetta, avvolta in pannolini e in dolcezza, accolta, cullata e curata nello stesso tempo... continua ad essere immagine dell’incarnazione del Signore.
In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Dio discende fin dove vivono i pastori, gente semplice, gente insignificante. Considerati persone disprezzabili, impure e contaminate, poiché, per il loro mestiere, non potevano osservare il riposo del sabato. Formavano un gruppo che viveva al margine della società, senza diritti religiosi né civili. I pastori vegliavano. Erano svegli. Pronti a mettersi in viaggio al primo segnale. Gli addormentati non sentono il segnale. Il timore che provano è la caratteristica dell’Antico Testamento. La situazioe sta cambiando. Il Dio di Gesù non ispira timore, ma gioia, fiducia e liberazione. Annuncio e comunico gioia?
L’evento epocale della Storia avviene quasi esclusivammente in un ambiente famigliare e intimo. Solo alcuni pastori saranno eccezionalmente testimoni. Non c’erano i forti, né i ricchi né i “benpensanti”, né i prepotenti. Il segno, per chi vuol vedere, è la semplicità, la povertà, la debolezza di un bimbo povero. La nascita di Gesù è di piena attualità. OGGI è il momento opportuno in cui Gesù si offre come Buona Notizia, come gioia, e liberazione. Adesso, in questo istante. Sempre. OGGI ci affida la missione di donare e condividere bontà, attese, speranza, giustizia, solidarietà... Il Natale ci invita a gustare il valore di essere piccoli. Gesù ce lo insegna. "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».
E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch‘Egli gradisce!» Pace in terra. La pace è un desiderio e una meta. Non ci può essere pace mentre si continuano a violare i diritti umani, mentre si accetta che ci sia la povertà, la fame, lo sfruttamento delle persone, le scandalose disuguaglianze e le ingiustizie. La gloria di Dio era collegata al simbolo grandioso del Tempio . Da questo momento si manifesta in questo Bimbo della mangiatoia e in quanto lo rappresenta. Do gloria a Dio? Tenendo in conto che la gloria di Dio è l’uomo, dà gloria a Dio chi si dà da fare per difendere la dignità e la felicità dei suoi figli.
Ci hanno detto che cerchi di tornare a nascere ancora. Ma che pazzia Ci hanno detto che cerchi di tornare a nascere ancora. Ma che pazzia! Ti pare? Ma non vedi che cosa siamo e che cosa stiamo facendo? E, nonostante tutto, Tu vuoi venire. Non so se con il tuo gesto testardo di tornare ogni Natale stai cercando di dirci qualcosa: Che il cielo è sempre aperto, che ci sono stelle per guidare i nostri passi, che ci sono angeli umani al nostro fianco, che possiamo diventare teneri come bimbi, che il mondo può rinnovarsi e che Dio è Padre e Madre nel nostro smarrimento Che nuotiamo nell’abbondanza, mentre ci sono persone, fratelli nostri e tuoi, che hanno fame di pane, di cultura, di gentilezza, di libertà, di dignità... Che abbiamo un messaggio che si chiama Vangelo, ma che purtroppo non è Buona Notizia per tutti. Che ci preoccupiamo troppo per noi e ci giustifichiamo dando una misera elemosina. Se è cosí, Gesú, vieni a casa nostra a Natale. Vieni nella nostra città, vieni nella nostra associazione, vieni nel nostro mondo. E vieni, prima di tutto, a cambiare il nostro cuore. Ulibarri, Fl. Ma guarda quale pazzia!