Colesterolo VLDL= Trigliceridi/5

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Transcript della presentazione:

Colesterolo VLDL= Trigliceridi/5 LIPOPROTEINE FORMULA DI FRIEDEWALD Permette di estrapolare i valori delle diverse frazioni lipoproteiche Dosaggio di: Colesterolo Totale (CT) Colesterolo HDL (C-HDL, dopo precipitazione delle VLDL e LDL) Trigliceridi (TG) Colesterolo VLDL= Trigliceridi/5 Formula Colesterolo LDL = Colesterolo totale – Colesterolo HDL – (Trigliceridi/5) a cura di ERNA LORENZINI

Studi epidemiologici: dislipidemie e malattie cardiovascolari Studio Framingham Soggetti con elevati livelli plasmatici di colesterolo totale (CT) presentano un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Si tratta di uno studio a lungo termine, condotto su oltre 5.000 abitanti di Framingham nel Massachusetts, USA. Questo studio ha dimostrato che ogni incremento dell'1% di CT è associato con un aumento di incidenza di malattie cardiovascolari del 2-3% (Castelli et al 1992). Multiple Risk Factor Interventional Trial (MRFIT) In questo studio i rischi associati con i diversi livelli di colesterolo sierico sono stati determinati da un'analisi della mortalità a 6 anni su 361.662 uomini, tra 35 e 57 anni di età. E' stata dimostrata una correlazione tra CT e rischio di malattie cardiovascolari, e questa correlazione è maggiore in presenza di livelli di CT > 181 mg/100 ml (Martin et al 1986; LaRosa et al 1990). Studio PROCAM Nello studio di popolazione Prospective Cardiovascular Münster (PROCAM) (Assmann et al 1998), i fattori di rischio cardiovascolare sono stati analizzati in 4501 uomini asintomatici, tra 40-65 anni di età, sottoposti a un follow up di 8 anni. Lo studio PROCAM ha incluso una valutazione degli effetti dei livelli di C-LDL (colesterolo-LDL) sul rischio di malattie cardiovascolari. E’ stata osservata una relazione lineare tra l'incidenza di eventi coronarici e i terzili di C-LDL. Associazione è significativa e indipendente tra livelli sierici di trigliceridi (TG) e incidenza di eventi coronarici maggiori. Su 4639 soggetti selezionati, il 38% di quelli che hanno successivamente presentato un infarto miocardico possedevano livelli a digiuno di TG = 200 mg/100 ml, rispetto al 22% dei soggetti che non sono andati incontro a infarto del miocardio (Assmann et al 1998). Hokanson e Austin (1996) hanno quantificato l'associazione tra TG e malattie cardiovascolari nella popolazione generale e hanno determinato se tale relazione fosse indipendente dai livelli di C-HDL. I rischi relativi (RR) sono stati, quindi, calcolati e standardizzati rispetto a un aumento dei TG di 88 mg/100 ml. Per i TG il rischio relativo è risultato di 1.32 per gli uomini e di 1.76 per le donne, indicando, così, in maniera approssimativa un aumento del rischio di malattie cardiovascolari del 30% negli uomini e del 75% nelle donne. Aggiustando i livelli di C-HDL e di altri fattori di rischio, il RR si è ridotto a 1.14 e 1.37 rispettivamente. Gli autori concludevano che nella popolazione generale i TG rappresentano un fattore di rischio per malattie cardiovascolari in entrambi i sessi, indipendentemente dai livelli di C-HDL.