La Lirica del ‘600 Di Paganelli Alberto Inizio
Giambattista Marino È considerato il maggior poeta del Seicento e del seicentisimo. La vita- Nacque a Napoli nel Fu espulso ancor giovane della casa paterna e per alcune leggerezze commesse, incarcerato per ben due volte: ma riuscì a fuggire e a ripassare fuori dal reame. Visse un po’ ovunque, ma specialmente: -A Roma, al servizio di monsignor Crecenzio e poi del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del Papa.
- A Torino (1608), presso la corte di Carlo Emanuele I. Fu insignito dalla Croce dei SS. Maurizio e Lazzaro, onde il titolo di cavaliere, che Marino ostentò per tutta la vita; ebbe un’aspira polemica con un poetastro, Gaspaere Murtola, contro il quale lanciò una fiera satira di sonetti, la Murtoleide, e dal quale si prese un colpo di archibugio; soffrì ancora una volta il carcere, perché colpevole di aver sparlato del duca. Sciopero casa davanti al Lirico
A Parigi (1615) presso la corte di Maria de’ Medici e di Luigi XIII (cui dedicò l’Adone), gradito agli scrittori del famoso H ȏ tel de Rambouillet. A Napoli (1623), dove fu accolto come un trionfatore, e dove morì due anni dopo nel 1625.
Le Opere Le opere- Tra le principali opere del Marino ricordiamo: Gli Epitalami e panegirici, dalle lodi esagerate ed iperboliche, come ad esempio i Panegirici per Carlo Emanuele di Savoia e la Regina di Francia. La Lira, la più ampia raccolta di liriche di Marino (sonetti, madrigali, canzoni), in cui sono trattati gli argomenti più diversi, dai profani ai sacri: famosa soprattutto la Canzone dei baci, che fornisce per così dire, il motivo fondamentale della poesia mariniana.