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Migliorie relative alle disalimentazioni e rialimentazioni SMA Secondo il contratto DOTE Verona e specificati dalla mail di Andreoli del 12 dicembre 2006

Nella pagina schema, quando viene selezionata la transazione SMA, compare una finestra di tipo “popup” (spostabile, ridimensionabile e chiudibile) che inizialmente riporta: Oltre a queste informazioni eventualmente possono essere aggiunte indicazioni per l’operatore relative alla situazione della rete in cui avviene la transazione. le tratte richieste gli organi coinvolti nella transazione (nell’ordine di manovra) il nome del tronco

Nel caso di rilascio modulo le possibili indicazioni per l’operatore riguardano: - lo stato di protezione degradata eventualmente ottenuto a modulo rilasciato. - l’eventuale disalimentazione di zone non richieste come effetto collaterale. Per ciascuna tratta confinante che rimarrà disalimentata sono possibili tre casi che saranno esemplificati nel seguito: - possibilità di contro alimentare mediante almeno un organo aperto confinante con una zona alimentata; - impossibilità di contro alimentare per assenza di organi aperti; - impossibilità di contro alimentare: eventuali organi aperti portano verso zone precedentemente disalimentate (zona d’ombra). Nel caso di modulo restituito possono essere fornite indicazioni relative all’assetto non standard della rete nelle zone limitrofe al tronco da rialimentare. - Le manovre effettuate in automatico portano al raggiungimento dello stato normale per gli organi coinvolti. - La contro alimentazione effettuata al rilascio di un modulo è generalmente realizzata mediante la chiusura di organi normalmente aperti. - La messa in stato normale realizzata dalla sequenza di rialimentazione SMA potrebbe aver portato ad un assetto non standard della rete: l’operatore dovrà verificare l’assetto ed eventualmente correggerlo con l’ausilio delle indicazioni fornitegli dal sistema.

Un primo caso: la richiesta SMA riguarda la disalimentazione della zona rossa 2. L’apertura dei soli organi coinvolti nella sequenza automatica di comandi eseguita nel contesto attuale provoca la disalimentazione anche della zona rossa3. L’eventuale esecuzione delle manovre per la contro alimentazione (la chiusura del sezionatore 3 normalmente aperto) è lasciata alla responsabilità dell’operatore. Il sistema avvisa l’operatore circa la necessità di contro alimentare la zona rossa 3 (se l’avviso è dato c’è la possibilità).

Continuando con il caso precedente, dopo che viene attivata la sequenza di disalimentazione, la lista della finestra popup riporta le manovre o verifiche man mano eseguite ed il relativo esito. Al termine, se l’operatore non avesse ancora proceduto a contro alimentare la zona rossa3, l’avviso viene ripetuto.

Il modulo è rilasciato e l’operatore ha eseguito la contro alimentazione suggerita dal sistema chiudendo il sezionatore normalmente aperto numero 3 di Verona P.N.

Proseguiamo con la restituzione del modulo: i sezionatori coinvolti sono: 205, 207 e 1. Quest’ultimo non viene chiuso nella sequenza automatica di comandi in quanto si tratta di un normalmente aperto. Il sistema rileva che, esternamente al tronco che verrà rialimentato l’assetto della rete non è standard a causa del sezionatore normalmente aperto 3 ed invita l’operatore a controllarne l’assetto. In effetti tale sezionatore, che è quello utilizzato per la contro alimentazione, non può essere mantenuto chiuso in quanto ciò provocherebbe una modalità errata di protezione della L.d.C. Al termine delle manovre di rialimentazione automatiche l’assetto della rete è nuovamente valutato e, se è il caso l’avviso viene ripetuto.

Un secondo caso: la richiesta SMA riguarda una zona per la quale la sequenza automatica di disalimentazione inizia con il comando di disabilitazione dell’asservimento. Il sistema avvisa l’operatore circa il degrado della protezione che sarà provocato dalla disabilitazione dell’asservimento.

Un terzo caso: la richiesta relativa alla zona verde1 di VERONA P.VESC. coinvolge due organi (1 e 13) e provoca la disalimentazione anche della zona viola, cui consegue la successiva zona marrone. Tali zone non sono contro alimentabili per assenza di organi atti a raggiungere un’altra via di alimentazione (tanto è vero che l’apertura del sezionatore 33 non è richiesta): il sistema non da avvisi all’operatore dal momento che la situazione non è rimediabile. A Firenze non avrebbero configurato un tronco con la sola zona Verde1 ma vi avrebbero aggiunto la viola: gli organi da manovrare sono gli stessi ma il gioco è più chiaro.

Continuando con il caso in esame nella finestra popup viene riportato l’avvio della sequenza di disalimentazione, il comando dei due organi (1 e 13) ed infine il dispaccio del modulo all’agente TE richiedente.

Una nuova richiesta, che fa seguito al modulo rilasciato nel precedente caso, provoca la disalimentazione di due tratte non richieste: VERONA P.VESC. / S.MARTINO B.A.: bin.dispari VERONA P.VESC. zona verde2” Tali tratte non sono contro alimentabili a causa del precedente modulo e andrebbero a costituire una “zona d’ombra” (ovvero zona disalimentata senza possibilità di contro alimentazione): l’operatore viene avvisato. La prima tratta è riportata nell’avviso in quanto confinante con il tronco.

L’avviso relativo alla zona d’ombra è ripetuto nuovamente prima del dispaccio, ossia quando ormai le relative tratte sono ormai state disalimentate: il primo avviso potrebbe essere sfuggito all’operatore (che ha ancora la possibilità di rifiutare il rilascio del nuovo modulo).