LA MANOVRA ANTICRESI DEL DUO BERLUSCONI/TREMONTI LA MANOVRA ANTICRESI DEL DUO BERLUSCONI/TREMONTI Un colossale trucco da 80 miliardi disperso in mille.

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LA MANOVRA ANTICRESI DEL DUO BERLUSCONI/TREMONTI LA MANOVRA ANTICRESI DEL DUO BERLUSCONI/TREMONTI Un colossale trucco da 80 miliardi disperso in mille rivoli

2 Di fronte a una crisi finanziaria mondiale, che sta naturalmente investendo anche l’economia, e in particolare quella del nostro Paese, con i suoi ben noti difetti strutturali; In uno scenario sempre più disastroso ove molte aziende chiudono o ricorrono alla cassa integrazione, e i consumi delle famiglie continuano a diminuire, e aumenta la disoccupazione;

3 Mentre continua a diminuire e scarseggiare il credito alle piccole imprese, e non si rinnovano i contratti pubblici per difetto di finanziamento da parte del Governo, che invece cerca accordi con alcuni sindacati con il preciso intento di dividere i lavoratori; Ove scadranno a fine anno oltre contratti di precari, che rimarranno senza lavoro, e senza ammortizzatori sociali;

4 PRESSATO QUINDI DA VARIE INIZIATIVE DI ALTRI GOVERNI, MA GIA’ TARDI PER INTERVENIRE IL GOVERNO HA PROPOSTO UNILATERALMENTE IL PIANO ANTICRISI Misure immediate per imprese e famiglie 4 miliardi; -Sblocco dei fondi per le infrastrutture 16 miliardi; -Pacchetto per le banche 20 miliardi; -Miglior utilizzo dei fondi Ue 40 miliardi;

5 VEDIAMO ORA PIU’ DA VICINO LE SINGOLE PROPOSTE Cercando di capire e svelare i soliti trucchi di finanza creativa del nostro “ grande Ministro “ che non finisce mai di meravigliare, e incantare coloro che sono portati a credere nei miracoli, con poche modifiche rispetto alla proposta iniziale, approvate in 10 minuti, di fronte a tante altre avanzate dalle opposizioni.

6 Misure immediate per imprese e famiglie 4 miliardi Sconto Irap: possibilità di ridurre ai fini dell’IRES il costo del lavoro che compone l’imponibile IRAP, e ruduzione di tre punti dell’acconto IRAP; -IVA per cassa: possibilità di pagare l’IVA non al momento della fatturazione ma, successivamente al momento dell’incasso; -Straordinari: prorogare al prossimo anno la detassazione degli straordinari e dei premi di produttività aziendali, del tutto inutile in un periodo in cui manca la produttività e si riducono gli straordinari per mancanza di commesse; accolta la detassazione degli straordinari e mantenuta la proroga per i premi detassabili fino a 6 mila euro;

7 Ammortizzatori: aumentano le risorse per la cassa integrazione e l’indennità di disoccupazione estese anche ai lavoratori precari che erano esclusi con un bonus pari al 5% del reddito percepito; Bonus fine anno: detassazione delle tredicesime ( non accolto per niente nemmeno in misura parziale ), e riduzione di tre punti dell’acconto IRPEF di novembre; Tassa sull’hard: la pornotax nata nel 2002 e mai attuata risbuca ora. E’ un prelievo fiscale aggiuntivo del 25% sui proventi del porno e di un aumento al 120% degli acconti da versare al fisco, una cosa da sacrestani e non da economisti;

8 Energia elettrica e gas: il Governo farà in modo che vengano ridotte le tariffe elettriche a cominciare dalle famiglie svantaggiate con una riduzione del 15%, che avranno diritto anche allo sconto sulla bolletta del gas; da notare peraltro che si tratta di riduzioni ovvie per effetto della caduta verticale a livello mondiale del costo del petrolio;

9 Bonus per le famiglie svantaggiate: euro per i pensionati con reddito fino a 15 mila euro; euro per le famiglie di 2 persone con reddito fino a 17 mila euro; euro per le famiglie di 3 persone con reddito fino a 17 mila euro; euro per le famiglie di 4 persone con reddito fino a 20 mila euro;

euro per le famiglie di 5 persone con reddito fino a 20 mila euro; euro per le famiglie di oltre 5 persone con reddito fino a 22 mila euro; euro per le famiglie con portatori di handicap con reddito fino a 35 mila euro;

11 Prestito bebè: prestito per i nuovi nati a tasso particolarmente agevolato (4%) di euro nelle famiglie numerose da restituire in 4-5 anni; Mutui: per i mutui prima casa a tasso variabile lo Stato si accollerà la quota della rata eccedente il 4%; Autostrade: gli adeguamenti delle tariffe restano congelati per 4 mesi a partire dal 1° gennaio e blocco per un anno delle tariffe ferroviarie sulle tratte regionali e locali per aiutare i pendolari.

12 Sblocco dei fondi per le infrastrutture 16 miliardi Circa 6 miliardi dal Cipe per Salerno- Reggio Calabria, Alta velocità e contratti di servizio delle Ferrovie. Le risorse verranno dal FAS ( fondo aree sottoutilizzate ) vincolate dalla Finanziaria per l’85% al Mezzogiorno, e quindi da impegni di spesa già presi, e il piano Mose per Venezia, da far venire i brividi, per quante volte sono state richiamate e proposte. In ogni caso non si tratta di risorse aggiuntive.

13 Altri 10 miliardi verrebbero da investimenti chiesti alla Società Autostrade, che sappiamo da anni ha un contenzioso col Governo sui ritardi della manutenzione della rete. In attesa di sapere come si farà per convincerli ( se non pensando a CAI ), bisogna anche annotare che non si tratta di investimenti pubblici. Insomma nella migliore tradizione del capitalismo italiano si fanno piani faraonici coi soldi altrui.

14 Pacchetto per le banche 20 miliardi Munizioni per 20 miliardi per sottoscrivere prestiti obbligazionari o azioni privilegiate delle banche con impegno di agevolare il credito per le piccole e medie imprese, che quindi riceveranno un aiuto. Può darsi che questa sia la ragione per cui in settimana il Ministro ha fatto la voce grossa contro i banchieri, minacciando per loro la galera..

15 Sulle misure per le banche il nostro Partito aveva chiesto a gran voce che gli eventuali interventi fossero condizionati oltre che a salvaguardare il credito alle piccole imprese, che sono parte importante nel nostro Paese, a ridurre i tassi di interesse dei mutui, e congelare i benefici dei manager.

16 Miglior utilizzo dei fondi Ue 40 miliardi Nuovo meccanismo per aumentare l’indice di spendibilità dei fondi strutturali. Si tratta di fondi mobilizzati con lo > di impegni già presi e anche qui non si tratta di risorse aggiuntive, e somigliano molto ai carri armati che Mussolini faceva spostare da un fronte all’altro.

17 I nostri commenti dopo il duro attacco della CGIL portato da Epifani che ha confermato lo sciopero generale Il Segretario Veltroni, che ha dialogato a lungo con un nutrito gruppo di economisti e intellettuali sugli scenari della crisi finanziaria, ha evidenziato che il Governo, in questo momento di grave difficoltà, anziché cercare l’unione di tutte le forze, e accettare o almeno discutere le proposte che vengono dall’opposizione, mira a dividere i sindacati e approva da solo i soliti trucchi, pretendendo poi la collaborazione.

18 Gli 80 miliardi sbucano dalla finanza creativa e non sono somme aggiuntive, mentre l’Italia, sulla scia di quanto fatto da altri paesi potrebbe rinunciare al pareggio del bilancio, di fronte a una crisi che secondo Mario Monti, per la parte più dirompente deve sempre venire, anziché presentarsi con i soliti spot chiudendo in questo modo qualsiasi spiraglio al dialogo.

19 E anziché disperdere in mille rivoli utilizzare queste risorse in più, insieme a quelle che sono state ormai disperse per sanare i debiti ALITALIA, eliminare l’ICI dalle case dei ricchi, e rinunciare alla lotta all’evasione, per detassare interamente le tredicesime dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, che non arrivano più a fine mese, che avrebbero effettivamente fatto aumentare i consumi interni, come chiede anche la Confindustria, e quindi la produzione, aiutare le piccole imprese e definire un piano di veri ammortizzatori sociali e di investimenti pubblici.

20 Il vero problema è che le misure approvate sono troppo poche e vengono disperse come detto in mille rivoli, mentre sarebbe invece possibile attuare interventi più ambiziosi senza mettere a rischio i conti pubblici. Per farlo ci vogliono però due condizioni: La prima condizione è saper scegliere le priorità. Pochi interventi mirati consistenti e duraturi per avere un impatto sul comportamento di famiglie e imprese, riducendo la durata della crisi.

21 La seconda condizione è saper approfittare della recessione per rimettere la casa in ordine, come stanno facendo tutte le famiglie e le imprese italiane, e avviare un processo di ristrutturazione della spesa pubblica, che porti a risparmi consistenti, quando saremo usciti dalla recessione. Nessuno chiede oggi di ridurre l’indebitamento, nel mezzo della crisi, ma di preparare le condizioni per completare domani il risanamento dei conti pubblici.

22 I veri vincoli sono politici Appare evidente che i veri vincoli di scontro sono politici. Da settimane si succedono annunci di piani faraonici di infrastrutture e aiuti a favore di imprese, banche e famiglie, poi regolarmente rinviati o derubricati, senza trovare una sintesi, finché la montagna ha partorito il topolino. I costi di queste indecisioni sono altissimi, producono solo incertezze e alimentano il sospetto che alla fine questi annunci si risolveranno nel nulla. Nel frattempo le banche tagliano il credito, le imprese i costi e il personale, e le famiglie stringono la cinghia e le proposte che sanno di elemosine serviranno a poco.

23 Quali priorità occorrono per contrastare la recessione La riforma degli ammortizzatori sociali, come ormai riconosciuto da tutti, escluso il Ministro Sacconi, utilizzando i risparmi dei titoli di stato. Nel 2009 scadranno infatti titoli di stato per 1/5 del nostro debito. La crisi ha fatto scendere il loro rendimento di circa uno-due punti, che a seconda delle scadenze,, significa risparmi dell’ordine di 3,8 miliardi di euro di spese per interessi, che insieme alla inutile detassazione degli straordinari, fanno 4 miliardi da utilizzare allo scopo.

24 Queste maggiori risorse dovrebbero servire per introdurre un sussidio unico di disoccupazione allargato ai lavoratori parasubordinati e per allungare i sussidi forniti ai lavoratori delle piccole imprese. A regime queste risorse potranno poi essere reperite razionalizzando la spesa pubblica per le cosiddette politiche attive molto costose e di dubbia efficacia, specie in periodi di recessione.

25 Occorrono poi altre risorse per altri interventi Nel 2008 le entrate fiscali sono cresciute meno che in passato in rapporto all’andamento dell’economia e dei prezzi, in particolare le entrate dell’IVA. Il Governo ha abolito una serie di misure antievasione introdotte dal Governo Prodi : obbligo di tenere l’elenco clienti/fornitori, tracciabilità dei compensi, innalzamento del tetto per i trasferimenti in contanti, eliminazione dell’invio telematico dei corrispettivi.

26 Il messaggio di lassismo fiscale è stato forte e chiaro, e l’aumento dell’evasione finisce anche oggi per concentrare il prelievo fiscale sul lavoro dìpendente, la cui quota sulle entrate tributarie salirà quest’anno al 26,50%. Quindi le minori entrate non riducono la necessità di ridurre il carico fiscale del lavoro dipendente, che finirebbe per aiutare subito le famiglie e gradualmente anche le imprese migliorando i consumi, che può rappresentare la vera chiave per uscire dalla crisi.

27 Ad esempio un aumento permanente di 500 euro delle detrazioni fiscali e favore dei lavoratori dipendenti, parasubordinati e pensionati costerebbe circa 6 miliardi. Sarebbe di gran lunga più efficace di interventi estemporanei, anche di difficile attuazione se si pensa al nostro sistema tributario, che essendo percepiti come tali, finirebbero per alimentare soprattutto risparmi delle famiglie. L’aumento delle detrazioni invece beneficerebbe soprattutto chi ha redditi più bassi, stimolando maggiormente i consumi.

28 Come finanziare queste riduzioni del prelievo sul lavoro La Commissione europea ci chiede di rinviare l’aggiustamento dei conti dopo il 2009, quindi si potranno trovare le coperture dopo. Ma al contrario approfittando della crisi si può subito avviare un processo di ristrutturazione della spesa pubblica che può portare consistenti risparmi e un miglioramento dei servizi forniti. Si tratta di entrare nei dettagli, capitolo per capitolo. Non sono possibili generalizzazioni.

29 Solo il metodo è lo stesso. Occorre individuare i tagli di spesa fatti bene, senza portare rispetto a nessuno, combattendo le corporazioni e i privilegi, soprattutto politici. Ciò permetterebbe anche la riduzione di tasse, il miglioramento della qualità dei servizi resi, rimuovendo i vincoli legislativi che li ostacolano, agendo sugli incentivi e sul controllo sociale, che può essere esercitato dalle famiglie. Questo naturalmente prendendo in considerazione una varietà di voci.