Open Archive di Antonella De Robbio Referente SBA per il diritto d'autore Università degli Studi di Padova Bologna, 7 novembre 2002.

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Open Archive di Antonella De Robbio Referente SBA per il diritto d'autore Università degli Studi di Padova Bologna, 7 novembre 2002

Archivi Aperti Noti come Open Archive, o E-prints server, sono archivi preposti al deposito dei documenti scientifici, in forma elettronica, alla loro gestione e conservazione. Possono essere organizzati a livello istituzionale o a livello disciplinare. I documenti elettronici possono essere depositati direttamente dagli autori attraverso un semplice processo noto come auto-archiviazione. Non va confuso il termine auto-archiviazione (self-archiving) con quello di auto-pubblicazione (self-publishing)

Cosa sono gli e-prints? Gli e-prints sono copie elettroniche di papers accademici. Gli archivi di e-prints consentono agli autori di rendere i propri pre-prints pre- referati, e i propri lavori post-print referati, liberamente disponibili alla comunità internazionale scientifica, disseminandoli su scala mondiale, cosa impossibile per un lavoro su carta

L’auto-archiviazione Molti sono i ricercatori che da alcuni anni archiviano i loro lavori sui server delle loro istituzioni o in server disciplinari, per esempio per la biomedicina, l'astronomia, la chimica,... la matematica, dopo la fisica, è il campo, dove si è fatto l'uso più massiccio di server di pre-print Anche all'interno di una stessa disciplina però, non sempre i comportamenti sono omogenei

Tipologie di Open Archive Numerose sono le esperienze nel mondo e anche le tipologie tecniche –modello accentrato –modello distribuito A livello organizzativo le scelte possono essere –server istituzionali (institutional repositories) –server subject-based o disciplinari –esistono inoltre altre soluzioni: gli “umbrella server” (specie di MetaOA) individual data provider (modello Kepler)

Archivi Aperti e interoperabilità Ciascun documento depositato è corredato da metadati in formato standard che vengono esposti per la raccolta (harvesting) Gli archivi sono detti “aperti” in quanto possono essere interrogati da un servizio (“service provider”) che si occupa di indicizzare i metadati raccolti dai vari archivi attraverso la funzione di harvesting Un deposito entro l’architettura OAI Open Archive Initivative è noto come “data provider”

Big versus small Modello accentrato HEP e discipline correlate nasce nel utenti / 70 Paesi 13 mil, doc. scaricati annui 3500 nuovi lavori annui sottomissioni al 2001

Modello distribuito RePEc, la più grande collezione del mondo di documenti per l'economia ad accesso libero, a modello distribuito collega oltre 200 archivi con oltre articoli e rapporti tecnici di ambito economico disponibili online sorto nel 1999 per opera di Thomas Krichel ciascuno diventa mirror e garantisce l’accesso anche ai dati di tutti gli altri archivi

Il modello di pubblicazione scientifica decostruito [termine coniato da J. Smith] I depositi istituzionali possono giocare un ruolo significativo del processo evolutivo della ristrutturazione della comunicazione scientifica Le tradizionali pubblicazioni a stampa integrano in un unico modello 4 componenti essenziali nella comunicazione scientifica [da Roosendaal e Geurts] –Registrazione: stabilire la priorità intellettuale di un’idea, un concetto, o una scoperta scientifica –Certificazione: certificare la qualità della ricerca e/o la validità delle scoperte dichiarate; –Consapevolezza: assicurare la disseminazione e l’accessibilità delle produzioni della ricerca, fornendo meccanismi di alerting –Archiviazione

Institutional repositories: cosa sono I depositi istituzionali di documenti sono collezioni digitali che raccolgono e conservano la produzione intellettuale delle comunità accademiche (singoli o multi Atenei) possono essere considerati estensione naturale delle responsabilità dell’istituzione accademica in qualità di generatori di ricerca primaria sono potenzialmente la componente più importante nell’evoluzione della struttura dei nuovi modelli di comunicazione scientifica

Institutional repositories: a cosa servono offrono una risposta strategica ai problemi esistenti nel sistema che regola i periodici scientifici offrono un immediato complemento di qualità al modello di pubblicazione scientifica ad oggi esistente stimolano l’innovazione entro una struttura di editoria disaggregata servono come indicatori tangibili della qualità di un’istituzione, ne incrementano la visibilità, il prestigio e il valore a livello pubblico

Situazione frammentaria Centinaia di e-server: istituzionali, disciplinari, accentrati, distribuiti, piccoli, grandi, depositi di collezioni,... Papers sparsi sui siti Web Umbrella servers es. MPRESS) MetaMotori OA (service provider) CiteSeer, servizio precedentemente chiamato ResearchIndex, costruito da NEC Research Institute Cooperazione e interoperabilità

Due le aree di intervento Da una parte si trovano iniziative come OAI nata con lo scopo di –sviluppare e promuovere standard per l'interoperabilità tra archivi –essere di supporto ad un'efficiente disseminazione di contenuti; Dall'altra si collocano iniziative come –Budapest Open Access Initiative BOAI –movimento Free Online Scholarship FOS –Public Library of Science ( scienziati di 180 Paesi

Open Archive Initiative OAI è supportata nelle sue iniziative dalla Digital Library Federation e da Coalition for Networked Information e riceve finanziamenti da National Science Fundation fonda le sue radici nel continuo sforzo teso al miglioramento dell'accesso ai documenti entro gli archivi e-print, mette a disposizione strumenti, software e documentazione (protocolli, standard) promuove l'utilizzo di metadati standard

In OAI esistono due categorie di server i data provider, i quali contengono i documenti depositati e che supportano il protocollo OAI esponendo i metadati relativi ai lavori contenuti nel server. Un data provider gestisce uno o più server, per il deposito (Web servers repositories) i service provider, usano i metadati dei data provider come base per la costruzione di servizi a valore aggiunto.

harvesting Open Archives Initiative Protocol for Metadata Harvesting Protocol indispensabile per rendersi visibili ai fini della raccolta è necessario esporre i propri metadati al colloquio entro la comunità internazionale in un formato compatibile metadati per l’interoperabilità

Budapest Open Access Initiative BOAI nata il 14 febbraio 2002 conta oggi oltre 2484 firmatari (178 organizzazioni) finanziata dalla Fondazione Soros di OSI Open Society Institute il suo scopo è di fare pressione sugli autori al fine di ottenere un consenso generalizzato per l’auto- archiviazione non si occupa di applicazioni software o di aspetti tecnologici, ma è focalizzata principalmente sui processi di peer-reviews.

I Software disponibili ArXive, Kit NCSTRL (ex-protocollo Dienst): per server disciplinari Eprints software (OAI compatibile): per server istituzionali Kepler software: per server individuali DSpace di MIT. Gestisce anche formati multimediali utili alla didattica CDSware del CERN: funge anche da portale con motore che ricerca entro le collezioni della biblioteca VT EDT Virginia Tech per le Tesi

Cosa è EPrints ? E’ un software Open source per costruire, gestire e fornire accesso ad archivi di e-print entro un quadro di Digital Library Nato dall’idea del prof. S. Harnad è sviluppato alla Southampton Univ (Chris Gutteridge) E’ un software libero rilasciato con licenza GNU GPL (General Public License), fa uso di numerosi altri software liberi (Apache, MySQL, PERL, Plug-ins for PERL). E’ pienamente interoperabile con il protocollo OAI (Open Archives Initiative) per la raccolta dei metadati

Kepler framework Strumento per la creazione di “personal data provider” o “archivelets” indipendenti dalla piattaforma (Mac, Win, Unix, …) scarico e auto-installazione semplice e rapida su workstation PC individuali (facilità di utilizzo) struttura molto simile a un broker basato su modello di rete P2P servizio di registrazione automatica: tiene traccia dello status di registrazione dell’archivelet (attivo/non attivo), attraverso un modello istant-messenger, mutuato da Napster, dove nel server centrale viene mantenuta traccia (in cache) dei client attivi servizio di raccolta di metadati dagli archivelet semplice e poco pesante

Service provider Arc: risultato ricerca

DSpace: nuova soluzione al MIT DSpace è una piattaforma software open source (licenza BSD) OAI compatibile, adatta agli atenei –cattura e descrive opere digitali utilizzando moduli Web per la sottomissione dei lavori –aggrega e recupera i lavori dell’istituzione: didattica e ricerca –conserva a lungo termine le opere digitali –crea un sistema elettronico per la disseminazione delle produzioni intellettuali –gestisce utenze diversificate (studenti) con controllo degli accessi –gestisce multimedialità:supporta formati numerosi formati utili al contesto E-learning

Due i canali: le comunità e le collezioni

I blocchi di un copyright iniquo possono essere un forte ostacolo –ad una crescita scientifico-culturale –allo sviluppo sociale ed economico dei Paesi (teorie economiche lo confermano) le questioni connesse al diritto d'autore o copyright, incidono sui processi della comunicazione scientifica e sul flusso dei contenuti intellettuali

Va posta differenza tra... quello che l'autore cede a seguito di compenso (royalty) quello che l'autore cede gratuitamente (give away) Non è la stessa cosa scrivere un articolo giornalistico, o per una rivista popolare, e scrivere un articolo scientifico di ricerca. I meccanismi sono diversi. Tutta la ricerca dovrebbe passare attraverso i canali dell'accesso libero, in quanto nessuno paga gli autori per i loro lavori scientifici

La linea di demarcazione Stevan Harnad individua "una linea di demarcazione profonda ed essenziale nella galassia Post-Gutenberg" tra –le opere che rientrano nel circuito commerciale: fasi che coinvolgono l'autore nella cessione dei diritti dietro compenso (royalty), accessibili a pagamento (libri, giornali, programmi, musica) –le opere che rientrano nel circuito della comunicazione scientifica: articoli di ricerca pubblicati nelle riviste scientifiche.

La trasformazione dell’OA il concetto OpenArchive si trasforma: da pre-print diviene e-print, perde il prefisso "pre" a ricomprendere tutti i documenti il vero OA è un deposito di documenti appartenenti a una determinata comunità ruolo dell'EPrints di Harnad è assai più ampio rispetto al semplice pre-print server combatte il copyright iniquo con le stesse armi del copyright (modello vicino a quello del software libero)

Il vero OA modello che porta dentro il "seme" della parola "disseminazione” concetto profondamente diverso da quello della “distribuzione” disseminazione implica una crescita incrementato a tal punto da evolvere e divenire una forma di comunicazione e immagazzinamento della produzione scientifica nella sua interezza

“In the life, there are no solution. There are forces in motion: they need to be created and solutions follow” [In: Volo di notte, Antoine de Saint-Exupéry, Chap. 19]