IL CLIL E IL SUO CONTESTO DIDATTICA E METODOLOGIA_____________________ Università degli Studi di Bologna Facoltà di Scienze della Formazione Linda Rossi Holden Bologna – 25 ottobre 2007
CLIL: Contesto generale Il contesto del CLIL si basa sulle indicazioni espresse dai decisori europei in ambito educativo e culturale; gli esperti hanno individuato l’esigenza che i piani nazionali di ogni Paese membro diano coerenza e orientamento agli interventi intesi a promuovere il plurilinguismo. E questa affermazione è supportata da documenti e risorse istituzionali che forniscono le linee guida per condividere, a livello europeo, i curricoli didattico/metodologici, i livelli, le esperienze, le buone pratiche riguardanti l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue. Per quanto riguarda il “CLIL”, esso è indicato come strategia imprescindibile in tutte le principali direttive, così come appare nei 3 documenti fondamentali sintetizzati di seguito.
Documento europeo: Nuovo Quadro strategico per il multilinguismo Per la prima volta il portfolio di un commissario europeo include esplicitamente la responsabilità per il multilinguismo. Ogni piano Nazionale, per legge, è tenuto a fissare obiettivi chiari per l’insegnamento delle lingue nelle varie fasi dell’istruzione relativamente a determinate strategie e aree di intervento: Migliore formazione degli insegnanti in base allo studio: “Profilo europeo per la formazione degli insegnanti di lingue”. Apprendimento precoce delle lingue. Apprendimento integrato di lingua e contenuto. Sviluppo del multilinguismo nel settore dell’insegnamento superiore e accademico. Indicatore europeo delle competenze linguistiche.
2) Documento europeo: Raccomandazioni L’introduzione di tecnologie multimediali, dell’informazione e della comunicazione in un quadro metodologico e didattico organico può rivelarsi proficua ai fini dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. La promozione di competenze relative all’ “apprendere ad apprendere” per consentire uno sviluppo continuo delle abilità linguistiche anche dopo la fine degli studi. I corsi di lingue dovrebbero dedicare un ampio spazio all’autoapprendimento, offrendo agli studenti una formazione all’utilizzo di strumenti di apprendimento autonomo, nonché a strumenti che consentano il controllo e l’autovalutazione dei progressi e dei processi di apprendimento (ad esempio il sistema Dialang e il Portfolio Europeo delle Lingue). La generalizzazione dell'apprendimento integrato di lingua e contenuto.
3) Documento europeo: Piano d’azione 2004-2006 L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione coniugato alla didattica delle lingue; La produzione e la diffusione di programmi televisivi in lingua originale con sottotitoli; la permanenza all’estero per la formazione linguistica degli studenti e la mobilità degli insegnanti; L’incremento degli scambi comunicativi come i gemellaggi, i network tra scuole e le attività di sensibilizzazione come il premio “Label” e la “Giornata europea delle Lingue”; La formazione permanente degli insegnanti attraverso risorse condivise di buone pratiche e di metodologie innovative, alla luce dei criteri contenuti nel “Profilo del docente europeo di lingue straniere”; L’applicazione del “Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione” che fornisce i livelli e i descrittori per i percorsi di apprendimento, insegnamento e valutazione; La diffusione del plurilinguismo in un’ottica di comunicazione interculturale; L’apprendimento integrato di lingue e contenuti non linguistici.
Relazione sul Piano 2004-2006 Il 25 settembre 2007, la Commissione europea ha adottato una relazione sullo svolgimento del Piano d’azione “Promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica”. La relazione fornisce numerosi esempi di buone pratiche: Belgio, Repubblica ceca, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Romania, Slovenia e Spagna hanno introdotto formule di istruzione bilingue, con l’insegnamento di una materia in una lingua diversa. Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Norvegia e Svezia incoraggiano l’insegnamento delle lingue dei vicini, a volte mediante classi bilingui.
Pubblicazione sul CLIL - © Eurydice 2006 Istruzione primaria e secondaria Il CLIL è un approccio metodologico in cui l’apprendimento/insegnamento della materia non linguistica viene fatto con e attraverso una lingua straniera, non in una lingua straniera. Richiede agli insegnanti una riflessione specifica non più solo sull’insegnamento delle lingue, ma sul processo di insegnamento in generale. È’ però stata rilevata la mancanza di personale docente qualificato per l’insegnamento di tipo CLIL. Quest’ultimo punto è stato sottolineato in molte valutazioni di progetti sperimentali in Italia. In merito alle competenze richieste agli insegnanti, si possono distinguere 4 categorie: 1) essere madrelingua della lingua veicolare; 2) avere seguito un corso o degli studi nella lingua veicolare; 3) seguire una formazione continua sull’insegnamento di tipo CLIL; 4) sostenere un test o un esame di lingua. Lo sviluppo e/o il lancio di iniziative di tipo CLIL dipende, in gran parte, dall’esistenza di un quadro legislativo favorevole a questo insegnamento. Nella maggior parte dei paesi, l’insegnamento di tipo CLIL viene ripreso dalla legislazione in materia educativa dagli anni ’90; non così in Italia, dove non esistono disposizioni ministeriali per la formazione degli insegnanti in ambito CLIL.
MODULO CLIL Schema applicabile a più lingue e più discipline PROGRAMMAZIONE DIDATTICA: Le linee guida su multilinguismo e CLIL attraverso una sitografia ragionata. Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. Il profilo del docente europeo di lingue: situazione, contesto organizzativo, competenze, approccio all’insegnamento. Il sapere e il saper fare. L’apprendimento integrato di lingua e contenuto: CLIL. Le buone pratiche, la didattica, le metodologie, gli scambi di esperienze e attività in ambito CLIL. Percorso guidato ed esercitazioni: materiale didattico integrato di tipo sequenziale (cartaceo) e reticolare (web).
MODULO CLIL Unità di apprendimento Portfolio CLIL Scheda CLIL Sitografia (ricerche Internet) Mappa reticolare Scheda didattico/metodologica Identità Insegnante titolare Scuola Classe Lingua veicolare Livello linguistico Periodo Monteore Eventuale compresenza di insegnante disciplinarista Testo/i d’adozione (eventuali altre risorse) Titolo del laboratorio (disciplina e tema specifico trattato) Parole chiave Modalità Strumenti Materiali Ambienti Progettazione Input (pre-requisiti e motivazioni) Output (obiettivi formativi generali e linguistico/comunicativi)
MODULO CLIL Unità di apprendimento Sviluppo del modulo (prima parte: in classe) Introduzione al tema con specifico glossario bilingue Eventuali supporti: visione di filmati o realizzazione di tabelloni, ecc. Presentazione del portfolio (scheda CLIL e mappa reticolare) preparato dall’insegnante Spiegazione in lingua della scheda CLIL e del percorso web da parte dell’insegnante Verifica della comprensione Scheda CLIL in L2 (disciplina: letteratura – lingua: inglese – titolo: Jane Austen). Esempio: Jane Austen (1) nacque nel 1775 a Steventon, nella contea dello Hampshire (2), dove il padre era rettore ecclesiastico. Nel 1795 iniziò il romanzo “Ellionore e Marianne”, che venne pubblicato nel 1811 col titolo di “Sense and Sensibility” (“Ragione e Sentimento”) (3), incentrato sulla vicenda di due sorelle dalla personalità opposta e con diverse esperienze sul modo di vivere l’amore. Sitografia ragionata www.pemberley.com/janeinfo/janelife.html www.hants.gov.uk/austen/index.html www.jasna.org/pol01/shubinsky.html
MODULO CLIL Unità di apprendimento Sviluppo del modulo (seconda parte: nel laboratorio di informatica) Analisi della sitografia e visione dei siti online elencati nella scheda CLIL Ricerca da parte degli studenti (in modo individuale o a piccoli gruppi) di link web per ampliare la sitografia del portfolio Redazione di una breve scheda CLIL con relativa mappa reticolare (da parte degli studenti) su modello del portfolio elaborato dall’insegnante Sviluppo del modulo (terza parte: in classe, in laboratorio di informatica ed eventualmente all’esterno della scuola) Verifiche sommative (test linguistico/comunicativi) Follow-up (database e/o dispensa e/o gita didattica)