Paolo Bertoletti Dipartimento di economia politica e metodi quantitativi Corso di Microeconomia [A/K]: Esame scritto e orale (facoltativo) Ricevimento: merc. 14-16 Email: paolo.bertoletti@unipv.it Esercitazioni: gio. 9-11, Aula E2 (Dott.ssa Monica Bonacina) Tutorato: mar. 16-18 e gio. 16-18 Aula A (S. Chionne) Materiale (lucidi, testi esame, testi e soluzioni esercitazioni) disponibile al sito: http://economia.unipv.it/bertoletti
I principi dell’economia Capitolo 1 Principi di Microeconomia N. Gregory Mankiw Zanichelli, 2007 (quarta edizione)
Il termine economia . . . Deriva da una parola greca (οικονομìα, si legge: oiconomìa) che significa “gestione (delle cose) della famiglia/società”
In una famiglia/una società vi sono molte decisioni da prendere Chi lavora? Chi studia? Cosa e quanto produrre? Quali risorse impiegare? A quali prezzi vendere i beni ?
Scarsità, efficienza e gestione Le decisioni sono facili se vi sono risorse abbondanti (= non scarse) Se le risorse sono scarse, sorge il problema di un uso efficiente delle stesse: ovvero, di una gestione che eviti gli sprechi. Da qui il legame fondamentale tra scarsità e gestione efficiente
Riassumendo L’economia è lo studio del modo in cui i soggetti decisori gestiscono le proprie risorse scarse Essenzialmente, la microeconomia è una teoria delle scelte, sia quelle individuali sia quelle effettuate dalla “società”.
Come fa “la società” a prendere le decisioni ? Il funzionamento economico delle società contemporanee è il prodotto delle decisioni di una molteplicità di individui. Non c’è qualcuno che decida su tutto. La teoria economica studia: Come gli individui formulano le proprie decisioni Come gli individui interagiscono tra loro Le forze e le tendenze che influenzano l’economia nel suo complesso A e B: oggetto della Microeconomia C: oggetto della Macroeconomia
I sette principi della microeconomia L’economia si può utilmente introdurre (secondo Mankiw) in 10 principi, di cui 7 relativi alla microeconomia Quattro riguardano il punto A, le decisioni individuali 1. Gli individui devono affrontare scelte alternative (trade-off) 2. Il costo di qualcosa è ciò a cui si deve rinunciare per ottenerla 3. Gli individui razionali pensano “al margine” 4. Gli individui rispondono agli incentivi
I sette principi della microeconomia Altri tre principi riguardano il punto B, l’interazione tra individui 5. Lo scambio può rappresentare un vantaggio per tutti 6. I mercati rappresentano di solito uno strumento efficace per organizzare l’attività economica 7. L’intervento pubblico, a volte, può migliorare il risultato del mercato
1. Gli individui devono affrontare scelte alternative Per ottenere qualcosa di solito siamo costretti a rinunciare a qualcos’altro Il Principio 1 deriva dalla scarsità delle risorse, e descrive un elemento cruciale di una scelta informata Esempi Burro o cannoni Tempo libero o lavoro o studio Produzione o inquinamento “Efficienza” o “equità”
1. Gli individui devono affrontare scelte alternative Efficienza: significa che la società ottiene il “massimo” possibile dalle proprie risorse (senza “sprechi”). Equità: significa che i benefici che discendono dalle risorse di una società sono distribuiti in modo “equo” tra i suoi membri.
2. Il costo di qualcosa è ciò a cui si deve rinunciare per ottenerla Scegliendo, gli individui razionali confrontano costi e benefici di un’azione con quelli connessi con azioni alternative Per esempio: qual è il vero costo di frequentare l’università?
2. Il costo di qualcosa è ciò a cui si deve rinunciare per ottenerla Contano i “costi opportunità”, non solo i costi direttamente monetari Costo opportunità è ciò a cui si è costretti a rinunciare per ottenere un certo bene
3. Gli individui razionali pensano “al margine” Le variazioni marginali sono modesti cambiamenti incrementali rispetto a un piano d’azione predefinito Gli individui solitamente decidono sulla base di costi e benefici al margine, non di costi e benefici “medi” Esempio: le compagnie aeree e gli sconti per i viaggiatori “last minute”
4. Gli individui rispondono agli incentivi Gli individui razionali “rispondono agli incentivi”, cioè decidono confrontando costi e benefici marginali Una scelta è preferita ad un’alternativa quando: BMa > CMa (BMa = Benefici marginali; CMa = Costi marginali) E’ importante saperlo anche per politici e legislatori Esempio: sussidi a tutti i disoccupati o solo a chi segue un corso di riqualificazione?
5. Lo scambio può rappresentare un vantaggio per tutti Gli individui possono trarre beneficio dalla possibilità di reciproci rapporti di scambio Lo scambio permette la specializzazione individuale in ciò che si sa fare meglio (specializzazione efficienza) Quel che vale tra le famiglie di uno stato vale tra gli stati (ex Italia/Cina): si è potenzialmente più partner che competitori!
6. I mercati rappresentano di solito uno strumento efficace per organizzare l’attività economica In un’economia di mercato: Gli individui (le famiglie) decidono a chi offrire il proprio lavoro e che cosa acquistare con il reddito ricavato Le imprese decidono chi assumere e che cosa produrre L’intero processo non è pianificato da nessuno ma viene guidato dai prezzi
6. I mercati rappresentano di solito uno strumento efficace per organizzare l’attività economica Gli individui e le imprese operanti su un mercato concorrenziale sono guidati da una sorta di “mano invisibile” verso un assetto sociale in cui non vi sono sprechi. In particolare, la libera concorrenza non è distruttiva, ma benefica. Perciò, ogni interferenza col sistema competitivo di formazione dei prezzi rischia di generare inefficienze.
7. L’intervento pubblico, a volte, può migliorare il risultato del mercato Quando il mercato fallisce, il governo può (direttamente o indirettamente) intervenire per promuovere l’efficienza e/o l’equità, ovvero per ripristinare il libero operare delle forze della concorrenza, o per distribuirne i risultati in modo più equo.
7. L’intervento pubblico, a volte, può migliorare il risultato del mercato Fallimento del mercato: caso in cui il mercato non riesce ad allocare le risorse in modo efficiente Esempio 1: Esternalità (lo scambio tra due individui può generare un effetto “esterno” su di un terzo individuo) Esempio 2: Potere di mercato (la capacità di determinati soggetti, per esempio un monopolista, di influenzare la formazione dei prezzi a loro favore)
7. L’intervento pubblico, a volte, può migliorare il risultato del mercato Se il mercato fallisce, l’intervento pubblico può talvolta correggere le esternalità con un sistema di tasse o sussidi, e eliminare il potere di mercato con politiche di tutela della concorrenza Ci sono però anche i Fallimenti dello Stato, ovvero: non sempre l’intervento pubblico mira all’efficienza, o è effettivamente in grado di perseguirla più efficacemente del mercato
Conclusioni Quando gli individui prendono delle decisioni, essi devono affrontare scelte alternative Gli individui razionali prendono decisioni mettendo a confronto costi e benefici marginali
Conclusioni Lo scambio può rappresentare un vantaggio per tutti I mercati rappresentano di solito uno strumento efficace per organizzare l’attività economica L’intervento pubblico può talvolta migliorare il risultato del mercato