Egitto
Egitto L’Egitto si trova nella parte nordorientale dell’Africa. Confina a ovest con la Libia, a sud col Sudan ed è bagnato a est dal Mar Rosso e a nord Mediterraneo, ed è attraversato da un grande fiume di importanza mondiale: il Nilo. Il mar Mediterraneo e il mar Rosso sono collegati tra loro dal Canale di Suez.
Ambiente: Estremamente arido e principalmente desertico, eccezione fatta per le rive del Nilo che quando straripa deposita, nei campi circostanti, una sostanza molto fertile chiamata limo. Clima Il clima egiziano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, eccezione fatta per la zona mediterranea dove esso è più temperato (sebbene notevolmente più secco ripsetto alla media). Gli inverni sono miti, anche se non mancano gelate invernali nel deserto.
Il Nilo Il Nilo è un fiume nordafricano lungo 6.671 km. Era il fiume più lungo del mondo,infatti il più lungo , da recenti verifiche, è risultato essere il Rio delle Amazzoni.[1] La sezione settentrionale del fiume scorre quasi interamente attraverso il deserto, dal Sudan all'Egitto. Alla fine il Nilo si dirama in un grande delta e sfocia nel Mar Mediterraneo. Dalle sorgenti al delta il Nilo attraversa sei paesi africani: Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Sudan ed Egitto, ma il suo bacino idrografico include porzioni della Repubblica Democratica del Congo, Kenia, Etiopia ed Eritrea.
La popolazione L'Egitto, con i suoi quasi 80 milioni di abitanti[1] è lo stato più popoloso del Medio Oriente e il secondo stato più popoloso dell'Africa. Quasi tutta la sua popolazione è concentrata lungo il corso del Nilo, nell'area del suo delta e nell'area intorno al canale di Suez. Agli Egiziani urbani, residenti nelle metropoli di Cairo e Alessandria, si contrappongono gli egiziani rurali (fellahin). La popolazione totale e l'urbanizzazione sono molto aumentate nel XX secolo, grazie ai progressi sanitari e alla rivoluzione verde.
Economia L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte tuttora assoggetta, l'economia del paese alle fluttuazioni dei mercati internazionali. 33% 45% :P 22%
Cultura e Religione Forte di secoli di cultura, di arte, di musica e di letteratura l’Egitto oggi si appresta a rinnovarsi senza perdere quelle caratteristiche che nel corso del tempo hanno reso particolare e profonda la formazione di generazioni di scrittori, di poeti, di cantanti e di pittori. Rinnovamento difficile perché sul filo della disapprovazione delle espressioni più radicali di una visione religiosa molto repressiva, la cui recrudescenza degli ultimi decenni ha colpito in forme diverse, dal boicottaggio alla violenza fisica, le nuove proposte. Ne è un tipico esempio il premio nobel per la letteratura (1988) Nagib Mahfuz, uomo di cultura che ha tracciato un quadro della società egiziana in bilico tra modernità e tradizione, evidenziandone i deficit sia in un senso che nell’altro. Proprio per questo, oltre che alla censura, lo scrittore si è attirato l’attenzione di estremisti che hanno attentato nel 1994 alla sua incolumità. Oltre ad una folta schiera di scrittori, pubblicisti e giornalisti che in Occidente sono poco conosciuti, l’Egitto si distingue rispetto ai paesi limitrofi per la fitta produzione cinematografica grazie a registi come Salah Abou Seif considerato il padre del cinema arabo con più di 40 lungometraggi al suo attivo. Questi ha descritto con molta sensibilità la società egiziana, specie tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, immortalandone sia la vita quotidiana che i grandi avvenimenti politici. Anche nell’ambito musicale l’Egitto si presenta come punto di riferimento per i paesi arabofoni, Il Cairo infatti è considerata la capitale araba nel mondo, motivi antichi si mischiano con quelli moderni, star ormai classiche, amate e venerate per la limpidezza della voce, come Umm Kalthum (1908-1975), sono affiancate dalle nuove leve che uniscono la tradizione all’innovazione rappresentata dalle sonorità, dalle tematiche e dagli strumenti occidentali. L’arte, scultura e pittura si perdono nella notte dei tempi, influenzata dalle vestigia faraoniche e dalla presenza islamica. Come per gli altri paesi africani, la lingua araba parlata e sedimentata ne corso dei secoli non è più l’arabo classico, usato però come lingua ufficiale, ma una forma dialettale con caratteristiche fonetiche proprie. La religione ufficiale è l’Islam di rito sunnita, vi sono poi delle minoranze di copti, di greco-ortodossi,di cattolici e di armeni.
RELIGIONE IERI OGGI
Cenni storici Ex protettorato britannico, l’Egitto diviene formalmente indipendente nel 1922. Nel 1952 un colpo di stato militare proclama la repubblica. La nazionalizzazione del Canale di Suez, nel 1956, scatena, nell’ ottobre dello stesso anno, la reazione armata contro l’Egitto da parte di Israele che occupa il Sinai e di Gran Bretagna e Francia. Nel giugno 1967, nella Guerra dei Sei Giorni, Egitto, Siria e Giordania sono nuovamente sconfitti da Israele, che occupa il Sinai, le alture del Golan, la Striscia di Gaza, Gerusalemme Est e la West Bank. Nel 1973 Egitto, Siria e Giordania attaccano nuovamente Israele, restandone sconfitti ancora una volta. Nel corso degli anni Settanta, l’Egitto è attraversato da nuovi e importanti cambiamenti. A Sadat, assassinato nel 1981, succede Hosni Mubarak, che resta l’attuale Capo dello Stato. Storia [modifica] Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Egitto. La Grande Sfinge di Giza e laPiramide di Chefren, simboli indiscussi dell'Egitto storico e attuale La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Alto e Basso Egitto da parte di Narmer, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3200 a.C. anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana preparatoria durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima. Attraverso momenti imperiali ed altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del I millennio a.C. quando cadde sotto il controllo persiano. Conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana al 30 a.C. Alla divisione dell'Impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero romano d'Oriente. Nel VII secolo fu conquistato dagli Arabi che resero il paese una provincia ( wilāya ) del loro califfato. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi Tulunidie, dopo la riconquista abbaside, i cui califfi affidarono l'Egitto agli Ikshididi, il paese fu conquistato nel X secolo dai Fatimidi, che erano sciiti-ismailiti. Saladino e la dinastia da lui fondata degli Ayyubidi posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei mamelucchi, turchi e circassi. Infine fu il turno degli Ottomani che presero il potere nel XVI secolo (1517), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano Selim I Yavuz che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi. Ai primi di luglio 1798 l'Egitto fu invaso via mare da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da Napoleone Bonaparte. Lo scopo principale dell'invasione fu quello di mettere in difficoltà l'Inghilterra ma, tra gli scopi secondari, c'era anche quello di agevolare la conduzione di studi storici, archeologici, geografici, linguistici che il nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere, che il Bonaparte era riuscito ad aggregare alla spedizione, svolse effettivamente in modo più che egregio. L'occupazione francese durò fino all'estate del 1800 (Napoleone era tornato in Francia già ad agosto del 1799) quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arresero agli anglo-turchi. Dai primi del XIX secolo l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese Mehmet Ali Pascià (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re Faruq I d'Egitto nel 1953) che avviò una dinastia vicereale (khediviale), formalmente vassalla della Sublime Porta (Istanbul) ma sostanzialmente del tutto autonoma. Nel 1881, sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di Isma'il Pascià, giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Più tardi Londra occupò l'Egitto reggendolo fino al 1922, senza definirne uno status giuridico preciso e indicandolo come un semplice possedimento della Corona. Il Cairo una vistosa insegna pubblicitaria nell'Egitto moderno evoca i fasti antichi della Valle del Nilo Il 28 febbraio 1922 venne riconosciuta una formale indipendenza, sotto la veste istituzionale monarchica, pur perdurando, di fatto, l'occupazione militare britannica. Questo stato di cose proseguì fino al 1952 quando il 23 luglio un colpo di Stato dei Liberi Ufficiali del generale Muhammad Neghib e del colonnello Gamāl ʿAbd al-Nāṣer (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva. Il 23 giugno 1956 Nasser viene eletto Presidente della Repubblica, ed il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, Israele invade il Sinai, e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre 1956, truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembrel'Unione Sovietica intima ad Israele, Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, ed anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto. Il cessate il fuoco entra in vigore l'8 novembre, ed il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'ONU giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali". Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di Aswān da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, all'URSS. Nel 1967 scoppia la "Guerra dei sei giorni" (vedi Conflitti arabo-israeliani), e il 28 settembre 1970 muore Nasser. Gli succede il vice presidente, Anwar al-Sādāt, che, nel 1973 sferra una nuova offensiva verso Israele, e che verrà ucciso il 6 ottobre del 1981 in un attentato. Gli succede Hosni Mubarak.
Curiosità: perchè si chiama Egitto? Il primo ad usare il nome Aigyptos fu il poeta greco Omero. Questa parola era la versione greca di "Hikuptah", termine che in babilonese indicava il tempio di Ptah a Menfi, noto come "Castello del Ka di Ptah". Gli antichi Egizi, invece, chiamavano il loro paese Kenet o Kemi cioè "terra nera", riferendosi alla feconda terra coperta dal nero limo lasciato dalle piene del Nilo. La zona desertica era invece chiamata Dashret, "la terra rossa. Il paese era diviso in Alto e Basso Egitto, il primo rappresentato col simbolo del giunco e il secondo con quello dell'ape (oppure rispettivamente, con il loto e con il papiro). L'Alto Egitto comprendeva la Valle del Nilo da Assuan ad Heliopolis ( presso l'odierno Cairo). Il Basso Egitto, invece occupava tutta l'area del Delta del Nilo.
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