Relazione bi-adica (qualcosa sta per qualcos’altro) Stefano Gensini (Semiotica) Lezione II Concezione tradizionale del segno Relazione bi-adica (qualcosa sta per qualcos’altro) Primo limite: indistinzione delle tipologie di segno Secondo limite: referenzialismo -> il segno rimanda a un che di extrasemiotico (un oggetto del mondo, un concetto)
Agostino (IV-V sec.) cerca di ovviare al primo limite Esistono due specie di segni, naturalia e data (ovvero ‘posti’, ‘intenzionali’) Signum naturale è ad es. il fumo che significa senza intenzione di farlo, ma solo perché per esperienza noi sappiamo che dove c’è fumo c’è anche fuoco Altri esempi di segni naturali: la traccia dell’animale che passa, l’espressione del volto che rivela il ns. stato d’animo anche se non vogliamo
Segni intenzionali (è sempre Agostino che parla…) Sono quelli che gli esseri viventi si scambiano per far conoscere emozioni, sentimenti, pensieri, e per trasmetterli ad altri; Anche gli animali dant signum vocis (ad es. il gallo che chiama a mangiare le galline ecc.) Gli esseri umani dispongono di segni anche per la vista: gesti, movimenti, ma anche insegne, bandiere ecc. I segni intenzionali più importanti sono però i verba: i soli con i quali possiamo esprimere tutti i concetti dell’animo.
IL TRIANGOLO SEMANTICO DI OGDEN E RICHARDS (1923) TERMINI ORIGINALI INGLESI: PENSIERO = THOUGHT (REFERS TO SOMETHING IN THE WORLD) SIMBOLO = SYMBOL(SYMBOLIZES SOME THOUGHT; STANDS FOR THE REFERENT) RIFERENTE = REFERENT (oggi “referente”) Fonte: C.K. Ogden, I.A. Richards, The Meaning of the Meaning, 1923, tr. it., Il Saggiatore, Milano 1966 NOTA BENE → Il cd. Triangolo semantico è la trascrizione moderna del detto scolastico: «Vox significat (rem) mediantibus conceptibus». Vizio di ‘esternalismo’ di questa rappresentazione !!!
Il rapporto segnico per Saussure (ad es. forme fonico-acustiche di una lingua, le cifre combinate a formare numeri, i gesti che accompagnano la parola nei normoudenti…) Significante ____________ Significato (ad es. accezioni di parole, le quantità indicate dai numeri, i valori convenzionati di certi gesti…) Per S. il segno è bifacciale Il significante è una classe di suoni percepibili coi sensi, associata a un significato Il significato non è l’oggetto né un pensiero, ma un’entità semiotica Ad es. Il significato della parola italiana bambino non corrisponde a quello dell’ingl. Child né del ted. Kind
Problematicità di Saussure Gli editori del Cours equivocano su quel che S. intende per ‘significato’: il disegnino di destra è di mano loro, ed è concettualmente errato: il significato non è il referente ma una nozione culturale
Saussure: L’arbitrarietà del segno Dal capitolo del CLG sul ‘valore linguistico’ (= CLG 156) Il segno ritaglia arbitrariamente la sostanza fonica e quella concettuale Prima e indipendentemente dal segno non vi è né suono (linguistico) né significato
C’è un triangolo semiotico anche in Peirce? Processo della semiosi: un evento reale (oggetto dinamico) produce un primo segno: alla rifrazione psicologica nella mente del soggetto (oggetto immediato) corrisponde la produzione di un representamen (ad es. una parola)…. (da Bonfantini 1980)
… e poi l’interpretante Il passaggio dalla biadicità alla triadicità sta nel fatto che il primo segno si sviluppa in un secondo segno riferito (mediatamente) allo stesso oggetto dinamico; Ad es. un’altra parola, un gesto, un comportamento, un silenzio….
Quale oggetto per la semiotica? Nell’approccio di Saussure, oggetto della semiotica sono i sistemi di segni socialmente codificati (linguaggi verbali e non, calcoli, riti, segnaletiche ecc.); Nell’approccio di Peirce, oggetto della semiotica sono i processi di semiosi: l’enfasi si sposta perciò sulle pratiche interpretative e l’oggetto potenzialmente si dilata.