Ferdinand de Saussure Un’altra ipotesi per la Semiologia Nato a Ginevra (1857-1913) Sua opera fondamentale il Cours de linguistique générale (redatta dagli allievi), 1916
Ferdinand de Saussure Professore di linguistica generale all’Università di Ginevra; corsi degli anni 1907-1911 Da questi nasce il Cours de linguistique générale, uscito postumo nel 1916 a cura degli allievi. Secondo Saussure, il segno deriva dalla congiunzione di un significante e di un significato Fra significante e significato vige una relazione arbitraria, cioè immotivata da un pdv sia logico sia naturale Il significato non è l’oggetto cui il segno si riferisce ma il ‘concetto’ elaborato dai parlanti e oggettivato nel valore sociale condiviso del segno Si ricordi che il Cours esce postumo (ed. definitiva 1922); lo redigono gli allievi di S. Ch Bally e A. Sechehaye, su appunti del maestro. L’ed. critica del testo è stata pubblicata da R. Engler negli anni Sessanta, integrandovi le note manoscritte di S. e gli appunti presi dagli altri allievi dei corsi ginevrini. In italiano abbiamo la fondamentale edizione commentata di T. De Mauro (1967)
Saussure 1. La lingua come sistema di segni “La lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee e, pertanto, è confrontabile con la scrittura, l’alfabeto dei sordomuti, i riti simbolici, le forme di cortesia, i segnali militari ecc. Essa è semplicemente il più importante di tali sistemi”.
Saussure 2: la semiologia “Si può dunque concepire una scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale; essa potrebbe formare una parte della psicologia sociale e, di conseguenza, della psicologia generale: noi la chiameremo sémiologie (dal greco semeíon ‘segno’). Essa potrebbe dirci in che consistono i segni, quali leggi li regolano”.
Il segno secondo Saussure E’ bifacciale: concetto -> significato; immagine acustica-> significante Significante /…/ è una classe di suoni Significato “…” è una classe di sensi
Segno come congiunzione di classi Classi di suoni: Ad es. la classe di tutte le realizzazioni del fonema /k/ in italiano Classi di sensi Ad es. la classe di tutti i sensi in cui possiamo intendere la parola “cane” (un barboncino, una parte della pistola, un cantante stonato ecc.”)
La lingua è il sistema di queste classi Sul piano del significante ogni lingua ha il suo repertorio di fonemi, distino dai suoni concretamente realizzati (ad es. l’italiano non ha la j del francese je, né la ü o la ö del tedesco) Sul piano del significato ogni lingua ha i suoi elementi distintivi: ad es. l’italiano ha due generi, l’inglese tre (compreso il neutro)
Il rapporto segnico per Saussure (ad es. forme fonico-acustiche di una lingua, le cifre combinate a formare numeri, i gesti che accompagnano la parola nei normoudenti…) Significante ____________ Significato (ad es. accezioni di parole, le quantità indicate dai numeri, i valori convenzionati di certi gesti…) Per S. il segno è bifacciale Il significante è una classe di suoni percepibili coi sensi, associata a un significato Il significato non è l’oggetto né un pensiero, ma un’entità semiotica Ad es. Il significato della parola italiana bambino non corrisponde a quello dell’ingl. Child né del ted. Kind
Problematicità di Saussure Gli editori del Cours equivocano su quel che S. intende per ‘significato’: il disegnino di destra è di mano loro, ed è concettualmente errato: il significato non è il referente ma una nozione culturale
Il segno linguistico è arbitrario Nel senso che fra significante e significato non c’è vincolo motivazionale, né in senso “naturale” (conformità, contiguità fisica) né in senso “logico” (pensa al numero romano III / tre volte l’unità) Il segno unisce s.te e s.to attraverso un processo solamente accidentale, cioè storico: es. lat. captivus> it. cattivo
Arbitrario vs. Convenzionale L’associazione s.te / s.to non è deliberata, ma accidentale Convenzionalità in senso stretto vi è solo nelle terminologie scientifiche, nei gerghi, negli usi metalinguistici Si può parlare di convenzionalità solo in senso lato e improprio (=abitudine condivisa, uso sociale)
Un secondo senso di arbitrarietà Finora abbiamo visto l’arbitrarietà solo all’interno del segno isolato, ma una lingua è un sistema di segni; Pensiamola dunque così:
Doppia arbitrarietà “orizzontale” Sul piano fonologico ogni fonema si identifica distinguendosi dagli altri: Ad es. /k/ vs. /g/ (+/- sonorità); /s/ vs /ʃ/ (+/- palatalità); /n/ vs. /d/ (+/- nasalità) Sul piano semantico ogni significato si identifica differenziandosi all’interno del proprio campo: Ad es. “sedia” vs “sgabello” vs. “poltrona”, vs. “sedile” vs “divano” ecc.
Arbitrarietà orizzontale ~ sistemicità La lingua è un sistema interattivo e dinamico, in cui ogni elemento è in relazione a tutti gli altri La lingua ritaglia il suono e il senso
Saussure: Arbitrarietà e valore Dal capitolo del CLG sul ‘valore linguistico’ (= CLG 156) Il segno ritaglia arbitrariamente la sostanza fonica e quella concettuale Prima e indipendentemente dal segno non vi è né suono (linguistico) né significato
Per Saussure dunque la lingua E’ un sistema di relazioni oppositive fra s.te e s.te, fra s.to e s.to, in ultima analisi fra segno e segno E’ un sistema generatosi storicamente, accidentalmente, che pertanto è insieme stabile e dinamico E’ una modalità di “ritagliamento” del rapporto soggetto-mondo
Conclusione La lingua è forma non sostanza: non contano le realizzazioni materiali dei segni, ma il modo in cui essi sono “formati” La forma è dunque un principio attivo, è quello che rende “lingua” una lingua (italiana anziché arabo, anziché turco ecc.) Coincidenza fra Saussure e Wilhelm von Humboldt (1836: Sprachform)