Sociologia della Devianza (docente: Livia Pomodoro) Tutorship 01 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 14 maggio 2008
Relazione immigrazione / criminalità: un excursus storico Immigrazione straniera in Italia: un fenomeno recente, un trattamento di tipo emergenziale La questione della devianza degli stranieri: un tema classico degli studi sociologici Lo straniero: il “diverso da noi” che ci fa visita per restare… Immigrato: minaccia sociale o capro espiatorio?
Relazione immigrazione / criminalità: la scuola di Chicago L’età progressiva (inizio XX sec.): urbanesimo e immigrazione selvaggia nell’epoca della bigness La missione dei chicagoans: verificare e smascherare i luoghi comuni sulla pericolosità dei migranti (empatia del ricercatore) Una doppia tendenza: le prime generazioni di migranti non delinquono più degli autoctoni, salvo alcuni tipi di delitti, correlati alla loro diversa provenienza Il problema delle seconde generazioni: delitti in sintonia con la società ospitante, con superiori tassi di delittuosità ed incarcerazione
Relazione immigrazione / criminalità: le teorie eziologiche della devianza Spiegare la devianza dei migranti: teorie eziologiche Teoria ecologica della devianza (Shaw, McKay): la disorganizzazione fisica e sociale dell’ambiente di inserimento spiega la diversità dei tassi Teoria del conflitto culturale (Sellin): il conflitto fra la cultura di provenienza e quella di approdo genera anomia e favorisce l’insorgere di comportamenti devianti Teoria della frustrazione strutturale (Merton): lo squilibrio fra le mete sociali fissate in una società (relative all’ambiente di appartenenza) e i mezzi che si hanno a disposizione per raggiungerle può generare una reazione deviante nell’individuo
Relazione immigrazione / criminalità: le teorie del controllo sociale George H. Mead: l’uomo è in continua interazione con l’ambiente circostante, che esercita svariate forme di controllo (diretto e indiretto) sull’individuo. Il migrante ha minori legami nella società di approdo rispetto agli autoctoni e maggiori possibilità di “deviare” Teoria dell’interazionismo simbolico: importanza del linguaggio e dei processi comunicativi sulla definizione di “comportamento deviante” e sulla conformità del soggetto a tale definizione. Se l’immigrato si inserisce in un gruppo che considera “accettabile” un comportamento deviante, vi è il forte rischio che riprodurrà tale comportamento (sub-cultura deviante) Teoria dell’etichettamento (Lemert): l’etichettare come “deviante” un gruppo sociale o suoi rappresentanti può portare ad un rafforzamento dell’identità deviante dei membri di quel gruppo sia al suo esterno (con la comparsa di “nemici pubblici condivisi” all’interno della società) che al suo interno (con l’amplificazione del comportamento deviante in una “profezia autoavverantesi”)
Per ulteriori approfondimenti… MELOSSI Dario – “Stato, controllo sociale e devianza”, Milano, Bruno Mondadori, 2002
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