Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Medicina del Lavoro – V° anno RUMORE, VIBRAZIONI, MICROCLIMA E VIDEOTERMINALI Prof. G.B. Bartolucci.

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Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Medicina del Lavoro – V° anno RUMORE, VIBRAZIONI, MICROCLIMA E VIDEOTERMINALI Prof. G.B. Bartolucci

SUONO: oscillazione di compressione e rarefazione generata da un corpo solido vibrante che si trasmette in un mezzo elastico come l’aria. RUMORE: suono che appare sgradevole all’orecchio umano per la combinazione non armonica delle varie frequenze presenti.

PARAMETRI FISICI Frequenza (f): numero di oscillazioni di un’onda in un secondo e si misura in Hertz (1 Hz = 1 vibrazione/sec); è responsabile della tonalità del suono (acuto o grave); Periodo (T): tempo in cui l’oscillazione avviene completamente; Lunghezza d’onda (): intervallo tra due punte massime di due onde successive; all’   f; Intensità sonora: ampiezza dell’oscillazione (suono forte o debole) che determina l’energia dell’onda sonora e si misura in decibel (dB).

ORECCHIO UMANO sensibilità compresa tra 20 e 20.000 Hz; soglia minima di udibilità del suono, variabile a seconda della f  sensibilità diversa a seconda delle frequenze; migliore alle alte frequenze (suoni acuti) rispetto alle basse frequenze (suoni gravi); variazioni aritmetiche dello stimolo non producono equivalenti variazioni nella sensazione, che è invece in relazione con il logaritmo dello stimolo sonoro.

Per avere misure fisiche in relazione alla sensazione sonora è stata introdotta la grandezza decibel (dB) legata al livello di soglia dell’orecchio umano da una relazione logaritmica: dB = 10 Log P/P0 dove P: pressione misurata P0: pressione di riferimento a 1000 Hz Un raddoppio dell’intensità sonora (ottenuta ad es. aggiungendo in una stanza una seconda macchina identica ad una prima con la stessa rumorosità) comporta un aumento di 3 dB (es 80 dB + 80 dB= 83 dB)

MISURA DEL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO La misurazione viene fatta in dB(A), che esprime il reale livello di rumore percepito dall’orecchio umano e che è in grado di determinare disturbo e/o danno; In ambiente possiamo avere vari tipi di rumore: - rumore continuo, cioè stabile di livello con variazioni non superiori a ± 5 dB in 0.5 secondi; - rumore impulsivo, caratterizzato da rapida variazione di livello superiore a 40 dB in 0.5 secondi; - rumore intermittente o fluttuante, il cui livello varia molto anche se lentamente nel tempo; La misura viene eseguita con fonometri integratori che misurano il rumore in livello equivalente, che rappresenta il livello in dB(A) di un rumore stabile e continuo che abbia lo stesso contenuto energetico dei rumori di varia intensità e caratteristiche che si verificano nel tempo di misura.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN AMBIENTE DI LAVORO D.Lgs 195/06 il datore di lavoro deve valutare l’esposizione professionale quotidiana personale di ogni singolo lavoratore  al calcolo di tale parametro si può pervenire attraverso la misura della rumorosità delle macchine e attrezzature presenti in azienda rapportate poi al tempo di permanenza del lavoratore sul posto di lavoro; i parametri da valutare sono il livello equivalente in dB(A) ed il livello di picco in dB(C); i provvedimenti preventivi vengono poi differenziati per classi di esposizione.

Lep,d  80 dB(A) e Peak  135 dB(C): nessun obbligo valutazione rischio (rilievi livelli esposizione) informazione e formazione ai lavoratori fornitura di dispositivi di protezione auricolari controllo sanitario su richiesta del lavoratore o se ritenuto opportuno dal medico competente 85 < Lep,d  87 dB(A) e 137 < Peak  140 dB(C) Programma di bonifica ambientale obbligo all’uso dei dispositivi di protezione auricolari controllo sanitario obbligatorio Lep,d > 87 dB(A) e Peak > 140 dB(C)* non possono essere superati in nessun caso e fanno scattare l’obbligo di misure immediate * a dispositivi di protezione auricolari indossati

Frequenza di superamento dei valori di 85, 90 e 100 dB(A) in varie mansioni di diversi settori industriali   SETTORI No. No. %>85 dB(A) %>90 dB(A) %>100 dB(A) INDUSTRIALI Ditte Mis. X Range X Range X Range METALMECCANICO 26 590 66% 27-100 39% 4-88 12% 0-70 LEGNO 15 362 80% 46-100 39% 4-91 13% 0-91 TESSILE 13 275 78% 24-97 50% 0-81 1% 0-5 CERAMICA 10 177 52% 15-86 25% 15-86 3% 0-15 FONDERIA 8 234 64% 43-83 40% 12-61 16% 4-31 CEMENTIFICI 6 99 64% 0-100 41% 0-90 17% 0-60 VETRO 4 101 59% 45-90 34% 26-71 9% 0-35 CALZATURIERO 18 397 49% 20-83 18% 6-75 4% 0-25 MAT. PLASTICHE 9 152 55% 18-90 27% 9-50 3% 0-6 ANODI 1 129 51% - 23% - 5% - FERTILIZZANTI 3 39 33% 14-38 15% 0-15 3% 0-8 FARMACEUTICO 4 60 40% 18-59 13% 7-17 2% 0-5 LATTERIZI 3 24 71% 46-100 38% 8-83 8% 0-20 MANGIMIFICI 6 115 61% 30-83 25% 9-63 4% 0-13 CARTIERE 3 82 71% 57-93 33% 14-48 3% 0-4 GRAFICA 3 134 47% 59-96 22% 10-30 2% 0-3 ESTRATTIVO 1 21 91% - 81% - 72% - ALIMENTARE 8 292 63% 41-100 30% 4-86 2% 0-8 TABACCHIFICIO 1 74 62% - 23% - - -

EFFETTI SULLA SALUTE APPARATO UDITIVO: effetti a seconda dell’intensità e dell’esposizione professionale. Un’esposizione prolungata a rumore continuo fino a 80 dBA per 8 ore al giorno e per molti anni non provoca nella maggior parte degli esposti alcun danno a carico dell’apparato uditivo.

EFFETTI UDITIVI SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA SOGLIA UDITIVA IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO (IPOACUSIA DA RUMORE)

SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA SOGLIA UDITIVA : innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo (variabile per suscettibilità individuale) per rumore particolarmente intensi recupero che inizia al cessare dell’esposizione e si completa in circa 16 ore

IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO per rumore di elevata intensità e di breve durata lesione monolaterale all’orecchio rivolto verso l’evento lesivo dolore violento, notevole ipoacusia con acufeni, vertigini (fino alla rottura della membrana timpanica) audiometria: deficit monolaterale

IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO (RUMORE): ipoacusia percettiva, generalmente bilaterale e simmetrica, irreversibile interessa dapprima i toni acuti (4 kHz) e poi si estende alle frequenze vicine (3 kHz) e nei casi più avanzati compromette le frequenze medio-basse (0.5-2 kHz) importanti per la udibilità sociale, con in genere una risalita sugli 8 kHz.

FATTORI CHE DETERMINANO IL DANNO DA RUMORE - livello sonoro globale - spettro sonoro e tipo di rumore - durata dell’esposizione - suscettibilità individuale - interazione con altri fattori nocivi

FATTORI FAVORENTI IL DANNO UDITIVO - Età - Fumo - Patologie dell’orecchio (otiti, otosclerosi, neuriti e neurinomi del nervo acustico) - Patologie sistemiche (ipertensione, arteriosclerosi, diabete, dislipidemie) - Patologie infettive (morbillo, parotite, rosolia e altre infezioni virali) - Patologie traumatiche (traumi cranici e acustici, colpi di frusta) - Farmaci (antibiotici, antitumorali, antimalarici, diuretici) - Ototossici professionali (toluene, stirene, tricloroetilene, solfuro di carbonio, monossido di carbonio, cianuri, metilmercurio)

EVOLUZIONE IPOACUSIA DA RUMORE

FREQUENZA DELLE IPOACUSIE PROFESSIONALI IN RAPPORTO A RUMOROSITA’ AMBIENTAE E DURATA DELL’ESPOSIZIONE

Rendite INAIL per Ipoacusia da rumore in periodi vari

CLINICA (1) I stadio: acufeni alla fine del turno di lavoro con sensazione di orecchio pieno e senso di intontimento. Durano per 2-3 settimane. Nessuna modifica audiometrica II stadio: solo qualche acufene audiometria = perdita 30-40 dB sulla frequenza 4 kHz

CLINICA (2) III stadio: il lavoratore riferisce di non sentire più il ticchettio dell’orologio e di aver bisogno di alzare il volume di radio o TV per comprendere bene le parole audiometria = perdita 45-60 dB su f 4 kHz IV stadio: compare se continuità di esposizione dopo qualche anno dal 3° stadio. Il lavoratore prova difficoltà a udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro + acufeni e percezione dei suoni distorta audiometria = perdita a 4 kHz o 6, ma anche 3, 2 e 8 kHz.

Procedura per la diagnosi di ipoacusie professionali da rumore Prima fase: Identificazione della IDR   * esistenza di una ipoacusia * determinazione e quantificazione al rischio espositivo   Seconda fase: Diagnosi audiologica della IDR   * diagnosi di soglia - precisione ed affidabilità - esclusione simulazione   * diagnosi eziologica - correlazione con esposizione - comparazione con valore atteso   *diagnosi differenziale e multipla - quantificazione di eventuali cofattori    Terza fase: Diagnosi medico legale della IDR   *calcolo invalidità *calcolo e quantificazione cofattori *calcolo risarcimento

EFFETTI EXTRAUDITIVI DEL RUMORE RISPOSTA DI ALLARME: per rumore di elevata intensità e di breve durata . Si esaurisce velocemente.  della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica,  della frequenza del respiro,  della secrezione e della motilità gastrica sudorazione cutanea dilatazione pupillare, effetti neuropsichici: allungamento dei tempi di reazione con aumentato numero di errori durante il lavoro, interferenza del rumore con eventuali messaggi di pericolo.

EFFETTI DISTURBANTI DEL RUMORE  per esposizioni a rumore negli ambienti di vita interferenze sulla comunicazione verbale e apprendimento (lettura, ascolto radio-TV) interferenza con sonno e riposo effetti psicofisiologici sulla salute mentale e sulle prestazioni "ANNOYANCE": disturbo o fastidio cioè sentimento di scontentezza riferito al rumore che l’individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo

Effetti sul sonno Soggettivi: difficoltà e ritardo nell’addormentamento aumento del numero dei risvegli notturni risveglio mattutino precoce difficoltà nel riaddormentamento incubi o sogni con componente ansiosa sonnolenza diurna - astenia

Effetti sul sonno Un livello sonoro all'interno delle stanze da letto dovrebbe collocarsi < 40 dB(A) di Leq. Secondo OMS il valore ottimale è 35 dB(A) e la Commissione CEE stima che un Leq notturno < 30-35 dBA con livelli max non eccedenti i 45 dBA siano una garanzia di una buona qualità del sonno per soggetti normali.

VALORI LIMITE CONSIGLIATI PER EFFETTI DISTURBANTI per zone dove è richiesta elevata concentrazione: limite non superiore a 55 dBA (norme ISO) - qualità della conversazione verbale soddisfacente quando livello di rumorosità compreso tra 50 e 55 dB(A); - appena accettabile per livelli tra 55 e 65 dB(A)

Gli accelerometri vanno collocati sulla superficie attraverso cui vengono trasmesse le vibrazioni: - soggetto eretto: area sottostante i piedi - soggetto seduto: cuscino, schienale sedile, area di appoggio dei piedi - soggetto disteso: aree sotto la testa, la schiena e il bacino - mano-braccio: sotto la mano o tra le dita o al centro dell’area di impugnatura ma dalla parte opposta a quella trattenuta dal palmo della mano o a lato della mano (adiacente alla mano stessa) Il trasduttore va rigidamente vincolato alla superficie eventualmente usando un supporto

l’ampiezza delle vibrazioni viene valutata in termini di accelerazione a (m/s2) L’accelerazione viene ponderata in frequenza aw (filtro di ponderazione: lascia inalterato il segnale generato dall’accelerometro nell’intervallo di massima sensibilità del corpo umano e lo attenua all’esterno) La durata della misura è rappresentativa della durata dell’esposizione

DIRETTIVA dell’UNIONE EUROPEA SULLE VIBRAZIONI (2002) Vibrazioni trasmesse al corpo intero: “le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide” Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: “le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell’uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari”

Settori produttivi in cui vengono utilizzate macchine e/o veicoli che possono comportare un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e patologie da esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero Industria manifatturiera: - camion industriali - carrelli sollevatori o elevatori - gru mobili e fisse - superfici vibranti nei mulini, frantoi, laminatoi - piani vibranti per distaffaggio

Industria delle miniere e cave - macchine movimentazione terra - macchine escavatrici - bulldozer - carrelli sollevatori o elevatori - camion industriali - gru mobili e fisse

Industria delle costruzioni - macchine movimentazione terra - macchine escavatrici - bulldozer - compressori - macchine per la pavimentazione stradale - carrelli sollevatori o elevatori - camion industriali - gru mobili e fisse Agricoltura e foreste - trattori - altre macchine agricole o forestali

Servizi di trasporto e di pubblica utilità - camion articolati e non - autovan - autobus - taxi - treni -mezzi meccanici di sollevamento e trasporto nelle attività portuali (trasportatori a cavaliere, autogru, gru da banchina, carrelli sollevatori o elevatori) - altri sistemi di trasporto su strada o rotaia

Settori produttivi e lavorazioni che possono comportare un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e patologie da esposizione a vibrazioni a carico del sistema mano-braccio Industria manifatturiera: - fonderie e acciaierie (scalpelli pneumatici, pestelli pneumatici, smerigliatrici) - cantieri navali (scalpelli pneumatici, smerigliatrici portatili, macchine per picchettatura, raschiatura e scrostatura) - industria meccanica e metalmeccanica (rivettatrici, smerigliatrici portatili e da banco, avvitatrici, fresatrici, macchine per trapanatura e per rifinitura)

- Industria di produzione di veicoli (smerigliatrici portatili, avvitatrici, fresatrici, macchine per trapanatura e per rifinitura) - industria dei materiali lapidei (scalpellini pneumatici, smerigliatrici portatili, macchine per levigatura e finitura) - industria calzaturiera (macchine per ribattitura) Industria delle miniere e cave - operazioni di scavo, perforazione, trivellazione, avanzamento (martelli pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori, martelli trivellatori)

Industria delle costruzioni - operazioni di scavo e sbancamento (martelli pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori, martelli trapanatori) - opere edili (martelli pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori, smerigliatrici portatili, macchine per pressatura) Agricoltura e foreste - operazioni di abbattimento, taglio, sramatura di alberi e piante (motoseghe) - operazioni di manutenzione agricola e boschiva (motoseghe, decespugliatori, smerigliatrici portatili, macchine per trapanatura)

Servizi di pubblica utilità - operazioni di scavo e sbancamento (martelli pneumatici, martelli demolitori, martelli perforatori, martelli trivellatori) - operazioni di manutenzione nel settore ferroviario e nei servizi erogatori di elettricità, gas, acqua e telefonia (martelli pneumatici, smerigliatrici portatili, fresatrici, avvitatrici, macchine per trapanatura)

Valutazione dell’esposizione (D.Lgs 187/05) Identificare sorgenti di esposizione Calcolare i tempi effettivi di esposizione Misura delle vibrazioni: uso dell’indicatore di esposizione A(8) rappresentato dall’accelerazione equivalente ponderata in frequenza delle vibrazioni riferita a 8 ore di lavoro A(8)=Aw(T/T8)1/2 (m/s2) Aw = accelerazione ponderata in frequenza delle vibrazioni T = durata dell’esposizione giornaliera (ore) T8 = durata di riferimento di 8 ore

Consultazione di banche dati accessibili via internet (es Consultazione di banche dati accessibili via internet (es. http://umetech.niwl.se; http://www.ispesl.it): dati relativi alle misure di vibrazioni eseguite su un numero considerevole di automezzi, veicoli, macchine e utensili Misura delle vibrazioni in accordo con le norme di buona tecnica contenute nella Direttiva Europea, negli standard ISO e CEN e nelle linee guida nazionali

Valori giornalieri di esposizione che fanno scattare l’azione e valore limite giornaliero di esposizione (D.Lgs 185/05) A(8) HAV (mano-braccio) WBV(corpo intero) Valore giornaliero di azione 2.5 m/s2 0.5 m/s2 Valore limite giornaliero di esposizione 5 m/s2 1.15 m/s2

Valore di azione: valore oltre il quale il lavoratore va considerato esposto a rischi significativi - sorveglianza sanitaria - datore di lavoro attua misure di contenimento del rischio Valore limite di esposizione: valore oltre il quale i rischi per i lavoratori sono non accettabili - datore di lavoro attua misure per ridurre l’esposizione entro tale valore

Il valore di azione e il valore limite di esposizione del D Il valore di azione e il valore limite di esposizione del D.Lgs 187/05 non vanno considerati sicuri per la salute: non escludono la possibilità di insorgenza, a breve-medio termine, di patologie vascolari nei lavoratori esposti (fenomeno di Raynaud) Il valore limite di esposizione per le vibrazioni trasmesse al corpo intero (1.15 m/s2 r.m.s.) risulta eccessivamente elevato

Effetti delle vibrazioni trasmesse al corpo intero Forte evidenza epidemiologica di associazione tra patologie del rachide lombare ed esposizione professionale a vibrazioni trasmesse al corpo intero (3-10 Hz) Lombalgie, lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale (spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi), discopatie ed ernie discali lombari e/o lombosacrali negli autisti di macchine e veicoli N.B. stress ergonomico, MMC, età, BMI, fumo, traumi pregressi…

Effetti delle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio Vibrazioni di bassa e media frequenza (<50-80 Hz) sono trasmesse ai segmenti ossei e articolari più prossimali dell’arto superiore e sono attenuate in particolare a livello delle articolazioni del polso e del gomito. Vibrazioni ad alta frequenza (>200 Hz) sono fortemente smorzate a livello della mano, non si trasmettono ai segmenti più prossimali dell’arto superiore. N.B. Oltre allo stress vibratorio valutare: sovraccarico articolare, sforzo muscolare intenso, posture incongrue.

Quadri clinici Neuropatia da vibranti Disturbi: parestesie, riduzione della sensibilità tattile e termica, limitazione della capacità di manipolazione fine Localizzazione: estremità distali arti superiori nel territorio di innervazione del nervo ulnare e mediano (talora radiale) Durata: anche più ore consecutive al giorno I dati epidemiologici disponibili sono insufficienti per stabilire una possibile relazione esposizione-risposta per i disturbi neurosensitivi da vibrazioni mano-braccio a causa del carattere aspecifico di tali disturbi (n.b. età, consumo alcool, costituzione fisica, malattie del SNP)

Stadi dei disturbi neurosensitivi periferici (Stockholm Workshop 86) Stadio Sintomi 0SN Non sintomi neurosensitivi periferici 1SN Torpore intermittente alle dita, con o senza parestesie 2SN Torpore intermittente o persistente, ridotta sensibilità tattile, termica e dolorifica 3SN Torpore intermittente o persistente, ridotta discriminazione tattile e/o ridotta destrezza manuale

2. Angiopatia da vibranti (fenomeno di Raynaud) Pallore ben demarcato ad uno o più dita delle mani provocati dall’esposizione a microclima freddo Durata: transitorio Rari: triade pallore-cianosi-iperemia, disturbi trofici alle estremità distali delle dita Vi sono sufficienti dati epidemiologici che indicano un significativo aumento dell’occorrenza del fenomeno di Raynaud con l’aumentare dell’intensità e della durata dell’esposizione a vibrazioni mano-braccio

Stadi del fenomeno di Raynaud secondario all’uso di utensili vibranti (Stockholm Workshop 86) Stadio Grado Sintomi - Non sintomi vasospastici digitali 1 Lieve Occasionali episodi di pallore alle estremità di uno o più dita 2 Moderato Occasionali episodi di pallore a carico delle falangi distale e intermedia (raramente prossimale) di uno o più dita 3 Severo Frequenti episodi di pallore a carico di tutte le falangi della maggior parte delle dita 4 Molto severo Come 3, con associati disturbi trofici cutanei alle estremità delle dita

3. Osteoartopatia da vibranti Fenomeni di artrosi dei polsi e di artrosi, osteofitosi ed entesopatia dei gomiti negli esposti a vibrazioni a bassa frequenza generati da mezzi percussori pesanti Non vi sono attualmente studi epidemiologici per delineare, neppure in via provvisoria, una relazione fra esposizione a vibrazioni mano-braccio e alterazioni osteo-articolari degli arti superiori

4. Sindrome da intrappolamento dei tronchi nervosi degli arti superiori (sindrome del tunnel carpale) Allo stato attuale non vi sono dati epidemiologici sufficienti per stabilire una relazione esposizione-risposta tra vibrazioni mano-braccio e sindrome del tunnel carpale

EQUAZIONE DI BILANCIO TERMICO S = M + W ± R ± C ± K − E S = potenza termica accumulata o perduta dall’organismo M = calore di produzione metabolica W = calore da lavoro muscolare R = scambi termici per irraggiamento C = scambi termici per convezione K = scambi termici per conduzione E = cessione di calore con l’evaporazione

Meccanismi di difesa in ambiente caldo Vasodilatazione (per aumentare la dispersione del calore interno); Evaporazione e/o Sudorazione (per essere efficace, l’umidità relativa non deve essere troppo elevata e la ventilazione dell’aria non troppo bassa).

AMBIENTI DI LAVORO CON STRESS DA CALDO Tutti quelli in cui vi sono fonti di calore radiante (forni fusori e/o di cottura e/o fonti di calore): fonderie, acciaierie, industria ceramica, del vetro, del cemento, dei laterizi, della produzione dell’alluminio, cucine, lavanderie, etc.

Meccanismi di difesa in ambiente freddo Vasocostrizione (per ridurre la dispersione del calore interno); Vestiario (per ridurre gli scambi termici alla superficie corporea); Alimentazione (aumento del calore di produzione metabolica); Brivido (contrazione involontaria dei muscoli pellicciai con aumento del calore interno da lavoro muscolare).

AMBIENTI DI LAVORO CON STRESS DA FREDDO Lavori all’aperto nella stagione invernale, industria alimentare del freddo, etc.

MISURA DEI PARAMETRI MICROCLIMATICI ta = temperatura dell’aria a bulbo secco in equilibrio con la temperatura ambiente; tu = temperatura dell’aria a bulbo umido, più bassa della precedente per effetto della evaporazione; U% = umidità relativa data dalla relazione tra ta e tu; tg = temperatura del globotermometro (che guadagna calore per radiazione e ne perde per convezione fino all’equilibrio), influenzata dalla presenza di fonti di temperatura radiante; v = velocità dell’aria.

Fisiopatologia oculo-visiva Mentre la fatica visiva e’ un problema ben assodato tra gli utilizzatori di Videoterminali, non esiste a tutt’oggi una convincente ed inequivocabile evidenza epidemiologica relativa alla possibilita’ da parte di tale attivita’ lavorativa di indurre alterazioni oculovisive funzionali permanenti o caratterizzate da un’alterazione anatomo-patologica. In particolare, e’ stata esclusa una maggiore prevalenza tra gli utilizzatori di Videoterminali di: cataratta glaucoma irite retinite miopia.

Fisiopatologia oculo-visiva La prestazione visiva di un operatore al VDT è definibile come: RAVVICINATA: immagini e/o oggetti da osservare sono per lo più posti ad una distanza inferiore ad 1 metro; PROTRATTA: durata di più ore, a volte consecutivamente; STATICA: visione per lontano limitata, anche se nell’ambito della visione per vicino tale attività comporta una sua “dinamica”, poiché la focalizzazione spazia tra i 35 cm (testo cartaceo) ai 60-70 cm (schermo video) fino ai 100 cm (scrivania). Ne deriva un marcato e concomitante impegno di : ACCOMODAZIONE E CONVERGENZA DINAMICA PUPILLARE E ADATTAMENTO RETINICO.

Fisiopatologia oculo-visiva ASTENOPIA OCCUPAZIONALE definizione di ASTENOPIA OCCUPAZIONALE Una sindrome causata da fattori e compiti lavorativi che, eventualmente combinati con le caratteristiche oftalmiche del soggetto, favoriscono l’insorgenza o la reiterazione di un insieme di sintomi e/o segni oculari e/o visivi che, nei casi piu’ gravi, possono anche comportare disturbi generali.

Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA ASPETTI VISIVI fotofobia visione sfuocata visione sdoppiata dolenzia / fastidio perioculare aloni colorati Cui possono corrispondere sul piano obiettivo: riduzione dell’acuità visiva riduzione dell’ampiezza visiva comparsa o aumento di forie miopizzazione transitoria.

Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA ASPETTI OCULARI lacrimazione prurito bruciore secchezza sensazione di sabbia negli occhi dolore periorbitario e/o retrobulbare alterazioni dell’ammiccamento pesantezza dei bulbi Cui possono corrispondere sul piano obiettivo: iperemia congiuntivale ipersecrezione oculare alterazioni del film lacrimale.

FISIOPATOLOGIA Fisiopatologia oculo-visiva MANIFESTAZIONI DELL’ASTENOPIA E POSSIBILE OBIETTIVITA’ CORRELATA ASPETTI GENERALI cefalea astenia nausea dispepsia vertigine tensione generale.

Le rilevazioni fotometriche al posto di lavoro Illuminamento: quantità di luce che, proveniente dalle varie sorgenti e riflessa dagli oggetti, incide su una certa superficie.Valori raccomandati: compresi fra 200 e 500 lux in generale; prossimi a 200 lux in postazioni con uso esclusivo di VDT; prossimi a 350 lux per la battitura di testi con macchina da scrivere. Luminanza: quantità di luce emessa da un oggetto per unità di superficie. Valori del contrasto di luminanza raccomandati dalla norma DIN 66234 per schermi VDT: minimo 3 ottimale da 6 a 10 massimo 15 In caso di ambienti con scarso illuminamento, il contrasto tra oggetti qualsiasi, come raccomandato da UNI 29241, dovrebbe essere non superiore a 10. In ambienti normali accettabile sino a 40 fra compito visivo e aree circostanti.

SORVEGLIANZA SANITARIA E’ prevista la sorveglianza sanitaria per “tutti i lavoratori che usano attrezzature munite di videoterminali in modo sistematico e abituale, per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art. 54 del Dlgs 626/94”. Questa comprende: Visita preventiva, destinata a evidenziare eventuali malformazioni strutturali, comprendente un esame degli occhi e della vista da parte del MLC; può essere completata da accertamenti specialistici. Visita periodica, di norma quinquennale, biennale per i lavoratori idonei con prescrizioni o che abbiano compiuto il 50° anno di età; più ravvicinata in casi particolari a discrezione del MLC. Visita a richiesta del lavoratore.

GIUDIZIO IDONEITÀ (in relazione agli aspetti oftalmici) Idoneità con sorveglianza sanitaria più frequente nei lavoratori affetti da patologie oculari che per la loro naturale evoluzione possono progressivamente ridurre l’acuità visiva; Idoneità con limitazione temporale della durata del tempo di lavoro da ottenersi con l’aumento del numero delle pause giornaliere ordinarie nei lavoratori affetti da alterazioni dell’apparato oculare che possono favorire l’insorgenza di disturbi astenopeici; Non idoneità transitoria nei lavoratori affetti da patologie oculari in fase acuta; Non idoneità permanente: è un’eventualità rara (esempio: visus nell’occhio migliore inferiore a 2/10 con la migliore correzione possibile).