M.I.Ri.S. Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

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Transcript della presentazione:

M.I.Ri.S. Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Scienze della Comunicazione M.I.Ri.S. Master in Immigrati e Rifugiati. Formazione, comunicazione ed integrazione sociale. Rifugiati e Salute Roma, 12 dicembre 2005 Relatore: Prof. Eugenio Raimondo

“Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia”. Euripide 431 a.C.

Gli spostamenti dei popoli per terre e mari hanno caratterizzato la storia umana per migliaia di anni: migrazioni di vasta portata o locali, di massa o di singole famiglie.

Basti ricordare le immigrazioni bibliche verso e dall’Egitto e quelle che sono state chiamate invasioni barbariche.

Nei tempi moderni si sono succedute periodicamente verso l’America e poi all’interno dell’Europa alla ricerca di lavoro

Negli ultimi decenni la mobilità umana nel mondo è in piena espansione perché ai classici emigranti in cerca di lavoro si sono aggiunti quelli che cercano asilo politico e protezione umana, fuggendo dai paesi devastati da guerre, contrapposizioni etniche e calamità naturali

In taluni casi le immigrazioni ebbero conseguenze disastrose e drammatiche nei paesi di destinazione. L’immigrazione dall’Europa cancellò più del 90% della popolazione indigena delle Americhe. In Australia gli aborigeni furono vittime di un genocidio simile. In questo secolo l’immigrazione degli ebrei in Palestina ha avuto come conseguenza un destino di profughi per ¾ della popolazione palestinese.

Oggi giorno, nella maggior parte dei casi, l’immigrazione non ha le stesse distruttive conseguenze sul paese ospitante. Gli immigrati sono spesso vittime di violenza razzista e di abusi, sebbene sia stato loro riconosciuti lo status di rifugiato politico perché perseguitati nel loro paese d’origine, o residenti da lungo tempo facciano parte di una minoranza.

Immigrazione La presenza di donne, uomini, bambini stranieri ed immigrati nel nostro paese è una grande opportunità, un’occasione, una risorsa.

False opportunità Ringiovanimento popolazione italiana Ripopolamento scuole e reparti di ostetricia Occupazioni in attività malviste dagli italiani

Vera opportunità L’incontro, la relazione con persone di culture e tradizioni diverse dalla nostra.

Diritto alla salute per gli immigrati fino a poco tempo fa Nascosto ai regolarmente presenti da una miriade di norme e procedure burocratico- amministrative Negato a quelli temporaneamente non in regola. Si garantiva assistenza solo per malattie gravi.

Grazie all’impegno di alcune organizzazioni tra cui la Caritas il diritto è emerso, è stato garantito per legge, è diffusamente conosciuto.

PREMESSE

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti (art. 32 della Costituzione Italiana).

Individuo La Costituzione definisce individuo chiunque si trovi all’interno dei confini della Repubblica e non solo il cittadino italiano, operando così secondo una logica di tutela e prevenzione collettiva.

La legge di riforma sanitaria n° 833 del 1978 segna il passaggio da un sistema fondato sull’INAM e su una rete di casse mutue, a base corporativa o di categoria, ad un sistema di erogazione delle prestazioni a carattere universalistico con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

Tale cambiamento contribuisce a superare il concetto tradizionale di tutela legato alla comparsa della malattia che imponeva il verificarsi dell’evento per poter intervenire e non contemplava la possibilità di interventi preventivi.

Salute come definita dall’OMS La salute è uno stato di benessere fisico, psichico, e sociale e non consiste, più soltanto in una assenza di malattia o di infermità. Il risultato da raggiungere è lo stato di benessere e dunque si privilegia il momento preventivo su quello curativo.

Carta di Ottawa – 21 novembre 1986 Organizzazione: OMS, Ministero Salute Canada, Associazione Canadese di Sanità Pubblica. Paesi Partecipanti: 38. Delegati: 212

Obiettivi prefissati: condividere un’azione mirante alla salute per tutti entro l’anno 2000. Problemi da affrontare: inquinamento; rischi lavorativi; mancanza di alloggi per sovrappopolazione; colmare le differenze dei livelli di salute nelle diverse società

Oltre all’OMS altre organizzazioni internazionali hanno importanza in ambito sanitario: OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico); UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura); UNICEF (Fondo per l’Infanzia); UNICRI (Istituto delle Nazioni Unite per le Ricerche sul Crimine e la Giustizia); IOM (Organizzazione Mondiale per la Migrazione).

Dopo il 1993 la Banca Mondiale della Sanità ha di fatto sostituito l’OMS indicando e imponendo linee di politica sanitaria internazionali, rallentando i processi di Ottawa, che sono quelle: della sanità a pagamento; della privatizzazione dei servizi e delle assicurazioni.

Quindi la salute come bene di consumo a disposizione di chi ha i mezzi per acquistarla.

Gli stessi G8 definiscono la salute come strumento di crescita economica, senza riconoscerla esplicitamente come diritto umano (dichiarazione di Erice sull’equità ed il diritto alla salute – marzo 2001). Tutto ciò ci fa capire come esista una stretta correlazione tra processi economici, politiche sociali e sanitarie.

L’Italia, con la sua storia di Paese di immigrazione relativamente recente, sta tentando di coniugare le istanze della definizione di principi universalistici come quello del diritto alla salute per tutti, con un modello di organizzazione dell’assistenza che possa favorire l’accesso e la fruibilità delle prestazioni e con un’analisi, seppur ancora frammentaria, dei problemi e dei bisogni di salute della popolazione immigrata.

Lo straniero immigrato, in genere è arrivato, ed arriva in larga parte ancora oggi, nel nostro Paese con un patrimonio di salute pressoché integro. Del resto prevalendo una emigrazione spinta da necessità economiche ed indirizzata alla ricerca di un lavoro per lo più manuale, la possibilità di riuscita del progetto migratorio è indissolubilmente legata all’integrità fisica.

Dopo un breve “intervallo di benessere” l’immigrato in genere ricorre alle strutture sanitarie.

Le patologie di importazione si sono dimostrate statisticamente nella prima generazione di migranti di minor frequenza di quelle acquisite nel Paese ospitante e di quelle di adattamento.

Sindrome di Salgari Desiderio di conoscere quadri clinici strani, misteriose malattie tropicali conosciute di sfuggita sui testi universitari (Esotismo Sanitario). A questa fase segue una fase di “Scetticismo Sanitario” perché non si osserva quasi mai nessuna patologia tropicale da importazione.

L’immigrato non è vettore di malattie esotiche, ma piuttosto è una persona da tutelare e proteggere dal punto di vista sanitario. Il 99,9% degli immigrati arriva sano e si ammala dopo 6 mesi o 1 anno di permanenza nel nostro Paese. Le patologie infettive rappresentano solo l’8% delle malattie diagnostiche tra gli immigrati (Caritas – Dossier 1996).

Effetto migrante sano È il meccanismo di autoselezione alla partenza di soggetti giovani in condizioni di buona salute e nel pieno dell’efficienza fisica e psichica. Ciò vale per le comunità di più recente immigrazione. Lo stesso meccanismo non può essere utilizzato per chi è costretto a partire in condizioni di particolare vulnerabilità provocate da guerre, persecuzioni, carestie o disastri ambientali (rifugiati, profughi, sfollati).

Stato di salute iniziale degli immigrati Buono per chi parte in cerca di lavoro. Precario per chi sfugge da guerre, carestie e disastri ambientali. Da considerare, inoltre, costo fisico di un percorso migratorio sempre più difficile e logorante

Nella determinazione dello stato di salute straniera i fattori ambientali (in particolare di tipo sociale) e comportamentali conseguenti, sembrano prevalere chiaramente su quelli genetici.

Situazione lavorativa FATTORI AMBIENTALI Situazione lavorativa Difficoltà di inserimento lavorativo Espone l’immigrato a occupazioni a rischio, mal remunerate e non tutelate.

Situazione alloggiativa: FATTORI AMBIENTALI Situazione alloggiativa: dormitori, centri di accoglienza, case famiglia, baracche, rifugi improvvisati (vagoni ferroviari, sotto ponti e arcate, sale d’attesa delle stazioni metro e ferrovia, ecc.)sovraffollamento abitativo. Scarsa igiene personale con evidenti rischi di malattie infettive.

FATTORI AMBIENTALI Alimentazione: Difficoltà di adattamento ad una cultura del cibo diversa. Precauzione di natura religiosa e filosofica. Vincoli economici nell’acquisto di cibo.

Cambiamenti climatici FATTORI AMBIENTALI Cambiamenti climatici Variazione di umidità. Difficoltà di adattamento.

Mancanza di un adeguato supporto psico-affettivo: FATTORI AMBIENTALI Mancanza di un adeguato supporto psico-affettivo: Abbandono dei propri affetti famigliari (amici, partner, parenti).

Fattori di rischio per la salute iniziale del migrante RIEPILOGO FATTORI AMBIENTALI Fattori di rischio per la salute iniziale del migrante mancanza di lavoro e di reddito; sottoccupazione in mansioni lavorative rischiose o non tutelate; degrado abitativo; scadenti condizioni igieniche; diversità climatiche ed alimentari; malessere psicologico; assenza di supporto familiare e affettivo.

Problematiche sanitarie degli immigrati gli individui primo-migranti pongono bisogno di urgenza; gli individui di recente stabilizzazione hanno bisogno di accoglienza; gli individui di antica migrazione hanno bisogni legati al radicamento.

La situazione di disagio , accompagnata da una sempre più accentuata fragilità psico-fisica, espone maggiormente l’immigrato alle comuni patologie: respiratorie; gastrointestinali; dermatologiche; ortopediche; altro a cui è soggetta anche la popolazione italiana.

Non vi è quindi evidenza di una specificità patologica dello straniero, tuttavia le difficoltà che quest’ultimo dovrà affrontare per usufruire dei servizi sanitari, una volta affetto da queste patologie, saranno ben maggiori rispetto al cittadino italiano.

ASPETTI LEGISLATIVI

Legge n° 943/86 È il primo intervento legislativo specifico sull’immigrazione, che i lavoratori stranieri in regola con le leggi dello Stato Italiano e in possesso del certificato di residenza hanno ottenuto di godere, se non altro sul piano teorico, degli stessi diritti sociali e sindacali dei lavoratori italiani. Tuttavia la tutela della salute per lo straniero resta ancora molto diversificata poiché la legge fa riferimento esclusivamente al lavoratore e alla sua famiglia.

Legge n° 39/90 Anche questa legge non ha apportato novità rilevanti riguardo alla tutela della salute per gli stranieri extracomunitari pur stabilendo art. 9 c. 12 che “i cittadini extracomunitari… sono a domanda assicurati al SSN…”

D.L. n° 489 del 18 Novembre 1995 Ha esteso il diritto alle cure ordinarie e continuative ed i programmi di medicina preventiva anche agli irregolari ed ai clandestini.

Del resto la legge Quadro sull’immigrazione n°40/98 confluita con con D. Lgs n° 286/98 nel testo unico ha reso possibile l’accesso ai servizi sanitari a tutti gli stranieri extracomunitari, ma possibilità d’accesso non significa automaticamente fruizione delle prestazioni. È importante perché sia valida una buona politica sanitaria.

Legge n° 40/98 Un traguardo importante per la tutela della salute dello straniero extracomunitario si è raggiunto, come si è precedentemente detto, con la legge Quadro sulla immigrazione n° 40/98 confluita con D. lgs. N° 286/98 nel TU negli art. 34-35-36.

Una adeguata politica sanitaria e la sua efficacia è legata alla capacità di rilevare il bisogno sanitario degli immigrati

Art. 34 - Assistenza per gli stranieri iscritta al SSN Viene estesa la obbligatorietà di iscrizione al SSN. È poiché non vi è obbligo di residenza in Italia ma regolarità con il soggiorno, tale iscrizione realizza un notevole aumento dei destinatari. L’assistenza sanitaria è estesa anche: agli stranieri che abbiano chiesto il rinnovo del titolo per motivi familiari; l’ asilo politico; L’ asilo umanitario; per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza. Spetta inoltre ai famigliari.

Coloro che non riscontrano tra le categorie indicate sono tenuti ad assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità stipulando un’apposita polizza assicurativa con un Istituto Assicurativo Italiano o Straniero, valida sul territorio nazionale, oppure possono iscriversi alternativamente al SSN, versando un contributo annuale di importo percentuale pari a quello previsto per il cittadino italiano, sul reddito guadagnato nell’anno precedente in Italia e all’estero.

Art. 35 del TU Disciplina l’assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al SSN. Permette agli stranieri irregolari di accedere nei presidi pubblici ed accreditati, alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuativa per infortunio e malattie ed estende anche a loro i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva.

Circolare n° 5 del 24 marzo 2000 Cure urgenti: Cure essenziali: cure che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona. Cure essenziali: le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell’immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze croniche varie o aggravamenti).

Inoltre tale articolo garantisce e disciplina: la tutela sociale della gravidanza e della maternità a parità di trattamento con le cittadine italiane; la tutela della salute del minore; le vaccinazioni secondo le normative; gli interventi di profilassi internazionale; le diagnosi e le cure di malattie infettive.

Autonomia Regionale Le regioni individuano le modalità più opportune per garantire le cure essenziali e continuative previste dall’Art. 35 comma 3 del TU. Si assegna allo straniero, privo di permesso di soggiorno, un codice regionale a sigla STP (straniero temporaneamente presente) che identifica l’assistito per tutte le prestazioni previste.

Aree critiche suddivise in 3 ambiti grossolanamente definiti da: Condizioni patologiche (infettive); Condizioni fisiologiche (maternità, infanzia); Condizioni sociali (prostituzione, detenzione).

CONDIZIONI PATOLOGICHE Malattie infettive Tubercolosi: una delle principali minacce per la salute pubblica in tutto il mondo (OMS) soprattutto nei paesi in via di sviluppo (95% di tutti i casi di malattia e morte). In Italia gli immigrati rappresentano 1/5 di tutti i casi di TBC e 1/3 dei casi contagiati (infezione maggiore tra le varie comunità e non sulla popolazione autoctona).

CONDIZIONI PATOLOGICHE Studio epidemiologico multicentrico SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) in pazienti immigrati ospedalizzati nel 2002

46 U. O. di malattie infettive per un totale di 2255 pazienti. CONDIZIONI PATOLOGICHE 46 U. O. di malattie infettive per un totale di 2255 pazienti. Il continente Africano, più rappresentato, 44,3%; Paesi dell’Est-Europa 21,7%; Asia 19,7%; Sud America 13,4%; Oceania 0,7%;

CONDIZIONI PATOLOGICHE Le malattie infettive più rappresentate nelle popolazioni studiate sono: HIV 16% TBC 13,4% Epatite Virale 12,5% Infezioni Gastrointestinali 8% Infezioni Respiratorie 7% Malattie tipicamente tropicali 5,9%

Immunodeficienza acquisita CONDIZIONI PATOLOGICHE AIDS Immunodeficienza acquisita

Immigrati ed infezione da CONDIZIONI PATOLOGICHE Immigrati ed infezione da HIV / AIDS in Italia Lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità (Mario Figliomeni, Nicola Schinaia, Luca Avellis, Ilaria Itro, Gianni Rezz).

CONDIZIONI PATOLOGICHE Per i dati relativi alla diffusione dell’AIDS nella popolazione generale immigrata, ci si è basati sul sistema di sorveglianza nazionale dell’AIDS, gestito dal Centro Operativo AIDS.

CONDIZIONI PATOLOGICHE Risultati I casi di AIDS in cittadini stranieri dal 3% circa fino al 1993 sono passati al 14% circa nel 2003.

Questo dato risulta da un: CONDIZIONI PATOLOGICHE Questo dato risulta da un: miglioramento dell’accesso degli stranieri ai servizi pubblici. Aumento degli stranieri che giungono in Italia per potersi curare con le terapie antiretrovirali.

2.735 (5,3%) di nazionalità straniera 1.965 (71,8%) di sesso maschile CONDIZIONI PATOLOGICHE Dal 1982 (anno della prima diagnosi in Italia) al 31 dicembre del 2002 sono stati notificati al COA 51.172 casi cumulativi di AIDS. Di questi: 2.735 (5,3%) di nazionalità straniera 1.965 (71,8%) di sesso maschile 26 (0,9% di età pediatrica < 13 anni)

CONDIZIONI PATOLOGICHE Area geografica Il 70% dei casi totali (1878) provengono dall’Africa Sub-Sahariana (39,7%) e dall’America Latina (28,2%). Il 72,3% del totale dei casi si concentra nella fascia di età 25-39 anni.

In America Latina il 65,7% è dovuto alla trasmissione omo-bisessuale. CONDIZIONI PATOLOGICHE In Italia il 62% del totale dei casi è attribuibile alle pratiche associate all’uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa. In Africa sub-sahariana circa il 90% dei casi è attribuibile alla trasmissione sessuale. In America Latina il 65,7% è dovuto alla trasmissione omo-bisessuale.

Conclusione Dal 1996 ad oggi i casi di AIDS si sono stabilizzati. CONDIZIONI PATOLOGICHE Conclusione Dal 1996 ad oggi i casi di AIDS si sono stabilizzati. La repentina riduzione dei casi verificatesi non è attribuibile ad una riduzione delle infezioni da HIV ma soprattutto all’effetto delle terapie antiretrovirali combinate.

CONDIZIONI PATOLOGICHE Lebbra Estinzione dei residui casi autoctoni in favore di quelli importati (lungo periodo di incubazione).

Le Malattie Sessualmente Trasmesse CONDIZIONI PATOLOGICHE Le Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) Grave problema sanitario, sono le patologie infettive più diffuse al mondo. Costituiscono pesanti costi economici per le cure e le riabilitazioni del paziente.

Analisi epidemiologica della loro diffusione. CONDIZIONI PATOLOGICHE Analisi epidemiologica della loro diffusione. È un compito arduo soprattutto per l’impatto emotivo dovuto al pudore di dover richiedere assistenza sanitaria.

È necessario un sistema di sorveglianza con centri di riferimento “campione”. In Italia sono stati recentemente attivati.

Classificazione delle MST CONDIZIONI PATOLOGICHE Classificazione delle MST MST classiche. MST di seconda generazione.

CONDIZIONI PATOLOGICHE MST Classiche Sono malattie batteriche a trasmissione quasi esclusivamente per via sessuale. Incidenza: drastica riduzione negli anni per l’avvento della terapia antibiotica e la maggior cautela nei rapporti sessuali (per la diffusione dell’AIDS).

MST di Seconda Generazione CONDIZIONI PATOLOGICHE MST di Seconda Generazione Rappresentano un ampio ed eterogeneo gruppo di patologie di origine batterica, virale, micotica, protozoarie, metazoarie che sono trasmesse esclusivamente per via sessuale.

La loro incidenza ed importanza è cresciuta in modo inversamente proporzionale a quella delle “Classiche”. Grande impegno economico-sanitario.

Secondo i dati dell’OMS si registrano in tutto il mondo 340 milioni di nuovi casi MST: Comunità europea……………………..17 milioni Europa dell’Est e fuori Europa………..22 milioni (dati del 1999)

Sifilide: ridotta Gonorrea: ridotta Clamidia: patologia venerea più diffusa con lo sviluppo di una malattia infiammatoria pelvica e conseguenti possibile infertilità. Trichomonas: frequente Herpes genitale e condilomi acuminati: tra le prime 5 in Italia. Peducolosi e Scabbia: più frequenti nei disagiati senza dimora.

Categorie a rischio: tossicodipendenti; prostitute; CONDIZIONI PATOLOGICHE Categorie a rischio: tossicodipendenti; prostitute; immigrati emarginati.

Condizioni fisiologiche e sociali: Mutilazioni genitali femminili; Malattie psichiatriche; Maternità; Infanzia; Prostituzione.

Mutilazioni genitali femminili CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Mutilazioni genitali femminili Clitoridectomia. Escissione. Infibulazione.

Mutilazioni Genitali Femminili CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Mutilazioni Genitali Femminili Sono praticate principalmente per quattro motivazioni: Preservare l’identità del gruppo e sottolineare il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Preservare la verginità e impedire rapporti sessuali illegittimi. Favorire un buon matrimonio. Mantenere una buona igiene orale.

120 milioni di donne hanno subito uno dei tre interventi praticati.

Circoncisione (meno radicale): Incisione o ablazione del prepuzio del clitoride (nota nei paesi musulmani come Sunna).

Escissione o Clitoridectomia: Asportazione del clitoride e nel taglio parziale o totale delle piccole labbra, diffusa in oltre 20 paesi africani, in tutta la fascia sub- sahariana da Ovest ad Est e Africa Australe (Mozambico incluso).

Infibulazione (la più radicale): Consiste nella Clitoridectomia, nel taglio delle piccole labbra e nella cruentazione delle grandi labbra che vengono accostate e chiuse in vari modi (con spine di acacia, lembi di intestino di pecora, ecc.) onde lasciare un piccolo orifizio per far defluire l’urina e il mestruo (Somalia, Sudan, Mali, Gibuti, Eritrea, Egitto meridionale, ecc.).

Malattie psichiatriche CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Malattie psichiatriche Fattori di rischio: Specifici -Aspecifici

Specifici Stress da transculturazione: riuscita o fallimento del processo migratorio; marginalità sociale; esperienza del distacco e nostalgia della famiglia.

Aspecifici Basso livello di reddito; sottoccupazione in attività rischiose; differenze linguistiche; atteggiamenti xenofobici da parte degli autoctoni.

Secondo Pelicer si possono distinguere: CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Secondo Pelicer si possono distinguere: Reazioni immediate: con ansia, depressione, stupore, tentati suicidi. Reazioni tardive: psicomotorie, isteria, depressioni psicotiche, reazioni schizofreniche del tipo confusionale o deliranti. Sindrome da disattamento: assenza di amici e familiari, sentimenti di vuoto attorno a se. Sociopatie: alcolismo, droghe, dissocialità minorile, criminalità.

Gli stranieri (Palidda) sono: denunciati 6 volte di più degli italiani; arrestati 12 volte di più degli italiani.

Le donne immigrate fanno ancora molti figli CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Maternità Le donne immigrate fanno ancora molti figli sia per confermare la loro identità femminile; sia per tenere unita la famiglia; sia per trovare strada di integrazione nel Paese ospitante.

Il 42% delle donne immigrate iniziano la visita dopo il 3° mese di gravidanza. Il 66% non ha ricevuto informazioni sufficienti su una diagnosi prenatale. Il 32% non ha eseguito una ecografia.

Infanzia I bambini immigrati sono sempre più numerosi e si distinguono in 3 gruppi: il bambino nato e cresciuto in Italia (che non rappresenta rischi infettivologici diversi da quelli della nostra popolazione: ceti più modesti di essa); bambino adottato (che và monitorato attentamente al fine di individuare HIV, HCV, HBV); il bambino nato nei PVS in grado di sommare ai rischi delle patologie infettive proprie del Paese di provenienza quelle a cui lo esporranno le precarie condizioni di vita connesse alla condizione di immigrato (infezioni intestinali e respiratorie).

CONDIZIONI FISIOLOGICHE E SOCIALI Prostituzione L’esercizio della prostituzione legato a condizioni di clandestinità marginale sociale, sfruttamento, al rapporto squilibrato tra domanda e offerta, pongono le prostitute in situazioni di forte rischio per quanto riguarda le malattie infettive e quelle a trasmissione sessuale.

Mediatore Culturale La presenza del mediatore culturale è una garanzia perché dalle eventuali difficoltà di comprensione linguistico-culturali non insorgono errori clinici.

Il Mediatore Culturale (figura introdotta dalla legge 6 marzo 1998 n° 40) è un importante figura per: agevolare relazioni e rapporti tra culture; Ponte che funge da traduttore, altre “linguistico”, della “cultura di appartenenza” dello straniero*: norme sociali, religione, abitudini alimentari, modelli educativi e comportamentali. Coinvolgere i migranti ai servizi sociali e sanitari con informazioni sul funzionamento.

VIII CONSENSUS CONFERENCE MEDICINA DELLE MIGRAZIONI 15° anno della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni Lampedusa, maggio 2004

La maggior parte delle patologie di cui sono affetti gli immigrati, scaturiscono dalle scadenti condizioni abitative, lavorative, dalle difficoltà di relazione e di socializzazione, dal grado di accesso ai servizi sanitari.

garanzia dell’accessibilità promozione delle fruibilità Ancora oggi persistono barriere organizzative atteggiamenti ostili pertanto è stato riaffermato che almeno tre devono essere gli ambiti di azione privilegiata per garantire realmente agli stranieri pari opportunità rispetto ai cittadini italiani: Certezza del diritto; garanzia dell’accessibilità promozione delle fruibilità

CERTEZZA DEL DIRITTO A livello centrale e soprattutto localmente è importante una azione di monitoraggio del grado di applicazione della normativa per evitare discrezionalità applicative che provocano incertezze ed esclusione. Sono molte le segnalazioni di strettoie burocratiche ed amministrative che impediscono ai cittadini stranieri di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale pur avendone il diritto.

GARANZIA DELL’ACCESSIBILITÀ Molte sono le realtà locali (Aziende Sanitarie, Ospedali …) dove persistono difficoltà di accesso ai servizi. Difficoltà burocratiche, organizzative e comportamentali ci spingono ad insistere attraverso: capillare e diffusa formazione del personale un’analisi dei dati disponibili una verifica della domanda del bisogno un lavoro di rete con il territorio (associazioni di volontariato, associazionismi degli immigrati) la formazione di mediatori culturali che intervengono in validi ambiti: percorsi di nascita, etnopsichiatria, sportelli di orientamento.

PROMOZIONE DELLE FRUIBILITÀ È il campo delle politiche di innovazione più avanzate ed innovative. Bisogna ragionare in termini di mediazione di sistema dove l’intera organizzazione sanitaria sia in grado non solo di intercettare il bisogno e la domanda sanitaria più o meno originale, ma possa realmente garantire livelli di comunicazione efficace e percorsi assistenziali propri.

MEDICINA TRANSCULTURALE Per realizzare tale tipo di medicina è necessario: la valorizzazione delle attività infermieristiche formazione professionale dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta potenziamento nell’ambito della medicina preventiva: incidenti sul lavoro, malattie infettive, malattie per trasmissione sessuale, ecc.

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