Se hai qualche problema ti aiuto a risolverlo …….. Se non ce l’ hai ti aiuto a crearlo Un approccio al PROBLEM SETTING Nell’ottica delle tecnologie didattiche di Riccardo Celletti -- riccardo.celletti@libero.it
Perché il Problem Setting? Per l’Information Overload Perché non basta il Problem Solving Perché prevenire i problemi è più facile che risolverli Invece di acquisire saperi intesi come materiali da capitalizzare e da usare in futuro è preferibile dotarsi di metodi e strumenti adatti ad acquisire ed elaborare nuove conoscenze, a definire e risolvere problemi che, una volta ben definiti, sono potenzialmente già superati.
“Gruppi fluidi e indipendenti di problem solvers sostituiranno le attuali burocrazie elefantiache.” Tom Peters W O W www.tompeters.com/pdfs/solutions/blended_learning/wowpdf.pdf
Il PROBLEM SETTING è un .. .. Processo teorico e pratico che serve a trasformare un disagio in un problema. Precede il problem solving, che trasforma il problema ben definito in un progetto, da gestire secondo le tecniche del project management. Il P. Setting risponde alla domanda: che cosa fare? Il P. Solving risponde alla domanda: come fare?
O p e r a t i v i t à Problem finding – rendersi conto del disagio Problem setting – definire il problema Problem analysis – scomporre il problema principale in problemi secondari (WBS) Problem solving – eliminare le cause Decision making – decidere come agire Decision taking – passare all’azione
E' il docente che intuisce i problemi nuovi e li pone ai suoi discenti E' il docente che intuisce i problemi nuovi e li pone ai suoi discenti. Il problem setting spetta all’insegnante Il problem solving agli allievi
INTERNET aiuta la gestione della conoscenza knowledge management raccolta e organizzazione delle informazioni, diffusione delle informazioni alle persone che ne hanno bisogno, perfezionamento costante delle informazioni tramite l'analisi e la collaborazione.
L’Intelligenza collettiva e connettiva rappresenta la misura in cui coloro che lavorano insieme sanno condividere le informazioni in modo semplice ed esteso; il modo in cui ognuno è in grado di sviluppare le idee degli altri; la condivisione di conoscenze storiche e attuali; l'uso migliore dell'apprendimento individuale e dello scambio di idee.
Il potere non deriva da un sapere custodito, bensì da un sapere partecipato. (Bill Gates) Il sapere da implicito e tacito, difficile da capire e da comunicare, deve diventare sapere esplicito, facile da descrivere, codificare e documentare (Nonaka e Takeuki). Così le conoscenze passano dall'individuo al gruppo, e la scuola genera conoscenza in quanto collettività che deve condividere saperi.
Le Tecnologie didattiche favoriranno una transizione di ruolo ….. ieri: si spiegava quello che si sapeva domani: si spiegherà anche quello che si sta imparando