CLASSI IIIC E IIIE 7° CIRCOLO MONTESSORI S. Maria GORETTI

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CLASSI IIIC E IIIE 7° CIRCOLO MONTESSORI S. Maria GORETTI LA VIA SALARIA CLASSI IIIC E IIIE 7° CIRCOLO MONTESSORI S. Maria GORETTI

LA VIA CONSOLARE SALARIA la strada del sale La via Salaria ha origini molto antiche, già percorsa nei tempi preistorici quando non era che un tratturo che seguiva il corso del Tronto, deve il suo nome ai traffici legati al commercio del sale che qui si svolgevano. Il sale indispensabile per la vita degli uomini, per l’alimentazione e per la conservazione dei cibi, da sempre veniva considerato merce preziosa.

Il sale è stato per molto tempo il fondamento degli scambi commerciali, quasi fosse una moneta, da qui l’origine del termine “salario”. Per questo motivo i Romani decisero di costruire questa via per poter commerciare questa preziosissima merce anche con le popolazioni dell’entroterra.

Costruita probabilmente nel VII a. C Costruita probabilmente nel VII a.C. all’ epoca di Anco Marzio 4° re di Roma, per portare il sale fino a Reate ai Sabini che ne erano privi. L’importanza della Salaria crebbe con l’aumento della produzione di sale, nelle saline naturali di Ostia, alla foce del Tevere, e il conseguente intensificarsi dei traffici del mercato del sale presso il Foro Boario.

Il Foro Boario era un'area dell'antica Roma, lungo la riva sinistra del fiume Tevere, tra Campidoglio e Aventino. Lo stesso nome era attribuito anche ad una piazza entro tale area, in cui si teneva il mercato del bestiame. Nei suoi pressi era anche presente una località dove venivano ammassate grandi quantità di sale (le Salinae), provenienti dalla foce.  

Originariamente col nome Salaria veniva chiamato il tratto di strada che collegava Roma alle altre terre della Sabina, successivamente Augusto lo estese all’intero percorso che partendo da Roma, passando per Rieti ed Ascoli Piceno, terminava sull’Adriatico a Porto d’Ascoli, collegando in tal modo il Mar Tirreno con l’Adriatico.

PORTA SALARIA E LE MURA DI ROMA

Nelle Mura Aureliane, fatte innalzare dall’imperatore Aureliano nel III secolo d.C. si apriva verso Nord-Est la Porta Salaria.

A un solo fornice era affiancata da due torri semicircolari, molto simile alla Porta Pinciana all’inizio di via Veneto. La Porta Salaria permetteva alla Via Salaria Nova di attraversare le Mura Aureliane per uscire dalla città e andare verso la Sabina e poi verso l’Adriatico.

Le mura erano un sistema per proteggere la città e la circondavano tutta.

Le mura Aureliane in rosso

La Porta Salaria si chiamava anche Porta di San Silvestro (Porta Sancti Silvestri), poiché la Via Salaria conduceva alle catacombe di Priscilla, dove San Silvestro papa era allora sepolto e dove sorgeva una Basilica a lui dedicata (i cui resti si trovano ancora all’interno del parco di Villa Ada).

Il 24 agosto 410 d.C. dalla Porta Salaria entrarono i Visigoti di Alarico (che si erano fermati durante l’assedio proprio all’altezza di quella che oggi è Villa Ada, danneggiando la Basilica di San Silvestro), dando inizio al Sacco di Roma.

Nel 1870 Porta Salaria fu molto danneggiata durante l’assedio di Porta Pia e nel 1873 fu ricostruita . Nel 1930, per migliorare la viabilità, la Porta fu definitivamente demolita; la sua posizione è ancora segnata sul selciato di Piazza Fiume attraverso cubetti di porfido.

E’ STATO BELLO SCOPRIRE ANCHE CHE …

L’ area tra la Salaria e la Nomentana, fuori dalle mura, prendeva nome di “De Domina” (della Signora), con riferimento a Costanza, figlia di Costantino, che in tale zona aveva ampi possedimenti, nei quali volle che fosse edificata la sua tomba monumentale (Mausoleo di Costanza), accanto alla Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura.

Per tutti i secoli successivi, e addirittura fino ai primi decenni del Novecento, lungo la via Salaria, fuori delle mura, si estendeva l’aperta campagna, con rilievi collinari rivestiti di boschi di querce e pini e vallette incise da piccoli corsi d’acqua che confluivano nel Tevere e nell’ Aniene.

Qua e là c’erano pecore al pascolo, ville sparse e qualche campo coltivato da contadini che offrivano nelle osterie di campagna vino e cibo genuino. Una delle osterie, con stazione di posta per il cambio dei cavalli, sorgeva accanto alla Tor Fiorenza.

Questa torre era molto alta e apparteneva a Villa Fiorenza (sorgeva a due chilometri dalla Porta Salaria e dominava tutta la Salaria fino alla Sabina). La Torre sorgeva in posizione dominante sul Monte Delle Gioie