I 150 anni dell’unità d’Italia

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Transcript della presentazione:

I 150 anni dell’unità d’Italia Gargnano, 17 aprile 2010 Marco Cuzzi Università degli Studi di Milano

“L’Italia è un’espressione geografica” Klemens, principe di Metternich-Winneburg (1773-1859), cancelliere dell’Imperatore d’Austria

Italia o Italie? Da sempre la Penisola italiana è il crocevia di numerose culture Il nord-ovest e il nord centrale = celti prima, francesi e austriaci dopo Il nord-est = slavi, germanici Il centro = etrusco-latini Il sud = greci, arabi.

Le origini del sentimento nazionale italiano - 1 L’Italia dell’Imperatore Augusto: vera prima grande esperienza unitaria Le occasioni mancate per definire un sentimento nazionale dopo il 476 dc: gli Ostrogoti (bloccati dai greco-bizantini), i Longobardi (fermati dai Franchi), i Franchi (tentativo ostacolato con successo dalla Chiesa di papa Adriano I). Il “Regno d’Italia” dei Longobardi (VIII secolo) fu l’ultimo tentativo.

Le origini del sentimento nazionale italiano - 2 L’affermazione franca e la costituzione del Sacro Romano Impero introduce il vassallaggio dell’Italia alle potenze straniere. Il controllo del centro-nord da parte dei franco-germanici, del sud da parte dei greco-bizantini (e degli arabi, con l’Emirato di Sicilia) spacca l’Italia. Il ruolo della Chiesa: unificante o dividente?

Le origini del sentimento nazionale italiano - 3 La nascita dei Comuni (reazione locale al potere centrale rappresentato dall’Imperatore e dai suo vassalli) crea il PARTICOLARISMO e il LOCALISMO Dai Comuni alle Signorie Il ruolo delle Repubbliche Marinare Con la “Lega Italica” (1454) i principali stati italiani sanciscono il particolarismo.

Guicciardini e Macchiavelli: i geni della scienza politica rinascimentale Non solo la Chiesa ha impedito all’Italia di unificarsi, ma è necessario che uno Stato prevalga su gli altri, unifichi l’Italia e la renda forte nei confronti di tutte le Potenze. Uno Stato unitario, che prescinda dal particolarismo e che non consenta alle singole voci locali di esprimersi, è fallimentare

Dal tramonto del Mito d’Italia (XVII secolo) ai lumi La dominazione spagnola e il tramonto delle repubbliche marinare. Le antiche signorie trasformate in ducati subalterni alle potenze straniere. Vittorio Alfieri, grande nemico della tirannia e sostenitore della libertà dei popoli, è padre di tutti gli intellettuali risorgimentali.

L’Italia di Napoleone Nascono il Regno d’Italia, la bandiera, il mito repubblicano, il concetto stesso di unità Prima accettando Napoleone, e poi combattendolo come nuovo tiranno Il ruolo della Massoneria quale “Partito della borghesia” (A.Gramsci)

Il Proclama di Rimini di Gioacchino Murat (30 marzo 1815) “L’ora è venuta che debbano compirsi gli alti destini d’Italia. Italiani! La provvidenza vi chiama infine ad essere una nazione indipendente. Dalle Alpi allo stretto di Sicilia odasi un grido solo: l’Indipendenza d’Italia!”

Il Congresso di Vienna e l’Italia Regno di Sardegna (e Piemonte) ai Savoia Regno Lombardo-Veneto agli Asburgo Ducato di Parma e Piacenza prima agli Asburgo e poi ai Borboni Ducato di Lucca prima ai Borboni e poi agli Asburgo Ducato di Modena e Reggio agli Estensi (legati agli Asburgo) Ducato di Massa e Carrara agli Estensi (legati agli Asburgo) Granducato di Toscana agli Asburgo Stato della Chiesa al Papa Regno delle Due Sicilie ai Borboni

Il Risorgimento italiano: i periodi storici I moti costituzionali del 1820-21 I moti e la guerra del 1848-49 La Seconda guerra d’Indipendenza (1859) La proclamazione del Regno d’Italia (1861) La spedizione dei Mille La terza guerra d’Indipendenza (1866) La Presa di Roma (1870) La Prima guerra mondiale (1915-1918)

L’Italia nel suo processo unitario

Gli uomini del Risorgimento - 1 Giuseppe Mazzini: fautore di uno stato unitario, democratico e repubblicano in un contesto federale europeo di nazioni fatte da popoli liberi Giuseppe Garibaldi: uomo d’azione, repubblicano moderato con simpatie socialiste-umanitarie Camillo Benso Conte di Cavour: primo ministro del Piemonte, scaltro politico, orientato ad inserire al più presto l’Italia in un contesto internazionale

Gli uomini del Risorgimento - 2 Vittorio Emanuele II di Savoia, abile monarca che seppe interpretare al meglio il pensiero di Macchiavelli Niccolò Tommaseo e Carlo Cattaneo: repubblicani e federalisti Vincenzo Gioberti e Antonio Rosmini: federalisti “neoguelfi” Carlo Pisacane: socialista populista, sostenitore del coinvolgimento delle masse popolari

I problemi del Risorgimento Il non coinvolgimento delle masse popolari nel processo unitario (esclusione delle masse contadine, soprattutto meridionali, dalla politica attiva). La natura elitaria del processo unitario: il ruolo della borghesia e il trionfo del risorgimento conservatore: lo Stato che nasce è più patrigno che paterno Le anime risorgimentali (quella democratica e volontarista e quella conservatrice e coscritta) non riusciranno mai ad integrarsi. Casa Savoia non fu la più illuminata delle dinastie, e ebbe con l’Italia un atteggiamento assai distaccato. Ad essa si sovrapporranno i malgoverni papalini e borbonici: nasce il Leviatano burocratico italiano. Lo Stato è lontano, forse nemico.

Alcuni testimontanze “Le plebi parteciparono poco al Risorgimento, ebbero parte assai, e dolente e coraggiosa, nel pagarne i debiti” (Riccardo Bacchelli) “Il brigantaggio meridionale può considerarsi pressoché l’unica manifestazione reale, per estensione geografica, partecipazione numerica e durata di presenza attiva delle masse subalterne negli anni del Risorgimento” (Mario Isnenghi)

Le interpretazioni storiografiche Gli storici monarchici del dopo unità interpretarono il Risorgimento come l’incontro tra la corrente democratica e quella moderata con al centro il popolo (!), il tutto mediato dai Savoia. Verso la fine dell’Ottocento, Alfredo Oriani, sottolineò come tale incontro ci fu, ma senza enfasi o convinzione: furono le debolezze reciproche di Casa Savoia e dei democratici a spingerli l’uno nelle mani dell’altro. Durante il fascismo lo storico di regime Gioacchino Volpe, invece, vide il risorgimento come un percorso incompiuto sino all’avvento del fascismo, ultimo atto risorgimentale (marcia su Roma = rivoluzione democratica) Per il liberale Benedetto Croce, invece, il risorgimento e i suoi processi unitari, liberali e patriottici, erano stati interrotti dal fascismo.

Un percorso di 150 anni attraverso le date 23 marzo 1848: la dichiarazione di guerra del Regno di Sardegna all’Impero d’Austria 24 giugno 1859: battaglia di Solferino 11 maggio 1860: Garibaldi sbarca a Marsala 17 marzo 1861: proclamazione del Regno d’Italia 20 settembre 1870: presa di Roma 1° marzo 1896: battaglia di Adua 24 maggio 1915: ingresso dell’Italia in guerra

Un percorso di 150 anni attraverso le date 4 novembre 1918: la Vittoria e il completamento dell’unità 28 ottobre 1922: Mussolini prende il potere 3 gennaio 1925: inizia la dittatura fascista 24 ottobre 1936: alleanza con la Germania nazista 10 giugno 1940: l’Italia fascista entra in guerra 25 luglio 1943: cade Mussolini 8 settembre 1943: armistizio 25 aprile 1945: la liberazione

Un percorso di 150 anni attraverso le date 2 giugno 1946: l’Italia diventa una Repubblica 1° gennaio 1948: costituzione 18 aprile 1948: vittoria della Democrazia Cristiana alle elezioni 4 aprile 1949: l’Italia entra nella NATO 25 marzo 1957: Trattati di Roma 12 dicembre 1969: strage di Piazza Fontana 16 marzo 1978: rapimento di Aldo Moro 17 febbraio 1992: inizia l’operazione Mani pulite 8 agosto 2008: l’Italia aderisce al Trattato di Lisbona