Masaccio(1401-1428) il tributo (1425)
Il tributo (cappella Brancacci) Nell’affresco il Tributo, Masaccio si rifà ad un episodio del Vangelo di Matteo nel quale è descritto l’ingresso di Cristo con i discepoli a Cafàrnao. Il paesaggio appare brullo e desolato con le montagne disposte in successione cromatica per dare il senso della prospettiva: verdi quelle più vicine e grigie-azzurre quelle in lontananza, con le vette innevate all’estremo limite dell’orizzonte.
Il tributo Importantissima è anche la costruzione scenica entro la quale si svolgono i tre tempi della scena. Tutto è regolato dalla prospettiva e dall'osservazione naturalistica, che creano un paesaggio vivo e realistico come mai visto fino ad allora in pittura. A destra si trovano le articolate mura della città composte con giochi di contrasto tra vuoto e pieno. Il punto di fuga a cui convergono le linee si trova esattamente dietro la testa di Cristo, che diventa così il fulcro di tutta la rappresentazione. Nel Tributo una serie di tronchi e varie montagne erbose che sfumano all‘orizzonte, così come le nuvole in cielo, estremamente più realistiche di quelle che Masolino era solito dipingere. Gli stessi monti rompono fortemente la tradizione delle rocce aguzze, usate da Giotto e dai suoi continuatori seguendo la tradizione bizantina.
Antonello da Messina(1430-1479) In quest’opera Antonello da Messina, associa il paesaggio monumentale di una piazza veneziana a quella centrale della figura umana: infatti il San Sebastiano ha la stessa solidità delle architetture che gli si trovano intorno. Il santo campeggia legato ad un albero al centro di una via su cui si affacciano alcuni edifici che, scorciati in prospettiva, incorniciano la sua figura e ne esaltano la monumentalità, grazie anche al punto di vista ribassato. Al centro si trova un passaggio sospeso su una doppia arcata, oltre la quale campeggia un sereno cielo azzurrino.
Ambrogio Lorenzetti(1285-1348)