Il Giudice Giovanni Falcone
Giovanni Falcone Nato a Palermo il 20 maggio 1939 conseguì la laurea in Giurisprudenza all'Università di Palermo nel 1961. A Palermo cominciò a lavorare all'Ufficio istruzione. Questa prima esperienza gli fece capire che occorre la ricostruzione di un quadro complessivo, una visione organica delle connessioni per risolvere le indagini
Strage di Capaci La Strage di Capaci fu un attentato mafioso avvenuto sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci a pochi chilometri da Palermo il 23 Maggio 1992 nel quale persero la vita il giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e tre agenti di scorta. Gli esecutori materiali del delitto furono almeno cinque uomini, tra cui Giovanni Brusca, che fu la persona che azionò il telecomando che causò l’esplosione dei 500 Kg di tritolo
Frasi scritte nel libro di Falcone… Oltre ad avermi insegnato una lingua e una chiave di interpretazione, Buscetta mi ha posto di fronte a un problema decisivo. Mi ha fatto comprendere che lo Stato non è ancora all’ altezza per fronteggiare un fenomeno di tale ampiezza. Con grande franchezza mi ha detto: <Le dirò quanto basta perché lei possa ottenere alcuni risultati positivi, senza tuttavia che io debba subire un processo inutile. Ho fiducia in lei, giudice Falcone, come ho fiducia nel vicequestore Gianni De Gennaro. Ma non mi fido di nessun altro. Non credo che lo stato italiano abbia veramente l’intenzione di combattere la mafia> Io credo nello Stato, e ritengo che sia proprio la mancanza di senso dello Stato come valore interiorizzato, a generare quelle distorsioni presenti nell’animo siciliano: il dualismo tra società e Stato; il ripiegamento sulla famiglia, sul gruppo, sul clan; la ricerca di un alibi che permetta a ciascuno di vivere e lavorare in perfetta anomia, senza alcun riferimento a regole di vita collettiva. Che cosa se non il miscuglio di anomia e di violenza primitiva è all’origine della mafia? Quella mafia che essenzialmente, a pensarci bene, non è altro che espressione di un bisogno di ordine e quindi di Stato
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà anche una sua fine Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere Siamo giunti al punto che qualsiasi intervento economico dello Stato rischia soltanto di offrire altri spazi di speculazione alla mafia e di allargare il divario tra Nord e Sud
La strage di Capaci ha segnato una delle pagine più tragiche della lotta alla mafia ed è strettamente connessa al successivo attentato di cui rimase vittima il giudice Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone
il giorno della memoria 23 Maggio il giorno della memoria
A cura di: Jacopo Viviani Libero Michele