OpenDays_12_10_2011 Riflessioni sulle politiche di coesione: è possibile una loro riforma ?
Comitato di Sorveglianza POR Competitività Regionale e Occupazione - Fesr Fortezza da Basso, Sala Scherma - Firenze, 6 aprile 2009 Politiche di coesione territoriale e governance Coordinamento del livello generale. Commissione europea. Orientamenti strategici multifondo, che si frantumano nei regolamenti dei vari Fondi, in cui è possibile trovare sovrapposizioni di interventi e scarso raccordo tra i fondi medesimi. Dunque, una politica che nasce separata fin da Bruxelles. Lintegrazione nei regolamenti vigenti: la flessibilità Fesr/fse o le tabelle di correlazione Fesr/Feaser. Esercizi di contabilità Coordinamento debole a livello di programmi specifici e/o di settore. Livello nazionale. Nella fase di programmazione in Italia il Quadro strategico nazionale ha riguardato il Fesr, il Fse la cooperazione, e le risorse aggiuntive nazionali (Fondo Aree Sottoutilizzate). Ma non ha riguardato il Feaser (Fondo di sviluppo rurale). Esperienza nelle aree ob dei Programmi plurifondo
Esperienze di politiche integrate della Regione Toscana: PISL: Fesr PASL: patto per lo sviluppo PIUSS: progetti integrati urbani di sviluppo sostenibile Poli di innovazione e distretti tecnologici (trasferimento tecnologico) Tutte esperienze che sono coordinate dal livello regionale ma progettate ed implementate dai livelli locali. Gli interventi c.d. sperimentali (progetti, metodi, buone pratiche) sono importanti ma generalmente incidono lespace du matin. Tutta questa strumentazione ha una stessa struttura di progettazione, di elaborazione, di raccordo tra i livelli istituzionali. Queste esperienza costituiscono lo sviluppo incrementale di una stessa matrice, aggiornata al contesto regolamentare esterno (ex: fondi strutturali). Le esperienze di integrazione (pensate centralmente e attuate localmente) non permangono nel tempo e nelle politiche, ma si reiterano sempre come una sorta di enclave metodologica rispetto al resto delle politiche, quasi a dispetto delle politiche stesse, che vivono sempre la tentazione del neo-centralismo.
Considerazioni le politiche di coesione – a qualunque livello istituzionale - nascono separate le burocrazie sono più forti se separate, sono più intelligenti se integrate; sono più efficaci se coordinate funzionalmente. E gli interessi si allineano superamento del concetto di coesione legata alle diversità dei territori, che genera di fatto la frammentazione delle politiche. la coesione territoriale è un concetto relativo che va declinato sui territori secondo i bisogni e le necessità specifiche differenziali (quale il senso di una politica di coesione: urbana, rurale, per la montagna, per le isole, per le colline, per il mare: si trasformano in politiche settoriali ?) I territori sono diversi per definizione; le politiche di sviluppo sui territori devono avere la capacità di operare e adattarsi alla diversità dei bisogni e delle necessità dei territori. E questo può avvenire solo a livello locale. i livelli territoriali locali devono avere capacità (o essere vincolati, se del caso) a confrontarsi con la complessità delle competenze e della loro distribuzione istituzionale, ma soprattutto devono poter gestire un livello di significatività quantitativa degli interventi. Altrimenti ha più efficacia per il territorio una politica ad un livello istituzionale superiore della governance
Caratteristiche delle politiche di coesione territoriale -condizionalità nella definizione delle modalità di attuazione: risulta incomprensibile collegare le politiche di coesione territoriale (quindi orientate alla crescita o allo sviluppo) con le condizionalità macroeconomiche connesse al rispetto dei parametri di stabilità monetaria - è luso condizionale delle risorse (cosa fare, quali obiettivi raggiungere) che fa di una idea una politica. Le politiche di coesione territoriale devono essere: - intenzionali - selettive ed avere coordinate temporali e spaziali delimitate
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