Donne scienza e matematica spunti di riflessione e materiali tratti in buona parte dal sito del Centro Eleusi - Pristem dell’Università Bocconi di Milano, in occasione della mostra “Scienziate d’Occidente:gli esiti di una ricerca” (2001)
“Laissez entrer tout le monde, sauf les femmes” frase pronunciata dal Presidente dell’Accademia delle Scienze, riunita per decidere della candidatura di Marie Curie (Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911 )
Le donne scienziate che hanno ricevuto il premio Nobel sono state 10 in un secolo
“ ci sono state due sole donne matematiche: Sophia Kowaleskaja ed Emmy Noether; ma la prima non era una matematica e la seconda non era una donna!” (Hermann Weyl)
Sofia Kowaleski (1850-1891 ) In un film svedese del 1983, viene figlia di un ufficiale dell’esercito russo, ebbe un’educazione grazie agli istruttori di famiglia. Poiché le università russe erano chiuse alle donne, nel 1868, per andare a studiare all’estero contrasse un matrimonio di convenienza. Ad Heidelberg seguì corsi in forma non ufficiale, perché non le fu possibile essere ammessa regolarmente. Andò a Berlino a seguire corsi di Weierstrass; anche lì l’accesso era negato alle donne e quindi prese lezioni private. Ottenne nel 1874 il dottorato in matematica (in absentia) all’Università di Gottinga, con una tesi sotto la direzione di Weierstrass. Tale dottorato fu il primo in matematica assegnato ad una donna ed uno dei primi in assoluto in Europa. Nel 1875 tornò in Russia, ma non fu ammessa nel mondo accademico. Scrisse allora opere letterarie e nel 1880, rifuggendo dalla sua patria,divenne professore all’Università di Stoccolma. Ancora nel 1889 cercò invano di avere in Russia una posizione accademica. Cebicev riuscì solo a farla nominare corrispondente dell’Accademia delle scienze. In un film svedese del 1983, viene definita: “una collina nel lato oscuro della luna”
Neppure Emmy Noether (1882 1935) ebbe un incarico all’Università di Gottinga, nonostante l’appoggio di Hilbert e benché fosse figlia di un celebre geometra !
Mary Somerville (1780-1872), ebbe l’onore, per i suoi studi di fisica e di scienze, di un busto alla Royal Society, che però non vide mai perché, essendo donna, non vi fu ammessa
Riaffiora sempre, nonostante nessuno abbia il coraggio di sostenerlo, che le donne hanno una inferiorità biologica nei confronti della scienza e inoltre: “la disposizione verso la matematica appare sempre come una facoltà superiore dell’intelligenza umana e l’idea di un’inferiorità naturale delle donne in questo campo stenta a morire” (Baudelot, sociologo e professore all’Ecole Normale Supérieure )
Gino Loria, geometra e storico della Matematica (Università di Genova), puntigliosamente, nel 1936 stabiliva una precisa relazione tra produzione femminile e dipendenza dai suggerimenti di un uomo.
Forse… Il fatto di essere sostenute da una presenza maschile sembra aver contribuito ad iniziare le donne in un mondo che sarebbe stato loro precluso a causa del tempo in cui vissero Ogni studioso risente dell’ambiente in cui nasce e delle persone con cui interagisce Si potrebbe pensare analogamente per Pitagora , la cui moglie Teano di Crotone era matematica e filosofa del VI sec. a. C., oppure per Einstein, la cui moglie serba Milena Maric era una fisica… eppure questo non è generalmente noto Quasi sempre, per essere prese in considerazione, le donne dovevano pubblicare con il nome del marito o con uno pseudonimo maschile.
Sophie Germain (1776-1831 ) Raccolse appunti di Lagrange, poi gli presentò un lavoro con il nome di Monsieur Le Blanc. Studiò le opere di Gauss, con cui instaurò una corrispondenza. Gauss ne scoprì la vera identità quando lei intervenne presso un ufficiale napoleonico per salvaguardare l’incolumità di Gauss nella guerra in corso. I suoi lavori sulle costruzioni metalliche furono rconosciuti dall’Accademia delle Scienze, ma il suo nome non è inciso tra quelli dei 72 studiosi ricordati nella struttura della Tour Eiffel
un orgoglio italiano: Maria Gaetana Agnesi (1718-1799) Nata a Milano, dall’età di 9 anni veniva “esibita” dal padre nella casa milanese, alla presenza di intellettuali e si confrontava con loro su temi filosofici e matematici, rispondendo in sei lingue diverse. Nel 1738 scrisse un’operetta in latino, in cui discuteva dell’istruzione superiore delle donne. Nel 1748 scrisse, dedicandola A Maria Teresa d’Austria, le “Istituzioni analitiche ad uso Della gioventù italiana”. In questo volume si trova la versiera di Agnesi Riconoscimenti le vennero dall’Accademia delle Scienze francese, dove non fu ammessa perché donna, e dal papa Benedetto XIV che la nominò “lettrice” all’Università di Bologna nel 1750. Rifiutò perché, morto il padre, vendette i suoi beni e si dedicò alla cura dei poveri dell’ospedale Trivulzio .
Nel 2001 L’Académie des Sciences era costituita da 148 membri di cui 144 uomini.
Caratteristiche emergenti dalle biografie di donne scienziate: Pazienza e tenacia (lavori di équipe di sole donne hanno lavorato per decenni ai due più importanti cataloghi stellari dell’Ottocento) Le scienziate danno più importanza al linguaggio, al modo di esprimere i contenuti delle ricerche e danno più importanza alla tecnica intesa come tecnologia e come pratica, metodo, calcolo.
Nelle Commissioni del 1998, per il Dottorato di ricerca in Matematica, 47 erano le femmine e 40 i maschi; in quell’anno all’invito dell’UMI (Unione Matematica Italiana) per la pubblicazione delle tesi di dottorato sul proprio Bollettino rispose solo il 58%, di cui 16 maschi e 34 femmine
Dal libro “La crisalide e la farfalla” di G. Lolli “ Ci sono pratiche e ideologie della comunità Matematica che creano un’atmosfera in cui le donne fanno fatica a sentirsi accettate come membri a pieno diritto. I matematici coltivano un’immagine eroica, anticonformista dei loro campioni, vestiti male, senza cure mondane, mai un pensiero alla famiglia, meglio mai una famiglia, neanche una casa, come Paul Erdos (…)i matematici lavorano in isolamento; i matematici fanno il miglior lavoro in gioventù; matematica e politica non si mescolano; matematica e donne non si mescolano; solo i maschi bianchi fanno matematica.”
Ancora dal libro “La crisalide e la farfalla” di G. Lolli “bisogna far capire alle studentesse che la matematica è un investimento di passione, non un rifugio per la timidezza.”
La prima donna al mondo ad ottenere una laurea, in filosofia, fu Elena Corsaro Piscopia nel 1678.