Le due Italie di fronte alla crisi economica Luglio 2009.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La struttura del Rapporto
Advertisements

La filiera delle risorse culturali, naturali e turistiche
Lindustria alimentare cresce anche in una difficile situazione congiunturale Guido Pellegrini- Università di Bologna Il punto sul settore alimentare:
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Crotone 5 Maggio 2003 Giornata dellEconomia 5 Maggio 2003 Giornata dellEconomia DIFFERENZIALI.
Giampaolo Galli Chief Economist Confindustria. PARMA 2001 AZIONI PER LA COMPETITIVITA I. RISORSE UMANE E WELFARE Sistema formativo Società dellinformazione.
La crisi Irlandese Relazione eseguita da: Valeria De Santis
Il monitoraggio della Congiuntura A cura di: Giuseppe Capuano - Economista Treviso, 7 maggio 2010.
Crescita e specializzazione dell’economia italiana
1 Riflessioni sul futuro della politica di coesione DG Politica regionale Commissione europea.
I fattori di attrattività del comprensorio sud della Provincia di Caltanissetta Piano di marketing ed analisi di posizionamento Realizzato da Sviluppo.
e premesse per la ripresa
Credibilità Competitività Sviluppo Linee guida per il Dpef
Avanzamento Finanziario e Fisico - FESR. 2 Lavanzamento del Programma FESR A metà programmazione il PON Ambienti per lapprendimento evidenzia un ottimo.
Avanzamento Finanziario e Fisico - FSE. 2 Lavanzamento del Programma FSE A metà programmazione il PON Competenze per lo sviluppo evidenzia un ottimo livello.
IL RUOLO DELLO STATO. Debito pubblico della PA (In percentuale del PIL) Fonte: Istituti nazionali (1998) Pressione fiscale (In percentuale del PIL) Fonte:
Le politiche economiche regionali negli Stati membri: il caso dellItalia Corso di Politiche Economiche Regionali Prof. Cristina Brasili A.A Corso.
Problemi di produttività e competitività nellindustria italiana Salvatore Rossi Bologna, 15 marzo 2007.
Le politiche economiche regionali negli Stati membri: il caso dellItalia Corso di Politiche Economiche Regionali Prof. Cristina Brasili A.A Corso.
Corso di Politica Economica e dello Sviluppo Prof.ssa Cristina Brasili Anno Accademico Innovazione e Competitività del tessuto produttivo nelle.
Nota sulleconomia della provincia di Trieste Presentazione a cura del Dr. Giuseppe Capuano - Economista Dirigente Area Studi e Ricerche dellIstituto G.
Paolo Angelucci – Presidente Assinform Smau Convegno inaugurale Smau Linnovazione ICT, una leva strategica per la competitività del Sistema Italia.
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
Infrastrutture, risorse e consenso Emma Marcegaglia Vice Presidente di Confindustria Milano, 28 gennaio 2008 Mobility Conference 2008.
Realizzazione dott. Simone Cicconi CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente Prof.ssa M.. Bevolo Lezione n. 2 I SEMESTRE A.A
Architettura della programmazione Programmazione Strategica: UE OSC – Orientamenti Strategici Comunitari STATOQSN Quadro Strategico Nazionale Programmazione.
IRES settembre 2004 Distribuzione del reddito e produttività Il calo della produttività, il declino dellItalia, la questione retributiva.
SEMINARIO RESIDENZIALE DIRETTORI Fondo Unico, decentramento e politica industriale regionale Sanremo, 7 novembre 2008.
COMPETITIVITA’ E DIVARI DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO
LA CRISI ECONOMICA: SITUAZIONE E PROSPETTIVE Luigi Campiglio Università Cattolica del S. Cuore 6 febbraio 2010.
Incontro con gli Istituti di Credito operanti in Abruzzo LAquila – 6 Novembre 2008 CONFINDUSTRIA ABRUZZO.
LA DISPERSIONE SCOLASTICA
I target per lItalia allinterno della Strategia 2020 e la situazione attuale rispetto a Occupazione, Povertà, Istruzione Egidio Riva Università Cattolica.
Centro Congressi Ville Ponti, 12/05/2006 Il quadro strutturale delleconomia della provincia di Varese.
Azioni previste dai Programmi Operativi Nazionali: Competenze per lo Sviluppo IT051PO007 - finanziato con il FSE Annualità 2009 e Programmazione.
Regional Policy EUROPEAN COMMISSION 1 Michele Pasca-Raymondo Commissione europea DG Politica Regionale Bruxelles, 28 novembre 2006 Confcommercio International.
PARTE PRIMA Pil a prezzi costanti. Confronto principali paesi. Anni (1992=100) Fonte: Ns. elaborazioni su dati FMI.
Presentazione Francesco Saverio Coppola Coord.Comitato Scientifico Lecce, 19 aprile 2012.
L’Italia verso il 2020 Lorenzo Bini Smaghi
Fondi Strutturali e rete delle CCIAA Calabresi Workshop, Catanzaro 25 maggio 2006.
Conoscere l’impresa I CAMBIAMENTI STRUTTURALI DELL’ECONOMIA BRESCIANA E GLI IMPATTI SUL MONDO DEL LAVORO E DELLA FORMAZIONE Intervento Dott. Gianfranco.
1/14 Venezia, 14 maggio 2014 Rilanciare lo sviluppo “oltre il Pil”: criticità e possibili soluzioni Gian Angelo Bellati Segretario Generale Unioncamere.
Università degli studi di Camerino
L’industria meridionale e la crisi
L’industria meridionale e la crisi
Mario Benassi Copyright
Oltre l’emergenza educativa: capitale umano, talento e meritocrazia.
Realizzazione dott. Simone Cicconi CORSO DI ECONOMIA POLITICA MACROECONOMIA Docente Prof.ssa M.. Bevolo Lezione n. 2 II SEMESTRE A.A
Il MEZZOGIORNO a.a Politica Economica Corso di laurea in Sviluppo e Cooperazione Internazionale Prof.ssa Cristina Brasili.
Il MEZZOGIORNO a.a MEZZOGIORNO  Valli (2005), Politica economica, par. 5.8  Valli V. (1998) Politica economica, vol.1, par 17.1, 17.6 ( pp )
Misurare l’attività economica: PIL e disoccupazione
Regioni in crescita, Europa in crescita Gli effetti della politica di coesione Analisi d'impatto – Il valore della politica di coesione Capitolo secondo.
Luigi Bidoia Le prospettive del mercato mondiale delle piastrelle Sassuolo, 12 dicembre 2006.
CONFRONTO DEL PIL MEZZOGIORNO, ITALIA (a prezzi 1990) Fonte:ISTAT (conti economici regionali) fino al 1996 e stime Svimez per 1997 e 1998 Corso di politica.
LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI IL POR SARDEGNA Sergio Diana – Membro del Team Europe della Commissione Europea.
Regioni in crescita, Europa in crescita Gli effetti della politica di coesione Analisi d'impatto – Il valore della politica di coesione Capitolo secondo.
ECONOMIA TOSCANA TRA CICLO E TREND tendenze, mutamenti in atto e politiche A lessandro Petretto IRPETIstituto Regionale Programmazione Economica Toscana.
Il MEZZOGIORNO a.a MEZZOGIORNO  Valli (2005), Politica economica, par. 5.8  Spesa per il Sud, si cambia Claudio Virno www.Lavoce.info.
Le politiche economiche regionali negli Stati membri: il caso dell’Italia Corso di Politiche Economiche Regionali Prof. Cristina Brasili A.A
Conferenze per la promozione e la diffusione del Programma e dei suoi contenuti Febbraio - Marzo 2011.
Il MEZZOGIORNO a.a MEZZOGIORNO  Valli (2005), Politica economica, par. 5.8  SVIMEZ, Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorna, Il.
L’economia e il mondo.
L’Istruzione Raffaele Lagravinese. Argomenti trattati Il Sistema d’istruzione italiano. Confronto Internazionale Il Sistema d’istruzione nelle regioni.
Ufficio Studi La congiuntura dell’industria manifatturiera in Toscana Industria manifatturiera e sviluppo regionale: appunti di lavoro Luciano Pallini.
USR PER LA PUGLIA – DIREZIONE GENERALE INCONTRO CON GLI ISTITUTI «SPORTELLO EUROPA» 11 NOVEMBRE 2014 Referente regionale PON: Vincenzo Melilli.
Forum partenariale Aosta, 4 febbraio Contesto 2 Andamento PIL a prezzi costanti e previsioni per Area Euro, Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone.
Rapporto sull’economia della provincia di Chieti A cura dell’U.O. Studi e Statistica – Marketing territoriale della CCIAA di Chieti 2004.
CONFARTIGIANATO Imprese Terni Federalismo e Impresa: quale sviluppo economico nell’Italia delle Regioni Federalismo e Impresa Terni, 14 luglio 2010 Luca.
EFFETTI LOCALI DELLA CRISI GLOBALE Rapporto SVIMEZ 2011 di Luca Bianchi (SVIMEZ) Napoli, 26 ottobre 2011.
Liberare i territori per la crescita economica MARIANO BELLA DIRETTORE UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO Cernobbio, 18 marzo 2016 EMBARGO ORE DEL 18 MARZO.
E U R O PA Intervento Davide Bonagurio.
Transcript della presentazione:

Le due Italie di fronte alla crisi economica Luglio 2009

Premessa IL RILANCIO DEL SUDDA 7 ANNI CRESCE MENO CONTROTENDENZA IN EUROPA è fondamentale per la crescita delleconomia nazionale il PIL ha tassi di crescita nel Sud inferiori rispetto al Centro Nord in questi anni gli altri paesi europei sono caratterizzati da un forte processo di convergenza

Alcuni dati sul Mezzogiorno Il divario tra il Sud e il Centro Nord permane da sette anni consecutivi ormai il Mezzogiorno cresce meno del Centro Nord: in media danno circa la metà le regioni registrano performance differenti ma nessuna regione del Sud supera nel periodo il tasso di crescita medio nazionale il Pil pro capite al Sud nel 2008 è stato pari al 58% di quello del Centro Nord e al 68% del dato nazionale * Fonte SVIMEZ

Alcuni dati sul Mezzogiorno

Che cosa è successo in Europa Nei Paesi della UE cè stato un efficace processo di convergenza Nel periodo il tasso di crescita del PIL procapite (a parità di potere dacquisto) del Mezzogiorno (2% m.a.) è stato meno della metà della Spagna (4,9%), poco più di un terzo dellIrlanda (5,5%) e meno di un terzo della Grecia (6,2%) tra il le aree convergenza della UE sono cresciute a un tasso medio annuo molto più sostenuto delle aree competitività (4,8% contro 3,7%). Germania 3% convergenza contro 2,8% competitività; Spagna 6,5% contro 5,8% * Fonte SVIMEZ

Perchè non hanno funzionato le politiche di sviluppo per il Sud Punti critici dimensione della spesa pubblica in conto capitale complessiva destinata al Sud nettamente inferiore rispetto a quella programmata (45% della nazionale) e ridimensionata negli anni (40,4% nel ,3% nel 2007); inoltre le risorse ordinarie in c/c sono state di appena il 21,4% inferiore di 16 punti rispetto al peso naturale del Sud e 9 punti rispetto a quello programmato dispersione degli interventi (es. agevolazioni per le imprese nel quasi 850 tra nazionali, decentrate e regionali) scollamento tra i diversi livelli istituzionali scarsa capacità di utilizzazione delle risorse scarsa efficacia delle risorse Beneficio di stimolo agli investimenti limitato

Elementi di preoccupazione Ultimo rapporto Istat Siamo in presenza di una crisi profonda che si manifesta con grande rapidità Elementi di fragilità nel contesto economico del Paese Prevalere della piccola e piccolissima dimensione aziendale, specializzazione manifatturiera, scarsa capitalizzazione bassa propensione al rischio imprenditoriale, mercati poco concorrenziali e rendite di posizione (soprattutto al Sud)

La situazione attuale del Sud Alcuni dei principali divari: 1.Capitale umano, innovazione e ricerca 2.Dotazione infrastrutturale: acqua, energia, banda larga, infrastrutture viarie 4.Efficienza e qualità dei servizi pubblici; giustizia; sicurezza; iter autorizzativi 3.Qualità dellAmministrazione Pubblica (pol. semplificazione, capacità di utilizzo risorse finanziarie, ecc.)

Istruzione OCSE PISA /Invalsi / Banca dItalia Allindagine OCSE PISA hanno partecipato 57 Paesi e valuta i rendimenti scolastici nella comprensione di un testo, nelle scienze e nella matematica I risultati evidenziano ritardo dellItalia ma soprattutto del Sud Nel Sud è anche elevatissima la dispersione scolastica (un quarto dei ragazzi campani non va oltre la licenza media) Pesa in misura determinante la condizione familiare Il voto medio di un ragazzo al sud che proviene da una famiglia molto agiata è pari a quello di una famiglia disagiata del Nord

OCSE /PISA 2006

Altri dati Nel Mezzogiorno la quota di personale laureato è pari all8,1% a fronte del 9,6% del Centro Nord Laureati in discipline scientifiche sulla popolazione adulta: Sardegna 10,4; 10,5 Puglia; 10,8% Sicilia solo alcune regioni della Romania e del Portogallo hanno indici più bassi il valore più basso della Spagna è il 21% Risorse in R&S inadeguate

Infrastrutture per la mobilità Politiche differenziate a seconda dellintensità

Infrastrutture idriche Politiche differenziate a seconda dellintensità

Servizi idrici Politiche differenziate a seconda dellintensità

Ambiente

Energia

In quale contesto nazionale: rapporto OCSE 2009 Aumenta il divario dellItalia a causa della bassa produttività: Italia al 19 esimo posto su 29 ultimo tra i big europei (OCSE rapp. Obiettivo Crescita) La recessione è forte e prolungata: PIL Italiano dovrebbe cadere del 5,3% (stima precedente -4,3%) tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 10% entro il 2009 anche se il sistema bancario italiano è più forte cè una stretta del credito al 2010 il deficit raggiungerà il 6% del PIL Aumento del debito pubblico superiore al 115% del PIL La ripresa sarà lenta prevista nel 2010 con il PIL +0,4%

Necessità di riforme strutturali Tra le priorità indicate dallOCSE miglioramento del sistema dellistruzione: Italia 20% di laureati nella fascia di età tra i 25 e 34 anni contro loltre il 30% della media OCSE; scuola con alta spesa (rapporto alunno insegnante area OCSE è di 6,5 docenti ogni 100 allievi Italia 9,6) e bassi rendimenti e assenza di valutazione e della ricerca riduzione del cuneo fiscale del reddito da lavoro (Italia è al 6° posto per il peso del cuneo fiscale, cioè della differenza tra salario lordo e netto) diminuire le protezione nei servizi e nelle professioni

Aree su cui intervenire Eliminare i deficit infrastrutturali Finalizzare gli incentivi per: - incrementare le esportazioni - supportare la R&S e le innovazioni - creare reti di imprese - promuovere politiche di assunzione di personale qualificato e interventi di formazione continua Spostamento della frontiera di produzione; domanda pubblica per stimolare produzioni innovative Politiche differenziate a seconda dellintensità

Investimenti infrastrutturali e compensazioni alle imprese Investimenti infrastrutturali e compensazioni alle imprese Si è molto spesso considerato meno sviluppo meno domanda e meno esigenze di intervento, mentre gli svantaggi infrastrutturali creano sovra costi alle imprese minacciando la loro sopravivenza - Obiettivo: Far competere le imprese a parità di condizioni e rendere efficiente la gestione nella fornitura dei servizi alle imprese - Interventi diretti ad aggredire le cause degli svantaggi infrastrutturali - Lo Stato deve fissare un livello standard della qualità delle infrastrutture/ servizi e i relativi costi per le imprese uniformi su tutto il territorio nazionale Politiche differenziate a seconda dellintensità delle diseconomie

Sfruttare i vantaggi Bonifica dei siti industriali Riutilizzo dei cappannoni in disuso Energie rinnovabili per consolidare lindustria esistente e/o creare industria innovativa Mediterraneo

Incentivi automatici e selettivi Capitale umano Ricerca e Innovazione Internazionalizzazione Reti dimpresa Venture capital e seed capital

Spostamento della frontiera di produzione La crisi cambierà strutturalmente anche la domanda di beni e servizi: La spesa pubblica deve fare sistema con le imprese e stimolare nuovi ambiti e la creazione di settori/comparti/ imprese innovative, in diversi ambiti quali ad esempio: Scienza della vita e alla sanità Ambiente Beni culturali