CONDIZIONI DI VITA DEGLI OPERAI Le condizioni di vita degli operai, durante la rivoluzione industriale, erano legate ai quartieri dove abitavano. Queste persone vivevano in posti anti-igienici: non avevano la possibilità di lavarsi nemmeno dopo una lunghissima giornata di lavoro, vivevano nello sporco totale, divagavano odori asfissianti e i pidocchi proliferavano ovunque. Alle condizioni igieniche si aggregavano le disperate condizioni lavorative: gli operai erano costretti a lavorare dalle 12 alle 15 ore al giorno per portare a casa un salario misero che bastava solamente per il minimo indispensabile cosicché donne e bambini furono costretti a intraprendere anch’essi una carriera lavorativa. A tutto ciò si aggiunse la nascita di nuovi fenomeni: la prostituzione e l’alcolismo.
SFRUTTAMENTO DI DONNE E BAMBINI Con la rivoluzione industriale il lavoro che prima era “qualificato” divenne “dequalificato”, ovvero si svolgeva una sola mansione ripetutamente senza alcun bisogno di sapere cosa si stava facendo; con questo cambiamento gli imprenditori favorirono l’entrata di donne e bambini nelle fabbriche. Essi venivano sfruttati e sottoposti a pesanti ritmi di lavoro, con una penosa retribuzione. Gli imprenditori tessili approfittavano dei bambini poiché quest’ultimi erano agevolati nell’utilizzare i tessuti avendo le mani di piccole dimensioni.
ALCOLISMO E PROSTITUZIONE Per superare le condizioni di vita pessime gli operai iniziarono a far uso di alcool e le donne a prostituirsi. L’alcool venduto a basso costo era un facile rimedio per distaccarsi dalla realtà angosciante e pesante. Alle donne per riuscir a mantenere la famiglia non bastava il lavoro nelle fabbriche, spesso a causa di infortuni di famigliari l’unica loro soluzioni era prostituirsi.
LAVORO CREATO DA: BAJNO Francesca RUBINO Luisa