La mobilità urbana è tutto linsieme dei mezzi che si trovano in circolazione per città, autostrade, ferrovie ecc… Tale mobilità, che ormai è sviluppata su larghissima scala in tutto il mondo, provoca un forte inquinamento che ormai da tanto tempo si cerca di combattere con vari mezzi ma ancora non si riesce a tenergli testa come si dovrebbe. Vediamo alcuni articoli a riguardo…
Se uno deve partire, prima ci sinforma; ma uno magari non parte, nel dubbio. Perché, per superare il dubbio, occorre informarsi, e informarsi costa fatica. È unatarassia ambientale, che non significa disinteresse, né ignoranza del problema: l83% dei cittadini, secondo Legambiente, ritiene necessario lo stop al traffico. Ma certamente sono passati i tempi della sorpresa e del furore, quando le notizie stupivano, i divieti indignavano, le proteste fioccavano. IL BLOCCO PER SMOG IL NORD A PIEDI NON CAPISCE, MA SI ADEGUA
Ora cè una coscienza diffusa e uninsolita, implicita fiducia nellautorità costituita: se bloccano il traffico, un motivo ci sarà, no? Solo gli amministratori trovano la forza di litigare, forse per tenersi in allenamento (la Moratti accusa lassessore Croci, lUnione contro Formigoni, dura replica di Pagnoncelli!). La coscienza ambientale degli italiani passa sempre attraverso qualche caratteristica nazionale. La raccolta differenziata dei rifiuti, per esempio, funziona perché risveglia lessere meticoloso che cè in noi (nei condomìni consente anche la sorveglianza dei vicini e il piacere della delazione). Linquinamento atmosferico non ha ancora trovato laggancio giusto, dentro la testa degli italiani: galleggia tra diffidenza e indifferenza, preoccupazione e rassegnazione.
Il blocco di oggi verrà affrontato in tutto il Nord con un pragmatismo antico, senza chiedere troppo e senza stupirsi molto: come le targhe alterne, come lo sciopero dei benzinai («Sono chiusi da dopodomani? Ricordati di far gasolio domani, Luisa»). Come dire: laria cambia e peggiora, lItalia è la stessa. Guarda oltre, ma nessuno sa dove. CORRIERE DELLA SERA
1) Chi usa paga Pedaggio, road pricing, tariffazione della sosta. Utilizzare la leva economica per disincentivare il traffico privato e finanziare il trasporto pubblico. 2) Una legge obiettivo per la mobilità urbana Vincolare almeno il 25% della spesa nazionale per le opere pubbliche nel settore trasporti alla realizzazione di reti per il trasporto rapido collettivo nelle città.
3) Il 50% dei percorsi degli autobus in sede protetta Trasformare in corsia preferenziale almeno il 50% dei chilometri di rete di trasporto pubblico di superficie nelle grandi aree urbane e puntare almeno al 20% di percorsi in sede protetta nelle altre città. 4) Unisola pedonale in ogni quartiere, piste ciclabili non solo per svago Disincentivare luso dellauto privata attraverso la realizzazione di misure diversificate di limitazione del traffico a fini ambientali e di promozione della mobilità ciclabile.
5) Auto, bici, bus, treno: non più separati in casa Su scala comunale è necessaria una corretta pianificazione territoriale con lobiettivo di realizzare una armonica e funzionale integrazione tra tutte le modalità di trasporto: autovetture, metropolitane, tram, ferrovie locali, taxi, bus, biciclette, pedoni.
7) Un bus tutto nuovo: taxi collettivi, car-sharing, bus a chiamata, car-pooling Differenziare lofferta di trasporto pubblico mediante lintroduzione, la valorizzazione e il potenziamento di alcuni servizi innovativi come lauto in comproprietà, il taxi collettivo o il bus a prenotazione. 6) Un sms per non ingannare lattesa Puntare sulle infrastrutture digitali per offrire servizi più efficienti allutenza, dallinformatizzazione delle linee al telerilevamento dei tempi di attesa alle fermate (attraverso messaggi sms ad esempio che danno lindicazione in minuti sullarrivo dellautobus) fino alla promozione di tecnologie innovative per ridurre la domanda di mobilità (telelavoro, home-banking, commercio elettronico).
POTETE TROVARE ULTERIORI INFORMAZIONI SU QUESTO ARGOMENTO VISITANDO QUESTI SITI: