Eurovisioni 2007 ALCUNI APPUNTI TEMATICI. Evitare il mito della manna…

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Eurovisioni 2007 ALCUNI APPUNTI TEMATICI. Evitare il mito della manna… Atelier III (17 ottobre 2007) Come remunerare la distribuzione digitale dei contenuti Il punto di vista dei broadcaster e dei distributori ALCUNI APPUNTI TEMATICI. Evitare il mito della manna… A cura di Giovanni Gangemi ed Angelo Zaccone Teodosi

Catena del valore e scenario competitivo Ideazione / Sviluppo Produzione Packaging Gestione cliente Distribuzione Linear S P E T A O R U N Broadcaster Content provider Operatori Tlc / Isp (fisso-mobile) Internet Players Non Linear

Macro-trend: nuovi spazi di mercato Si evidenziano 3 movimenti interessanti: I distributori tradizionali migrano verso forme di distribuzione online e non lineare Es: Rai Tv, RiVideo di Mediaset,… I contenuti dei produttori e quelli generati dagli utenti cercano spazi distributivi presso i provider internet e gli operatori mobili L’area di business tende lentamente ad ampliarsi, man mano che le offerte non lineari tendono ad affermarsi

I broadcaster su web: rischi ed opportunità Con riferimento al punto 1, si assiste ad una corsa all’apertura di canali video accessibili da web. Opportunità Ricchezza dell’archivio Popolarità dei prodotti presso il grande pubblico Minacce Problema dei diritti Difficoltà nella gestione del cliente Mancanza di visibilità su web

Il benchmark britannico Tutti i broadcaster Uk hanno lanciato servizi on demand: Bbc Itv Channel 4 Five BSkyB Bbc iPlayer Best of Itv 4oD Five Dowload Sky Anytime Il canale distributivo prevalente rimane ancora quello online Interessante il caso di 4oD, che mette a disposizione contenuti di soggetti terzi Solo alcuni hanno optato per un modello a pagamento, mentre altri (Bbc e Itv), offrono i contenuti gratis I maggiori broadcaster si sono attrezzati per trasmettere i contenuti in diretta sul web

Quali previsioni di crescita ? I ricavi da vendita di contenuti di online Tv al 2010 (mln €) 34.040 Totale ricavi online tv Totale ricavi pay-tv 689 Fonte elaborazioni IsICult su dati Screen Digest Lo sviluppo del business è ancora incerto: stiamo affrontando un fenomeno concreto, ma ancora in fase iniziale. Previsioni al 2010: solo il 2 % dei ricavi da pay tv in Europa proverrà da “on line tv”…..

…e oltre la metà di questi ricavi sarà generata dalla pubblicità, mentre solo una quota minoritaria deriverà dal finanziamento diretto dell’utente Mln € 800 700 600 500 Pagamento all'unità Abbonamenti 400 Pubblicità 300 Totale 200 100 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte elaborazioni IsICult su dati Screen Digest

Il mito della manna Il mercato dei media vive modificazioni strutturali con andamenti molto più lenti di quelli che alcuni teorizzano Il mercato degli “user content generated” è un mercato parallelo, che interagirà poco con il mercato vero, che resterà centrale per almeno un decennio ancora Esiste un approccio molto ideologico alla rete della convergenza infinita, visto da alcuni come strumento “salvifico” del pluralismo e fonte di infinito new business: una nuova versione del mito della manna La rete e la convergenza multimediale avranno conseguenze rilevanti negli aspetti delle relazioni sociali, piuttosto che nelle modificazioni sostanziali dei modelli di consumo di audiovisivo

Il rischio di una nuova “bolla” Siamo di fronte ad un mercato nascente: la fruizione di contenuti audiovisivi (cinematografici, televisivi, “ugc”) su piattaforme altre rispetto alla tv I modelli di business sono totalmente incerti, le strategie confuse, le previsioni contraddittorie: non c’è risposta univoca alla domanda posta da Eurovisioni (come remunerare la distribuzione digitale dei contenuti?) Quel che è certo è che si tratta di un fenomeno rilevante in termini sociali, ma forse destinato a restare “marginale” nell’economia complessiva della filiera dell’audiovisivo

Più poveri, non più ricchi? E’ naturale che i grandi broadcaster procedano con prudenza: si corre veramente il rischio di assistere allo scoppio di una novella bolla, di scoprire presto che si tratta di una novella “grande illusione” Il principale rischio dell’evoluzione della grande banda è una diffusione enorme e strisciante della pirateria: più che nuovi ricavi, gli attuali “player” (considerati nella duplice dimensione di produttori e autori) corrono il concreto rischio di vedere ridotti i flussi di ricavi. Aumenteranno le fonti e gli archivi disponibili per gli utenti, ma non necessariamente i flussi di ricavi per produttori e distributori: l’economia complessiva della filiera audiovisiva non si arricchirà “automaticamente”

Il prelievo sulla filiera… Il meccanismo di “tasse di scopo” ovvero prelievi sulle nuove fasi della “filiera” (i “player” della distribuzione telematica dei contenuti, alias i grandi gruppi delle tlc) appare opportuno, ovvero inevitabile, anche per compensare le conseguenze di una pirateria di difficile contenimento: ma come gestirà questi nuovi fondi la “mano pubblica”?! Si ricordi il ritardo estremo del sistema italiano, che continua a sovvenzionare il più classico dei media (la produzione di opere destinate alla prioritaria fruizione in sala) ed ignora completamente l’audiovisivo non televisivo, i cortometraggi, i documentari, i nuovi formati

L’Antenna dei Padroni Il paradigma italiano delle tv locali: quando il fenomeno apparve, molti teorici si illusero sulle infinite potenzialità “democratiche” del medium. L’abbassamento dei costi di produzione audiovisiva (vcr) o di distribuzione (internet) non determina meccanicamente una rivoluzione negli assetti di mercato, come teorizzò - tra gli altri - Faenza. Fu invece saggio profeta di sventura Siliato, con il suo “L’Antenna dei Padroni”: a distanza di vent’anni, quel “new media” (le tv locali) appare, storicamente, come l’apripista di un assetto oligopolista del sistema televisivo italiano E’ opportuno adottare un approccio prudente e cauto, non lasciarsi infiammare da illusioni rivoluzionarie: anche Second Life, per capirci, potrà presto rivelarsi una ennesima “bolla”

Minus & plus: + libertà, non new business La rete è pluralista per genesi e per struttura: stimola la creatività, è strumento di libertà e democrazia, e vanno sviluppati sistemi di monitoraggio dei nuovi “gatekeeper” (Google, in primis) affinché non perda queste caratteristiche Minus La rete non andrà a modificare radicalmente l’assetto della filiera audiovisiva, almeno per il prossimo decennio. Il rischio che i grandi “player” dell’industria mediale vadano ad occupare posizioni dominanti sulla rete appare limitato. Modeste sono le chance di avere dalla rete vero “new business”.

IsICult sta lavorando ad una ricerca, commissionata da Mediaset, proprio su come si evolvono i mercati internazionali rispetto alla veicolazione di “content televisivo” su piattaforme alternative. I risultati della ricerca verranno presentati a metà 2008. Per informazioni: www . isicult . it Grazie per l’attenzione.