Fondazione Ugo Bordoni

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Transcript della presentazione:

Fondazione Ugo Bordoni Innovazione tecnologica e privacy Roma 17-18 giugno 2004 LE RETI Wi-Fi GEOGRAFICHE Ing. Dario Di Zenobio Fondazione Ugo Bordoni dizen@fub.it

Digital Divide Per “digital divide” si intende il “gap” tecnologico che si viene a creare tra aree geografiche diverse per motivi dovuti a: - ostacoli naturali - situazione economica svantaggiata - limitato sviluppo delle infrastrutture L’impegno di limitare od eliminare il “digital divide” in Italia, portando la larga banda quasi dovunque, è un passo essenziale per lo sviluppo del paese.

Digital Divide La tecnologia wireless può contribuire a ridurre questo “gap” se utilizzata nel rispetto delle “regole” e se le reti che si vanno a costruire sono finalizzate a tale scopo. Il primo passo in tale direzione è quello di portare nell’area disagiata una linea “feeder” a larga banda. Il secondo è quello di collegare i singoli utenti, a nodi di operatori WISP, che possano garantire il rispetto delle regole, a garanzia dell’utente, della rete internet, dei suoi fruitori e dei siti fruiti.

Comunicato circa la sperimentazione del Wi Fi nell’ultimo miglio Il Ministero delle Comunicazioni ha autorizzato, in data 1 agosto 2003, le richieste di sperimentazione d'uso della tecnologia Wi-Fi per “l'ultimo miglio''. “Con queste sperimentazioni si intende valutare l'impatto delle WLAN nelle aree periferiche e a minor reddito. Sappiamo che in Italia, come in Europa e in tutto il mondo, esiste un divario tecnologico tra le aree a maggiore e a minor reddito. Ci sono aree in cui la tecnologia si afferma spontaneamente, mentre ce ne sono altre svantaggiate dal punto di vista geografico o economico, in cui questo processo non va avanti spontaneamente. Nel corso della sperimentazione si valuterà come queste tecnologie potranno armonizzarsi con il territorio, soprattutto in assenza di altre infrastrutture in grado di contenere il digital divide. L’intenzione è quella di studiare le soluzioni tecnologiche che permettano ad internet e alla banda larga di penetrare su tutto il territorio nazionale ed arrivare a considerare la banda larga come un servizio universale''. (dichiarazione del Ministro M. Gasparri).

Il progetto nazionale internet@scuola nasce dall’esigenza di trovare una soluzione tecnica, specifica per le scuole, di rapida implementazione, che permetta di colmare il “gap” infrastrutturale e tecnologico che caratterizza una larga area del nostro paese.

Internet@scuola Sono state inserite nella lista di scuole per il progetto pilota, istituti e plessi scolastici situati in comunità montane, quale quella della Comunità della Maiella (provincia di Pescara), ed altre in aree disagiate o sismiche, come S. Giuliano di Puglia.

Il problema dell’accesso In queste realtà disagiate l’isolamento geografico spesso si accompagna ad un isolamento fisico. Il frazionamento dei plessi scolastici, con una scuola materna, una elementare, una media, distribuite in edifici limitrofi ma non comunicanti o in edifici sparsi sul territorio senza una regola, se non quella della pronta e semplice disponibilità, sicuramente non agevola la situazione di difficoltà nella quale queste realtà scolastiche “sopravvivono”. Come può la tecnologia sopperire alle mancanze risultanti da problemi strutturali, logistici e geografici?

Il problema dell’accesso La tecnologia aiuta se le soluzioni adottate sono calate nella realtà nella quale queste comunità vivono. Qual è l’approccio tecnico suggerito dal progetto? Come primo passo la costituzione di una rete “intranet” locale che colleghi edifici scolastici appartenenti allo stesso istituto o a istituti diversi ma vicini, immersi nella stessa realtà di disagio. Tale rete intranet è basata su brevi collegamenti radio (qualche chilometro) che utilizzano la tecnologia WLAN in configurazione punto-punto, con speciali modalità di applicazione e con soluzioni tecniche di configurazione originali ed innovative.

Progetto Internet@scuola Approccio tecnico basato sull’utilizzo di: - tecnologie avanzate di comunicazione - architetture di reti locali, flessibili e disegnate in modo da aumentare la capacità di scambio informazioni tra istituti e plessi scolastici vicini - un numero minimo di nodi di accesso alla rete internet onde ridurre i costi di gestione per singolo istituto

Il problema del cablaggio Il secondo passo per raggiungere lo scopo è quello di adottare soluzioni di cablaggio degli edifici altamente efficienti, economiche, non invasive e rispettose dell’ambiente, al fine di integrare le reti Wi-Fi/WLL punto- punto, con le reti locali degli istituti. La tecnologia “Cabled-Wireless (CW-EUA)” (patent pending) della FUB permette di ottenere un tale risultato.

Esempi di cablaggio POSTAZIONE REMOTA (edificio secondario) SCUOLA (edificio proncipale) WLAN - PP Cablaggio “cabled-wireless” Cablaggio “cabled-wireless” STUDENTI INSEGNANTE

Il Wi-Fi diventa Max La tecnologia si evolve e nuove soluzioni prendono posto nel mercato delle TLC. Entro il 2004 si prevede che si affermi la nuova tecnologia definita dallo standard IEEE 802.16, con il nome commerciale WiMAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access).

Il Wi-Fi diventa Max Dovrebbe essere una rivoluzione nelle comunicazioni, in quanto renderà possibile realizzare reti wireless a larga banda, aventi un’estensione metropolitana: la sua portata massima è sull'ordine dei 50 km.

WiMax può operare su frequenze diverse, tra i 2 e gli 11 GHz e, in condizioni ottimali, può arrivare sino a 74 Mbps; i costi di questa tecnologia sono molto contenuti; è supportata in modo particolare da Intel che ha promesso di integrare in un chip tutte le prestazioni ottenibili con la tecnologia WiMax.

WiMax Nel WiMAX è stata scelta la tecnica di modulazione OFDM (nello specifico la versione a 256 canali) per la sua resistenza alle interferenze e per la sua compatibilità con le soluzioni fixed-wireless definite dall'European Telecommunications Standards Institute (ETSI) in Europa.

WiMax e oltre Di maggiore interesse per i servizi mobili saranno i risultati del lavoro che è recentemente iniziato sull'emendamento 802.16e dello standard (definisce le estensioni mobili all'802.16, nato per dispositivi fissi), con possibilità di operare nella banda 2-6 GHz, e i risultati degli studi sulla nuova specifica 802.20, che promette una banda di circa 1 Mbps anche per dispositivi in movimento a 250 chilometri orari.

Conclusioni Le reti WLAN rappresentano una soluzione eccellente, e talvolta unica, per creare reti “locali” di accesso all’utente. La sperimentazione delle WLAN nell’ultimo miglio, o nel WLL, è interessante ed utile per analizzare la possibilità di limitare il “digital divide” nel rispetto delle regole; resta il problema di avere adeguate linee feeder. Le sperimentazioni di WLAN/WLL sono soggette ad autorizzazione. Utilizzare le WLAN al di fuori delle regole non si può giustificare con il “digital divide”.

Conclusioni La tecnologia WiMax va definita e regolamentata tenendo conto della realtà europea e nazionale. Le sperimentazioni della tecnologia WiMax potrebbero risultare utili allo scopo di definire i limiti e le applicazioni di tale tecnologia; probabilmente con il WiMax si potrebbero realizzare linee feeder a basso costo. Le WLAN combinate con linee feeder a tecnologia WiMax possono rappresentare un potente ed economico mezzo per superare rapidamente il divario tecnologico tra le diverse aree del paese.