Istituto Superiore Statale Linguistico, Socio - Pedagogico e delle Scienze Sociali “G. Rechichi” Polistena (RC) v v v.

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Istituto Superiore Statale Linguistico, Socio - Pedagogico e delle Scienze Sociali “G. Rechichi” Polistena (RC) v v v

IPERTESTO UNA FANTASIOSA RAGNATELA

In un libro le frasi, i paragrafi, i capitoli si susseguono secondo un ordine determinato non solo dall’autore, ma anche dalla struttura logica e fisica dello stesso oggetto-libro. Anche se può essere sfogliato a caso e senza un ordine preciso, esso rimane sempre confinato nelle sue tre dimensioni fisiche.

La struttura del testo si trasforma in un complesso modello molecolare Nell’ambiente digitale lo spazio delle informazioni non è limitato alle tre dimensioni. L’espressione di un’idea o di una concatenazione di pensieri possono essere dotati di un insieme multidimensionale di puntatori, consentendo ulteriori elaborazioni o sintesi che è possibile richiamare o ignorare. La struttura del testo si trasforma in un complesso modello molecolare col quale si possono: Ordinare in vario modo blocchi di informazioni; Espandere delle frasi; Ottenere subito il significato dei termini usati

una fuga di immagini riflesse Pertanto un IPERTESTO può essere pensato come una raccolta di messaggi “elastici” che possono essere allungati o ristretti secondo i desideri del lettore. Ogni idea può essere sviscerata e analizzata a più livelli di dettaglio: aprire le “finestre” di un ipermedia consente di vedere una cosa da prospettive diverse, di seguire storie parallele o, come accade con gli specchi del parrucchiere, una fuga di immagini riflesse

Breve storia dell’IPERTESTO Vannevar Bush, direttore dell’Ufficio Ricerche Scientifiche degli USA durante la II guerra mondiale e docente al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston è generalmente indicato come il padre dell’ipertesto. Nel 1945 Bush ipotizza la costruzione di una macchina, da lui battezzata MEMEX, descritta come: “un aiuto alla memoria che, come il cervello, troverà i diversi contenuti per associazione, attraverso un sentiero di fatti”.

Il termine IPERTESTO però fu coniato solo nel 1965 da Theodor Nelson alla prima apparizione di testi non sequenziali, cioè formati da blocchi testuali interconnessi tramite collegamenti elettronici che davano al lettore la libertà di creare propri percorsi assemblando in maniera differente i diversi blocchi.

Il lettore nella ragnatela… Quando leggiamo un libro solitamente seguiamo un percorso che possiamo definire di tipo sequenziale: le pagine vengono sfogliate e lette secondo l'ordine indicato dall'autore: dalla prima alla seconda pagina, poi la terza, la quarta e così via, fino alla pagina finale.

Sequenzialità Il concetto di sequenziale, caratteristico di un testo scritto, implica la successione ordinata di informazioni tra loro collegate secondo uno schema logico.

Un ipertesto, invece, è un esempio di testo non lineare, dove le informazioni non vengono date sequenzialmente ma sono collegate tra loro attraverso una serie di legami: il lettore può in questo modo passare da un'informazione all'altra seguendo un proprio percorso di studio. L'ipertesto quindi consente di creare collegamenti tra differenti informazioni lasciando libero il lettore di percorrere la ragnatela del pensiero.

Dall’ipertesto all’ipermedia Di fatto oggi gli ipertesti sono di solito degli ipermedia in quanto utilizzano simultaneamente più media disponibili sul computer, integrandoli in un unico oggetto comunicativo: testi, suoni, immagini statiche, immagini in movimento, animazioni.

L'ipertesto e l'ipermedia sono dunque un insieme di informazioni legate tra loro da una speciale ragnatela: i collegamenti tra testi, immagini e suoni devono consentire di muoversi all'interno con rapidità e immediatezza; per effettuare tali collegamenti vengono usati adeguati strumenti, hot words (parole calde) e pulsanti. Un documento ipertestuale-ipermediale è dunque costituito da nodi, cioè da informazioni testuali o multimediali, e da legami (link) che servono a mettere in relazione i vari nodi. Tali link, come abbiamo visto, si attivano attraverso l'uso dei pulsanti. L'esplorazione di un documento ipertestuale viene chiamata navigazione.

Costruzione di un IPERMEDIA Un Ipermedia può essere costruito con un programma “autore”come: ToolBook Amico Illuminatus Eugenio ecc. Essi non richiedono competenze di programmazione e richiedono solo un breve periodo di training.

Come abbiamo visto l’ipertesto si sfoglia facilmente con link e pulsanti ... TAVOLA Mobile formato da un piano posto su un supporto generalmente a quattro gambe e impiegato specialmente per la mensa o come oggetto di arredo. Può essere di diverse forme e materiali quali il legno , il ferro, il vetro. Link Pulsante AVANTI

Il progetto Un ipermedia, prima di essere realizzato al computer, deve essere costruito "a tavolino". L'attività di progettazione è di fondamentale importanza per la sua buona riuscita. Al fine di visualizzare la struttura dell'ipermedia prima di procedere alla sua realizzazione, è utile schematizzare su carta la sequenza delle pagine previste.

S T O R Y B A D

E' poi necessario individuare i link, ovvero i collegamenti tra i diversi nodi. Nella fase successiva si definisce l'interfaccia grafica. Ovviamente le soluzioni adottabili sono diverse a seconda dello strumento di authoring utilizzato, ma in generale è possibile affermare che nello stabilire l'interfaccia grafica, occorre individuare standard comuni. Nella scelta della struttura si deve tener conto del livello di conoscenza cui si vuole arrivare. Infine, l'ultimo passaggio: scegliere il formato, cioè stabilire quali modalità comunicative (testi, suoni, grafici, animazioni ecc.) adottare.

“Solo ciò che è in movimento può aspirare alla perfezione” I programmi per la didattica multimediale realizzati nel nostro Istituto sono stati realizzati applicando i dati teorici sopra ricordati ai contenuti propri delle varie discipline, nella direzione di quella SCUOLA-LABORATORIO che non teme il confronto con la complessità del presente e anzi trae alimento dalle sfide che le nuove tecnologie propongono. “Solo ciò che è in movimento può aspirare alla perfezione” (Aforisma attribuito sia ad Arthur Schopenhauer che al nostro Preside)

FINE