Da Sarajevo alla guerra

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Transcript della presentazione:

La 1ª guerra mondiale (1914-18) Da Sarajevo alla guerra Attentato di Sarajevo e scoppio della guerra in Europa Intervento italiano Guerra di posizione 1917: anno di svolta Guerra sottomarina e intervento USA La Russia sovietica si ritira Disfatta di Caporetto La fine degli imperi centrali Diaz guida la controffensiva Trento e Trieste città italiane La pace di Versailles I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia A cura del prof. Luigi O. Rintallo

Da Sarajevo alla guerra La 1ª guerra mondiale/1 Da Sarajevo alla guerra Passando per il neutrale Belgio i tedeschi penetrano in Francia, ma qui l’offensiva si arresta anche per l’intervento inglese. La prevista guerra lampo assume i caratteri di una guerra di logoramento. Un mese dopo l’Austria dichiara guerra alla Serbia, dando inizio alla 1ª guerra mondiale. Gli Austro-tedeschi contano di schiacciare la resistenza dei nemici (Francesi a Ovest e Russi a Est) in pochi mesi. Gavrilo Princip, un terrorista serbo, uccide a Serajevo l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie (28 giugno 1914). Mentre in Italia ci si divide fra interventisti e neutralisti, a Londra il governo Salandra si accorda con l’Intesa per intervenire contro gli Austro-tedeschi nel maggio 1915. Benché dapprima in Parlamento prevalgano i neutralisti guidati da Giolitti, dopo gli scontri in piazza delle “radiose giornate” di maggio, l’assemblea vota i poteri straordinari al governo. L’esercito italiano, guidato dal gen. Cadorna, inizia le ostilità contro gli Austriaci varcando il confine in Veneto. Sul fronte orientale, i Russi sono battuti in Prussia mentre respingono gli Austriaci verso i Carpazi. A novembre ’14 la Turchia, timorosa dell’espansione russa, si schiera con gli Austro-tedeschi e chiude i Dardanelli impedendo le comunicazioni della Russia coi suoi alleati. In virtù delle alleanze in atto, Regno Unito e Francia intervengono al fianco della Russia contro l’Austria, sostenuta dalla Germania di Guglielmo II. L’Italia, invocando la natura difensiva della Triplice Alleanza con Germania e Austria, si dichiara neutrale. Già in agosto, tuttavia, un coinvolgimento italiano è sollecitato da entrambi gli schieramenti in guerra. Intanto, il Giappone interviene contro la Germania impadronendosi delle sue colonie in Asia. In agosto l’Italia dichiara guerra anche alla Turchia, dove in aprile a Gallipoli sono sbarcati gli Anglo-francesi. Per la scarsità dei mezzi, le ripetute offensive italiane sull’Isonzo non riescono a sfondare il fronte degli Austriaci, che nel ’16 intraprendono la “spedizione punitiva” per aggirare gli Italiani. Cadorna organizza a stento la resistenza. A giugno Salandra è sostituito da Boselli in un governo di unità nazionale. La situazione è di stallo: come lo sbarco anglo-francese a Gallipoli (costato 30.000 morti), fallisce pure l’attacco tedesco su Verdun. I Russi penetrano nei Carpazi, tanto che i loro successi spingono a intervenire con l’Intesa la Romania. Ma quest’ultima già nel dicembre ‘16 è costretta alla resa dalla controffensiva tedesca. Dopo la nona, fallimentare, battaglia dell’Isonzo del novembre 1916 l’esercito italiano interrompe le operazioni belliche sino al maggio 1917. L’8-9 marzo 1917 scoppia in Russia la rivoluzione di febbraio che depone lo zar e dà vita a un governo provvisorio, il quale decide di continuare a combattere, nonostante la situazione disastrosa in cui si trova la nazione. Inglesi e Francesi avviano intanto trattative sulla spartizione dell’Impero turco, che suscitano i malumori dell’Italia inizialmente esclusa dai negoziati.

La 1ª guerra mondiale/2 1917: anno di svolta Per interrompere i rifornimenti dagli USA all’Europa, i sottomarini tedeschi affondano navi americane. Nell’aprile 1917 gli USA entrano così in guerra a fianco dell’Intesa. Il fronte russo va disgregandosi, anche a seguito della lotta interna fra governo provvisorio e soviet. Lenin rientra in Russia. A ottobre ’17 l’offensiva austro-tedesca di Caporetto coglie di sorpresa l’esercito italiano, provocando lo sbandamento dell’intero fronte. Cadorna si ritira sul Tagliamento, attribuendo la sconfitta al disfattismo e alla vigliaccheria dei soldati (vengono catturati 280.000 prigionieri). Il governo Boselli si dimette. Il 6-7 novembre 1917 in Russia la rivoluzione di ottobre porta al potere i bolscevichi di Lenin, contrario a proseguire la guerra. I socialisti di Kerensky e i menscevichi sono estromessi dal governo. Lenin assume i pieni poteri e annulla i risultati del voto a lui sfavorevoli. Il 15 dicembre 1917 il governo bolscevico di Lenin firma l’armistizio con gli Imperi centrali, che il 3 marzo 1918 sarà seguito dalla pace di Brest Litovsk fortemente penalizzante per la Russia che perse vasti territori. Un regio decreto istituisce una commissione d’inchiesta su Caporetto. Il segretario del partito socialista, Lazzari, è arrestato con l’accusa di disfattismo. Intanto, il disimpegno a Est, permette agli Austro-tedeschi di avviare una serie di offensive sul fronte occidentale. 9.11.1917: il nuovo governo Orlando affida il comando al generale Diaz, che riorganizza il fronte fermando gli austro-tedeschi che non sfondano la linea del Piave. Nel tentativo di aggirare le truppe inglesi, i Tedeschi attaccano nelle Fiandre. Ma in luglio la seconda battaglia della Marna li costringe a indietreggiare. Contando sull’appoggio di un milione di soldati americani, inizia una grande controffensiva dell’Intesa nell’estate 1918. Sul fronte italiano, Diaz rinsalda il morale delle truppe ricorrendo a una più abile propaganda (con promessa di distribuzione di terre ai contadini) e a un miglioramento del trattamento dei soldati. L’8 agosto 1918 l’esercito tedesco ha la sua “giornata nera” (Ludendorff), cedendo di fronte all’attacco di carri armati inglesi. L’esercito USA, più fresco e meglio equipaggiato, ottiene nuovi successi in Francia. Sul fronte asiatico, durante la guerra, il governo turco porta a compimento lo sterminio di oltre un milione di Armeni, il primo eccidio di massa del sec. XX. Ciò non servì tuttavia a scongiurare lo smembramento dell’Impero ottomano, che dovette fronteggiare la rivolta delle popolazioni arabe sobillate dagli agenti inglesi, fra i quali il più famoso fu Lawrence d’Arabia.

La fine degli imperi centrali La 1ª guerra mondiale/3 La fine degli imperi centrali Al pari dell’Impero ottomano (che si arrende all’Intesa il 31 ottobre ’18), anche l’impero austriaco non riesce ad arrestare la crisi interna. Nel settembre 1918, dopo anni di stallo, l’armata anglo-franco-italiana da Salonicco sfonda in Bulgaria e dilaga nei Balcani. Il governo italiano spinge il prudente Diaz a intraprendere una nuova offensiva. Il 24 ottobre ‘18 le truppe attraversano il Piave dando inizio alla battaglia di Vittorio Veneto. L’esercito italiano non trova quasi resistenza e l’avanzata procede veloce. Il 29 ottobre 1918 gli Austriaci chiedono l’armistizio all’Italia. Carlo I, succeduto nel 1916 al padre Francesco Giuseppe, già nel 1917 avvia tentativi per porre fine al conflitto. Nell’ottobre 1918 la trasformazione dell’Impero asburgico in stato federale metteva le premesse per la sua disgregazione. Nascono i governi autonomi di Austria, Iugoslavia, Cecoslovacchia e Ungheria. Anche in Germania dapprima si cambia il governo, quindi si avrà la trasformazione in repubblica dopo la mobilitazione guidata dai socialdemocratici. L’11 novembre 1918, per la Germania firma l’armistizio il nuovo cancelliere repubblicano Ebert. Lo stesso giorno l’imperatore tedesco Guglielmo II e quello austriaco Carlo I si rifugiano all’estero. Il 3 novembre ’18 gli Italiani entrano a Trento e Trieste e il giorno dopo termina la guerra sul fronte italiano. Dopo gli armistizi, nel gennaio 1919 a Berlino il governo socialdemocratico, con l’appoggio dei militari, reprime una insurrezione comunista e vengono uccisi la Luxemburg e Liebknecht. Anche la Repubblica dei soviet di Béla Kun in Ungheria, nell’agosto ’19, è debellata dalle truppe romene in appoggio ai grandi proprietari terrieri ungheresi. Mentre in Russia divampa la guerra civile fra zaristi e bolscevichi, che avranno la meglio solo nel 1920, si avvia la conferenza di pace a Versailles alla quale, per volontà di Francia e Inghilterra, non sono ammessi i Paesi vinti. Gli Anglo-francesi puntano a garantirsi la loro supremazia in Europa, scaricando sulla Germania ogni responsabilità del conflitto. Il presidente USA Wilson che, nel gennaio 1918, aveva presentato i 14 punti ispirati al principio di auto-decisione dei popoli e dello scambio di reciproche garanzie, deve rinunciarvi, anche perché in America va prevalendo la tendenza all’isolazionismo che porterà gli Stati Uniti a non partecipare alla Società delle Nazioni, creata dopo la conferenza per migliorare le relazioni internazionali. Dai trattati di pace l’Italia ottiene Trento e il sud-Tirolo, Trieste e l’Istria, ma non Fiume che assume lo statuto di città autonoma. Le è inoltre negato l’espansionismo verso i Balcani (pur previsto dai Trattati di Londra del 1915) come pure l’assegnazione di nuove colonie.