CICLO UTERINO o CICLO MESTRUALE L’endometrio del corpo dell’utero di una donna sessualmente matura va ciclicamente incontro a trasformazioni che costituiscono il ciclo uterino o mestruale. Sono trasformazioni graduali legate al ciclo ovarico, della durata media 28 giorni entrambi i cicli sono regolati dall’Ipofisi e dalle strutture nervose dell’Ipotalamo tramite 2 ormoni ipofisari: FSH (follicolo-stimolante) e LH (luteinico-stimolante) Ogni ciclo prevede tre fasi Fase desquamativa o mestruale Fase proliferativa o follicolare Fase secretiva o luteinica Il primo giorno della mestruazione è considerato per convenzione il giorno di inizio di un nuovo ciclo, nonché data di fine del ciclo precedente.
Controllo ormonale del ciclo uterino e ovarico Gli ormoni coinvolti sono: Ormoni ipofisari: FSH : Stimola lo sviluppo follicolare LH: Mantiene la struttura e la funzione secretoria del corpo luteo Ormoni ovarici: - Estrogeni: stimolano il riparo della mucosa uterina dopo la mestruazione - Progesterone: stimola la crescita dell’endometrio e la secrezione delle ghiandole
1- Fase desquamativa o mestruale- Si ha la degenerazione e la distruzione dello strato funzionale dell’endometrio, conseguente ad una vasocostrizione superficiale. Il distacco di gran parte della mucosa del fondo comporta una rottura di vasi e quindi la mestruazione comporta perdite di sangue, insieme all’epitelio e alle ghiandole. La fase coincide con una caduta dei livelli di ormoni ovarici. Dura 2 - 5 gg. 2- Fase proliferativa – Si ha rigenerazione e proliferazione dello strato funzionale, aumenta la parete dell’endometrio, soprattutto per la proliferazione dell’epitelio ghiandolare e aumento del connettivo. Aumentano i vasi e l’apporto di sangue all’endometrio. La fase coincide con il graduale aumento della sintesi di estrogeni. Dura ca 10 gg 3- Fase secretiva – Le ghiandole hanno una intensa attività e diventano sempre più grosse, e ricche di glicogeno. Aumentano ancora i vasi che appaiono pieni di sangue. Aumenta il liquido interstiziale. La fase coincide con un aumento della sintesi di progesterone e una graduale diminuzione di sintesi di estrogeni. Dura ca 12 gg.
CICLO UTERINO o CICLO MESTRUALE Fase desquamativa o mestruale: dura 2-5 gg, Eliminazione della mucosa dell’utero: degenerazione dell’epitelio, costrizione vascolare ischemia della mucosa, rottura dei vasi del distretto superficiale con perdite ematiche. 2. Fase proliferativa: dura ca 10 gg. Ripristino istologico dell’endometrio;, lo strato basale non desquamato con le porzioni profonde delle ghiandole riprende la proliferazione aumento cell. connettivali tonaca propria, della sostanza fondamentale, ricostituzione e proliferazione delle ghiandole, dei vasi e dell’epitelio, aumento spessore totale mucosa 3. Fase secretiva: dura 10-12 gg, sotto l’azione di estrogeni e progesterone prodotti dal corpo luteo, le ghiandole accumulano secreto e diventano sempre più grosse, le cellule della tonaca propria diventano più voluminose e basofile, congestione del distretto capillare. Se non c’è fecondazione i vasi della parete uterina vanno incontro ad ischemia, ciò precede la fase mestruale.
Il ciclo uterino dura quindi complessivamente 28 gg , ma se si instaura dopo l’ovulazione uno stato gravidico esso non si completa perché l’annidamento dell’uovo fecondato avviene durante la fase congestizia e comporta la produzione da parte della blastocisti di un ormone, la gonadotropina corionica (HCG) che blocca la fase successiva (mestruale) del ciclo uterino
Gravidanza L’uovo fecondato (zigote), giunto attraverso le tube nella cavità uterina si nutre inizialmente assorbendo le secrezioni delle ghiandole uterine; nel giro di pochi giorni prende contatto con la partete uterina, erode l’epitelio e si annida nell’endometrio (impianto della blastocisti), inizia la gravidanza sostenuta dalla produzione di progesterone del corpo luteo gravidico Inizia da qui una serie di eventi che portano alla formazione della placenta, organo di supporto e che produrrà progesterone per tutta la durata della gravidanza.
La PLACENTA E’ costituita da due componenti Una parte fetale derivata dal trofoblasto, il corion che formerà i villi coriali Una parte materna formata dall’endometrio dell’utero della donna gravida che prende il nome di decidua. La decidua è perciò l’endometrio dell’utero trasformato per la gravidanza, formato da cellule deciduali, molto grosse e ricche di glicogeno e lipidi. Le due parti componenti la placenta sono riccamente vascolarizzate e consentono gli scambi materno-fetali. Si differenziano tre regioni della placenta in relazione all’impianto: 1- decidua basale + corion villoso = placenta definitiva 2- decidua capsulare 3- decidua parietale
La placenta Si organizza a spese del corion (annesso embrionale) e della decidua basale (mucosa uterina) tramite vari stadi di maturazione. Al termine del suo sviluppo (3° mese) i villi coriali arborizzati sono immersi in lacune sanguigne colmate dal sangue materno. Verso la fine della gravidanza la placenta occuperà il 25-30% della superficie interna della cavità uterina, costituendo un disco di 20 cm di diametro, 3 cm di spessore e 5 Kg di peso Il Cordone Ombelicale si connette alla placenta in posizione eccentrica I villi coriali sono vascolarizzati e scambiano nutrienti e gas col sangue materno presente negli spazi intervillosi
Funzioni della placenta La funzione primaria della placenta è di permettere gli scambi metabolici e gassosi tra il sangue fetale e quello materno. La membrana che separa i due flussi sanguigni materno e fetale viene detta BARRIERA EMATO-PLACENTARE, diversa in costituzione e spessore nelle varie fasi della gravidanza Attraverso la placenta passano gas (O 2 e CO2), metaboliti (elettroliti, carboidrati, lipidi, aminoacidi), proteine anticorpali e macromolecole (per endocitosi)
Ormoni placentari La placenta è anche un organo endocrino; produce la gonadotropina corionica (HCG), ormone simile all’LH che consente il mantenimento del corpo luteo per circa 3 mesi. Nei mesi successivi la placenta produce oltre al progesterone altri due ormoni: la relaxina (aumenta la flessibilità della pelvi e dilata il collo dell’utero durante il parto) e l’ormone lattogeno placentare (contribuisce alla preparazione della ghiandola mammaria alla produzione del latte)
VAGINA E’ l’ultimo tratto del canale genitale femminile, è un tubo fibromuscolare cavo lungo circa 7-8 cm. Presenta una cavità virtuale che si può dilatare, fino anche a 10 cm di diametro durante il parto. Si trova dietro alla vescica e all’uretra e dinanzi al retto e al canale anale. Origina sul contorno del collo dell’utero e si apre esternamente col vestibolo della vagina (delimitato dai genitali esterni)
Corpo è la parte più estesa ed è disposto ad angolo retto rispetto Il corpo della vagina attraversa il diaframma pelvico, e la sua disposizione è dall’alto in basso e da dietro al davanti, decorre parallelo all’intestino retto con cui è in contatto posteriormente Non è mobile: è strettamente collegata con il pavimento pelvico Si identificano 3 settori: Fornice è la porzione più stretta che circonda la porzione intravaginale del collo dell’utero, il muso di tinca Corpo è la parte più estesa ed è disposto ad angolo retto rispetto all’asse dell’utero Orifizio che presenta diversità di struttura nell’età giovanile, quando una piega semilunare, l’imene, ne riduce l’orifizio, rispetto alla donna. L’orifizio vaginale, in fondo al vestibolo, è di forma ovalare e di diversa struttura a seconda dell’età, ed è delimitato dall’imene, sporgenza semilunare o piega sottile che restringe l’orifizio vaginale, diversa per struttura e spessore a seconda del soggetto e delle modificazioni che avvengono con i rapporti sessuale e il parto
Parete vaginale Come organo cavo la sua parete è formata da tre tonache: 1.Tonaca mucosa, con epitelio pluristratificato non cheratinizzato che poggia su una membrana basale. Epitelio vaginale manifesta modificazioni citologiche e desquamazione sotto l’azione degli ormoni Non esistono ghiandole annesse alla mucosa vaginale, che viene però lubrificata dal secreto delle ghiandole uterine. La mucosa si solleva in pieghe formando le colonne vaginali 2.Tonaca muscolare , liscia, presenta due strati, uno circolare, l’altro longitudinale 3.Tonaca fibrosa, esterna è ricca di fibre elastiche. NB- L’epitelio vaginale modifica le sue caratteristiche in base all’attività ormonale. Lo striscio vaginale che raccoglie cellule desquamate della vagina e dell’utero ha valore diagnostico.
Funzioni della Vagina Funge da via di passaggio per l’eliminazione del flusso mestruale Accoglie l’organo copulatore e raccoglie il liquido seminale Costituisce l’ultima porzione del canale del parto, durante il quale si dilata in modo considerevole L’ambiente vaginale è acido grazie alla presenza di una flora batterica che mediante fermentazione del glicogeno presente nelle cellule epiteliali produce acido lattico, il quale fa da barriera a molti microorganismi
L’apparato riproduttivo femminile è costituito da Genitali interni ovaie tube uterine utero tratto genitale vagina Genitali esterni monte di Venere grandi e piccole labbra o vulva clitoride ghiandole di Bartolini
GENITALI ESTERNI Vulva (o pudendo muliebre) Il complesso dei genitali esterni, sito nel trigono urogenitale, davanti alla sinfisi pubica, forma un rilievo cutaneo concentrico alla apertura della vagina. Comprendono: il monte di Venere, rilievo cutaneo su un cuscinetto adiposo sottocutaneo con apparato pilifero sviluppato due spesse pieghe cutanee, le grandi labbra che originano dal Monte di Venere e decorrono verso il basso per sfumare nella cute, ricche di ghiandole sebacee e sudoripare - due piccole pieghe cutanee, più interne, le piccole labbra, più sottili e sprovviste di peli, ricche di ghiandole sebacee, che delimitano il vestibolo della vagina
Dei genitali esterni si considera clitoride: organo erettile omologo al pene, di forma cilindrica, situato sotto la sinfisi pubica, costituito da un asse di connettivo elastico, vasi e molti nervi . Visibile dall’esterno solo la parte terminale (glande clitorideo) coperto dal prepuzio originato dalla commessura delle piccole labbra. Sotto al clitoride sbocca l’uretra, ghiandole vestibolari del Bartolini che producono un secreto lubrificante.