La responsabilità civile nello sport Parte II Gestori degli impianti Organizzatori delle competizioni Società ed associazioni sportive Scuole sportive.

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La responsabilità civile nello sport Parte II Gestori degli impianti Organizzatori delle competizioni Società ed associazioni sportive Scuole sportive Federazioni ed Enti

La responsabilità del gestore dell’impianto Parametrata al rapporto ed alle possibilità di ingerenza e controllo sull’impianto Viene esclusa in ipotesi di organizzatore di una gara che sia utilizzatore dell’impianto ma non abbia effettivo potere di ingerenza (Cass. 10 febbraio 2003, n. 1948)

La responsabilità del gestore dell’impianto Responsabilità contrattuale Fruitori dell’impianto (es. contratto di ski-pass Trib. Pinerolo,18 settembre 2000) Spettatori paganti (Trib. Milano, 21 marzo 1988) Responsabilità extracontrattuale Art c.c. Cass. 28 ottobre 1995 n Trib. Pinerolo 2 aprile 1999 Regole di riconduzione causale allo stato della cosa ed al dovere di controllo del soggetto tenuto alla custodia

Organizzatore di eventi sportivi “colui il quale assumendosene tutte le responsabi- lità, nell’ambito dell’ordinamento giuridico dello Stato, promuove “l’incontro” di uno o più atleti con lo scopo di raggiungere un risultato in una o più discipline sportive, indipendentemente dalla presenza o meno di spettatori e, dunque, a prescindere dal pubblico spettacolo”

CONI agonismo programmatico di settore Organizzatori di diritto appartengono ad una Federazione sono autorizzati ad organizzare eventi Organizzatori di fatto non federati non “autorizzati” Organizzatori pro tempore non federati autorizzati

Rilevanza della “posizione sportiva” dell’organizzatore Omologazione risultato sportivo Indifferente ai fini dell’applicazione delle regole di responsabilità Responsabilità “disciplinare”

La responsabilità dell’organizzatore degli eventi sportivi L’organizzazione di una manifestazione sportiva è una attività pericolosa ex art c.c.? Art Responsabilità per l'esercizio di attività pericolose Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un'attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.

Art c.c. Requisiti di applicabilità Attività = serie di atti (non singoli atti pericolosi) Pericolosità come dato tipico dell’attività Pericolosità potenzialmente superiore al normale Standard generale di pericolosità Test di pericolosità i relazione alle circostanze concrete Potenzialità dannosa= indice di rischio secondo criterio della normalità media

Interpretazioni giurisprudenziali Cass. 9 aprile 1999 n “il giudizio di pericolosità deve essere dato secondo una prognosi postuma, sulla base delle circostanze di fatto che si presentavano al momento stesso dell’esercizio dell’attività” (stato del tracciato, presenza di accompagnatori, qualità dell’animale) Cass. 30 novembre 1977, n “pericolosità dell’attività venatoria per l’utilizzo delle armi da fuoco”

Interpretazioni giurisprudenziali Sono considerati attività pericolose: Attività di sci nautico Scuola di equitazione Attività di go-kart Impianti di risalita Funivie La giurisprudenza ha manifestato incertezza in relazione ad alcune ipotesi: Attività sciistica Gestione di una piscina Circolo sportivo

Organizzazione di un incontro sportivo Tradizionalmente nell’ambito di operatività dell’art c.c.: Gare automobilistiche Gare di kart Gare di equitazione Sono ricondotte nell’ambito di operatività dell’art c.c.: Partite di calcio

Lo sport del calcio quale attività pericolosa Sport a violenza eventuale, ma non intrinsecamente pericoloso Pericolosità della condotta/pericolosità dell’attività Pericolosità oggettiva dell’organizzazione degli incontri di calcio Trib. Milano 19 ottobre 1972 Trib. Ascoli Piceno 13 maggio 1989 Trib. Milano 21 settembre 1998

L’evoluzione della giurisprudenza del Tribunale di Milano Trib. Milano 19 ottobre 1972 Viene negato il risarcimento al tifoso colpito da petardo perché il “danno non appariva prevedibile ai sensi dell’art.1225 c.c.” Trib. Milano 21 marzo 1988 “i comportamenti dei tifosi non sono imprevedibili, piuttosto essi non appaiono in concreto fronteggiabili” Trib. Milano 21 settembre 1998 “L’organizzazione di una manifestazione sportiva a livello professionistico deve essere ricondotta al concetto di attività pericolosa in quanto considerata tale da espresse norme di legge (d.m. 25 agosto 1985, norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi) il cui contenuto è tutto informato all’estrema pericolosità delle manifestazioni agonistiche, in quanto oggettivamente pericolose”

Trib. Torino 11 novembre 2004 Danno cagionato da lancio di fumogeni Incontro valido per il campionato nazionale di serie A – Stadio delle Alpi di Torino “il comportamento di tifosi violenti ed ultras configura una prevedibile e costante fonte di danno per chi partecipi alla manifestazione in qualità di spettatore e spesso anche per gli stessi calciatori e per le Forze dell’ordine” L’evento dannoso era individuabile in relazione a due fattori: Lacuna nel sistema di perquisizioni e controlli Inadeguatezza delle strutture dello stadio nel 2001 (non integrità del recinto esterno e mancanza di ripari fissi o mobili interni)

Indici di potenziale pericolosità dell’attività sportiva Previsioni normative di obblighi precauzionali in occasione delle manifestazioni (gare ginniche, gare ippiche, sport invernali, sciovia ed affini) (misure di prevenzione degli episodi di violenza negli stadi) Preventiva autorizzazione da parte della P. A. (gare su strada, gare con veicoli a motore, assicurazione obbligatoria)

il caso Raciti e la responsabilità della società sportiva Responsabilità disciplinare per disordini causati dai tifosi Responsabilità sportiva ex artt.9 e 11 del Codice di giustizia sportiva FIGC Sanzione: disputare gli incontri “a porte chiuse”

La responsabilità delle società sportive Tutela della salute dell’atleta Polizza assicurativa indiviauale Art.2087 c.c Tutela delle condizioni di lavoro L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che,secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.

Responsabilità della società per danno occorso all’atleta Trib. Milano 4 dicembre 1958 “ la società sportiva non deve dare prova di aver adottato le misure idonee ad eliminare il rischio inevitabile del gioco, bensì deve offrire la prova minore di aver posto in essere le misure idonee a garantire lo svolgimento della competizione secondo le regole che le sono proprie, sicchè l’atleta non può svolgere le proprie pretese risarcitorie nei confronti delal società, se l’accaduto rientra nell’alea normale dell’attività agonistica prescelta”

Responsabilità della società per danno occorso all’atleta Caso Giampà Danno autocagionato per enfasi e slancio agonistico in fase di gioco Danno biologico all’atleta Cartellone pubblicitario posto a distanza non regolamentare Cartellone pubblicitario in cattivo stato di manutensione Controllo precedente alla gara regolarmente effettuato Cartellone pubblicitario spostato (in avanti) dopo il controllo verbalizzato dagli ufficiali di gara

Profili di responsabilità del medico sportivo Medico sociale (d.m. 13 marzo 1995) è un libero professionista Specialista in medicina dello sport Iscritto in appositi albi presso le Federazioni Presta la propria attività in favore di società sportive È soggetto al regime negoziale del “contratto di cura”

La responsabilità delle scuole di sport/palestre Trib. Genova, 4 maggio 2000 (Bernardi/Katatè Kai) Lesioni fisiche patite da allieva principiante indotta a combattimento (in fase di allenamento) con karateka esperta (cintura nera); in particolare “gancio” che procura la frattura del menisco “fra le obbligazioni assunte oltre all’insegnamento dell’arte marziale, vi era quello di garantire, con i mezzi organizzativi idonei e pertinenti, l’incolumità fisica dell’atleta”

La responsabilità delle Federazioni e del CONI Cass. 12 luglio 1995 n CONI vs. Pancalli “esula dai compiti ispettivi Coni la vigilanza sull’organizzazione concreta delle singole manifestazioni sportive” Cass. 23 giugno 1999 n (omologazione pista da sci) “attività di controllo e direzione compete alle Federazioni”