MACROECONOMIA L’economia italiana Anno accademico 2010-2011 L’economia italiana Il lato della domanda Materiale tratto da: E. Saltari, G. Travaglini (2009) “L’economia Italiana del Nuovo Millennio”, Carocci Editore.
I consumi delle famiglie nel 2007 la spesa effettuata dalle famiglie per fini di consumo ha rappresentato quasi il 60% della domanda aggregata. Metà sono consumi di beni: beni non durevoli (60%), il cui consumo avviene cioè immediatamente dopo l’acquisto (come i generi alimentari), semidurevoli(20%), il cui consumo avviene entro un anno dall’acquisto (come il vestiario), e beni durevoli (20%), che hanno invece durata pluriennale (è il caso degli autoveicoli) Metà sono consumi di servizi (come quelli relativi alle comunicazioni, alla cultura, alla sanità e al turismo).
Consumi delle famiglie, reddito disponibile e risparmio Consumi delle famiglie, reddito disponibile e risparmio. Fonte: elaborazione su dati Ameco
La propensione al risparmio delle famiglie La propensione al risparmio delle famiglie. Fonte: elaborazione su dati Ameco
Investimenti delle imprese I beni di investimento o beni capitali sono i beni acquistati dalle imprese al fine di impiegarli nel processo produttivo per un periodo superiore all’anno. Quest’ultima caratteristica è ciò che li distingue dai beni intermedi, la cui durata è quindi inferiore all’anno. Nel 2007 gli investimenti effettuati dalle imprese hanno rappresentato una quota della domanda aggregata pari a circa un terzo di quella per consumi, ovvero di poco superiore al 20%.
in Italia nel 2007 l’ammortamento rappresentava oltre i tre quarti del totale dell’investimento lordo, mentre ovviamente la quota corrispondente dell’investimento netto si situa un po’ sotto un quarto. Le componenti dell’investimento sono sostanzialmente quattro: 1) le costruzioni, che rappresentano la parte di gran lunga prevalente con oltre il 50% dell’investimento lordo totale; 2) le macchine e le attrezzature, che costituiscono circa un terzo dell’investimento totale; 3) i mezzi di trasporto, che danno conto del 10%; 4) l’investimento in beni immateriali (come i brevetti), che rappresentano il residuo 5%.
Gli scambi con l’estero Gli scambi con l’estero rappresentano l’insieme delle transazioni che avvengono tra i residenti e i non residenti di una data economia – dove per residente si intende chi ha il proprio centro di interessi in modo non temporaneo nell’economia considerata. Gli scambi possono avere natura reale – riguardare cioè beni, servizi o redditi oltre che i trasferimenti unilaterali – oppure finanziaria, nel senso che hanno per oggetto le attività o le passività finanziarie. Le transazioni reali trovano registrazione nel conto corrente, quelle finanziarie nel conto finanziario. Il conto corrente e quello finanziario costituiscono insieme il prospetto contabile noto come bilancia dei pagamenti.
Esportazioni nette di beni servizi e conto corrente in % del PIL Esportazioni nette di beni servizi e conto corrente in % del PIL. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT e Banca d’Italia
Il segno negativo del saldo di conto corrente implica che i redditi da lavoro (ad esempio i salari pagati ai lavoratori non residenti) e da capitale (come quelli connessi ai pagamenti dovuti alla detenzione di titoli italiani da parte di operatori esteri) pagati dai residenti ai non residenti superano quelli che vanno nella direzione opposta. Ciò è dovuto in particolare ai rendimenti pagati sulle attività finanziarie detenute all’estero; si tenga conto a questo proposito che circa metà del debito pubblico italiano, e quindi dei relativi titoli pubblici come BOT e BTP, è detenuto da operatori esteri.