Intervento di Alfonso Pascale. Il Condominio di strada Reinventare comunità che si autoregolano Alfonso Pascale

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Intervento di Alfonso Pascale

Il Condominio di strada Reinventare comunità che si autoregolano Alfonso Pascale

Prove di innovazione nel fare rappresentanza nel settore dei servizi per la casa dalla tutela dei diritti dei singoli proprietari e inquilini - art. 47 Cost. “…(La Repubblica) favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione…” - conflitto interessi proprietà-inquilinato alla tutela dei diritti dei cittadini in quanto formazioni sociali e comunità che assumono responsabilità -doveri di solidarietà (art. 2 Cost.) -principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118 Cost.)

Condominio di strada = comunità di persone che amplia in modo autonomo e condiviso il ventaglio dei propri compiti e servizi d’interesse collettivo abbandonare sia la visione individualista che quella statalista del diritto alla casa; assumere un approccio relazionale, collaborativo, fraternizzante, di vicinato, di comunità; reinventare il diritto-dovere di una comunità di autoregolarsi e autorganizzarsi per gestire una serie di problematiche che riguardano i condomini, il fronte strada e le aree pubbliche adiacenti ai caseggiati in cui essi vivono, senza attendere che tale diritto sia concesso dallo Stato.

Prove di sussidiarietà orizzontale nella cura degli spazi pubblici “ Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio” (art. 24 d.l. n. 133/ c.d. Sblocca Italia) Possibilità per i comuni di affidare la gestione di aree verdi o di determinati edifici di origine rurale ai cittadini residenti nei relativi comprensori mediante procedure di evidenza pubblica, in forma ristretta, senza pubblicazione del bando di gara (art. 4 legge n. 10)

Forme giuridiche previste per la cura degli spazi verdi prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute (2014) consorzio del comprensorio che raggiunga almeno i due terzi della proprietà della corrispondente lottizzazione (2013) “gruppi di cittadini organizzati” (2008)

Valorizzazione per via partecipativa degli spazi pubblici si riconoscono prioritariamente soggetti privati di natura associativa che svolgono attività e interventi di interesse generale; anche il Condominio di Strada può essere riconosciuto come un soggetto capace di valorizzare gli spazi pubblici perché assolve una serie di compiti di interesse collettivo a beneficio dei proprietari di case, degli inquilini e in generale delle comunità locali.

Nel nostro ordinamento il condominio è una forma forzosa di comunione La parola condominio deriva dal latino medievale condominium (con = insieme e dominium = possesso) che significa: “diritto di possesso esercitato insieme con altri”. Il condominio è una forma di comunione forzosa, necessaria e permanente, cioè imposta dalla legge al verificarsi di determinati presupposti: a)l’esistenza di due o più unità immobiliari nello stesso edificio; b)necessaria correlazione tra diritto di proprietà esclusiva e diritti (e obblighi) sulle parti comuni. Il principio che informa il condominio è quello di solidarietà che impone un costante equilibrio tra i diritti inviolabili dell’uomo (compresi il diritto alla casa, la libertà economica e la tutela della proprietà privata), sia come singolo sia nelle formazioni sociali, e i doveri inderogabili di solidarietà (compresi i doveri reciproci dei partecipanti alla comunione).

La scelta di non riconoscere il condominio come proprietà collettiva In sede di approvazione del cod.civ. (1942) venne respinta questa proposta della Commissione di studio per il progetto del terzo libro: “A ciascuno dei condomini spetta il diritto di proprietà sulla quota rispettiva, mentre alla collettività dei condomini spetta il diritto di proprietà sull’intero fabbricato. La collettività dei condomini si considera ente distinto dalle persone dei singoli condomini”. La bocciatura di questa norma ha fatto mancare nella legislazione un esplicito legame del condominio all’idea di proprietà collettiva.

Una scelta ribadita dalla «riformicchia» del 2012 tra la tesi collettivista (la proprietà condominiale intesa come proprietà collettiva) e quella individualista (rigorosamente ancorata alle prerogative proprietarie dei singoli condomini) è stata confermata la volontà di non configurare il condominio come un ente autonomo di gestione, nonostante il favore accordato dalla giurisprudenza a questa soluzione

Il condominio in molte pronunce della Cassazione condominio = tertium genus, non identificabile né con la persona fisica né con la persona giuridica, quanto piuttosto con la collettività organizzata, con la persona giuridica collettiva

Il condominio nel dibattito parlamentare del 2012 tesi prevalente: la proprietà condominiale non è assimilabile alla proprietà collettiva e non può avere la personalità giuridica di ente motivazione: la proprietà condominiale viene ancora ritenuta una modalità di possedere non finalizzata all’interesse generale

Regolamento condominiale = complesso di norme calate dall’alto che riguardano aspetti minuti della vita delle persone un’impostazione che risente dell’epoca (statalismo e accentramento) in cui questa fu concepita e varata per la prima volta (1935 e 1942)… …e che il timido e neghittoso legislatore del 2012 non se l’è sentita di innovare riconoscendo l’autonoma capacità dei condomini di operare nell’interesse collettivo e di autoregolarsi

Alcune conseguenze negative della «riformicchia» le controversie nei condomini sono cresciute; Il contrasto alla morosità, alimentata anche dalla crisi economica, non produce effetti perché mancano competenze adeguate nel dirimere le liti; per non incorrere in responsabilità introdotte dirigisticamente dal legislatore, gli amministratori sono diventati più rapidi nell’avviare le azioni di recupero del credito nei confronti dei condomini morosi (con la conseguenza di aggiungere l’aggravio delle spese legali ai bilanci familiari già in condizioni di estrema difficoltà).

Ritardo enorme nella digitalizzazione del rapporto tra condomini e condominio poche realtà dispongono di un sito Internet; rarissimi sono i casi in cui i condomini possono accedere direttamente, con funzioni di mera consultazione, all'home banking del conto corrente condominiale (maggiore trasparenza e partecipazione alla vita del condominio)

Le forme originarie dell’abitare nel Mediterraneo hanno sempre avuto un carattere collettivo un migliaio di uomini che vivano poveramente del lavoro della terra e dello scambio dei suoi prodotti è sufficiente a costituire una città anche un borgo modesto si presenta come un microcosmo urbano, nel quale tutta la vita sociale è organizzata in funzione del gruppo la forma collettiva della proprietà precede quella privata

Idea di vicinato = reciprocità nel senso comune «avere rapporti di buon vicinato» significa stabilire una reciprocità di diritti e doveri tra persone che abitano terre o case contigue consuetudine millenaria della «prestarella» o «aiutarella» nel poema Le Opere e i Giorni, Esiodo esorta gli agricoltori a coltivare i doveri di vicinato: «Fatti ben misurare dal vicino ciò che ti occorre, e restituiscigli la stessa misura e anche di più, se lo puoi, avendone in futuro ancora bisogno, tu lo ritrovi pronto»

I caratteri delle forme dell’abitare in età pre-industriale e pre-metropolitana mescolanza di aspetti urbani e rurali senza cesure la vita degli individui è interamente regolata dalla comunità (tutto rientra nello spazio pubblico) le relazioni tra gli individui sono emotive e immediate, piene e aperte, solidali e reciproche (orientate da regole consuetudinarie definite dalla comunità)

I caratteri delle forme dell’abitare in età fordista e metropolitana l’ambiente cittadino si deruralizza completamente l’idea-guida è che la società industriale-fordista e metropolitana rappresenti una tappa conclusiva e irreversibile, e che, in virtù delle enormi potenzialità tecnologiche dell’industria, il mondo urbano possa vivere ed espandersi prescindendo da ogni rapporto con l’ambiente rurale lo Stato assolutista assorbe ogni potere normativo espropriando la comunità della sua funzione primaria di autoregolamentarsi la riforma protestante e il Concilio di Trento introducono la preghiera personale e silenziosa e si attenua il valore di quella comunitaria l'alfabetizzazione e le tecniche di stampa si propagano e si può leggere individualmente lo spazio pubblico (della comunità) muore e gli individui si rinchiudono nel privato

Cos’è il privato? sembra richiamare la casa come luogo nostro per eccellenza, preposto all'intimità, uno spazio del sé, che si intende come ricco, pieno del senso della persona in realtà, il significato della parola – «esser privo» – non suona affatto come pienezza ma prende il nome da una mancanza cosa manca nel privato? evidentemente lo sguardo dell'altro, il collettivo, il fragore del pubblico la parola racchiude le tracce di una sottrazione, come se il terreno del sé fosse stato separato da altri spazi e con fatica conquistato

Lo Stato sociale nasce come preoccupazione del Sovrano (Leviatano) per il benessere della popolazione… …nell’assunto che – in assenza di tale preoccupazione (del Sovrano) – emerga una conflittualità da homo homini lupus tra attori materialistici, utilitaristici e individualistici… …attori che non possono vivere in pace se non si sottomettono (come sudditi) al potere politico (Leviatano)

Le peculiarità italiane dello Stato sociale edificato nel secondo Dopoguerra A causa della «guerra fredda», il residuo spazio pubblico della comunità viene occupato dalle organizzazioni della sinistra marxista e dei cattolici democratici in una logica di appartenenza competitiva. I doveri costituzionali di solidarietà sono assunti completamente nelle politiche pubbliche in una logica statalista, burocratizzata e centralistica. Le due «chiese politiche» restano in piedi (in nuove forme) nonostante la fine della «guerra fredda» e l’affievolirsi del collante ideologico. Con le nuove ondate migratorie, le «chiese politiche» si sono moltiplicate.

La specializzazione delle funzioni urbane nella città fordista e metropolitana l’idea-guida è che i nuovi quartieri debbano essere abitati da un’unica classe, mentre nel vecchio centro cittadino i ricchi debbano vivere separati dai poveri lo sviluppo urbano è “monofunzionale” (ogni parte della città ha una funzione specifica: interi isolati sono esclusivamente residenziali, mentre i servizi per le famiglie - centri comunitari, parchi, centri commerciali, ospedali, ecc.- sono situati altrove) lo spazio non si definisce dai confini – dentro/fuori alla/dalla polis – ma dalla specializzazione delle funzioni, che impone i suoi criteri anche sulla regolazione del tempo della vita sociale e individuale

Contraddizioni e paradossi: la vicenda degli orti urbani (‘800 e primo ‘900) i processi migratori dalle campagne verso le città sono accompagnati dalla reinvenzione della tradizione degli orti negli interstizi dei grandi complessi edilizi una tradizione reinventata con cui i contadini diventati operai restano legati in qualche modo alla loro cultura originaria ed evitano gli effetti alienanti della vita di fabbrica spesso sono i condominii a promuoverli sull’onda dei mitici jardins ouvriers organizzati dall’abate Lemire in Francia

Contraddizioni e paradossi: dalla specializzazione delle funzioni alla plurifunzionalità degli spazi stabilire che l’uso di uno spazio è immutabile a prescindere da chi lo utilizza è razionale solo in termini d’investimento iniziale poiché alla lunga i costi umani sono enormi ogni spazio specializzato per funzioni, ogni interstizio o confluenza tende a reinventarsi come spazio plurifunzionale in contraddizione con le rigidità dello Stato sociale nonostante l’eclisse della comunità, gli individui continuano a cercare relazioni comunitarie, le quali assumono forme intimistiche, affettive, motivazionali e psicologiche, e – in mancanza di regole comunitarie condivise - tendono inevitabilmente ad autodistruggersi

Contraddizioni e paradossi: dalla specializzazione delle funzioni alla plurifunzionalità degli spazi senza barriere, confini, distacco reciproco – gli elementi di fondo delle convenzioni e delle regole - gli individui diventano distruttivi… …e questo non già perché la natura umana sia malvagia… …ma perché gli effetti della cultura urbana e industriale portano al fratricidio qualora la base dei rapporti sociali non sia la regola comunitaria condivisa, bensì semplicemente l’aggregazione per appartenenze familiari, amicali, etniche, religiose, ideologiche e motivazionali

Contraddizioni e paradossi: il fiume carsico delle regole comunitarie la crisi fiscale, l’insana commistione pubblico-privata e l’eclisse della comunità ad opera delle «chiese politiche» hanno portato lo Stato sociale verso un’inarrestabile degenerazione: crisi del sistema politico livelli vertiginosi raggiunti dal debito pubblico riemergono come un fiume carsico e si reinventano regole comunitarie di reciprocità e mutuo aiuto (terre collettive, economie civili, banche del tempo, baratto, ecc.)

Le forme dell’abitare della città post-fordista e post-metropolitana (dagli anni ‘70) - emerge un bisogno di campagna negli ambiti urbani a cui risponde il fenomeno delle villettopoli e la reinvenzione di un’agricoltura di servizi (agricolture civili, relazionali) - si destinano alle agricolture civili parti delle aree industriali e commerciali dismesse o dei complessi residenziali da rinnovare - si reinventa di nuovo la tradizione degli orti di città come saldatura e cerniera di territori plurifunzionali - le agricolture civili s’incrociano con il Terzo Settore e danno vita a modelli di welfare produttivo (Agricoltura Sociale come attuazione della sussidiarietà) - si avvia un processo di decremento demografico dovuto alla fuga dalla città e i territori diventano un continuum urbano- rurale

La crisi economica e finanziaria ha aggravato la crisi dello Stato sociale emergono sempre più le nuove forme di povertà: paura di arretrare nella scala sociale (povertà percepita) mancanza di prospettive per superare la povertà stessa orizzonti che progressivamente si chiudono sempre di più le condizioni di profonda incertezza e il bisogno di sfogare le frustrazioni che provengono dalle sfere della società in cui non si può arrivare, fanno sì che i ceti colpiti dalla crisi sviluppino una tipica avversione verso i deboli (immigrati): non perché c’è in loro il senso del nemico, ma per paura di cadere nello stesso livello si acuisce il distacco tra cittadini e istituzioni (astensionismo)

Movimenti populisti e nuove mafie i movimenti populisti cercano di alimentare, a fini di consenso, l’avversione verso gli immigrati e il rancore verso i partiti e le istituzioni, additati come i responsabili delle nuove povertà e dell’afflusso di stranieri nei quartieri multietnici delle città nel vuoto tra istituzioni, società civile e cittadini, si sono incuneate nuove mafie (gruppi criminali, spezzoni deviati di pubblica amministrazione e di Terzo settore e movimenti xenofobi) nella gestione di servizi sociali verso gli ultimi

Una possibile risposta alla crisi: processi partecipativi di sviluppo locale nei quartieri delle città come innovazione sociale - strutturare alcuni strumenti d’indagine (semplici e gestibili con risorse modeste) per osservare e accertare i bisogni sociali dei cittadini - trarre (dall’indagine) una serie di indicazioni e alternative possibili da tradurre sia in domanda di decisioni politiche (da rivolgere ai partiti e alle istituzioni), sia in domanda strutturata di beni e servizi a cui far corrispondere un’offerta (da promuovere e organizzare)

Una possibile risposta alla crisi: processi partecipativi di sviluppo locale nei quartieri delle città come innovazione sociale -supportare progetti territoriali al fine di promuovere la capacità delle comunità locali di autoregolarsi e di creare sviluppo -far crescere le persone, la qualità umana dei singoli e dei gruppi, mediante l’aumento della buona occupazione e della relazionalità

Il Condominio di Strada: razionalizzare la presenza di amministratori competenti - un amministratore per ogni strada al fine di stabilire un rapporto diretto, faccia a faccia e quotidiano coi condomini e i residenti - competenze pluridisciplinari (tecnico-giuridiche, mediazione culturale e di comunità, negoziazione, conciliazione, animazione sociale, conoscenza del contesto sociale e amministrativo) e capacità psico-attitudinali - formazione e pratica riflessiva in processi di autoapprendimento collettivo promossi da UPPI e UNIAT

Sportello di Strada (collegato ad una équipe di specialisti ) -chiedere chiarimenti sui problemi condominiali; -ottenere la lettura dei riparti millesimali; -far confluire la domanda di nuovi servizi; -essere protagonisti, in quanto cittadini residenti organizzati, alla costituzione di smart community mediante la piena e congiunta utilizzazione dell’intelligenza connettiva, la capacità creativa, la risorsa partecipativa e il legame solidale comunitario; -connettersi ai servizi digitali informatici, internet e radio televisivi degli immobili migliorando la capacità ricettiva e riducendo i costi.

Digitalizzazione dei rapporti tra lo Sportello di Strada e i residenti ● accompagnare i processi partecipativi; ● elaborare e diffondere prontuari per facilitare la comunicazione e vademecum per favorire la civile convivenza e l’interculturalità; ● semplificare norme e procedure; ● rendere trasparenti i contratti di manutenzione e dei processi di affidamento; ● curare l’albo dei fornitori dei servizi: artigiani, imprese, ditte; tutte del quartiere per ottenere una riduzione dei costi e dei tempi d’intervento.

Creazione di attività innovative servizi agli anziani non autosufficienti (badanti, orti sociali, ecc.); servizi all’infanzia (baby-sitter, creazione di asili nido - Tagesmutter gestiti da una mamma nel proprio appartamento, creazione di agrinidi, ecc.) ; servizi educativi (accompagnamento e ritiro dalla scuola e dai luoghi delle attività sportive, insegnamento lingua italiana agli immigrati, ripetizioni per studenti in difficoltà, percorsi di educazione- formazione-lavoro di minori in difficoltà presso fattorie sociali, ecc.); servizi per le persone svantaggiate (inserimento socio-lavorativo e attività terapeutico-riabilitative in fattorie sociali; organizzazione della banca del tempo; servizi comuni di lavanderia e stireria in aree condominiali, per ridurre le spese e i costi ecologici; creazione di spazi condominiali attrezzati per il gioco dei bambini, per la produzione fai da te (falegnameria, ceramica, conserve, ecc.), per l’organizzazione di concerti e spettacoli; servizi per gli «amici a quattro zampe» (dog-sitter, gestione di aree ludiche per cani all’interno di aree verdi pubbliche, private o collettive).

Inverdimento del grigio urbano bonificato molti comuni hanno già predisposto dei regolamenti per gestire la fruizione di aree verdi e di orti sociali le iniziative si possono sviluppare anche in aree private o di proprietà collettiva favorire la nascita di vere e proprie imprese di servizi per fare in modo che i cittadini ricevano servizi efficienti a costi contenuti non solo in aree aperte ma anche all’interno delle proprie abitazioni, terrazzi o sui tetti creare una rete solidale tra agricolture civili e ristorazione collettiva (nuovi modelli di welfare nell’ambito del «gusto riflessivo»)

Orti sui tetti catturano CO2 e le emissioni nocive nell'aria, creano benessere psicofisico delle persone coinvolte favoriscono la biodiversità animale, in quanto gli uccelli possono tornare a nidificare tra i giardini pensili hanno un effetto isolante perché assorbono i rumori del traffico e d'estate riducono il calore di diversi gradi, apportando risparmi notevoli sulle bollette energetiche sono stati inclusi nella lista degli interventi di riqualificazione energetica per i quali è prevista una detrazione fiscale del 65%

Costruzione di reti di economia civile promuovere la nascita di farmer market e di gruppi di acquisto solidali (Gas) in collaborazione con produttori agricoli locali (inserire il condominio di strada nelle reti esistenti con l’accortezza di creare sinergie coi negozi specializzati del fresco e del bio) diffondere e favorire lo spirito di collaborazione e di reciprocità, evitando che le iniziative muoiano per via di una competizione spinta promuovere la creatività, a partire dal graffitismo che ha assunto il carattere di una vera e propria produzione artistica (arte di strada) per decorare le pareti di palazzi o muri di cinta contribuire alla memorialistica della Resistenza, che vede diffondersi l’uso di incidere il nome dei martiri sui mattoni dei marciapiedi delle loro abitazioni; un uso che si può collegare ai percorsi storici presenti nei quartieri

Ulteriori attività creare reti per: a) gli interventi urgenti di manutenzione domestica; b) la gestione dei rifiuti; c) l’organizzazione del riciclo e del riuso dei beni domestici non utilizzati; d) la pianificazione di soluzioni di efficienza energetica per gli immobili gestire attività di intermediazione immobiliare mediante la creazione di servizi di assistenza centralizzata per contratti di locazione, di servizi di notariato per rogiti, mutui e usufrutto e di una banca dati a sostegno di compravendite e locazione in affitto, per utenti pubblici e privati sperimentare forme di gestione concordata coi comuni della messa in posa e rifacimento delle opere infrastrutturali: gas, luce, acqua, telefono, asfaltatura strade, rifacimento marciapiedi e riqualificazione delle aree verdi e sportive