SANTITA’ POSSIBILE Ci piace pensare ad una Santità possibile, vicina, realizzabile, che non rimane dipinta nei quadri o affrescata sui muri delle Chiese,

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Transcript della presentazione:

SANTITA’ POSSIBILE Ci piace pensare ad una Santità possibile, vicina, realizzabile, che non rimane dipinta nei quadri o affrescata sui muri delle Chiese, ma che è viva nelle persone. E’ quanto testimonia la vita di una persona straordinaria nella sua semplicità: Pier Giorgio Frassati. Nella sua storia rivediamo la storia di tante persone che conosciamo, forse a tratti anche la nostra: è una storia “normale”!

Pier Giorgio Frassati Torino Laico nella Chiesa e cristiano nel mondo. Quattro concetti incrociati per collocare esistenzialmente una sola persona. Nasce a Torino il 6 Aprile 1901, Sabato santo. Figlio di una ricca famiglia borghese, il padre Alfredo era proprietario del quotidiano “La Stampa” e successivamente diverrà senatore del regno ed Ambasciatore d’Italia a Berlino.

La madre Adelaide è una donna forte che educa Pier Giorgio e la sorella secondo i criteri educativi rigidi del tempo. Da lei apprenderà i primi precetti religiosi; il padre invece si dichiara non credente.

“Da te non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora sì arriverai fino alla fine” Pier Giorgio vive una fede già ricca di significati e di gesti che rivelano una sensibilità speciale. Il primo miracolo della sua vita è proprio il fatto che, rampollo di una famiglia prestigiosa e indifferente alla novità del Vangelo, destinato quindi ad una brillante carriera ed ad un ruolo sociale di affermazione e agiatezza, Pier Giorgio si fa catturare totalmente da Dio.

A 13 anni prende l’impegno della comunione quotidiana: d’ora in poi questo sarà il centro della sua vita spirituale. Entra a far parte di alcune associazioni ecclesiali assumendo un impegno costante di carità. Quanti rimproveri per quel figlio che tornava a casa in ritardo per il pranzo o la cena, talvolta senza scarpe o il cappotto; e usciva presto al mattino, frequentava circoli culturali e sociali molti di volontariato. “Gesù nella santa comunione mi fa visita ogni mattina. Io gliela rendo, con i miei poveri mezzi visitando i poveri”.

Diventare ingegnere minerario è per Pier Giorgio più di un sogno: è parte integrante del suo progetto di vita. Quando parla con gli amici dei minatori il viso gli si illumina: si vede già in miniera a condividere il lavoro duro e pesante perché era uno dei lavori più sfruttati e meno pagati dell’epoca. Lo studio è per lui un dovere sentito che diventa un impegno convinto ed energico fatto anche di rinunce e di sacrifici.

Integra l’impegno sui libri con visite sul “campo” a miniere e pozzi. Il suo stile di vita è quello di non tirarsi mai indietro costi quel che costi: la fatica della quotidianità nel trattare le cose del mondo è un tratto caratteristico della sua vita vocazionale.

Pier Giorgio ci mostra che cosa veramente significhi, per ogni giovane, dare una risposta concreta al “Vieni e seguimi”.

. Pier Giorgio rispose come voleva Gesù: nella Chiesa con la Chiesa. Vive la sua spiritualità entrando a far parte di associazioni cattoliche pur essendo ancora giovanissimo. Legge tanto e tra le sue letture mette al primo posto Vangelo e vite di Santi.

. Le Lettere di San Paolo sono per lui la parola quotidiana da portare ai suoi ammalati, ai suoi poveri e ai barboni di Torino. Tutto questo solo dopo la Santa Messa del mattino dove aveva l’appuntamento quotidiano con l’eucaristia.

Il resto della giornata era tutto un continuo correre su e giù per Torino sempre a piedi, perché i soldi del tram li dava in elemosina, o li usava per andare in farmacia a prendere le medicine ai malati. Era un continuo donare le sue cose per aiutare gli altri. C’è un filo che unisce tutta l’esistenza di Pier Giorgio: è la dedizione ai poveri.

A chi gli chiede come fa a sopportare gli odori, la sporcizia, risponde: “Non dimenticare mai che se anche la casa è sordida tu ti avvicini a Cristo!” Così Pier Giorgio non ama i poveri, ma ogni povero.

Dinamico, volitivo, pieno di vita, Pier Giorgio amava le scalate in montagna. Era un bravo sciatore, un esperto nuotatore, praticava molti sport: vela, canottaggio, ciclismo, equitazione. Una valanga di vita. Pronto in ogni occasione a far baccano con i compagni, simpatico e trascinatore, sempre di corsa.

Pier Giorgio era un gran compagnone, fonda infatti tra i suoi amici “La compagnia dei tipi loschi” un gruppo che amava passare le giornate all’aria aperta scherzando e cantando, ma il reale scopo della compagnia è quello di aiutarsi a vicenda a vivere da Cristiani e molte volte Pier Giorgio scrive a questi amici che il vero legame che li unisce è pregare gli uni per gli altri.

Quante uscite con i suoi amici sulle Alpi e quante Sante Messe preparate da Pier Giorgio al loro arrivo in cima, alle 7 del mattino. Ecco Pier Giorgio, un giovane che aveva capito che fare la carità significava donare se stesso perché la vita è un dono concessoci dal Signore e che bisogna regalare per il Signore.

Pier Giorgio Frassati uno come tanti altri giovani, un giovane che ha saputo aprire gli occhi, staccarsi dal solito “andazzo”, non si è fatto condizionare dalla vita quotidiana ricca di trappole ed illusioni ma ha saputo offrire se stesso per cercare le cose più necessarie della vita, quelle che ti fanno sorridere per il bene degli altri, quelle che hanno permesso ad un uomo comune di spalancare le porte all’umanità con il suo esempio di Santità.

Per lui l’amicizia è un modo di vivere la chiesa, come luogo accogliente in cui ciascuno è amato e rispettato per quello che è. E’ un modo concreto di aiutarsi vicendevolmente sul cammino della vita e soprattutto l’aiuto veniva dalla preghiera, e come diceva spesso ai suoi amici: ”Io vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini terreni né limiti temporali: l’unione nella preghiera”.

Pier Giorgio aderisce con entusiasmo al Terzo Ordine e, da fervente discepolo di San Domenico, recita ogni giorno il Rosario e l’Ufficio della Madonna, che porta sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare. “Il mio testamento -dice- lo porto sempre in tasca”

L'Apostolato della preghiera, la Lega eucaristica, l'Associazione dei giovani adoratori universitari (con l'impegno dell'adorazione notturna ogni secondo sabato del mese), la Congregazione mariana, il Terz’Ordine domenicano... Nel 1919, ancora minorenne, Pier Giorgio si iscrisse al circolo universitari "Cesare Balbo" della Gioventù Cattolica Italiana.

Il 30 giugno del 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri; sembra una banale influenza ma è una poliomielite fulminante, che lo stronca in soli quattro giorni tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti conoscenti e amici. Muore a soli 24 anni. Ai suoi funerali c’è tutta Torino; tanti poveri con addosso tanti capi di vestiario che erano stati di Pier Giorgio e che lui aveva donato con cuore aperto e sincero. I genitori di Pier Giorgio sgomenti dal dolore restano sorpresi.

Beatificato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II Frassati è icona di quel "volontariato della carità" che si inserisce nella più viva tradizione dei santi sociali piemontesi (Don Bosco). “Le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ognuno”. Giovanni Paolo II

Ringrazio il Signore che mi ha concesso di beatificare in questi anni tanti cristiani e tra loro molti laici che si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita. E’ ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria”. Giovanni Paolo II

“Io sono povero come tutti i poveri. E voglio lavorare per loro” “La nostra vita per essere cristiana è una continua rinunzia, un continuo sacrificio che però non è pesante quando solo si pensi che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore in confronto all’eternità felice” “La pace sia nel tuo animo; ogni altro dono che si possegga in questa vita è vanità”

“Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare” “Nulla vi è di più bello della Carità. Infatti la fede e la speranza cessano con la nostra morte, l’Amore ossia la Carità dura in eterno, anzi credo sarà più viva nell’altra vita.” “La vera felicità, o giovani, non consiste nei piaceri del mondo e nelle cose terrene, ma nella pace della coscienza, la quale si ha soltanto se noi siamo puri di cuore e di mente”

“I tempi che noi attraversiamo sono difficili perché la persecuzione contro la Chiesa infierisce quanto mai crudele, ma voi, giovani baldi e buoni, non vi spaventate per questo poco tenendo presente che la Chiesa è una istituzione divina e non può finire” “La Pace del Signore sia sempre con te poiché quando ogni giorno tu possederai la pace sarai veramente ricco”

“Venite e ogni vostro sacrifico vi sarà ricompensato in Cielo perché Gesù Cristo ha promesso che tutto quello che noi faremo ai poveri per Amor Suo Egli lo considererà fatto a Se stesso”

Giovanni Paolo II lo proclama Beato 20 maggio 1990

“Nel giorno in cui il Signore vorrà, ci ritroveremo insieme nella nostra vera Patria a cantare le lodi di Dio”

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