Corso di laurea in Scienze della Comunicazione 4°modulo didattico LA SEMIOTICA VISIVA grammatiche, funzioni e processi della comunicazione visiva settembre –dicembre 2014
DARE SIGNIFICATO ALLE IMMAGINI: 3° lezione DARE SIGNIFICATO ALLE IMMAGINI: grammatica del segno e percezione
LA GRAMMATICA DEL CODICE VISIVO Le unità di base (morfemi) dei codici visivi sono: il punto la linea il colore la luce e l’ombra Questi segni visivi minimi sono sempre organizzati, ordinati e associati tra loro da sistemi di regole. Le principali regole sono: La configurazione spaziale: figura-sfondo, leggi della vicinanza, dell’eguaglianza, della forma chiusa e aperta, della buona forma, dell’esperienza, della pregnanza; Le regole compositive: l’equilibrio, il peso, la direzione, il ritmo,la simmetria, la prospettiva, il movimento.
Le regole della configurazione spaziale Quello che vediamo con i nostri recettori, perché possa essere prima recepito e poi letto, deve essere organizzato in un “campo visivo” con dei precisi criteri che trovano nelle leggi della psicologia della percezione (Gestalt) il loro punto di riferimento: 1. La differenza figura-sfondo 2. La vicinanza 3. L’uguaglianza 4. La buona forma 5. La pregnanza 6. L’esperienza Teorici e fondatori della GESTALT (Germania 1912) sono M.Wertheimer, K.Koffka, W. Kolher
In altre parole, la percezione è possibile e migliore se: 1. vi è differenza netta tra figura-sfondo; 2. gli elementi di base costitutivi dell’immagine sono vicini; 3. l’immagine è costituita da gruppi di figure tra loro simili per colore, forma, dimensioni (uguaglianza); 4. c’è buona forma data da linee chiuse, simmetriche, o che si muovono nella stessa direzione; 5. si dà regolarità, simmetria, coesione, semplicità (pregnanza); 7. si ha esperienza dell'oggetto percepito.
Vaso di Rubin. Esempio di figura-sfondo perfettamente bilanciato nel peso. E’ possibile, in questo caso, percepire alternativamente come figura o come sfondo, l’una o l’altra immagine.
IN SINTESI: la percezione visiva si rivela selettiva, rispondendo alle esigenze di rapidità ed economia delle conoscenza e l’opera d’arte (o qualsiasi immagine) si mostra un insieme organizzato per adempiere a una funzione semantica.
Giorgio Morandi, Natura morta, 1945 L’opera di G.Morandi è un esempio di perfetta applicazione delle leggi di configurazione spaziale da parte dell’artista, per assolvere alle sue intenzioni artistico-comunicative. Giorgio Morandi, Natura morta, 1945
L’opera di Morandi è un ottimo esempio di chiarezza percettiva perché: il contrasto tra la figura e lo sfondo è netto le forme sono chiuse gli oggetti sono raggruppati per somiglianza cromatica vi è una uguaglianza delle forme c’è vicinanza tra i vari elementi vi è pregnanza nell’immagine (ossia c’è regolarità, massima semplicità, coesione tra i vari elementi) abbiamo esperienza degli oggetti rappresentati Nell’insieme l’opera rappresenta l’intima tensione dell’artista verso le forme originarie dell’esistenza e dell’arte stessa. “Il soggetto è, per Morandi, il punto di partenza e non il punto di arrivo o meglio, è lo spunto necessario per la trasfigurazione “ (Vitali)
Nelle opere che seguono si verificano maggiori difficoltà nell’organizzare il campo visivo, poiché i rispettivi artisti violano intenzionalmente le regole della configurazione spaziale, per adempire alle proprie intenzioni artistico-comunicative: Gianni Tarli, Labirinto interiore (2010), acrilico su tela Franziska Merget , Das Spiel mit der Feuer (1989), videoinstallazione
Le regole compositive 1. L’equilibrio 2. Il peso e la direzione 3. Il movimento 4. La simmetria 5. Il ritmo 6. La prospettiva
Nella composizione di un testo visivo l’equilibrio è una componente fondamentale. Si ha equilibrio in una composizione quando tutti gli elementi e le forme sono distribuiti in modo bilanciato. Caravaggio, Madonna dei palafrenieri, particolare del volto di Sant’Anna , (1606) Paul Klee, Parco degli idoli, (1939)
dalla collocazione nello spazio: I fattori che determinano l’equilibrio in una composizione sono il peso e la direzione Il peso dipende: dalla collocazione nello spazio: l’oggetto posto nella parte superiore è più pesante che posto nella parte inferiore l’oggetto posto a destra è più pesante che posto a sinistra l’oggetto isolato dagli altri ha maggior peso; dalla distanza di chi osserva: più sono collocati lontano da chi osserva, più hanno peso; dalle dimensioni: più è grande più risulta di maggior peso; dal colore: il rosso ha più peso del blu; i colori chiari hanno più peso di quelli scuri. Joan Mirò, Nudo, 1926
Il movimento può essere virtuale o reale. È virtuale quando il fenomeno è solo visivo ed ottenuto con la composizione del segno: È reale quando è ottenuto con un oggetto fisico quale la materia, in questo caso la luce: Carlo Bernardini, Spazi permeabili, (2002) Hans Hartung, Senza titolo, (1956-1959)
Nella composizione la simmetria è “radiale” quando i punti passano da un centro e/o si irradiano verso l’esterno: Nella composizione la simmetria è bilaterale quando le forme sono disposte in modo “speculare” rispetto all’asse centrale: Maurits Cornelis Escher, Limite del cerchio IV Angeli e Diavoli, litografia (1941) Body Art presso i Samburu (Africa)
Il ritmo è dato dalla ripetizione di linee, colori e forme. Paul Klee, ritmico, (1930)
La prospettiva rappresenta il punto di vista dell’osservatore e si basa sul concetto che gli oggetti si sviluppano per linee rette e parallele che convergono in un punto al’infinito.
La prospettiva, rispetto al punto di vista dell’osservatore può essere: dal basso verso l’alto centrale dall’alto verso il basso
Il paradosso prospettico di M.C.Escher M.C. Escher, Relatività, (1953)
I sottocodici visivi I sottocodici sono codici più ristretti che utilizzano specifici termini tecnici. Anche nel linguaggio visivo si fa uso dei sottocodici. Un esempio sono i ballons dei fumetti o i tipi di ripresa nei film. Ballons dei fumetti
Quale rapporto intrattiene l’immagine con l’originale? Piste di approfondimento (facoltativo) Quale rapporto intrattiene l’immagine con l’originale? Seguendo un attraversamento storico-culturale… L’immagine si configura come copia sensibile di una realtà sovrasensibile. L’immagine è repraesentatio (rappresentazione) nel senso di “presentare al posto di” qualcos’altro . L’immagine diventa simulacro, parvenza non rispondente alla realtà che presenta. bibliografia G.Patella, Articolazioni. Saggi di filosofia e teoria dell’arte, Edizioni ETS, Pisa 2010 R. Barthes, La camera chiara. Note sulla fotografia, Einaudi, TO, 1980