Capitolo 6 LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA

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Capitolo 6 LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA

La cultura è comunicazione Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La cultura è: Un sistema di segni dotati di significato (prospettiva semiotica) Una rappresentazione simbolica del mondo e un dispositivo per attribuire significato alla realtà (significazione) La cultura è comunicazione

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La cultura è un prodotto dell’interazione umana: gli esseri umani creano cultura e devono interpretarla. Pertanto, le manifestazioni culturali sono atti di comunicazione La comunicazione costituisce il tramite intrinseco fra gli aspetti esterni e interni della cultura: trae origine dall’intenzione comunicativa interna e si manifesta in termini verbali e non verbali

Cultura come significazione e produzione di senso Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Cultura come significazione e produzione di senso La cultura è fatta di significati: È l’insieme delle condizioni materiali, psichiche e sociali per generare significati attraverso processi di convenzionalizzazione

Il sistema di significati Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il sistema di significati Fattore costitutivo della cultura Esterno alla mente delle persone Dotato di esistenza propria Antropologia interpretativa (Geertz, 1983) Interno ai soggetti, protagonisti dei processi di generazione, conservazione e innovazione dei significati Psicologia della cultura

interdipendenza intrinseca tra cultura e dimensione simbolica Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La cultura come attività di significazione La produzione di significati (significazione) consente agli uomini di condividere una dimensione simbolica interdipendenza intrinseca tra cultura e dimensione simbolica

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La significazione Le relazioni producono i significati e i significati qualificano le relazioni Significazione = capacità di generare significati in modo congiunto fra i comunicanti La significazione istituisce una relazione complessa tra simbolo (segno linguistico), referente (oggetto significato) e referenza (rappresentazione mentale dell’oggetto significato)

Il diagramma di significazione Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il diagramma di significazione REFERENZA SIMBOLO REFERENTE Il simbolo non ha rapporto diretto con la realtà (referente), ma solo con l’idea mentale (referenza) Ogni simbolo è un prodotto culturale

La significazione (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La significazione (continua) La significazione non avviene nel vuoto, ma richiede l’azione congiunta e partecipata dei membri di una comunità, cioè di un gruppo di persone che condivide un sistema di credenze, valori, pratiche e convenzioni

Proprietà delle convenzioni Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Proprietà delle convenzioni Attività prevedibili che forniscono regolarità per la gestione delle relazioni interpersonali tra i membri di una comunità Distribuzione non uniforme nella popolazione: esperti delle convenzioni Organizzazione gerarchica delle convenzioni in funzione dell’importanza: Simboli culturali = convenzioni dense di significato che esprimono i cardini di un sistema di credenze

Proprietà delle convenzioni (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Proprietà delle convenzioni (continua) Risultato di un processo di cooperazione, coordinazione e negoziazione continua fra i membri di una comunità Fondate sul principio della salienza condivisa: selezione dei tratti ritenuti essenziali e più importanti per la costruzione del significato di un oggetto/evento

Proprietà di una lingua naturale Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Proprietà di una lingua naturale Esito del processo di significazione Strumento per la manifestazione di significati e intenzioni comunicative Caratterizzata da composizionalità: - sistematicità - produttività - possibilità di dislocazione Rete di significati che consente ai parlanti di condividere una certa visione del mondo

La plasticità del significato Componenzialità del significato Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La plasticità del significato Il significato non è un’unità fissa e omogenea, ma, al contrario, un costrutto mentale eterogeneo e scomponibile in diverse componenti (proprietà) semantiche, gerarchicamente disposte Componenzialità del significato

Tipi di proprietà semantiche Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Tipi di proprietà semantiche Proprietà essenziali: proprietà comuni a tutte le occorrenze che condividono un certo significato; chi non le possiede è escluso da quel significato Es. “uccello”: - “oviparo” - “con il becco”

Tipi di proprietà semantiche (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Tipi di proprietà semantiche (continua) Proprietà tipiche: proprietà specifiche aggiunte, soggette a eccezioni e cancellabili senza distruggere il significato in oggetto Es: “uccello”: - “vola” (struzzi) - “ha le piume” (pinguini) - “ha le ali” (kiwi) Graduabilità semantica del significato

Qualsiasi significato è legato a un contesto (context-bound) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Significato Contesto Qualsiasi significato è legato a un contesto (context-bound) Fenomeno della risemantizzazione contestuale (Violi, 1997): attribuzione provvisoria di alcuni tratti semantici a un oggetto/evento che di per sé non li possiede, ma che li acquisisce grazie a una specifica situazione contingente Es: “Non occupare la mia sedia” (indicando un tavolo, in mancanza di sedie libere)

Processo continuo di rimodellamento semantico Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA I processi precedenti illustrano la plasticità dei significati, ossia l’impiego dei significati in modo flessibile e adattabile in funzione delle intenzioni comunicative dei parlanti, dei vincoli e delle opportunità offerte dal contesto Processo continuo di rimodellamento semantico

Il significato come comprensione dell’esperienza Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il significato come comprensione dell’esperienza Semantica vero-condizionale o logico-filosofica: significati come entità astratte, universali e oggettive, indipendenti dai parlanti (condizioni di verità) Psicologia della cultura: significati dipendenti dall’elaborazione e dall’uso che ne fanno i parlanti; strettamente interconnessi con le rappresentazioni mentali che i soggetti si fanno della propria esperienza: i significati sono accomunati da una teoria della comprensione

- costruzione di script - costruzione di schemi mentali - inferenza Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il significato di qualunque entrata linguistica rimanda all’enciclopedia delle conoscenze a disposizione dei parlanti La formazione delle conoscenze enciclopediche si basa su diversi processi mentali: - percezione - costruzione di script - costruzione di schemi mentali - inferenza

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Linguaggio e cultura Il linguaggio costituisce un’espressione fondamentale e privilegiata della cultura di riferimento: la lingua incarna la cultura Il linguaggio è stato oggetto di riflessione sistematica: teoria universalista del linguaggio (teoria della grammatica universale di Chomsky) teoria della relatività linguistica (ipotesi di Sapir-Whorf)

La teoria universalista del linguaggio Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La teoria universalista del linguaggio Universali linguistici = aspetti invarianti e comuni dei processi comunicativi, condivisi dalle lingue naturali oggi esistenti. Forme costanti e ricorrenti, che concernono sia il livello grammaticale che semantico.

La teoria della grammatica universale (o generativa) di Chomsky Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La teoria della grammatica universale (o generativa) di Chomsky Assunto di base: esistenza di una uniformità della competenza linguistica negli esseri umani, in modo indipendente dalla lingua che parlano Omogeneità dei processi linguistici “Organo del linguaggio” geneticamente definito (Language Acquisition Device o LAD) Concezione innatista del linguaggio e della comunicazione

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Metodo formale: metodo che, senza fare ricorso al significato, ma solo in base alla forma esterna dei morfemi e alla loro disposizione, intende fornire tutto quanto è pertinente all’analisi linguistica Grammatica come calcolo matematico: partendo da pochi elementi semplici è in grado di generare una lingua nelle sue infinite sequenze grammaticali e accertare la “grammaticalità” degli enunciati prodotti

I presupposti della grammatica generativa Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA I presupposti della grammatica generativa La lingua è un insieme infinito di frasi La frase è l’unità fondamentale della lingua ed è costruita a partire da un insieme finito di elementi o alfabeto (presupposto formale o composizionale) Tale alfabeto è composto da elementi primitivi, quali i fonemi, i morfemi, le parole ecc. (presupposto elementarista) La grammatica è un sistema astratto di regole che generano frasi unicamente equivalenti fra loro

La grammatica è indipendente dalla semantica Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La grammatica è indipendente da ogni altro sistema cognitivo (supremazia della sintassi) La grammatica è indipendente dalla semantica Esistono due livelli di rappresentazione della frase, uno superficiale e uno profondo, e una serie di trasformazioni consente di passare da un livello a un altro I processi mentali che sono alla base della grammatica sono quelli dell’astrazione e del ricorso a modelli ideali L’interpretazione semantica delle frasi è basata unicamente sulla loro struttura superficiale

I-language E-language Parole Langue Competenza Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Parole Prestazione Impiego concreto e contingente di una lingua in una data situazione Langue Competenza Capacità generale (di solito non consapevole) di usare una lingua; fa riferimento a una conoscenza perfetta posseduta da un parlante ideale De Saussure I-language “lingua internalizzata”; astrazione linguistica al fine di formulare ipotesi sulla mente umana E-language “lingua esternalizzata”; studiata da coloro che sono interessati all’uso contingente della lingua Chomsky

Struttura superficiale Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Criptotipi Struttura profonda Categorizzazione linguistica non direttamente percepibile ma necessaria per spiegare la struttura superficiale; è sostanzialmente identica in tutte le lingue naturali Fenotipi Struttura superficiale Articolazione apparente e acusticamente percepibile di una frase; può variare da lingua a lingua Whorf Universali sostantivi Inventari universali di nozioni come nome, verbo, aggettivo ecc. Universali formali Sistema universale di regole profonde che governa e vincola tutte le grammatiche Chomsky

Limiti del modello di Chomsky Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Limiti del modello di Chomsky Impossibilità di confronto fra categorie linguistiche senza una metalingua che stabilisca a priori tutte le necessarie distinzioni Impossibilità di ipotizzare una struttura “profonda” in mancanza di un lavoro di raccordo e confronto fra le strutture “superficiali” delle diverse lingue Riluttanza ad affrontare il livello psicologico e sociologico della spiegazione dei fenomeni linguistici Il modello rischia di essere un esercizio astratto sulla “logica” della mente umana, fuori da ogni riferimento contestuale e da ogni verifica empirica. Paradosso di una “lingua che non serve per comunicare”

La teoria della relatività linguistica Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La teoria della relatività linguistica Accento sulla pluralità delle culture e sulle modalità di influenza fra linguaggio e cultura La cultura, attraverso il linguaggio, influenza il modo in cui pensiamo, in particolare il modo in cui categorizziamo la nostra esperienza Imparare una lingua straniera significa anche acquisire un nuovo punto di vista sulle cose Le strutture semantiche delle diverse lingue sono incommensurabili fra loro; di conseguenza, i parlanti elaborano modi di pensare differenti tra loro

L’ipotesi di Sapir-Whorf Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA L’ipotesi di Sapir-Whorf Premessa epistemologica: “gli esseri umani segmentano la natura secondo le linee indicate dalla loro lingua materna […]; il mondo si presenta come un flusso caleidoscopico di impressioni che deve essere organizzato dalle nostre menti e ciò avviene attraverso i sistemi linguistici delle nostre menti”

L’ipotesi di Sapir-Whorf Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA L’ipotesi di Sapir-Whorf Relatività linguistica: gli esseri umani usano la loro lingua materna in modo sostanzialmente inconsapevole. “Questi modelli automatici e involontari della lingua non sono gli stessi per tutti gli uomini ma sono specifici per ogni lingua […]. Da qui deriva il principio della “relatività linguistica” secondo il quale i parlanti di lingue diverse sono orientati dalla loro lingua verso differenti tipi di osservazione e differenti valutazioni di eventi esterni simili; di conseguenza, essi giungono, in qualche modo, a una differente visione del mondo.”

Il “Sillogismo di Whorf” Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il “Sillogismo di Whorf” dato che esistono differenze nelle categorie linguistiche nelle varie lingue naturali, dato inoltre che le categorie linguistiche determinano alcuni aspetti del pensiero degli individui, ne consegue che questi aspetti del pensiero differiscono nelle diverse comunità culturali in funzione della lingua che esse parlano

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il “sillogismo di Whorf” è stato in seguito interpretato come un forte apporto all’ipotesi del determinismo linguistico = la lingua determinerebbe le forme del pensiero dei parlanti medesimi nei riguardi della loro esperienza Versione forte del determinismo: i concetti possono essere concepiti e attivati soltanto se sono formulati attraverso il linguaggio. È insostenibile, in quanto il pensiero è assai più complesso di ciò che il linguaggio può esprimere (percezione, rappresentazioni senso-motorie, immaginazione, esperienze emotive…) Versione debole del determinismo: i concetti codificati attraverso il linguaggio sono favoriti in quanto più accessibili e più facili da ricordare

La “revisione” della teoria della relatività linguistica Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La “revisione” della teoria della relatività linguistica Teoria della relatività linguistica come applicazione della relatività culturale (Clark, Hanks, Haviland, Gumperz, Levinson, Slobin) Le esperienze vanno codificate a livello cognitivo in modo da poter poi essere verbalizzate La diversità delle lingue naturali è connessa alla presenza di distinzioni semantiche che si riflettono nelle distinzioni culturali che, a loro volta, influenzano la categorizzazione cognitiva e affettiva dell’esperienza

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Ogni comunità tende a elaborare il proprio codice (speech community e idioculture): creazione di un forte senso di appartenenza che diventa esclusione per gli altri A volte si ha la creazione di un vero e proprio codice criptato che, in qualità di gergo, discrimina l’in-group rispetto all’out-group. Eteroglossia = espressione della voce differente di una minoranza rispetto alla lingua ufficiale della maggioranza culturale

Numerose prove a sostegno di questa impostazione: Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Numerose prove a sostegno di questa impostazione: La concezione dello spazio varia in funzione della lingua in modo rilevante: sistema assoluto o geocentrico, sistema relativistico o egocentrico (Bali, India, Nepal), sistema intrinseco (tzeltal) I movimenti spaziali: le medesime azioni sono categorizzate in modo diverso, per esempio, in inglese e in coreano Nell’apprendere la lingua di una cultura, un bambino impara modi particolari di pensare per parlare

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Gli aspetti indessicali: indicatori linguistici ed extra-linguistici per definire la posizione sociale dei partecipanti (Tu/Lei), l’atteggiamento affettivo o epistemico con cui intendere l’enunciato (quantificatori, indicatori di sicurezza, dubbio ecc.). Variano da una cultura all’altra (ad esempio, nel sud-est asiatico i colloqui di selezione assumono la struttura tipica della “supplica”) La struttura grammaticale: la concezione del tempo, per esempio, in inglese è quella di una realtà continua, mentre in hopi il tempo si configura in eventi ricorrenti

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Il repertorio lessicale e le entrate dizionariali di una lingua presentano variazioni culturali significative: la cultura si esprime nelle parole di cui si serve nella vita quotidiana per le varie attività Specificità lessicale di una cultura: esistono parole che esprimono significati esclusivi di una certa cultura. Ad esempio, il termine giapponese Amae, ossia il desiderio di essere dipendente in modo passivo all’interno di una relazione affettivamente positiva nei confronti di un superiore che sappia prendersi cura e mostrare benevolenza; in quanto tale, l’amae è l’espressione più importante dello spirito di dipendenza dei giapponesi [Doi, 1981]

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Cultura e narrazione Narrazione = modalità di percepire, organizzare e comunicare la realtà attraverso un processo di interpretazione e di attribuzione di significati Modalità culturale di base, poiché implica la capacità di produrre un percorso di senso e un testo dotato di coerenza e organizzazione tematica In ogni narrazione vi sono dei personaggi e una trama, che prevede un inizio, un punto di mezzo e una fine La narrazione costituisce il principale dispositivo di partecipazione culturale nelle culture orali

Pensiero logico-scientifico Pensiero narrativo Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Pensiero logico-scientifico Finalizzato alla categorizzazione della realtà Tipico del ragionamento scientifico Orientamento verticale, poiché mette in relazione il caso singolo con le categorie generali Nomotetico, cioè volto alla ricerca di leggi generali secondo enunciati indipendenti dal contesto Pensiero narrativo Finalizzato alla comunicazione e all’interpretazione dell’esperienza Tipico del ragionamento quotidiano Produce racconti plausibili, anche se non necessariamente veri, con la funzione di dare forma all’esperienza Idiografico, cioè connesso con il linguaggio figurato

Pensiero logico-scientifico Pensiero narrativo Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Pensiero logico-scientifico Paradigmatico, cioè le proposizioni sono collegate fra loro per equivalenza Regolato dal principio di non contraddizione e dal procedimento della falsificabilità Impostazione estensionale, poiché si basa su proposizioni di portata generale, a vantaggio di ampia estensione e applicabilità Particolarmente sviluppato nelle società tecnologicamente avanzate Pensiero narrativo Sintagmatico, cioè le proposizioni sono collegate fra loro per contiguità spaziale e temporale Enunciati strettamente dipendenti dal contesto Impostazione intensionale, in quanto cerca di costruire un quadro completo di un caso singolo per coglierne l’originalità Fondamentale nelle società non alfabetizzate

Le proprietà della narrazione Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Le proprietà della narrazione È specificata da due scenari: - quello delle azioni, che riguarda gli ambienti, i fatti, gli episodi (aspetto dei contenuti) - quello della coscienza, che concerne gli stati mentali interni dei protagonisti (credenze, emozioni, intenzioni, desideri…) Al loro interno: diacronicità: gli episodi hanno una durata e sono disposti secondo un “tempo umano” referenzialità concreta: la narrazione rinvia ad avvenimenti specifici; non contano tanto i valori di verità degli enunciati, quanto gli aspetti di verosimiglianza generati dai rapporti di coerenza del racconto

Le proprietà della narrazione (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Le proprietà della narrazione (continua) Intenzionalità: i personaggi agiscono in modo intenzionale per raggiungere determinati scopi e soddisfare desideri Canonicità: attore, azione, scopo, scena e strumento sono i criteri canonici che devono essere considerati; tuttavia, la violazione di uno di questi, come accade nella comparsa di un evento problematico, costituisce un aspetto ricorrente e saliente della narrazione

Le proprietà della narrazione (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Le proprietà della narrazione (continua) Componenzialità ermeneutica: i personaggi e gli eventi della narrazione costituiscono gli ingredienti di un intreccio che li contiene. L’interdipendenza parti-tutto sostiene il “circolo ermeneutico”, dove il significato è basato sulla rete di rapporti parti-tutto e sulle categorie interpretative culturali Appartenenza a un genere: Bruner (2002) ha individuato tre generi: - narrative legali - narrative letterarie - narrative autobiografiche

Comprensione e inferenza nei processi di narrazione Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Comprensione e inferenza nei processi di narrazione La comprensione del testo narrato consiste nell’interpretazione e attribuzione di un significato personale a tale testo, ponendolo in relazione coi propri modelli culturali e con le conoscenze già acquisite

Comprensione come rappresentazione mentale del testo narrativo Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Comprensione come rappresentazione mentale del testo narrativo Modello della situazione (approccio connessionista- Kintsch e van Dijk, 1983):scomposizione del racconto in proposizioni coerenti e subordinate fra loro, successivamente organizzate in una rete di proposizioni: Microstrutture (definiscono il significato di una frase) Macrostrutture (forniscono il significato globale) selezione generalizzazione costruzione Le macrostrutture sono generate anche dalle conoscenze culturali e dalle esperienze dei partecipanti, che attivano una serie di nodi fra le conoscenze enciclopediche precedenti e le singole microstrutture

I processi inferenziali della comunicazione narrativa Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA I processi inferenziali della comunicazione narrativa Processi inferenziali: scoperta dei nessi causali che connettono azioni, personaggi, contesto in una trama unica dotata di senso Ambiente  Evento  Risposta del protagonista  Mezzi  Scopo Catena causale: ossatura della narrazione e specchio della concezione del mondo di una cultura (o subcultura) Inferenze metatestuali: riguardano le intenzioni dell’autore, la sua “morale” e le differenti interpretazioni della sua produzione narrativa

Lo script e la grammatica delle storie Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Lo script e la grammatica delle storie La mente umana, nella segmentazione dell’esperienza, individua unità chiuse di sequenze routinarie di azioni, caratterizzate da un ordine canonico, un’organizzazione coerente e gerarchica, un contesto spazio-temporale standardizzato e regolare Schema mentale o script: rappresentazione mentale di queste unità routinarie, intesa come struttura cognitiva astratta, flessibile e coerente La canonicità della narrazione è in linea con la canonicità degli script

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Grammatica delle storie: sottolinea l’organizzazione causale delle azioni finalizzate al raggiungimento di uno scopo. Prevede: definizione di un’ambientazione definizione di un episodio, articolato in: - evento iniziale - risposta interna del protagonista - tentativi messi in atto per raggiungere lo scopo - conseguenza (positiva o negativa) - risposta finale In sintesi, la narrazione è un incontro di menti e di esperienze fra i partecipanti alla ricerca di un percorso di senso e di una interpretazione degli accadimenti in funzione degli standard culturali di riferimento

Comunicazione non verbale e cultura Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Comunicazione non verbale e cultura Principio della sintonia semantica e pragmatica: il significato finale di un enunciato è dato dal contributo e dalla convergenza sinergica di una molteplicità di componenti semantiche linguistiche ed extra-linguistiche, che godono di una relativa autonomia I vari sistemi di significazione e segnalazione sono assemblati in modo coerente nella produzione del significato attraverso il processo di interdipendenza semantica

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La comunicazione non verbale (o comunicazione extra-linguistica) assume una funzione fondamentale per ottenere un elevato grado di efficacia comunicativa La comunicazione non verbale si articola in sistemi di significazione e segnalazione che variano profondamente in relazione alla cultura di riferimento

Contesto e tempo nella comunicazione non verbale Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Contesto e tempo nella comunicazione non verbale Comunicazione a bassa contestualizzazione codice esplicito, modalità diretta e formulazione precisa degli enunciati poco affidamento sulle informazioni contestuali, segnali non verbali evidenti fornisce all’interlocutore tutte le conoscenze necessarie per comprendere il messaggio tipica delle culture occidentali individualistiche Comunicazione ad alta contestualizzazione stile indiretto, modalità implicita, spesso vaga il parlante dà per scontato che l’interlocutore conosca già la sua intenzione fa molto affidamento sulle informazioni contestuali indizi non verbali contenuti e spesso accennati libertà all’interlocutore di intendere il discorso in atto tipica delle culture orientali collettivistiche

Culture monocroniche Culture policroniche Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Culture monocroniche prospettiva temporale orientata al futuro, pianificazione di un traguardo a medio e lungo termine (obiettivo distale) vincoli temporali forti e organizzazione di un’attività per volta (monocronia) culture con alto grado di industrializzazione, clima freddo, orientamento all’individualismo e al successo predomina una comunicazione a bassa contestualizzazione Culture policroniche prospettiva temporale orientata al presente, senza l’esigenza di una programmazione anticipata verso un esteso arco temporale (obiettivi prossimali) diverse attività svolte nello stesso tempo (policronia) culture con modesto livello di industrializzazione, clima caldo, orientamento alla collettività e all’armonia. predomina una comunicazione ad alta contestualizzazione

Ogni soggetto è portatore di uno specifico ritmo personale Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Ogni soggetto è portatore di uno specifico ritmo personale Teoria dell’accomodazione comunicativa (Communication Accommodation Theory o CAT): Adattamento degli atti comunicativi a quelli del partner attraverso segnali linguistici ed extra-linguistici secondo due direzioni convergenza: le modalità comunicative degli interlocutori diventano simili divergenza: le differenze diventano più grandi e si crea un processo di scismogenesi

Teoria dell’accomodazione comunicativa (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Teoria dell’accomodazione comunicativa (continua) Culture individualistiche: maggiore orientamento accomodativo nei confronti dell’out-group Culture collettivistiche: bassa accomodazione verso l’out-group, poiché è considerata una sorta di tradimento nei confronti dell’in-group

Variabilità culturale nella comunicazione non verbale Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Variabilità culturale nella comunicazione non verbale Sguardo: condizione fondamentale di qualsiasi rapporto sociale Es: un contatto oculare prolungato è considerato: - gesto di sfida e maleducazione in Giappone e nelle culture nordiche - segno di attenzione e sincerità nella cultura araba Gesti: rilevanti variazioni culturali Es: la “mano a borsa” significa: - interrogazione e perplessità in Italia meridionale - buono in Grecia, paura in Francia, lentamente in Tunisia - gesto sconosciuto in Inghilterra

Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Sorriso: copre una gamma estesa di fenomeni sociali Es: il sorriso sociale esprime: - in nord America gioia, contentezza e benessere personale, anche quando non corrisponde alla realtà (obligatory cheerfulness) - in Giappone, esigenza di mostrarsi gentili con l’interlocutore per non metterlo a disagio Prossemica: uso dello spazio personale - Culture della distanza (Nord-Europa, Asia, India): grande distanza interpersonale, ogni riduzione spaziale è percepita come invasione - Culture della vicinanza (Arabia, Sud-America, culture latine): distanza interpersonale ridotta, distanza valutata come freddezza e ostilità

Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Aptica: azioni di contatto corporeo nei confronti degli altri - Culture del non contatto (culture nordiche, giapponese e indiana): contatto percepito come costrizione e mancanza di rispetto; reazioni negative di fastidio e irritazione - Culture del contatto (cultura araba e latina): contatto accettato favorevolmente, anche se rimane un atto comunicativo ambiguo che trasmette diversi valori semantici

Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Variabilità culturale nella comunicazione non verbale (continua) Silenzio: modo strategico di comunicare che presenta una poliedricità contingente di significati; è governato da un insieme complesso di standard culturali definiti come le regole del silenzio Il silenzio è associato a situazioni sociali in cui la relazione fra i partecipanti è incerta, poco conosciuta, vaga o ambigua Il silenzio è un atto comunicativo associato a situazioni sociali in cui vi è una distribuzione nota e asimmetrica di potere sociale fra i partecipanti

Culture della parola (africane, sudamericane e latine) Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Culture della parola (africane, sudamericane e latine) caratterizzate da una comunicazione a bassa contestualizzazione e da una successione rapida dei turni di parola i tempi di latenza delle pause sono assai ridotti e il silenzio è considerato come una minaccia e una mancanza di cooperazione per la gestione della conversazione Culture del silenzio (cultura giapponese, paliyan, apache, navajo) caratterizzate da una comunicazione ad alta contestualizzazione e da lunghe pause di silenzio, in quanto segnale di riflessione e ponderatezza il silenzio è spesso indicatore di fiducia, confidenza armonia e intesa

Conversazione e cultura Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Conversazione e cultura La conversazione rappresenta un sistema comunicativo universale, in quanto si ritrova presso tutte le culture: essa dimostra la natura sociale e interattiva della specie umana. Tuttavia, emergono rilevanti e sistematiche variazioni culturali

La gestione delle coppie adiacenti e, in particolare, i saluti: Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA La gerarchia sociale: - le differenze di status sociale sono molto sentite in India, presso le società asiatiche influenzate dal confucianesimo e a Bali; - in culture individualistiche, come quelle occidentali, dove vige un’ideologia egalitaria, l’impiego dei titoli e degli onorifici si è molto diradato nelle conversazioni quotidiane La gestione delle coppie adiacenti e, in particolare, i saluti: - tra i wolof è il superiore che deve salutare per primo; in altre culture, come in certe comunità rurali, avviene il contrario - nella maggioranza delle culture occidentali i saluti sono accompagnati da domande rituali circa “lo stato di salute” (Come va?) - in Giappone tali domande sono notevolmente indiscrete, mentre in Vietnam sono sostituite da domande sul “benessere gastronomico” (Ha mangiato riso?)

Le formule di chiusura e, in particolare, di ringraziamento: Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Le formule di chiusura e, in particolare, di ringraziamento: - in molte culture occidentali al ringraziamento si risponde con un segnale di ricezione (Prego) - presso diverse società orientali (come Corea e Giappone) e africane (come lo Zaire) le formule di ringraziamento sono strettamente proibite fra i parenti prossimi, come se fossero un insulto; in particolare, in Giappone assumono il valore di scusa La sovrapposizione dei turni: - gli italiani e i francesi hanno una soglia di tolleranza piuttosto elevata, in quanto le sovrapposizioni parziali forniscono ritmo, vivacità e spontaneità alla conversazione - i tedeschi e le popolazioni scandinave hanno un maggior rispetto dei turni, poiché gli episodi di sovrapposizione sono ritenuti sgradevoli e scorretti

Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6 Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA In sintesi, la conversazione costituisce un sistema comunicativo universale che presenta proprietà di base comuni; tuttavia, le diverse culture elaborano e sviluppano dei sistemi locali di conversazione. Tali differenze conducono inevitabilmente a malintesi e fraintendimenti; questa condizione diventa oggi particolarmente importante in società sempre più multiculturali e globalizzate

Considerazioni conclusive Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino, 2004 Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA Considerazioni conclusive Emerge un’interdipendenza intrinseca fra cultura e comunicazione: da un lato, la cultura produce e si esprime attraverso i sistemi di comunicazione; dall’altro, la comunicazione genera e seleziona i modelli culturali La comunicazione linguistica è strettamente intrecciata coi significati che sono alla base della cultura; essa quindi rende possibile la realizzazione di quella dimensione simbolica che costituisce il cuore della cultura stessa