Saper vedere i movimenti artistici Giorgia Bertolino
Introduzione I movimenti artistici Come e perché “stanno insieme” gli artisti? Come la ricerca del singolo entra a far parte di un linguaggio comune? In molti modi, che si delineeranno nei vari periodi. Dalla fine dell’Ottocento a oggi, l’arte appare come un vero e proprio campo di sperimentazione di modalità condivise, interessante visto che si è sempre pensato l’atto creativo come individuale.
Quali modalità per essere un movimento Il manifesto Il manifesto dei futuristi Un luogo la scuola di Pont-Aven Una rivista “De Stijl” (neoplasticismo) Un indirizzo didattico Bauhaus Una tecnica specifica il papier collé (Picasso e Braque) Un modo di lavorare en plein air (impressionismo) Un tema il futuro, il progresso
Introduzione Storia dell’arte “al plurale”, i termini gruppo, movimento e tendenza declinano diversi gradi di prossimità, registrano gli atti di dichiarazione e quelli di interpretazione, di produzione dell’opera e di lettura della stessa, rispecchiando l’intensa relazione tra artisti e critici e tra artisti e sistema dell’arte.
Introduzione L’opera non è mai sola, è sempre un rapporto. Per cominciare almeno un rapporto con un’altra opera d’arte. Roberto Longhi 1950
Quali movimenti? ARTE DALLA FINE DELL’OTTOCENTO Impressionismo Neoimpressionismo Espressionismo Cubismo Futurismo Astrattismo Dadaismo ARTE DEL SECONDO DOPOGUERRA Espressionismo astratto Pop art Land art Body art Arte povera Il graffitismo
CHE COSA SAPERE? Riferimenti storici Poetica del movimento Nomi degli artisti Qualche opera esemplificativa
I movimenti artistici
IMPRESSIONISMO liberamente tratto da Impressionismo di Flaminio Gualdoni, Milano, Skira, 2008 Salon - Salon des Refusés – Colore - Fotografia - Esposizioni personali - Valori tonali puri – En plein air – Luce - Café Guerbois – Rifiuto delle Accademie – Impression – Vita moderna - Mercanti d’arte –Emozioni visive -
Impressionismo liberamente tratto da Impressionismo di Flaminio Gualdoni, Milano, Skira, 2008 Il 15 aprile 1874 inaugura, nel vecchio studio del fotografo Nadar, al 35 del boulevard des Capucines, la mostra della “Société Anonyme coopérative d’artistes-peintres, sculptures, graveurs et lithographes”. Vi erano esposte 165 opere di trenta artisti, che dichiaravano di volersi sottrarre alle regole ufficiali del sistema artistico.
Il 25 aprile 1874 il giornale satirico parigino “Le Chiarivari” pubblicò, a firma dell’artista e letterato Louis Leroy, il resoconto della visita. Nell’articolo Louis Leroy insieme al paesaggista Joseph Vincent commentano i quadri esposti. Ecco le parole pronunciate di fronte al quadro di Pissarro, Matinée du mois de juin (con dipinti alcuni cavoli): “Ah, gli sventurati sono proprio caricature. Giuro di non mangiarne più per il resto dei miei giorni”.
Ma fu il quadro di Monet a suscitare ancora più perplessità. “Cosa rappresenta questa tela? Guardate sulla guida. Impression, soleil levant. Impressione, ne ero sicuro. Mi dicevo anche, dal momento che sono impressionato, che ci dev’essere proprio dell’impressione lì dentro… La carta dipinta allo stato di abbozzo è comunque più compiuta di questa marina”.
Claude Monet, Impression, soleil levant, 1872
Il termine “impressionismo” nasce qui, primo di una serie di epiteti spregiativi che le avanguardie di fine Ottocento e del primo Novecento assumeranno orgogliosamente come denominazioni ufficiali, con piglio polemico: dai “fauves” ai “cubisti”.
Ma la storia degli impressionisti era maturata ben prima della mostra da Nadar. Molti erano stati i tentativi che altri pittori avevano già fatto verso nuove direzioni. Soggetti “bassi”, contatto con la natura, pittura all’aria aperta. I pittori della scuola di Barbizon, Camille Corot, Gustave Courbet, Édouard Manet.
I PRECURSORI Édouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe, 1863
Il quadro venne esposto al Salon des Refusés nel 1863, dopo essere stato rifiutato al Salon ufficiale, provocando uno scandalo.
Salon des Refusés Dopo che nel 1863 erano state rifiutate quattromila opere al Salon ufficiale, Napoleone III, di fronte alle innumerevoli proteste, si vede costretto ad istituire un Salon des Refusés in cui possano trovare posto le opere rifiutate ammettendo però così la relatività del giudizio della commissione (costituita da membri dell’Académie des Beaux-Arts e premiati precedenti edizioni).
Édouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe L'accoglienza non fu delle più miti: numerosi critici considerarono l'opera volgare, trattandosi di nudi femminili in libertà in compagnia di giovanotti borghesi. Ma non fu solo il soggetto a sollevare lo sdegno degli osservatori: anche la modernità nello stile, dal punto di vista cromatico e compositivo, venne aspramente criticata a Manet.
Il quadro raffigura una colazione in un bosco, nei pressi di Argenteuil, dove scorre la Senna. In primo piano vi è una donna nuda che guarda verso il pittore, comodamente adagiata su un panno azzurro, probabilmente una parte delle vesti di cui si è liberata.
La modella è Victorine Meurent, che posò anche per la figura di donna sullo sfondo, la quale è intenta a bagnarsi nel fiume. I due giovani in primo piano, vestiti elegantemente, sono Gustave Manet (fratello del pittore) e lo scultore olandese Ferdinand Leenhoff, amico di Manet. Nell'angolo in basso a sinistra, giacciono i vestiti delle donne e la colazione da cui l'opera prende il titolo.
Nonostante l'impianto compositivo sia di matrice classica, l'utilizzo di abiti moderni gettò scandalo, perché sembrava spogliasse l'opera d'arte dei suoi contenuti elevati.
Anche la differenza proporzionale tra la donna sullo sfondo e la barca ormeggiata alla destra venne considerata un'imperizia da parte del pittore: in realtà i morbidi contrasti cromatici e l'utilizzo della prospettiva aerea in chiave moderna inscrivono l'opera nei capolavori del XIX secolo
Alcune frasi di e su Manet Al Salon i miei più accaniti oppositori sono obbligati a sfilare davanti a me Manet Io dipingo ciò che vedo, non ciò che agli altri piace vedere Manet In Manet l’occhio svolgeva un ruolo tanto grande , che Parigi non ha mai conosciuto qualcuno che andasse a zonzo come lui. Disegnava sul suo taccuino una cosa da niente, un profilo, un cappello; insomma, un’impressione fuggevole A. Proust
IMPRESSIONISMO liberamente tratto da Impressionismo di Flaminio Gualdoni, Milano, Skira, 2008 Salon - Salon des Refusés – Colore - Fotografia - Esposizioni personali - Valori tonali puri – En plein air – Luce - Café Guerbois – Rifiuto delle Accademie – Impression – Vita moderna - Mercanti d’arte –Emozioni visive -
Alcune caratteristiche della pittura impressionista: I COLORI- i contrasti di luci e ombre -i colori forti, vividi, che fissano sulla tela le sensazioni del pittore di fronte alla natura - il colore stesso era usato in modo rivoluzionario: i toni chiari contrastano con le ombre complementari, gli alberi prendono tinte insolite, come l’azzurro, il nero viene quasi escluso, preferendo le sfumature del blu più scuro o del marrone.
LA PERCEZIONE DELL’OCCHIO- maggiore importanza alla percezione immediata, al variare delle luci e delle ombre, no alla riorganizzazione della mente. LE TEMATICHE- la vita è colta nella sua quotidianità, con gli aspetti anche ordinari, accidentali della realtà.
Alcune caratteristiche della pittura impressionista: IL TEMPO- rappresentato nel suo scorrere, a questo riguardo fondamentali le varie versioni della Cattedrale di Rouen realizzate da Claude Monet. IL LUOGO - dipingere en plein air, ovvero al di fuori delle pareti di uno studio, a contatto con il mondo. Questo portò a scegliere un formato delle tele più facile da trasportare; si ricorda che risale a questo periodo anche l'invenzione dei tubetti per i colori a olio.
Claude Monet, La cattedrale di Rouen, primo sole, 1894
Monet Monet abbandona la prospettiva geometrica e la definizione netta dei piani per tentare di catturare il valore di fluidità dell’atmosfera. “Monet è soltanto un occhio, ma che occhio” Paul Cézanne “Davanti a una tela di Monet, so sempre da quale parte inclinare l’ombrello” Berthe Morisot
Pierre-Auguste Renoir Bal au Moulin de la Galette, 1876
Camille Pissarro, Boulevard Montmarte a Parigi Camille Pissarro, Boulevard Montmarte a Parigi. Pomeriggio di sole, 1897
Linea del tempo degli impressionisti da Wikipedia
L’impressionismo non è da considerare un movimento monolitico. L’unico artista che sempre può definirsi impressionista è Monet. Gli altri parteciparono per alcuni momenti e per alcuni aspetti, apportando costantemente modifiche e arricchimenti.
esposizioni 1874 prima esposizione degli impressionisti nello studio del fotografo Nadar 1876 seconda esposizione, Renoir Bal au moulin de la Galette 1877 terza esposizione 1879 quarta esposizione 1880 quinta esposizione partecipa anche Gauguin 1881 sesta esposizione disertata da Monet e Renoir 1883 esposizioni di opere impressioniste a Londra, Berlino e Rotterdam 1886 ultima esposizione degli impressionisti con 17 partecipanti. Si forma la scuola di Pont-Aven attorno a Gauguin
Claude Monet, Ninfee, armonia rosa, 1900
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire, 1904-6