Gruppi e interazione sociale
Gruppi sociali Insiemi di due o più persone che interagiscono reciprocamente e sono interdipendenti: sono spinti dai propri bisogni e obiettivi ad affidarsi l’uno all’altro e a influenzare reciprocamente il comportamento (Lewin, 1948)
Principali criteri per poter parlare di “GRUPPO” nell’ottica della Psicologia sociale 1. Le relazioni tra i membri: dirette o indirette, ma ugualmente pregnanti per il senso d’appartenenza. 2. La consapevolezza dei membri di far parte di quel determinato gruppo, cioè le persone hanno una percezione comune della loro identità e si definiscono come appartenenti a quel gruppo. 3. Le persone che si sentono parte di un gruppo sono definite anche dagli esterni come appartenenti a quel determinato gruppo.
5. Il perseguimento di uno scopo comune, 4. Vi sono sentimenti associati all’appartenenza, che generalmente sono di tipo positivo (soddisfazione, orgoglio) ma che possono includere anche connotazioni negative. 5. Il perseguimento di uno scopo comune, che crea interdipendenza fra gli individui e azioni coordinate in vista degli obiettivi. 6. I gruppi che durano nel tempo hanno una struttura interna. Un gruppo è tanto più gruppo quanto più possiede queste caratteristiche.
Vari tipi di GRUPPI 1. -Piccoli gruppi (detti anche ristretti): i componenti interagiscono frequentemente fra di loro. Le relazioni sono dirette e continuative. -Grandi gruppi (detti anche estesi): non consentono l’interazione diretta fra tutti i partecipanti, nonostante ci sia strutturazione interna e condivisione d’identità.
2. -Gruppi informali: nascono spontaneamente. -Gruppi formali: nascono sotto un’egida istituzionale; la partecipazione non è obbligata, ma se ci si affilia bisogna adattarsi a un apparato di regole. 3. -Gruppi primari: hanno un forte significato psicologico per le forti relazioni fra i membri e per il loro peso sull’identità dei partecipanti. -Gruppi secondari: caratterizzazione più formale; i partecipanti hanno ruoli definiti esternamente, contribuiscono al perseguimento di obiettivi decisi e il senso d’appartenenza non ha risonanze forti.
La struttura di gruppo: che cos’è? garantisce una certa stabilità permette di costruire l’architettura entro la quale si svolge la vita di gruppo. insieme delle posizioni che occupano i membri all’interno di un gruppo
In ogni gruppo esistono gerarchie, cioè Il sistema di status In ogni gruppo esistono gerarchie, cioè posizioni diverse rispetto al potere Due principali criteri utilizzati per stabilire che status occupano i vari componenti del gruppo: capacità di prendere iniziative che sono poi seguite dal resto del gruppo; valutazione consensuale del prestigio.
Periferiche: regole considerate più marginali. LE NORME Possono essere: Esplicite: si riferiscono a regole ben formalizzate e possono essere presenti anche nei gruppi informali. Implicite: non sono scritte o espresse direttamente; nascono in modo volontario ma hanno comunque notevole influenza sul comportamento dei membri. Oppure Centrali: sono regole fondamentali, tali per cui la loro trasgressione mette a repentaglio l’esistenza stessa del gruppo. Periferiche: regole considerate più marginali.
Senza comunicazione non può esistere un gruppo. La comunicazione Nessun gruppo potrebbe esistere se non fosse possibile comunicare, cioè scambiare significati che vengono compresi da tutti. Senza comunicazione non può esistere un gruppo.
L’INTERAZIONE SOCIALE un processo caratterizzato da: scambio e continua negoziazione dei significati dell’azione reciproca tra gli attori sociali in essa coinvolti. La condivisione dei significati consente di raggiungere la mutua comprensibilità del mondo e delle azioni sociali. Ogni soggetto è sempre inserito in un flusso continuo e diversificato di interazioni sociali e comunicative con altri attori sociali.
L’INTERAZIONE SOCIALE E DISCORSIVA Gli altri non sono esterni a noi, ma sono parte del nostro funzionamento psicologico. Tali relazioni con altri significativi consentono di creare il Sé psicologico e altre istanze interne. L’ALTRO GENERALIZZATO: Costrutto che postula il principio che ognuno di noi sia in grado di considerare come spettatore e anche controllore e valutatore delle proprie azioni un “altro” che non rappresenta una persona fisica, ma piuttosto un “altro astratto”, in grado di rappresentare le norme, i punti di vista e le risposte tipiche dei gruppi sociali a cui partecipiamo. MEAD
delle persone per lui importanti. La costruzione di tale istanza interna avviene nel corso della socializzazione primaria: il bambino impara ad astrarre significati e “regole del gioco” dai ruoli e dagli atteggiamenti delle persone per lui importanti. L’esito di tali astrazioni è, appunto, la costruzione dell’Altro Generalizzato. Tale costruzione continua per tutta la vita. Patrimonio di “ATTI PROPRI-PENSIERI ALTRUI”.
Attraverso l’interazione e la condivisione con altri, può emergere un insieme di possibilità d’interpretazione degli eventi e del mondo, oltre che la possibilità stessa di agire in base (o contro) le interpretazioni già condivise. Tali interpretazioni, tali orizzonti di significati, non sono dati naturali ma elaborazioni culturali.
IDENTITA’ SOCIALE – RELAZIONI FRA GRUPPI Identità sociale per Tajfel: parte della concezione di Sé che deriva dalla consapevolezza dell’appartenenza a un gruppo sociale specifico. Attenzione rivolta alla descrizione e spiegazione del comportamento degli individui in quanto membri di categorie sociali ben definite e distinte. Da un punto di vista cognitivo, la costruzione di una identità sociale condivisa tra i membri di un gruppo è il prodotto del processo di categorizzazione sociale. In particolare distinguiamo tra proprio o propri gruppi di appartenenza e altri gruppi. Prodotti del processo di categorizzazione sociale: valorizzazione positiva del proprio ingroup (identità); sopravvalutazione dell’omogeneità interna dell’outgroup.
LE INTERAZIONI DENTRO I GRUPPI si considera come gruppo d’interesse psicologico il cosiddetto “piccolo gruppo” frequenti interazioni tra i membri organizzati intorno ad un progetto unificante interazioni finalizzate al raggiungimento di uno scopo condiviso
“CAMPO RECIPROCAMENTE CONDIVISO” Per Asch: La peculiarità psicologico-sociale del gruppo risiede proprio nel suo essere un insieme di individui-in-rapporto e la reciproca condivisione dello stesso campo è la precondizione necessaria perché abbia luogo l’interazione e si possano svolgere azioni comuni. Tale sistema di rappresentazioni condivise e di azioni congiunte non risiede nei singoli individui né fuori di loro, ma nei rapporti reciproci tra i singoli e tra le rispettive attività. Questo vuol dire riconoscere che esiste uno spazio d’azione individuale che è sempre connesso agli spazi d’azione degli altri membri del gruppo.
Le analisi dell’interazione sociale nel gruppo A) Analisi che utilizzano sistemi di codifica, per lo più definiti a priori, per l’osservazione sistematica dell’interazione di gruppo (es. IPA di Bales). B) Studi basati sull’analisi conversazionale condotta sulle trascrizioni delle interazioni sociali e discorsive tra i membri dei gruppi (orientamento culturale e discorsivo).
A) Analisi che utilizzano sistemi di codifica Sistemi costruiti in base all’assunzione che le interazioni di gruppo possano essere suddivise in periodi, frasi, unità, mosse o atti. L’osservatore associa a ogni atto interattivo una categoria (le categorizzazioni sono diverse a seconda dei sistemi). Alla fine del processo di osservazione sistematica è possibile ottenere: una distribuzione degli atti interattivi nelle diverse categorie; una distribuzione di tali categorie nei membri partecipanti all’interazione.
B) Studi che utilizzano Metodi di analisi discorsiva e conversazionale delle trascrizioni di interazioni sociali, solitamente audio e videoregistrate. In tale orientamento (culturale e discorsivo) si riconoscono quei ricercatori il cui principale interesse è descrivere le caratteristiche sociali e le strutture interattive che caratterizzano la nascita, lo sviluppo e il funzionamento dei gruppi osservati nei contesti naturali della loro vita quotidiana. Il ricercatore non fa uso di categorie definite a priori, ma si basa sulle principali caratteristiche dell’interazione discorsiva che emergono come rilevanti e significative per i partecipanti all’interazione stessa.
IL SISTEMA DI TRASCRIZIONE JEFFERSONIANO Nasce dall’esigenza dei conversazionalisti di produrre un sistema condiviso di regole di trascrizione delle interazioni, Consente di mantenere nel testo trascritto aspetti e dettagli (verbali e non verbali) del discorso in interazione che risultano essenziali per consentire un’analisi sufficientemente approfondita, che vada oltre la trascrizione del contenuto delle espressioni linguistiche prodotte dai singoli parlanti. non esiste un sistema di trascrizione superiore e giusto, ma solo trascrizioni più funzionali di altre.
COMUNITA’ DI PRATICHE Si tratta di un Costrutto che: presenta sovrapposizioni e rassomiglianze con costrutti: “Altro generalizzato” e “Campo Reciprocamente Condiviso”; viene utilizzato per affermare l’interesse per i gruppi reali nella vita quotidiana e per sottolineare la centralità dei processi di negoziazione e la costruzione di significati condivisi; è caratterizzato da tre dimensioni: - un impegno reciproco; - un’impresa comune; - un repertorio condiviso.
Impegno reciproco: il criterio d’appartenenza a una comunità è dato dal condividere con altri uno stesso impegno, anche emotivo, verso le cose da fare e organizzare le proprie interazioni pratiche e comunicative attorno a un impegno comune. Impresa comune: sottolinea l’aspetto di negoziazione essenziale per la vita delle comunità di pratiche; l’avere obiettivi condivisi non è un prerequisito ma l’esito del processo d’interazione negoziale che si sviluppa a partire da un impegno reciprocamente condiviso. Repertorio condiviso: è centrale condividere una base comune di interpretazione del mondo (precondizione e prodotto dell’attività interattiva).
come uso del linguaggio. IL LINGUAGGIO Il linguaggio non solo è definito dai partecipanti alla comunità, ma è anche progressivamente e congiuntamente ridefinito nel corso dello sviluppo di tale comunità, contribuendo a definirla come tale. WITTGENSTEIN: Dedicare attenzione al fatto che il linguaggio non si analizza come competenza e bagaglio conoscitivo dell’individuo, ma come mezzo sociale del pensiero. Conoscere una lingua non vuol dire conoscere solo la sua grammatica o il suo lessico, ma conoscere quello che è socialmente e culturalmente accettato come uso del linguaggio.
PARTECIPAZIONE ED IDENTITA’ Le nostre relazioni di partecipazione favoriscono la possibilità di sviluppare un’identità. In questo senso l’identità si configura come qualcosa che le persone fanno, non come qualcosa che le persone sono. Se l’identità si costruisce e si definisce attraverso la partecipazione alle comunità, data la molteplicità delle appartenenze, l’identità non va considerata come un nucleo stabile, ma come la somma di molteplici partecipazioni. L’IDENTITA’ E’ UN CONCETTO RELAZIONALE (ponte tra individuale e sociale) E MOLTEPLICE (attraverso la partecipazione a diverse comunità, ognuno di noi sviluppa un repertorio più o meno ricco di identità).