Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Facoltà di Giurisprudenza

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Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Facoltà di Giurisprudenza Economia delle Aziende, Pubbliche e Non Profit Azienda e impresa: definizioni e classificazioni dott. Fabio Monteduro

Le definizioni: una questione di punti di vista Le definizioni/classificazioni sono sempre relative perchè: dipendono da chi propone una definizione e dalle finalità che esso si pone (differenze tra discipline). nelle scienze sociali/non formali (tra cui rientra l’economia aziendale) esiste una relatività “intrinseca”: spesso gli stessi termini sono utilizzati per esprimere concetti diversi o, viceversa, gli stessi concetti sono espressi con termini diversi. Non esiste una definizione più vera di un’altra ma solo definizioni più adatte a determinati scopi dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le definizioni di azienda Quali le differenze tra la definizione giuridica di azienda e quella economico-aziendale? Perché le due definizioni sono differenti? Quali sono i differenti scopi sottostanti le due definizioni? dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

La definizione giuridica di azienda L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore (art. 2555 c.c.) E’ imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi (art. 2082 c.c.) dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le caratteristiche della definizione giuridica L’IMPRESA L’impresa è attività: una serie di atti diretti alla produzione o allo scambio di beni o servizi; L’impresa è attività economica: l’attività deve essere organizzata in maniera tale che i costi sostenuti siano inferiori ai profitti. L’impresa è attività organizzata: per organizzazione s’intende l’organizzazione di fattori produttivi: capitale, lavoro, macchinari etc. L’impresa è attività professionale: vuol dire esercizio svolto con continuità, costanza, determinazione, intenzionalità L’AZIENDA L’azienda è apparato strumentale (locali, macchinari, merci, attrezzature, materie prime, ecc. ) di cui l’imprenditore di avvale per lo svolgimento e nello svolgimento dell’attività di impresa dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Gli scopi sottostanti la definizione giuridica La figura giuridica dell’imprenditore è il punto di partenza per il diritto commerciale (parte del diritto privato che regola le attività e gli atti di impresa) SCOPO: distinguere l’impresa da altre forme (lavoro autonomo) ai fini applicazione delle norme in materia di: fallimento ed altre procedure concorsuali; contabilità; registrazione delle Imprese; rappresentanza commerciale, ecc. Rilevanza economica dei beni organizzati dall’imprenditore ai fini di regolare la cessione di azienda, i marchi, ecc. dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

La definizione economico-aziendale L’azienda è «un istituto economico destinato a perdurare che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il procacciamento e il consumo della ricchezza» (Gino Zappa). L’azienda «è un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione, o di consumo, o di produzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico, ed altresì degli individui che vi cooperano» (Aldo Amaduzzi) dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le caratteristiche della definizione economico-aziendale un’organizzazione stabile volta a combinare e coordinare le risorse impiegate nel processo produttivo compiendo operazioni non occasionali e per tempi medio lunghi; le persone che prestano, nell’ambito dell’organizzazione, energie di lavoro e svolgono funzioni e compiti tra loro coordinati a diversi livelli di responsabilità; i beni economici (materiali, immateriali e finanziari) destinati ad essere scambiati od utilizzati per svolgere l’attività produttiva e soddisfare i bisogni diretti e/o indiretti; l’oggetto aziendale, cioè il tipo di attività svolta; le operazioni sui beni svolte da persone per il raggiungimento del fine per cui l’azienda è costituita ed amministrata; il fine o scopo dell’azienda consistente nel soddisfacimento diretto o indiretto dei bisogni umani. dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le caratteristiche della definizione economico-aziendale la visione sistemica: implica la necessità di integrare tutte le operazioni poste in essere per realizzare gli obiettivi dell’organizzazione. In altri termini, i fatti aziendali che costituiscono la vita aziendale non sono tra loro scollegati ma sono strettamente avvinti in un rapporto di causa-effetto. dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le caratteristiche della definizione economico-aziendale b) l’autonomia: implica libertà di decisione a livello strategico e operativo e si manifesta come sintesi di condizioni oggettive (durabilità) e soggettive (indipendenza). dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le caratteristiche della definizione economico-aziendale c) l’economicità: implica la necessità che l’intera attività posta in essere dall’organizzazione produttiva sia permanentemente ispirata alla logica: dell’efficacia strategica (intesa come capacità di programmare e realizzare obiettivi coerenti con le attese complessive degli interlocutori aziendali) dell’efficienza operativa (capacità di realizzare le produzioni, ai dovuti livelli qualitativi, con il minor impiego delle risorse disponibili). La costante tensione all’efficienza e all’efficacia porta alla creazione di valore e pone le condizioni necessarie per garantire nel tempo la sopravvivenza dell’organizzazione dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Gli scopi sottostanti la definizione economico-aziendale L’economia aziendale è la «scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende». dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Lo schema logico per interpretare il funzionamento aziendale BISOGNI Attese degli interlocutori aziendali RISORSE (input) PRODOTTI E SERVIZI output Processo dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

(capacità di massimizzare l’output dati gli input) Lo schema logico per interpretare il funzionamento aziendale BISOGNI Attese degli interlocutori aziendali (stakeholder) Efficacia Capacità di programmare e realizzare obiettivi coerenti con le attese degli stakeholder) RISORSE (input) PRODOTTI E SERVIZI output Processo Efficienza (capacità di massimizzare l’output dati gli input) dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Chi sono gli interlocutori aziendali (stakeholder)? Azionisti/investitori (portatori di capitale) Finanziatori (fornitori di mezzi finanziari) Lavoratori (fornitori di lavoro) Clienti (acquirenti dei prodotti) Fornitori (fornitori di fattori produttivi) Fisco (tasse) Comunità locale Quali sono le attese di questi soggetti? dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Le attese degli stakeholder? Azionisti/investitori (profitti-dividendi) Finanziatori (tasso di interesse) Lavoratori (salari) Clienti (rapporto qualità/prezzo) Fornitori (corrispettivi delle forniture, stabilità, tempi) Fisco (tasse) Comunità locale (responsabilità sociale) Nelle aziende pubbliche e non profit ce ne sono di diversi? dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Gli stakeholder tipici delle aziende pubbliche e non profit PA Cittadini-utenti (qualità) Cittadini-contribuenti (prelievo fiscale) Altre amministrazioni/partner (collaborazione) NON PROFIT Volontari Donatori Beneficiari dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

La classificazione delle aziende Ci sono tante classificazioni. Come le definizioni anche le classificazioni sono relative (tutto dipende dagli scopi). Nell’ambito del diritto commerciale ad esempio le imprese vengono classificate (commerciali, agricole, ecc.) Anche l’economia aziendale propone molte classificazioni. Tra queste ne vengono proposte solo alcune: quelle più funzionali agli scopi del corso dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

La classificazione delle aziende Prima classificazione Imprese (aziende private di mercato o for profit) Aziende pubbliche (o amministrazioni pubbliche) Aziende non profit (imprese sociali) Seconda classificazione Aziende di produzione di beni (agricoli o industriali) Aziende di servizi Aziende di know-how (conoscenze) Terza classificazione Piccole e medie aziende (PMI) Grandi aziende Quarta classificazione Aziende locali Aziende nazionali Aziende multinazionali dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

I^ classificazione: imprese/az. Pubbliche/non profit Sono stati proposti tre criteri per operare questa classificazione: Forma giuridica Finalità/scopo Modalità di relazione con i mercati di acquisto e collocazione dei prodotti dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

I^ classificazione: forma giuridica Soggetto giuridico Persona giuridica Persona fisica Pubblica (art.11 Cod. civ.) Enti pubblici Privata Associazioni Fondazioni Società commerciali (Srl, Sas, Snc, ecc.) Altre istituzioni dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

I^ classificazione: scopo Imprese (aziende for profit) Aziende pubbliche Aziende non profit Profitto Interesse pubblico Utilità sociale dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

I^ classificazione: relazione con i mercati imprese: sono aziende che realizzano la loro funzione produttiva operando su mercati concorrenziali sia dal lato della domanda (acquisizione dei fattori produttivi) che dell’offerta (collocamento dei prodotti); altre aziende: sono aziende che realizzano la loro funzione produttiva operando, in tutto o in parte, in ambienti caratterizzati da forme di competizione attenuata o assente dal lato della domanda e/o dell’offerta. Si distinguono in: amministrazioni pubbliche: che operano dal lato dell’offerta in mercati non competitivi in quanto cedono i propri servizi alla collettività dietro un corrispettivo che differisce dal prezzo di mercato. Esse inoltre acquisiscono buona parte dei mezzi finanziari secondo logiche di imposizione tributaria; aziende non profit: che operano dal lato della domanda e dell’offerta in un ambiente non di mercato. dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

I^ classificazione: relazione con i mercati Cittadini Clienti beneficiari Lavoro Materiali Finanziamenti RISORSE (input) PRODOTTI E SERVIZI output Processo Relazioni di mercato /non di mercato Relazioni di mercato /non di mercato dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

II^ classificazione: az produzione; servizi; know how settore primario (aziende di produzione): composto da attività fondate direttamente sullo sfruttamento delle risorse naturali (ad esempio attività agricole, estrattive, ecc.); settore secondario (aziende produzione): relativo alle attività di trasformazione fisica delle materie prime (ad esempio attività di produzione di acqua, attività di trasformazioni alimentari, chimiche, meccaniche, ecc.); settore terziario (aziende servizi): riguardante attività eterogenee per categorie di operatori coinvolti e tipologie di servizi offerti (ad esempio le attività di distribuzione dei prodotti, le attività alberghiere, bancarie, ecc.); settore quaternario o terziario avanzato (aziende di know how): riferito ai servizi (ad esempio il supporto consulenziale dato alle imprese, i centri di ricerca e sviluppo, ecc.). dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

II^ classificazione: az produzione; servizi; know how RISORSE (input) PRODOTTI E SERVIZI output Processo dott. Fabio Monteduro 18.11.2007

Criteri di classificazione delle aziende: dimensioni Appare il criterio oggettivo e duraturo ma è invece variabile non solo a seconda del parametro di riferimento (numero addetti, fatturato, capitale sociale, investimenti fissi, ecc.) ma anche per il contesto legislativo (nazionale - civile e fiscale - o europeo) considerato. dott. Fabio Monteduro 18.11.2007